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Autore: Pamaras    03/06/2014    8 recensioni
Nella quotidianità di tutti i giorni, può un cellulare babbano rovinare ciò che era stato costruito?
una storia forse un po' triste ma romantica, un tradimento d'amore... dei "vermi" che si insinuano silenziosi nelle vite di Harry e Draco.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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angolino: eccoci arrivati alla fine di questa piccola storiella... magari alcuni di voi non avrebbero fatto ciò che farà Draco in questo capitolo.. chissà. Se vorrete farmi sapere cosa ne pensate sarò contenta! ^^
un bacione. Pam.


4-DIECI
LETTERE PER FARMI AMARE.

 

Passarono svariati giorni.

Quindici per la precisione e Harry era ancora solo in casa. Niente Draco.

Aveva litigato con Hermione che gli aveva fatto una sfuriata come poche e poi con Ron.

Si era preso un pugno da Blaise e uno schiaffo da Pansy.

Ma nessuno gli aveva ancora detto dove si era cacciato Draco.

Eppure Harry sapeva che tutti loro lo sapevano. Aveva percorso in lungo e in largo le loro case. Stanza per stanza.

Eppure niente.

 

Aveva bisogno di parlarci. Di spiegare. Di farsi perdonare.

Aveva bisogno di guardare i suoi occhi grigi ed assicurarsi che non piangesse più.

Aveva bisogno di sapere che non era ancora finita.

Eppure Draco non c'era. E non si era fatto sentire.

 

Le loro fedi brillavano entrambe all'indice di Harry.

Brillavano gongolando ignare del dolore che stava avvolgendo Harry come un serpente. Il verme dei sensi di colpa lo stava divorando dentro e rilasciava il suo liquido acidulo per tutto lo stomaco.

 

Harry aveva raccolto la fede di suo marito fuori dal ristorante e l'aveva messa vicino alla sua.

Sperando.

Harry stava sperando.

 

Inutile dire che aveva lasciato immediatamente il lavoro.

Claire era stata solo uno sbaglio, se ne era reso conto immediatamente quando aveva visto il volto deluso di suo marito fuori dal ristorante. Quando aveva avuto davanti il viso triste e bagnato del suo amore, gli occhi piangere mercurio liquido, lacrime che raramente aveva versato.

Si era sentito morire.

 

Harry aveva paura.

 

Paura di quel silenzio omertoso dei suoi amici.

Paura di quell'assenza ... paura di Draco.

 

Avrebbe voluto che suo marito fosse li a picchiarlo, a insultarlo, a combattere e duellare con lui; tutto pur di avere un qualche segno.

Aveva bisogno di un segno per poter farsi perdonare.

 

Passarono altri quindici giorni.

Un mese in tutto.

E il verme era sempre lì, più grande che mai. Era ingrassato nutrendosi dei sensi di colpa di Harry che lo tenevano sveglio la notte e gli impedivano di mangiare.

Si divertiva a punzecchiarlo nei momenti meno opportuni.

E lo faceva sentire male.

 

Un mese di solitudine che Harry aveva affrontato tristemente. Consapevole al mattino di alzarsi senza voglia, consapevole che tutte le suppliche ai suoi amici di dirgli dove e come riprendere Draco non lo avrebbe portato da nessuna parte.

 

Poi Hermione gli passò un biglietto.

“Fai del tuo meglio”.

Sopra c'era scritto un indirizzo.

 

E a Harry tornò a battere il cuore e l'aria tornò a circolare nei polmoni.

 

Si ritrovò da un fioraio, felice e allo stesso tempo spaventato.

Immaginava ciò che avrebbe dovuto affrontare, ma lo avrebbe fatto. Per loro.

 

Bussare davanti alla porta di quell'appartamento fu duro.

Quel vermiciattolo ora gigante se la rideva di gran gusto.

 

Il cuore continuava a martellare imperterrito dentro la cassa toracica ricordandogli che era vivo.

“Chi è?” Domandò la voce di Draco al di la di quell'inutile pezzo di legno bianco.

 

“Harry.” Bisbigliò poggiando una mano sulla porta di legno. “Sono io, Harry. Draco ti prego aprimi!” Disse più forte.

Ma dall'interno non venne alcun rumore.

“Ti prego aprimi.” Bussò ancora.

Aveva sentito la sua voce e ora aveva bisogno di sentirla ancora.

Nutrirsi di quel suono.

 

E bussò ancora e poi ancora e ancora e ancora fin quando le nocche iniziarono ad arrossarsi.

“Draco apri maledizione. O giuro che la tiro giù questa porta. Lo sai che lo faccio.” Lo minacciò.

Aveva voglia di vederlo. Bisogno di una qualsiasi reazione, non il nulla assoluto.

“Vai via Potter.”

E Harry un po' rise perché quella voce gli fece ricordare chi era davvero Malfoy e lui voleva tornasse a combattere.

“No! Aprimi” Disse ancora.

“Vattene.”
“La butto giù questa a maledetta porta se non mi fai entrare.” Minacciò ancora Harry ma la sua voce era piatta, un po' incrinata a dir la verità.

Non lo avrebbe fatto davvero. Voleva che Draco lo facesse entrare di sua spontanea volontà. A cosa sarebbe servito altrimenti entrare con la forza per poi non riuscire a farsi ascoltare?

 

“Vattene.” Ripeté ancora Draco ma in realtà si era avvicinato alla porta e ora poggiava una mano sul legno bianco inconsapevole che al di là, proprio nello stesso punto, c'era quella di Harry.

 

“Ti prego Draco. Ho fatto una cazzata. Un'enorme cazzata ... non so perché. Ma ti prego. Dammi la possibilità di rimediare io … io ti amo Draco.” Sussurrò alla fine con il cuore in mano.

Il mazzo di fiori ormai era quasi appassito, lasciato cadere miseramente a terra.

 

Quelle parole colpirono il biondo in pieno petto, proprio all'altezza del cuore. Non poté fare a meno di piangere, ancora.

“Vattene Harry. Vai via.” Riuscì a dire, le parole che bruciavano in gola mentre il suo verme le pronunciava.

 

E poi non sentì più niente.

Harry andò via lasciando il suo cuore e i fiori sul tappetino che diceva “WELCOME” in quell'appartamento che era solo di Draco. Non si sentiva benvenuto.

Ma non si sarebbe arreso.

 

Il giorno dopo aveva un obbiettivo: riconquistare il cuore di suo marito.

La prima cosa che fece quella mattina fu andare in pasticceria e ordinare i cioccolatini preferiti del suo compagno. Cioccolato e lamponi.

Li fece incartare per bene e poi glieli fece recapitare insieme ad un altro mazzo di fiori.

E una lettera:

 

Caro Draco,

ti scrivo perché spero così di avere almeno una possibilità di essere ascoltato.

So che quello che ho fatto è ignobile e meriterei di essere cruciato a vita, ma ti prego almeno di leggere questa lettera fino in fondo senza stracciarla.

Sai amore, sono stato uno sciocco.

Ti confesso che col senno di poi non so dirti perché l'ho fatto, forse ero spaventato dalla nostra routine.

In ogni caso mi sono accorto troppo tardi della cazzata che stavo facendo.

All'inizio lei non era altro che una valvola di sfogo, un'amica con cui parlare. Però io per loro non ero sposato e non ero Harry Potter. Capisci? Io ero solo Harry e a lei piacevo per quello che ero ed era diventata quasi insistente e io le ho dato corda.

Eppure c'era una vocina nella mia testa che mi diceva che non facevo del male a nessuno. Sono stato egoista e mi è piaciuto.

Pensavo di essere davvero felice amore, non te lo nascondo.

Poi ti ho visto, fuori dal ristorante e ci ho rivisti: ho visto il tuo dolore di questi mesi in cui sono stato così cieco e all'improvviso mi è diventato palese.

Hai sofferto Draco e io ne sono la causa e non sai quanto ci sto male.

Ho capito che non sono felice senza di te perché tu per me sei la vita.

Ti prego. Sono solo uno stupido uomo.

Ti prego, Draco. Non so vivere senza di te.

Ho mollato tutto. Tutto. Starò solo con te. Per sempre. Ti prego.

Non ti chiedo di perdonarmi. Lo so che sarà difficile. Ma dammi un'altra possibilità, fammi dimostrare quanto tu sia importante per me. Davvero importante.

Accetta questi cioccolatini. Lo so che sono i tuoi preferiti.

Cioccolato e lampone. Un po' come noi, ti ricordi? Lo dicevamo sempre. Tu sei il lampone, un po' aspro ma delizioso. Macchi. Mi macchi la pelle e il cuore. Sei impresso ormai su di me, Draco. Io sono il cioccolato che non è niente senza te.

A domani amore mio, cercherò di farti felice ogni giorno.

Un bacio.

Con amore, tuo Harry.

 

 

 

Caro amore mio,

non sai che strano è la mattina alzarsi in un letto vuoto senza il tuo calore al mio fianco.

Senza sentire la tua pelle contro la mia e il tuo respiro leggero che riempie l'aria.

Immagino quante volte tu ti sia sentito come mi sento io adesso ... per colpa mia. Ti ho fatto soffrire e ora è giusto che soffra anche io.

Ma ti confesso che mi manchi parecchio. Mi manca il tuo modo di stiracchiarti come un gatto. Di fare le fusa per avere un po' di coccole che poi fai finta di rifiutare sempre indignato.

Oggi per te ho scelto una sciarpa. Seta, verde smeraldo. Il tuo colore preferito. E’ morbida, la senti sotto i polpastrelli? L'hai fatta scivolare tra le dita saggiandone la consistenza? Hai sorriso mentre la chiudevi in un palmo e la passavi dolcemente sul viso?

Spero di sì, perché lo fai sempre.

Socchiudi gli occhi e ti perdi nella morbidezza di quel capo. Mettila al collo Draco.

Copriti perché se ti ammali io non posso curarti. Oh, quanto vorrei essere con te per assicurarmi che tu sia ben coperto e che io sia ben vestito.

Rido pensando a quanto ti arrabbieresti vedendo come sono uscito stamattina di casa.

Ho bisogno di te. Per tutto.

Un bacio.

Con amore. Tuo, per sempre tuo. Harry.

 

 

Caro amore bello,

una radio, forse ce l'hai già ma questa l'ho sintonizzata sulla stazione che ascolto io. Oggi ho ascoltato una canzone, una di quelle che parla di amore e che tu odieresti a morte. Mi diresti di spegnere subito “quella diavoleria babbana”, così la chiameresti.

E io Draco, io cosa farei?

Ti ricordi?

Lo puoi immaginare?

Mi immagini mentre non ti ascolto e ridendo vengo verso te, ti prendo la mano e ti faccio avvicinare al mio petto?

Tu ti divincoleresti per un po' per poi cedere tra le mie braccia e io ti farei ballare dondolando appena, annusando l'odore dei tuoi capelli e dandoti lievi baci lungo il collo, sulla testa, vicino all'orecchio.

Ti assaporerei.

Ti slaccerei la camicia bottone dopo bottone scoprendo piano il tuo petto glabro, passerei le dita su quei capezzoli scuri che si indurirebbero sotto al mio tocco.

Mi senti Draco? Mi senti passare su di te mentre ti bacio con reverenza scendendo fino ad inginocchiarmi e baciare il tuo ombelico perfetto?

Ti tirerei leggermente i peli che formano quella benedetta strada che va al tuo inguine perché so che ti farei un po' di male e tu ti lamenteresti ma nello stesso istante porteresti il bacino verso il mio viso chiedendomi inconsciamente di prenderti in bocca.

Mi vedi Draco?

Ti slaccerei i bottoni dei tuoi pantaloni d'alta classe e guardandoti negli occhi li sfilerei insieme ai boxer.

Poi mi leccherei le labbra fremendo di anticipazione, non vedo l'ora di sentire il tuo sapore squisito dentro la mia bocca.

Le mie papille fremerebbero al primo bacio a labbra aperte sulla punta.

Tu soffieresti.

E io ti leccherei dalla base alla punta saggiando il sapore del liquido che piano piano inizia ad uscire mentre con la mano ti masturbo.

Tu pregheresti.

E io mi lascerei pregare solo per un altro poco. Mi piace sentirti pregare però mi piace di più soddisfarti.

È per questo che a sentirti gemere il mio nome te lo prenderei in bocca tutto di un fiato fino a sfiorarmi la gola e inizierei brutalmente a succhiarti e a leccarti.

Tu grideresti Draco, ti senti mentre lo fai?

Verresti tra le mie labbra. E cercherei di guardare il tuo volto in preda all'orgasmo aspettando con ansia di vedere le tue labbra schiudersi e il formarsi di una piccola rughetta tra le sopracciglia.

Ti assaporerei Draco.

Perché potrò apparire sdolcinato ma tu sei il nettare della mia vita.

Solo tu.

Mi dispiace amore.

Ti amo, Harry.

 

 

 

Caro amore,

ogni mattina mi alzo e penso a te.

Per questo ti ho mandato un altro regalo.

È una cosa stupida che tu forse hai già.

È il tuo shampoo preferito alla camomilla, te l'ho mandato perché mi chiedevo se lo avessi con te. So quanto puoi diventare nervoso quando è finito.

Ne ho fatto una scorta a casa, aspettano te.

Perché tu tornerai vero amore?

Io sto aspettando con loro.

Torna di prego.

Oggi mi manchi più degli altri giorni e mi sento uno stupido per aver fatto quello che ho fatto.

Ti vorrei gridare di non perdonarmi mai, perché non me lo merito. Eppure sono disposto a prostrarmi ai tuoi piedi, a mettermi in ginocchio per farmi perdonare.

Sto piangendo Draco perché ho paura di aver perso tutto quello che di bello avevo. Te.

Ho bisogno del tuo odore al mattino vicino a me.

Ho bisogno del tuo calore, del suono della tua voce e del profumo della tua risata.

Ho bisogno delle tue risposte un po' acide che mi prendono sempre in giro e anche dei tuoi abbracci dolcissimi.

Ho bisogno di stringerti tra le mie braccia e dirti che è tutto a posto, che non me ne andrò mai più, che non sbaglierò mai più.

Non lo farò mai più. È una promessa.

Mi dirai tu che senso ha una mia promessa, visto che ho infranto quella più grande che ho fatto davanti al tuo cuore.

È vero.

Sono stato un bugiardo. E ora me ne pento, Draco.

Non c'è cosa più bella e più giusta che io abbia fatto se non quella di sposarti.

Ti ricordi amore, come eravamo belli? Avevi insistito che entrambi ci vestissimo di bianco, due sposi bellissimi.

Ricordo i tuoi occhi brillare dolcemente davanti all'altare mentre mi guardavi un po' emozionato e io ho versato una lacrima e tu me l'hai asciugata col pollice e mi sono accorto che le tue mani tremavano.

Ricordi che poi le nostre dita si sono intrecciate?

Voglio stare con te amore.

Voglio tornare a casa e baciarti come ho fatto quella volta dopo il nostro matrimonio.

Voglio fare l'amore con te.

Perché Draco, io te lo giuro, l'amore l'ho fatto solo con te.

Sei tu il mio amore.

Con tremendo affetto e amore.

Tuo marito, Harry.

 

 

 

Caro amore mio dolce,

è esattamente la decima lettera che ti mando.

Il decimo giorno da quando sono venuto a bussare alla tua porta chiedendo di entrare. Non l'ho più fatto e spero che tu abbia iniziato a leggere le mie lettere.

Non mi è pervenuta alcuna risposta. Immagino tu abbia scelto di non rispondere anche se confesso che guardo in continuazione la buca delle lettere e fuori alla finestra sperando che un gufo plani dentro casa e mi consegni la tua lettera tanto attesa. Ma temo non arriverà tanto presto ... e ho paura.

Quello che ti ho mandato oggi è un pasticcio di carne, sai, l'ho fatto io. Perché mi sono chiesto se mangi abbastanza.

Ho notato che sei dimagrito parecchio per colpa mia. La mia paura è che sia colpa di ciò che ho combinato. Devi mangiare amore mio, altrimenti poi starai male e io non posso essere li con te a tenerti la mano e a farti guarire.

Mi vorrai ancora Draco?

Sto aspettando una tua risposta, ti prego, amore.

Ho bisogno di te.

Tuo, per sempre.

Harry.

 

 

 

 

Quelle lettere fecero tremare il cuore a Draco.

Ogni singola parola di ogni lettera lo fece piangere fino a quando non ebbe lacrime da versare e ascoltò col cuore e lesse finalmente tutto l'errore e l'amore messo dentro ogni riga da suo marito, Harry.

Ricordava perfettamente il giorno del loro matrimonio, ricordava gli occhi di Harry velati di lacrime di commozione e ricordava il bacio del sì, il primo bacio da uomini sposati.

Pronti a condividere una vita intera.

Ricordava la loro prima volta.

 

Poteva immaginare bene ogni singola mossa di Harry mentre con leggerezza gli baciava il ventre piatto per arrivare al suo pene.

Oh, quella lettera era sicuramente la più calda di tutte. Draco l'aveva letta e riletta.

Sapeva che Harry si era sicuramente toccato scrivendola. E anche lui lo aveva fatto mentre la leggeva.

 

Era arrivato così ad un'unica conclusione.

Gli mancava.

 

Così tanto, così tanto che si smaterializzò immediatamente a casa loro.

Nessun preavviso.

Nessun biglietto.

Una sorpresa.

Ma quando arrivò in salotto non c'era nessuno.

Draco non lo chiamò perché per un momento ebbe paura, il verme della gelosia si mosse un po'. Si avviò a passo leggero in cucina e sorrise.

 

Lo vide.

 

Harry gli dava la schiena aveva il volto tra le mani e una penna e della pergamena vicino a sé.

Stava guardando mesto una infinità di cose appoggiate sul tavolo.

Altre scorte di bottiglie di shampoo, altri cioccolatini, scorse una camicia, un paio di scarpe, una macchinetta per il caffè, vide poi il caffè e capì con una fitta al petto che tutte quelle cose erano regali, per lui.

Harry aveva preparato una miriade di regali da spedirgli giorno dopo giorno per continuare a corteggiarlo e cercare di farsi perdonare.

 

Sorrise.

 

Stava per parlare quando lo sentì singhiozzare.

Harry stava piangendo sommessamente.

Le sue dita erano strette nelle ciocche nere e dondolava nervosamente una gamba.

Lo vide lanciare via la piuma che teneva in mano e stropicciare la carta per buttarla all'indietro. La pallina rotolò verso Draco che la raccolse silenziosamente sentendosi un gatto e la srotolò.

E Harry non lo sentì perché prese a piangere sempre più forte, era più un lamento. Come di una persona che soffre insistentemente.

Un dolore atroce.

Il verme si contorceva ballando la salsa nel suo intestino.

 

Sulla pergamena erano presenti solo due parole, le stesse che poi vennero sussurrate da Harry stesso mentre si premeva le mani sugli occhi.

“Ti prego.”

 

Harry lo stava pregando.

 

 

“Si diventa matti a parlare da soli, Potter.” Disse quella frase con un sorriso.

Non sopportava di vederlo così.

 

Lui si girò immediatamente e il suo cuore iniziò a palpitare facendo difficili capriole all'indietro.

Un sorriso gli si aprì sul volto mentre velocemente gli andava incontro.

Si fermò all'ultimo secondo.

Si guardarono.

 

“Sei tornato.” Bisbigliò Harry.

Draco buttò un'occhiata su tutta la roba sul tavolo e poi riagganciò i suoi occhi a quelli smeraldini.

“Se sapevo che avevi intenzione di mandarmi tutta quella roba, avrei aspettato un altro po'.” Scherzò leggermente.

 

Ma Harry non rise, sorrise con garbo e gli si illuminarono gli occhi.

 

“Ti comprerò tutto quello che vuoi.” Gli assicurò.

“Lo spero, Harry.” Acconsentì Draco.

 

Ma ancora nessuno dei due si mosse. I loro vermi erano in attesa di esplodere.

 

“Sono stato uno stupido.”
“Lo sei stato.” Annuì Malfoy con un mezzo sorriso.

“Ignobile.” Si auto accusò Harry.

“Bastardo.” Gli fece eco ancora il biondino.
“Egoista.” Ripeté Harry e Draco sentì il vermicello contrarsi nel suo stomaco in completo accordo. “Bugiardo.” Gli disse.

“Stronzo.” Completò Harry.

“Un verme Harry.” Lo accusò Draco, non sapendo quanto effettivamente avesse colto nel segno.

“Un verme schifoso.” Gli diede ragione lui sorridendo.

 

“Baciami.” Ordinò.

 

E Harry lo fece.

Le loro labbra si unirono immediatamente in un bacio lento e delicato utilizzato per scoprire di nuovo il sapore dell'altro.

Le labbra vennero risucchiate e bagnate di saliva.

Solo quando i loro sapori iniziarono a confondersi si staccarono per approfondirlo ancora di più. Lingua contro lingua. Mani intrecciate nei capelli che spingevano l'altro sempre più vicino. Non ne avevano mai abbastanza. Si assaporarono e si scoprirono ancora.

Dei graffi rossi e pieni di dolore comparirono sulla schiena sotto le camicie strappate, ma i due ragazzi non se ne curarono.

 

 

Quella notte due uomini si donarono tutto. Donarono loro stessi: l'uno all'altro.

Quella notte due fedi brillarono su due dita diverse.

Quella notte venne suggellato un nuovo patto d'amore.

Quella notte due vermicelli scapparono dalla finestra, silenziosi e veloci così come erano arrivati, senza lasciar traccia.

Avevano finito il loro compito.

Ed era tempo di andare.




n.d.A
Vi invito a leggere anche il seguito, scritto a quattro mani con Ladyriddle, si intitola Ritrovarsi!

  
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