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Autore: Hermes    07/06/2014    1 recensioni
Lanes of memory paved by sweet frozen moments
Attenzione!: diretto prequel di DOR ed è il punto di inizio dei Nightwish così come li ho concepiti nella mia precedente storia.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti, Tuomas Holopainen
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dreams of Reality'
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8. A Sin For Him

Nota: in questo capitolo ci sono varie frasi che indicano al sesso. Ovviamente non parliamo di grafico, ma pensavo che fosse meglio indicarlo dato che siamo nella verde fascia protetta, LoL. Buona lettura!

1 Aprile 2005, ore 14 e 22
Finlandia, Kitee, Caverock studio
Io e i ragazzi stavamo discutendo con Tero per le nuove canzoni del nostro terzo album quando sentimmo qualcuno aprire la porta dell’ingresso di sotto e fare le scale a rotta di collo. Non avevamo dubbi su chi potesse essere…
Dal riquadro della porta entrò Anette senza fiato, frastornata.
“Scusate per il ritardo! Ho perso il treno per tornare a casa e ho dovuto trovare un’altra soluzione…”
“Pensavamo che non saresti più arrivata, Anettina!” esclamò Marco, dando dei colpetti al posto vuoto rimasto sul divano “Dai vieni qui!”
Ero seduto vicino alla finestra e sentii un motore riavviare, lanciai un’occhiata fuori per vedere un’utilitaria uscire dal parcheggio dell’edificio…ignorai l’istinto primario di sapere chi l’avesse accompagnata e mi concentrai semplicemente sulle domande di Jukka, seduto accanto a me.
Intanto Anette aveva ripreso fiato e sfogliava con evidente interesse le partiture, seguendo le note con gli occhi.
La guardai di sottecchi mentre corrugava la fronte e tornava indietro di un paio di pagine, cercando qualcosa che evidentemente non c’era.
Intanto Marco aveva finito il plico “Questi pezzi dal vivo saranno una passeggiata in confronto a quelli di Oceanborn…meno male!”
“In effetti l’idea era quella…Gethsemane iniziava a darmi un leggero tunnel carpale ogni volta che la suonavo.” commentai con un sorrisetto, e non stavo mentendo.
Anette aveva smesso di sfogliare e chiese “Scusate ma…dove sono segnate le mie scale?”
Il biondo accanto a lei abbassò lo sguardo sugli spartiti, leggendo anche lui la musica con maggiore attenzione.
“La sirenetta ha ragione, Tuommi…mancano tutte le notazioni!” commentò Marco.
“Non le ho messe apposta.” replicai, incassando lo sguardo sorpreso di tutti, incluso Tero “Voglio che le trovi da te, An. L’ultimo disco è stato un disastro con tutti i sopracuti e gli acuti che ti ho obbligato a fare. Per questo ho pensato che registreremo prima noi ragazzi come al solito e poi potrai scatenarti come più ti piace ma con alcune clausole.”
Anette mi mandò uno sguardo pieno di gratitudine e dovetti lavorarci su per non ricambiarlo troppo.
C’avevo provato a non pensare a lei ma non era un piano di facile attuazione…
Negli ultimi mesi avevamo messo da parte i Nightwish per dedicarci alla nostra vita normale.
Anette stava recuperando alla Sibelius con dei ritmi di studio spaventosi, io componevo le canzoni dell’album, gli altri si godevano un po’ di sana vacanza dopo le follie dell’ultimo tour europeo.
Era la prima volta che ci rivedevamo tutti assieme dall’inizio della pausa ed Anette aveva l’aria d’essere cambiata in meglio. Era cresciuta lasciando indietro il suo status di nanetta e superando finalmente Emppu in altezza. Il suo viso aveva perso quasi del tutto le forme ancora morbide dell’adolescenza.
Da ragazzina stava diventando donna e ne ero dolorosamente consapevole.
“Ragazzi questa Wish-qualcosa l’adoro già!” esclamò Emppu sullo sgabello con un sorriso enorme “Epica!”
“Winnie-The-Pooh non ha tutti i torti…” commentò Jukka, tenendo il tempo sulle ginocchia “Anette sembrerà una valchiria rock dedita al Signore degli Anelli!”
Lei ridacchiò alla faccia offesa di Emppu, seguita anche da Marco.
Passammo un’oretta a discutere con calma ogni canzone, in modo da chiarire il mood d’ognuna.
Niente sorprese al fatto che Dead Boy’s Poem fu presa da tutti come una cosa seria, Anette aveva tirato fuori una biro iniziando ad annotarsi alcune cose sulle pagine della canzone…morivo dalla voglia di sbirciare, ma non potevo con Jukka ed Emppu di mezzo.
Infine decidemmo di smetterla per quel giorno ed andammo ognuno per la propria strada. Io, Marco ed Anette ci avviammo a piedi verso la strada principale.
“Da come eri trafelata quando sei arrivata ci metto un braccio che ti sei trovata un ragazzo, An!” esclamò di punto in bianco Marco.
Per poco non sbattei contro un lampione a quell’uscita infelice. Gli lanciai un’occhiataccia ma il biondo mi sorrise maligno…bell’amico!
“No! Cioè…accidenti saranno anche affari miei, no?!” replicò lei, presa in contropiede.
A questo punto volevo proprio saperne di più…
“E chi ti ha riportata fino a Kitee, cittadina dimenticata da Dio e dagli uomini ma non dagli esattori delle tasse?!” la tirata di Marco fece girare un paio teste dalla nostra parte.
“Ti ricordi di Sonia? Beh, mi ha dato un passaggio tanto doveva tornare a trovare i suoi questo weekend.”
Ricominciai a respirare mentre mi tamponavo mentalmente il sudore freddo dalla fronte…fiuuu scampata, Marco un giorno o l’altro ti strozzo!
Il restante pezzo di strada si rivelò una lenta, metodica tortura tutta made in Hietala fatta di domande delle quali non volevo proprio sapere le risposte.
Quando Anette chiuse la porta d’ingresso di casa sua, non mi feci problemi a tirargli uno scappellotto in testa e marciare avanti verso casa mentre Marco si lamentava e mi seguiva.
“Ma Tuommi, che ho fatto di male?!” e me lo chiedi, Giuda?!
“Che ti serve sapere se ha il ragazzo o no?” domandai scontroso.
“A me non interessa.” mi fece notare ironico “A qualcun altro invece sì.
Era una battuta innocente e senza doppi sensi…ma sul momento reagii in modo eccessivo.
Non aveva ancora chiuso la bocca che si ritrovò inchiodato al tronco di un albero dal sottoscritto.
“Dimmi. Chi. Sarebbe. Questo. Sfortunato. Ragazzo?” domandai rigido, a scatti “Lo conosco, forse?”
Nella mia testa annebbiata si susseguivano già immagini di bruta vendetta contro un ragazzo senza volto che dopo le mie amorevoli attenzioni finiva peggio di carne tritata.
Marco alzò un sopracciglio, valutando la mia espressione lugubre, poi sospirò ed invece di liberarsi tirò fuori il pacchetto di sigarette, con calma zen ne accese una e tirò a fondo prima di rispondermi “Tuomas, fino adesso non te l’ho detto perché ti rispetto e ci conosciamo da anni ma seriamente…o ti trovi uno strizzacervelli bravo o la smetti di fare il semi-monaco e ti cerchi una ragazza stabile con il quale sfogarti.”
Gli lanciai un’occhiata mentre mi ripetevo mentalmente la sua battuta di prima, gli lasciai il colletto della maglia.
“Non eri tu quello che ha avuto l’idea di tenere Anette a distanza di sicurezza quando si presentava un pericolo?” domandai, le mani che ancora mi prudevano senza motivo.
“Il pericolo sei tu, Tuommi. Francamente, o ti decidi a dirle cosa provi o fatti da parte e lascia che Anette viva la sua vita in santa pace. Questo vale anche per la nostra promessa di proteggerla…sa quello che fa adesso, e non sta bene fiatarle sul collo o seguirla in ogni suo passo come un angelo custode.”
Mi infilai le mani nelle tasche, distogliendo lo sguardo dal nostro bassista. Scalciai via una pietruzza.
Perché quando si trattava di lei non riuscivo mai a fare la cosa giusta?!
Marco tirò l’ultima boccata e spense la cicca con la scarpa prima di rincarare maggiormente la dose di disgusto che sentivo già per me stesso.
“Da alcuni versi che ho letto oggi e da cosa ho sentito la scorsa notte mentre dormivi, fai dei sogni particolarmente grafici.” Marco fece una pausa per stirare la maglia che gli avevo spiegazzato “Non lo dirò ad anima viva e non ti chiedo nemmeno di smetterla. Succede anche al più pio degli uomini di sognare d’andare a letto con una donna. Ritorno al punto di prima però…trovati una valvola di sfogo o mi condanni a dover passare il prossimo tour senza una goccia di vodka per tenerti sott’occhio e fermare le tue uscite stupide sul nascere.”
“Non hai molta fiducia in me…” replicai cupo, non mi reputo un maniaco…o sì?
“Ti affiderei la mia stessa vita se dovessi, ma solo quando sei sobrio.” il sorrisino di Marco la diceva lunga.
Riprendemmo a camminare.
“Ho provato a distrarmi, anche parecchio…ma non è servito a niente.” mi ritrovai a dire, quasi come se dovessi scusarmi in qualche modo “E poi non sono il tipo capace di saltarle addosso…”
“Il tuo Super-Io è assolutamente innocuo, Tuom. È il tuo Es che mi preoccupa soprattutto con dell’alcool nelle vene.”
“Da quand’è che leggi Freud?” domandai stupito.
“Né più né meno da quando ti ho conosciuto…” rispose il biondo mentre si grattava assente la barbetta.
Fantastico…sono un fenomeno da baraccone, adesso.

17 Aprile 2005, ore 13 e 42
Finlandia, Kitee, Caverock studio.

Finalmente i ragazzi avevano finito con le loro parti ed Anette, lui e Tero si erano chiusi da quel mattino presto per preparare le tracce vocali.
Il tempo stringeva ed Karmila del Finnvox giù ad Helsinki li aveva prenotati entro e non oltre il 25 per la masterizzazione finale.
Mancava ancora una settimana, che purtroppo si riduceva a tre giorni; colpa degli esami finali di Anette alla Sibelius.
Tutto sommato però l’atmosfera era rilassata, avevano già finito tre canzoni senza grossi problemi.
Anette aveva pranzato da un po’ e mentre aspettava si riascoltava con le cuffie ad occhi chiusi, battendo una matita sul tavolo a tempo con la musica. Era molto critica verso se stessa e ripeteva quell’operazione anche tre o quattro volte prima di passare a qualcosa di nuovo. In più mi aveva spiegato che dopo aver registrato il vecchio disco aveva scoperto di respirare nel modo sbagliato…era uno dei motivi per il quale cantare le canzoni di Oceanborn era stato tanto difficile.
La guardavo mentre mangiucchiavo il secondo panino. Si era messa comoda con un paio di jeans vecchissimi, scarpe da ginnastica, maglietta e felpa col cappuccio. I capelli legati con un elastico alla base della testa creando una strana cipolla dal quale uscivano ciuffi mogano in tutte le direzioni.
Appallottolai la stagnola, centrando il cestino e misi mano alla lattina di birra.
Anette aprì gli occhi e fermò la matita, schiacciò Stop e prese in mano il suo plico, ormai ridotto in condizioni deplorevoli per il troppo amore. Scarabocchiò qualcosa su un paio di pagine. Poi si voltò verso di me.
“Ti dispiace se proviamo Wishmaster?” domandò titubante “Mi è venuta un’idea e…”
“Vai in saletta, controllo io.” dissi solo, alzandomi dalla poltrona.
“Non un pezzo per volta…è possibile cantarla dall’inizio alla fine? Voglio capire quanto tempo ho.”
“Esattamente che modifica ti è venuta in mente?” domandai curioso, lei sorrise ma rimase a bocca cucita, continuai “Posso darti la demo di Jukka ed Emppu come base.”
“Perfetto.” trottò felice nella saletta, lasciando i suoi fogli sul tavolo e la vidi infilarsi le cuffie ed aggiustarsele poi mi fece segno che era pronta.
Abbassai a metà il volume del master, selezionai la traccia, staccai lo spinotto delle cuffie dalla console e feci partire la demo.
Appoggiai il mento sulle mani e l’ascoltai mentre ricantava il ritornello…fin lì non c’era niente di nuovo…
Abbassai gli occhi sui fogli e vidi che aveva fatto una croce sulle note della barra corrispondente ad Elbereth e Lothlorien ed aveva aggiunto fff di con forza e la notazione cambio d’ottava.
Rialzai gli occhi…era impazzita completamente?!
La differenza con lo spartito era completa e spiazzante, c’avrei voluto pensare io!
In più Anette non sembrava aver problemi di sorta con quell’estensione, bloccai la demo e mi attaccai sovraeccitato al microfono “An!”
“Lo sapevo…” sbuffò imbronciata da dietro il vetro “Non ti piace, vero?”
“È un’idea fantastica…ma voglio che vai più in alto che puoi.”
“Ma avevi detto che i sopracuti-”
“Non importa, se riesci a farlo fallo! Più acuta che puoi senza andare fuori tempo con il resto.”
“Agli ordini o Sommo!” esclamò lei con un sorriso.
Riprovammo solo quel pezzo un paio di volte, le feci il pollice in su,quindi urlai a Tero di salire di sopra un attimo.
Il nostro tecnico arrivò e dichiarai gongolante “Dobbiamo riregistrare Wishmaster, Teecee!”
“Ancora?! È la settima volta in due ore!”
“Ti prego!” chiesi a mani giunte con il mio sguardo più ammaliante.
“Se viene fuori che è la stessa di prima, stasera ti ficco nel bagagliaio e ti scarico nel bel mezzo del nulla nudo come un verme, Tuom.”
“Correrò il rischio!”
Per fortuna anche Tero si rivelò entusiasta dell’aggiunta d’Anette e – mentre lei era impegnata a cantare – sgraffignai i suoi fogli, posandoli sotto la console e li sfogliai.
A margine di Dead Boy’s Poem aveva scritto con una grafia femminile e tondeggiante : Pura Poesia. Trattare con cura.
Per tutto il resto del giorno sorrisi come un ebete…e non potevo fare a meno di amarla ancora di più.

~~~

Note di servizio:
Piccolo corso di psicanalisi! ^^ *Hermes tiene sulle ginocchia uno dei suoi amati saggi/libroni*
Super-io = si indica la parte della mente che – nella personalità normale di un individuo – regola e modifica gli istinti primari (Es) per adeguarli alla situazione in corso. In poche parole è la nostra coscienza, il nostro senso di civiltà.
Es = viene considerato come l’insieme di tutte le pulsioni umane (affetto, desiderio, necessità), e viene regolato dalla libido. Siccome è un istinto spinge l’individuo alla gratificazione immediata del bisogno.

Ed eccoci arrivati alle registrazioni di Wishmaster! xD
Ho poco da aggiungere solo che nel prossimo avrete bisogno di una sana dose di gelato al cioccolato...l'ex epilogo e leggermente denso.
Il prossimo sabato arriverà l'ultimo capitolo pronto e dopo per leggere il finale dovrete armarvi di santa pazienza...
Passo e chiudo e vi saluto tutti miei cari lettori!!!
Hermes

  
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