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Autore: IceQueenJ    07/06/2014    2 recensioni
Bella e Edward si conoscono da quando erano bambini, ma un giorno Bella deve trasferirsi con in genitori in Italia. Passano gli anni e i due continuano a tenersi in contatto, questo grazie alle loro famiglie.
Tutto cambia con una visita inaspettata.
Cosa accadrà quando Edward rivedrà Bella?
Cosa accadrà quando Bella lascerà il suo ragazzo e dopo qualche mese tornerà a Forks a conoscenza di cose che non dovrebbe sapere?
E come reagirá Edward?
Riusciranno a risolvere i loro problemi?
Riusciranno a superare tutte le sfide che gli si presenteranno?
-Questa storia è stata pubblicata anche su Wattpad.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Charlie/Renèe, Emmett/Rosalie
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Saaalveee!!! Come va? Piaciuto lo scorso capitolo? Questo qui sarà molto divertente. Ci sarà Alice che farà di tutto per metterli in imbarazzo. Ci riuscirà? Chissà ... leggete e lo scoprirete!

Oggi non ho molto da dire ... a parte che spero che recensiate e che ringrazio tutti quelli che hanno inserito la storia tra i preferiti, tra le seguite e ricordate. E volevo ringraziare anche i lettori silenziosi, che non hanno nulla da dire, ma che sono comunque importanti.

Vi lascio il capitolo e ci leggiamo sotto.

Capitolo 7: Un piccolo cupido di nome Alice

Pov Edward


Il pomeriggio con Alice fu devastante per la mia salute mentale, e non solo per lo shopping, ma anche per quello che la sua mente da folletto diabolico escogitò.
Mi chiedo come faccia Jazz a sopportarla.
L’unica mia alleata è Bella che, come me, non vede l’ora di andare al cinema. Già … abbiamo deciso che dopo aver fatto shopping, andremo tutti al cinema.
Mi sedei accanto a Jasper sulla poltrona del negozio mentre seguivo Bella con lo sguardo.
Sono felice del chiarimento che c’è stato.
Spero solo che decida in fretta, perché quest’atmosfera d’incertezza mi sta logorando.
M’incantai a guardare ogni suo movimento.
E’ così dannatamente bella.
Gli anni sono passati, eppure ai miei occhi è rimasta sempre la stessa. È sempre la “piccola” Bella che, un giorno di tanti anni fa, venne a chiedermi aiuto perché si era sbucciata un ginocchio.
Sentendo il mio sguardo addosso, si girò e mi sorrise.
Le sorrisi anch’io.
“Hey fratello che hai? Chi stai guardando? Edward? Stai bene? Perché stai sorridendo come un ebete?”.
Jasper seguì il mio sguardo e si accorse chi guardavo. “Oh Mio Dio Edward! A te piace Bella!”.
A quelle parole mi voltai di scatto.
“Cosa? No!”.
“La mia non era una domanda, Hahahahah!”.
“Che hai da ridere?”.
“Adesso si spiegano tante cose. Ecco che fine ha fatto il mio dongiovanni preferito, Hahahahah”.
“Simpatico. Guarda che è una cosa seria”. Gli lanciai un’occhiataccia.
“Da quanto tempo va avanti questa storia? È per questo che in questi giorni sei stato un musone? Lo hai detto a Bella e lei ancora non ti ha risposto?”.
Sospirai.
Decisi di essere sincero con lui, in fondo è il mio migliore amico.
“Da due anni Jasper. Da quando ci siamo rivisti due anni fa. E sì, lo scorso weekend gliel’ho confessato e lei mi sta tenendo sulle spine”.
“Sai Edward, credo che anche Bella provi qualcosa per te, solo che ancora non se n’è resa conto”.
“Dici davvero? Come fai a saperlo? Ha detto qualcosa ad Alice?”.
“No, non le ha detto niente. Ma andiamo, Edward! Anche un cieco si accorgerebbe che siete innamorati cotti l’uno dell’altra. Ti assicuro che Bella ti guarda nello stesso modo in cui la guardi tu”.
Davvero Bella mi guarda in quel modo?
“Non scherzare Jazz, questa è una cosa seria e Alice non deve sapere nulla”.
“Amico, purtroppo … arrivi tardi. Alice ha già capito tutto! E’ da quando Bella è arrivata che non fa altro che parlare del fatto che siete fatti l’uno per l’altra e che se non vi affrettate a capirlo da soli, lei ci metterà lo zampino. In più sono due anni che assilla Bella dicendole che tu sei innamorato di lei. Non sei stato molto attento a nascondere i tuoi sentimenti, mi dispiace”.
Cavoli, cavoli, cavoli e doppiamente cavoli.
Aspetta … aspetta … sono due anni che assilla Bella? In pratica da quando ci siamo ritrovati.
Se n’era già accorta e non mi aveva detto niente, ma in cambio aveva tormentato Bella.
Allora non sono un così grande attore.
Ed io che ho pensato che nessuno si fosse accorto di niente.
Adesso si spiega anche il perché del suo interesse per le mie relazioni.
Stava raccogliendo indizi.
Come quando aprì il mio libro su Shakespeare.
D’accordo! Quello non era propriamente il mio libro. Era un libro di Bella, che non le ho mai restituito. Era un modo per portarla sempre con me. L’ha dimenticato nella mia stanza lo scorso anno, quando ha fatto una sorpresa a Christian per il suo compleanno.
“Oh no, ti prego, dimmi che scherzava quando te l’ha detto. La situazione è già complicata così”.
“No Eddy, mi dispiace. Spera solo che non faccia qualcosa oggi”.
Poi si alzò e andò dalla sua ragazza.
Sospirai.
‘Speriamo non combini guai. Speriamo non combini guai. È la volta buona che la uccido’, pensai.
“Edward tutto bene? È da quando ti sei seduto che ti vedo strano”.
Sobbalzai.
Bella.
“Nulla Bella”, poi ad una sua occhiataccia aggiunsi: “Sinceramente? Pensavo a te”.
Forse non avrei dovuto dirglielo, perché arrossì.
“Scusa”, le dissi accarezzandole una guancia. “Non volevo metterti in imbarazzo. Hai finito qui? Che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa mentre quella maniaca finisce il giro?”.
“Ehm … veramente le ho promesso che sarei entrata anche nel prossimo negozio”.
Annuii.
Forse non voleva stare con me.
“Oh … non preoccuparti. Allora … qual è il nostro prossimo obbiettivo?”, dissi ridendoci su.
Okay! Il fatto che non volesse stare sola con me avrebbe dovuto farmi capire molte cose, ma decisi che non me ne importava. Mi sarei goduto la sua compagnia il più possibile.
“Quello lì” e compresi perché il rossore sulle sue guance non accennava a sparire.
Cazzo … è un negozio d’intimo!
Di bene in meglio.
Chissà perché, ma qualcosa mi dice che quello è tutto un piano di Alice.
“Allora voi due. Su … sbrigatevi”, urlò mia sorella. Si avvicinò a Bella, le prese la mano e la trascinò nel negozio.
“Ehm … Alice, forse è il caso che io resti fuori. Non voglio vederti mezza nuda”, mentii.
In realtà, il mio problema si chiama Bella e ha un fisico da urlo.
Mi accorsi che Jasper, al mio fianco, se la rideva sotto i baffi e che Bella non accennava a guardarmi. Alice fece finta di niente.
“Oh d’accordo fratellino, puoi restare fuori. In fondo cosa ne sai tu d’intimo per ragazze. È da tanto che non ne hai una, quindi!”, scrollò le spalle.
La fulminai con lo sguardo.

Ogni tanto sbirciavo nel negozio e devo ammettere che quel poco che riuscivo a vedere era davvero “WOW”.
A un certo punto ne uscì Alice.
“Allora … ti piace lo spettacolo? Carina la nostra migliore amica è?”.
Tutto questo mentre ammiccava nella mia direzione.
“Alice cazzo! Abbassa la voce. Non vorrai farti sentire da Bella, spero”.
“Oh andiamo Eddy. Sappiamo tutti e due che Bella sa che ti piace. Se prima i miei erano solo sospetti, adesso sono del tutti confermati. Ho capito tutto fratellino, tutto! Vedo come la guardi. Adesso … ho bisogno che tu venga dentro con me. Devi restare con Bella e aspettare che si rivesta, mentre io sono alla cassa a pagare”.
“Sei sicura che si stia rivestendo o è uno dei tuoi soliti scherzi?”, le dissi guardando storto.
“Sì Edward, sicuro. Ha finito di provare tutti quei bei completini striminziti che le hai visto addosso prima”.
“Uffa … d’accordo!”.
“Non dire uffa! Presto la vedrai mezza nuda tutte le volte che vorrai”.
“Alice, cazzo … la finisci?”, le dissi, anche se era già troppo lontana per sentirmi.
Entrai e mi appoggiai al muro di fronte ai camerini ad aspettare.
Bella ne uscì tutta indaffarata, ma aveva … oh Dio!
‘Alice giuro che stavolta ti ammazzo. Perché devi mettermi sempre in imbarazzo?’.
Non aveva ancora alzato lo sguardo e quindi non si era accorta di chi aveva davanti.
“Alice che ne dici di questo? A me piace di più l’altro”.
Ero a bocca aperta e non riuscivo a dire nulla.
E’ un vero schianto.
Una dea.
“Al –”, ma il nome di mia sorella le morì in bocca quando si accorse chi aveva di fronte. “E – Edward, che ci fai tu qui?”.
“Io … ecco … io …”. Iniziai a gesticolare, anche se il mio imbarazzo, così come il suo, era palpabile. “Alice mi ha chiesto di aspettarti mentre ti rivestivi. Ha detto che avevi finito di provare tutto e stavi terminando di indossare i tuoi vestiti. Se avessi saputo che … i – io mi sarei voltato dall’altra parte. Non volevo guardarti”.
Abbassai lo sguardo, imbarazzato.
La vista di lei mezza nuda mi stava mandando in confusione.
“Oh Edward, n – non preoccuparti, insomma, è u – un s – s – semplice costume, insomma i –io … Oh Dio! Lascia stare, d’accordo?”.
Allora perché è diventata tutta rossa?
Se è un semplice costume, non dovrebbe sentirsi in imbarazzo, giusto?
Stavo per risponderle, ma la commessa c’interruppe.
“Mi scusi signore, ma non le è permesso stare qui. La pregherei di andare nel reparto maschile”.
Stavo per ribattere ma fu Bella a farlo per me.
“Oh, non si preoccupi signorina, lui non è uno sconosciuto, è …”.
“Oh capisco … è il suo ragazzo, mi scusi. L’avevo vista entrare solo con la sua amica e il suo ragazzo, pensavo non ci fosse”.
Stavolta intervenni io.
“Ero fuori a fumare, ma adesso ci sono”, dissi rivolto alla commessa.
Le feci il sorriso che usavo per far colpo sulle ragazze e che ormai non usavo da parecchio, e lei abbassò lo sguardo tutta rossa.
Poi rivolto a Bella, che aveva scosso la testa di fronte alla reazione della commessa, “amore”, dissi calcando sulla parola, “perché non via a rivestirti? Alice e Jasper ci stanno aspettando, faremo tardi al cinema”.
Però … suona proprio bene come parola, mi piace chiamarla in questo modo.
Lei si voltò ed entrò nel camerino per cambiarsi.
Restai a guardare il punto in cui era scomparsa e non mi accorsi che era già tornata e che mi stava facendo una domanda, con uno strano sorriso sulle labbra.
Dio … quella ragazza aveva la capacità di farmi dimenticare anche il nome.
“Dicevi?”.
“Da quando fumi?”.
“Oh, non fumo, era solo una scusa”.


Pov Bella

Che imbarazzo! Dio!
Giuro che ammazzo Alice.
Ma perché non può farsi gli affari suoi e lasciarci in pace?
Okay che in questi due anni ha sempre avuto ragione, però.
Che cavolo!
Già la situazione non è delle migliori, poi si aggiunge lei con i suoi giochetti.
Maledissi il fatto di essere troppo buona e non riuscire mai a dirle no.
In tutti casi, quella è una parola bandita dal suo vocabolario. Riesce sempre a ottenere quello che vuole.
Ma torniamo all’argomento principale della discussione: Edward.
Quando prima si è finto il mio ragazzo poi … cosa non gli avrei fatto.
Mi guardava come se mi stesse adorando.
E devo ammettere che il mondo in cui mi guardava, mi piace, e non poco.
‘Ah Bella, Bella. Dì la verità. Ti piace, vero? E allora perché non ti fai avanti? Lui non aspetta altro’.
Ecco, ci mancava solo lei e siamo al completo.
Quando uscii dal camerino, mi resi conto che lui era rimasto ancora impalato dov’era e così decisi di prenderlo un po’ in giro.
“Eddy … caro, ho fatto. Andiamo?”.
Lo vidi scuotere la testa e per poco non iniziai a ridergli in faccia.
Era così imbambolato.
“Dicevi?”.
“Da quando fumi?”.
“Oh, non fumo, era solo una scusa”.
“Allora … andiamo?”.
“Cosa? Oh … sì, andiamo”.
“Sei sicuro di star bene?”.
“Sto bene, tranquilla. Andiamo”.
“Sicuro sicuro? Perché a me non sembra”.
“Bella ti ho detto che sto bene!”.
Un po’ per gioco e un po’ perché lo volevo davvero, mi avvicinai a lui e lo presi sotto braccio.
Lui, sorpreso, si girò a guardarmi ed io gli sorrisi.
“Scusa Edward, ma se dobbiamo fingere, tanto vale farlo bene, non credi?”.
Lo vidi intristirsi subito e scuotere di nuovo la testa. “Sì hai ragione … fingiamo come si deve”.
Mi fermai nel corridoio del centro commerciale trascinandolo con me e decisi di dargli un indizio sulla mia decisione, ma imbambolato com’era, dubitavo se ne accorgesse.
Mi sporsi verso il suo orecchio e gli sussurrai: “Chissà … magari un giorno diventerà realtà”.
A quanto pare se ne accorse, perché subito rispose: “Che significa?”.
“Può significare tutto o niente Edward. Ti chiedo solo un altro po’ di tempo, nient’altro. Per favore”.
“D’accordo, tutto il tempo che vuoi, ma è meglio che ci sbrighiamo a raggiungere quei due, perché al momento Alice mi fa paura”.
“Come mai?”.
“Jasper mi ha detto che ha intenzione di … di … sai … hai capito no?”.
Spalancai la bocca, sorpresa.
“Oh … beh, siamo in un bel guaio. Sono due anni che mi perseguita e adesso che ha ragione, non lascerà perdere così facilmente”.

Continuammo a camminare a braccetto fino al cinema e, quando li raggiungemmo, Alice e Jasper parlottavano tra loro e la mia migliore amica, al momento nemica, aveva un enorme sorriso a trentadue denti stampato in faccia. Tutto quello che riuscii a sentire fu solamente un “Alice, lasciali in pace. Devono vedersela tra loro, non puoi sempre fare il cupido della situazione”.
Alice che non era dello stesso parere, liquidò il tutto con un’alzata di mano. Jasper continuò a guardarla contrariato, ma lei non lo degnò nemmeno di uno sguardo.
“Oh ragazzi, siete arrivati finalmente. Abbiamo già preso i biglietti, però devo avvertirvi: purtroppo non c’erano quattro posti vicini, così abbiamo dovuto prenderli separati. Per voi non è un problema, vero?”.
Mi accorsi che Edward aveva stretto la mascella e guardava la sorella quasi volesse farla sparire con la sola forza del pensiero.
“No sorellina, figurati. Certo che non è un problema”, disse ironico.
Io e Jazz, non riuscendo più a trattenerci, iniziammo a ridere.
Alice sorridendo soddisfatta, aggiunse: “Perfetto, allora andiamo tutti a mangiare, il film inizia tra un’ora”.
Ci incamminammo verso la pizzeria, fin quando Edward non mi sussurrò all’orecchio, con un broncio bellissimo: “Perché ho l’impressione che sarà un lungo pomeriggio?”.
“Hahahahah … perché è così, Eddy. Su andiamo a mangiare”, dissi dandogli un piccolo schiaffetto sul braccio.
Mentre ci dirigevamo verso la pizzeria, Alice e Jasper si allontanarono verso il parcheggio, per posare le numerose buste dello shopping sfrenato di lei.
Entrati in pizzeria, aspettammo un po’ di tempo per sederci.
Mentre aspettavamo, Edward andò al bagno ed io mi appoggiai al bancone bar chiedendo un bicchiere d’acqua.
A un certo punto, sentii circondarmi la vita e pensai fosse Edward.
Mai pensiero fu più lontano dalla realtà.
Uno sconosciuto mi sorrideva in modo orribile (già, quel sorriso non aveva nulla da condividere con quello dolce di Edward) a pochi centimetri dalle mie labbra.
“Ciao bellezza … come mai sei qui, tutta sola? Vuoi un po’ di compagnia?”.
Riuscii a spostarmi, di poco, ma quello che bastava per allontanarmi dalle sue mani.
Mai come in quel momento, avrei voluto Edward accanto a me.
Non importava come: amico, fratello, finto fidanzato. Non importava. L’importante era che fosse qui, con me.
“No grazie, ho già compagnia”.
“E dov’è la tua compagnia, se posso? A me sembra che tu sia sola. Immagino che tu sia con un’amica. L’aspettiamo insieme, ti va?”.
Si avvicinò di nuovo ed io indietreggiai automaticamente.
Poi un’altra voce maschile, che avrei riconosciuto tra mille, mi giunse alle orecchie.
“No, non aspetta un’amica. Aspetta me e ti assicuro che è meglio che ti levi dalle palle, se non vuoi fare una brutta fine”.
“Ah … e tu dovresti farmi paura? Smilzo come sei?”.
Beh, in effetti, Edward non è proprio muscoloso, però … non è neanche messo male, in fondo gioca nella squadra di baseball di Seattle e ne è il capitano.
‘Dio! Adesso inizio anche a parlare dei suoi muscoli! Sono messa proprio male’.
“Chi mi assicura che sei tu, la persona che aspetta? Magari sei solo uno che, come me, vuole provarci e quindi no, caro, mi dispiace ma l’ho vista prima io”.
Edward si voltò a guardarmi sorridente. “Mi dispiace molto deluderti, ma l’ho davvero vista prima io, visto e considerato che IO sono il suo ragazzo … perciò dissolviti nell’aria, prima che perda la pazienza, idiota”.
In più per marcare il territorio, mi prese la mano e mi attirò a sé.
Mai come in questo momento, fui felice della sua iniziativa.


Pov Edward

Cavolo!
Non puoi allontanarti un attimo che subito ci provano.
Una profonda gelosia mi colpì.
Non è nemmeno la mia ragazza e sono già così geloso.
Figuriamo quando ci metteremo insieme.
‘Se vi metterete insieme’, intervenne precisa la mia coscienza.
Certo, però, anche Bella … non potrebbe essere meno bella?
Scusate il gioco di parole, ma … niente ma.
È così e basta.
Mi è venuto un colpo, quando, mentre tornavo dal bagno, mi sono accorto che non era sola.
Non appena l’ho vista indietreggiare, però, ho capito che c’era qualcosa che non andava.
E adesso, mi ritrovo a stringere la mano a Bella per calmarmi (già, non per calmare lei) di fronte a questo energumeno che non accenna ad andarsene e a lasciarci in pace.
Mi voltai a guardarla e le sorrisi rassicurante, spostandola dietro di me con la mano. “Andrà tutto bene, Bells”, le mimai con le labbra, mentre quell’essere continuava a insistere.
“Allora? Sei ancora qui? Ti ho detto di andarti a fare un giro. Lei è impegnata con me”, dissi con il tono più possessivo e arrabbiato che conoscevo.
Iniziava a farsi una certa folla intorno a noi, segno che si erano accorti del nostro battibecco.
“Allora … che sta succedendo qui? Se avete voglia di litigare, fatelo fuori dal mio locale”.
Una voce che non conoscevo risuonò alle mie orecchie, facendoci sobbalzare tutti.
A rispondere fu Bella.
“Non si preoccupi, è tutto a posto. Vero Edward?”.
“Direi che sarebbe tutto okay se quest’uomo la smettesse di importunare la mia ragazza”, ma quello non accennava ad andarsene, nonostante la presenza del proprietario.
Sto seriamente perdendo la pazienza.
Il caso volle che Alice e Jasper arrivassero proprio in quel momento.
Mi rilassai un po’.
Jasper riesce sempre a placare gli animi.
“Hey fratellone, va tutto bene? Tu e Bella state bene? Chi è questo tizio?”.
“Oh sorellina, tranquilla. Andrebbe tutto a meraviglia, se non ci fosse stato l’intervento di questo esemplare di maschio in calore, vero amore?”.
“Oh sì sì, tutto bene Alice, tranquilla”.
Mia sorella ci squadrò da capo a piedi e sorrise soddisfatta alla vista delle nostre mani intrecciate.
Anche Bella se ne accorse, perché la vidi arrossire e nascondersi dietro di me. L’energumeno per fortuna se l’era filata.
Meglio così, altrimenti non so come avrei reagito e a Bella non avrebbe sicuramente fatto piacere vedermi picchiare uno sconosciuto.
Non ero riuscito a trattenermi.
Appena avevo visto quel tizio avvicinarsi a lei, la gelosia mi aveva accecato e … non so.
Anche quand’eravamo piccoli, ero sempre geloso degli altri bambini che si avvicinavano a lei.
Ricordo che pensavo ‘è mia amica e deve essere solo mia, nessuno deve avvicinarsi a lei senza il mio permesso. Lei è la mia principessa ed io devo proteggerla’.
Da allora le cose non sono cambiate poi tanto, anche se adesso non giochiamo più al principe e alla principessa e tanto meno con bambole o macchinine.
“Allora mangiamo? Io ho fame e poi voglio vedere quel bellissimo film con quell’attore super figo che piace tanto a me e Bella”.
Anche la mia ragazza intervenne allegra.
Aspettate … la mia ragazza?
A furia di fingermi il suo ragazzo, ho iniziato a crederci.
È ufficiale, sto impazzendo.
“Oh sì, muoio dalla voglia di vedere Robert Pattinson in Maps To The Stars e poi io adoro quelli il cui regista è David Cronenberg”.
“Si può sapere cosa ci trovate di bello voi due in Robert Pattinson? È un attore come un altro”.
Non l’avessi mai detto, perché quell’arpia di mia sorella con Bella come alleata stavano per ammazzarmi e lo avrebbero fatto se non fosse arrivato il cameriere a prendere le ordinazioni.
“Mi spieghi perché odi tanto Rob?”, mi disse Bella a un certo punto.
La guardai sorpreso.
Di chi diavolo sta parlando?
E chi è Rob?
“Chi è Rob?”, chiesi stizzito.
“Robert Pattinson, chi se no?”, rispose lei con fare ovvio.
“Oh beh … semplicemente non riesco a capire cosa ci troviate in lui, tutto qua. Non lo odio mica. Non lo conosco nemmeno. Voi ragazze siete incredibili. Andate dietro a persone che non conoscete nemmeno e dite ‘Oh Dio è il mio idolo, lo amo!’ …”, dissi facendo una pessima imitazione della voce di mia sorella, che la fece ridere. “Secondo me siete un po’ contorte. Andate alla ricerca del vero amore e poi vi innamorate di uno che neanche sa della vostra esistenza”.
“Edward, dire lo amo non significa necessariamente essere innamorate di lui. Voglio dire … quante volte dico ad Alice ‘Oddio, ti amo’, ma questo non vuol dire che sia innamorata di lei. Primo: ognuno di noi ha un idolo. Secondo: quando parliamo di un idolo e diciamo di amarlo, non significa che lo amiamo davvero, ma, secondo il mio punto di vista, significa che abbiamo stima di lui e di quello che fa. Terzo: l’idolo non deve essere necessariamente una persona dell’altro sesso che ci attrae per la sua bellezza e che fa l’attore, ma può essere una qualsiasi persona importante che viene presa come punto di riferimento e modello da seguire. Prendi me, ad esempio, io amo la tecnologia e sono innamorata di Steve Jobs”.
La guardai sbalordito.
Certo, anch’io ho un idolo, ma non ci ho mai pensato a fondo.
Non pensavo che l’idolo fosse tutto questo.
In aggiunta, c’è che non pensavo che Bella sarebbe riuscita a essere così profonda per un argomento così futile.
Ormai non dovrei sorprendermi più per niente.
Bella è sorprendente sotto ogni punto di vista.
Qualsiasi cosa dica o faccia è sempre una sorpresa.
“Non intendevo questo. È solo che …”, abbassai lo sguardo. Non riuscivo a guardarla negli occhi. Mi sono appena reso conto di qualcosa che è davvero imbarazzante.
“Che?”, m’incalzò lei.
Con la coda dell’occhio la vidi illuminarsi e trattenere a stento una risata.
“Oh mio Dio! Edward, tu sei geloso!”, esclamò.
Ebbene sì, sono geloso. So che è una gelosia irrazionale, ma cosa posso farci? È più forte di me. La sola idea che lei pensi a un altro in quel modo, mi manda fuori di testa. Quando vede qualche sua fotografia va letteralmente in brodo di giuggiole ed io voglio che guardi anche me come guarda lui. Non m’importa che è uno sconosciuto e una persona che lei ammira, il solo fatto che ha attirato la sua attenzione, mi fa arrabbiare. Anch’io vorrei la sua attenzione.
Beh idiota, ce l’hai la sua attenzione’, intervenne qualcuno nella mia testa.
“NO! Ma che dici? Geloso io? E di chi poi? Uno sconosciuto? Non farmi ridere, Bella”.
Il mio tono di voce non ammetteva repliche, tanto che la vidi subito intristirsi e sussurrare “scusa”.
Per tutto il resto della serata non mi rivolse più la parola, anzi non parlò per niente, tanto che un paio di volte mi accorsi di Alice che mi lanciava sguardi assassini.
Ancora una volta quella cartomante di mia sorella aveva capito tutto.
La vidi alzare lo sguardo dalle sue mani solo quando sentì il bisogno di andare in bagno.
Appena fu lontana, Alice mi aggredì.
“Si può sapere cosa cavolo ti è saltato in mente Edward? Sei sempre il solito coglione, non ne fai mai una giusta. Stava andando tutto così bene e Bella si stava anche lasciando andare e tu che fai? Che fai? Le rispondi in quel modo. Se avessi risposto a me in quel modo, ti assicuro che non l’avresti passata liscia, caro il mio fratellone. A volte mi chiedo dove abbia lasciato il cervello o se siamo davvero fratelli biologici”.
“Alice, per favore. Mi sento già uno schifo da solo, non ti ci mettere anche tu”, mormorai sconsolato.
Lei, però, non era dello stesso parere, perché continuò a farmi la predica, manco fossi un lattante.
“Vedi di risolvere tutto entro stasera, altrimenti puoi dire addio alla tua adorata auto e ai tuoi cd della play station. Fai tanto il disperato perché lei non ricambia e tu che fai? Invece di migliorare le cose, le peggiori. Non ho mai visto un ragazzo più idiota di te. Su Jazz, digli qualcosa anche tu. Non ho ragione?”.
Mi voltai verso il mio migliore amico con sguardo implorante.
“Beh … ehm … stavolta credo che Alice abbia ragione. Hai davvero esagerato”.
Di male in peggio.
Tutti contro di me.
In effetti, però, anch’io mi sono reso conto di aver sbagliato a risponderle in quel modo.
Non appena tornerà le chiederò scusa, se me ne darà la possibilità.
Siccome avevamo anche finito di mangiare e il film sarebbe iniziato a breve, decidemmo che era l’ora di andare.
Alice andò al bagno per chiamare Bella e noi, nel frattempo, pagammo.
Quando tornarono, Bella non mi degnò di uno sguardo e s’incamminò verso l’uscita.
“Oh amico, stavolta l’hai combinata grossa”, mi ricordò il sempre gentile Jasper.
“Levati di torno e vai dalla tua ragazza, biondino”.
“Uuuh … come siamo irascibili. Se fossi in te giocherei bene le mie carte, onde evitare altri problemi, amico”.
“Jasper … vuoi smetterla?”.
Se ne andò sghignazzando, pur sapendo che aveva ragione, come sempre.
“Bella … hey … Bella, aspetta. Possiamo parlare un attimo? Per favore”.
Si fermò e si voltò nella mia direzione.
“Dimmi”, secca, decisa.
È decisamente tanto arrabbiata.
“Mi dispiace, io … non volevo. È vero, sono geloso. È solo che … che non mi aspettavo che il fatto che tu lo ammettessi ad alta voce e che questo mi desse fastidio. Insomma io … mi dispiace. Non so che altro dire, perché so che sono stato un coglione, lo so … e capirò se non vorrai più parlarmi e vedermi, perché sono un emerito idiota. Perdonami, ti prego”.
“Non lo so, devo pensarci”.
Si voltò e riprese a camminare.
Avevo visto un piccolo sorriso comparire sulle sue labbra, il che significava che non era più arrabbiata. Anche il fatto che mi rivolgesse la parola e che non mi avesse parlato a monosillabi, significava che tutto era tornato a posto. Voleva solo tenermi sulle spine.
Per tutta la durata del film non parlammo, attenta com’era a guardare il suo idolo. Devo ammettere, però, con mio grande rammarico, che era un bravo attore.
Ci sapeva fare.
Bella aveva ragione, come sempre.

Arrivati al parcheggio, non riuscii più a trattenermi dal chiederle se mi aveva perdonato.
“Allora? Perdonato?”, mi avvicinai a lei, passando le dita sulla sua guancia.
I nostri visi … pericolosamente vicini.
Non ci avrei messo molto ad annullare quella distanza e baciarla, ma non mi sarei spinto tanto oltre.
“Non lo so. Devo pensarci, te l’ho detto”.
Mi appoggiai ridendo alla portiera dell’auto.
“E allora non ci muoviamo da qua fino a quando tu non mi hai perdonato”.
Iniziò a ridere. “Oh d’accordo … d’accordo, ti perdono. Contento?”.
“Contentissimo”.
Mi avvicinai per darle un bacio sulla guancia, ma un folletto malefico non era del mio stesso parere.
Infatti, Alice mi diede una spinta e le mie labbra si scontrarono con quelle sorprese di Bella.
Decisi di osare di più e così ci ritrovammo a baciarci.
Non era un sogno. Ci stavamo baciando davvero. Entrambi partecipanti attivi della cosa più bella del mondo.
Non era un sogno.
Il mio sogno era lì, tra le mie braccia, e mi stava baciando.
Ci staccammo quando sentimmo tossire.
“Allora piccioncini … che ne dite se torniamo a casa?”.
Guardai Bella che era arrossita e non alzava lo sguardo da terra.
Poi sentii la sua voce.
“A casa? Sì certo, andiamo a casa. Mi farà proprio bene una bella dormita dopo questa serata. Dio sono così stanca”.
Eccola la mia ragazza.
Tralasciamo per un attimo il fatto che non lo è … al momento non riesco a definirla in nessun altro modo.
Quando è in imbarazzo, inizia a parlare velocemente e nessuno riesce a fermarla.
Vorrei darle un altro bacio, ma al momento non so quanto compromessa sia la mia situazione.
Insomma, le ho promesso che avrei aspettato i suoi tempi e questo bacio, che anche lei ha ricambiato, può significare qualsiasi cosa.
“D’accordo andiamo a casa”.
Alzò lo sguardo e mi sorrise riconoscente.
Mi voltai a guardare Alice che aveva un sorriso enorme stampato in faccia.
Era evidentemente felice del nostro bacio.
E’ sempre la solita.
L’ha fatto apposta. Ha raggiunto il suo scopo e adesso è soddisfatta.

Per quasi tutto il viaggio in macchina nessuno dei due parlò.
Siccome quel silenzio mi stava facendo impazzire, decisi di interromperlo con un argomento meno spinoso.
“Allora … hai già deciso se tornare a casa o restare qui?”.
Certo … meno spinoso per chi? Di certo non per me.
Non voglio che se ne vada.
Non voglio perderla di nuovo.
Si voltò a guardarmi, sorpresa di sentire la mia voce.
“Oh … per me è questa casa mia”.
“Beh … io intendevo per il college. Cosa hai deciso di fare?”.
“Fino a qualche giorno fa, questa per me era una semplice vacanza. Adesso non lo so”.
“Perché non lo sai?”.
“Beh … perché ci sono stati alcuni cambiamenti e non so più cosa è giusto per me”.
Riferimento velato alla nostra situazione.
Con la mia rivelazione le ho reso le cose ancora più difficili.
So quanto è legata a tutti noi.
Forse … forse avrei fatto meglio a tenere la bocca chiusa.
Decisi, però, di darle un consiglio sincero, da amico. “Segui il tuo cuore, Bella. Non ascoltare cosa ti dice la testa, ascolta il tuo cuore”.
“Ci sto provando, ma … a volte è difficile”.
Le lanciai un’occhiata e sorrisi.
Forse sarebbe meglio se mi decido a dirle qualcosa del bacio di prima, prima che si accorga che siamo fermi sotto casa di Christian.
“Senti … per prima, i – io … non volevo è solo che sai … Alice …”.
‘Idiota! Idiota! Idiota! Cosa ti salta in mente? Dare la colpa ad Alice per un bacio che desideravi darle da quando è entrata in macchina oggi pomeriggio’.
“Oh Edward … n – non devi scusarti. Mi sembrava di aver capito che quel bacio … insomma … volevamo entrambi, io pensavo”.
Aveva parlato in codice, ma io credevo di aver capito perfettamente.
“Oh no Bella, l’ho voluto anch’io, è solo che pensavo che tu credessi che fosse un errore ed io …”.
Non sapevo cosa dire e quindi rimasi in silenzio.
La suoneria del suo cellulare interruppe il nostro silenzio.
“I – io devo rispondere”.
Annuii.
“Pronto? Christian … sì, sono appena arrivata sotto casa. Stavo giusto per salire. Sì, te lo saluto. D’accordo a tra poco”.
Si voltò verso di me. “Io … devo salire. Christian era un po’ preoccupato. Ah, ti saluta”.
Scesi dall’auto e le andai ad aprire la portiera.
“Oh grazie! Ah e comunque non è stato un errore, per me”.
Si sporse per darmi un bacio sulla guancia e poi corse via.
Mi accarezzai la guancia, restando imbambolato a guardarla sparire dietro la porta di casa.
‘Non è stato un errore nemmeno per me, piccola’, pensai sorridendo.
Dio … devo ringraziare mia sorella.
Quel folletto malefico riesce sempre a farla franca, ma è un vero genio.
Un vero genio del male.
Tornai in auto e le scrissi un messaggio, sicuro che lo avrebbe letto.
“Grazie Alice”.
“Di niente fratellino, adesso lasciami in pace. A domani!”.
Sorrisi.
Sempre la solita.
Il mio piccolo cupido.


NOTE DELL'AUTRICE: Bene, che ve ne pare? Ci ho messo una settimana per scrivere questo capitolo e ne sono fiera. Visto Alice cosa combina? Non temete, per la decisione di Bella non dovremo aspettare molto. E' vicina.
Il film di Robert è "Maps To The Stars". Lo avete visto? Io purtroppo non ho potuto vederlo per via di un esame all'università e quando sono andata al cinema lo avevano già tolto. Peccato ... ero davvero impaziente di vedere Rob, lo stavo aspettando da una vita!
La fine del capitolo vi piace o è troppo scontata?

Spero recensiate in tanti.

Un bacio e a sabato prossimo, Ally!!! :3
   
 
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