Caro Al,
ti scrivo
nonostante stia per addormentarmi con la piuma in mano. Stamattina ho finito di
sistemare gli ultimi scatoloni, con la magia, anche se la mamma mi aveva
consigliato di non usarla per potermi abituare meglio al mondo Babbano. Senza qualche
colpo di bacchetta però avrei finito tra qualche settimana!
Oggi pomeriggio
invece ho conosciuto Tyra, l’esperta di leggende locali. Ricordi quando mi
prendevi in giro sostenendo che sarebbe stata una versione poco più giovane
della Cooman? Avevi ragione, è proprio come lei, solo molto più giovane: ha
appena finito la scuola. Lei però non cerca di spiegarmi come potrei morire, la
apprezzo. Invece comincio a dubitare seriamente di Johan: voleva un articolo
serio, una ricerca per il Ministero su quanto il mondo Babbano sapeva di noi e
mi affida un’esperta più giovane di me?
Domattina
comunque mi sveglierò presto e farò qualche ricerca col computer (che per
fortuna la mamma mi ha insegnato ad usare). Ho pensato che nel peggiore dei
casi andrò a bussare porta a porta per chiedere ai Babbani cosa pensano della
magia, anche se ho paura chiamino la polizia.
Tu invece come
stai? Hai trovato un posto in cui sistemare il tuo arsenale, dopo che non hai
più avuto a disposizione il mio armadio? Attento, la zia Ginny
non ci metterà molto a scoprire cosa nascondi sotto il letto.
A presto,
Rose
Rose
terminò di legare la lettera alla zampa di Antares con uno sbadiglio.
Aprì
piano la finestra del salotto, quella che si affacciava sul bosco, per evitare
che i suoi nuovi vicini Babbani facessero strane domande, e sporse oltre il
davanzale il braccio su cui stava appollaiato il suo gufo screziato, per
consentirgli di spiccare il volo. Quello raspò un poco sul suo braccio per
farle capire che non gradiva proprio dover volare fino a Londra ma poi partì.
La
ragazza sorrise per il solito comportamento del suo uccello e si affacciò per
poterlo osservare mentre prendeva quota, sfiorando le cime dei pini fino ad
andare a confondersi con gli altri uccelli della notte. Stava per spostarsi
finalmente a letto quando udì un commento proveniente dal giardino sotto il suo
appartamento.
“Ehi,
hai ragione, c’è una luce! Niente Pluffa, che
ingiustizia!”
Rose,
divertita, pensò che forse non era proprio l’unica strega in quel complesso di
quattro appartamenti e che il giorno dopo sarebbe scesa ad informare i vicini
che non era un problema per lei che continuassero le loro attività magiche.
*
Rose,
appena scesa sul pianerottolo, si ricordò della sera prima e, approfittando del
fatto di essere in orario per il suo appuntamento, decise di andare a conoscere
i suoi vicini.
Bussò
alla porta d’ingresso dell’appartamento sotto il suo e attese. La serratura
scattò, aprendo l’uscio, e Rose si stava chiedendo se fosse un invito a entrare
quando una voce smorzata, che le parve di avere già sentito, borbottò uno
svogliato “Arrivo.”
Qualche
attimo dopo ebbe di fronte un ragazzo biondo che la fece boccheggiare.
“Scorpius!”
Si riprese Rose mettendosi quasi a urlare.
“Weasley… Scorpius?” Aggiunse lui guardandola interrogativo.
“Malfoy!”
Si corresse lei in modo veemente maledicendo le sue orecchie che stavano
cominciando a prendere fuoco. “Cosa ci fai qui?”
“Vendo
bacchette agli elfi domestici.”
Dopo
un istante di silenzio Rose ebbe un sussulto “Io sto scrivendo un articolo per
il Profeta…”
“Non
mi interessa, Weasley.” Ribadì quello con aria seccata tirandosi indietro e
chiudendo la porta.
“Sono
la tua vicina!” Gli urlò la ragazza mentre i cardini dell’intelaiatura
vibravano ancora.
Dall’altra
parte ci fu uno sbuffo, che Rose col tempo si convinse di non aver mai sentito.
Non potè fingere però di ignorare il tono sarcastico delle parole che
seguirono: “Come sono felice! Volevi the e biscotti?” né il suono di passi che
si allontanavano.
Un po’
intontita, resasi conto che fissare una porta non avrebbe prodotto grandi
risultati, andò sui gradini esterni e lì si rannicchiò, chiudendo gli occhi in
attesa che la consapevolezza di quanto accaduto la sommergesse.
Scorpius.
In una sperduta. Cittadina. Babbana. Dove già la probabilità di incontrare un
mago qualsiasi rasentava lo zero. Lui. Perfetto!
Chissà
cosa doveva aver pensato di lei, cosa stava pensando. Probabilmente nulla,
concluse Rose scoraggiata, perché dovrebbe pensare a qualcosa che non gli
interessa?
Una
nuvola passò sul sole oscurandolo.
“Tyra?”
Chiese Rose alzando lo sguardo e trovandosi di fronte una massa scompigliata di
capelli biondi.
“Ciao
Rose!” Fece quella sedendosi vicino a lei “Scusa il ritardo ma mio padre ha
voluto organizzare una festa di benvenuto per i nostri nuovi vicini e ieri sera
abbiamo finito tardi di mettere a posto tutto” le spiegò, mentre fissava la sua
aria corrucciata, che interpretò come rivolta a lei “Non mi dimenticherò che
devo farti da guida, stai calma!” Alzò le braccia al cielo in segno di resa
“Andiamo a fare colazione, così possiamo parlare dei nostri programmi, se ti
senti più tranquilla”.
Rose
si limitò ad assecondarla, già col morale a terra e troppo basita dalla
quantità di parole che l’altra aveva pronunciato, senza aver bisogno di aiuto.
Una
manciata di minuti dopo le due si erano accomodate in un comodo bar poco
distante e Tyra aveva già tirato fuori carta e penna, perché “bisognava
procedere con ordine” nella lista di
cose da fare. Rose cominciò a fissare gli avventori, aspettandosi da un momento
all’altro di scorgere una testa bionda troppo familiare, fino a rendersi conto
che non poteva fantasticare così, non fino a sera. Passò dunque a esaminare
l’arabesco di fiori neri che spiccavano sulla parete rossa dietro il bancone
finché non si ricordò del suo lavoro.
“Dimmi,
quale opinione avete sulla magia?”
“Varie,
a dir la verità.” Le rispose l’altra, continuando a tenere lo sguardo sul
foglio “Chi la ritiene una favola per bambini, chi un frivolo passatempo
moderno, chi ne è fanatico e chi vorrebbe tornare ai roghi di streghe.”
“E tu
cosa ne pensi?”
Tyra
alzò lo sguardo “Io credo che non dovremmo escluderla del tutto.”
Rose
si sentì finalmente sollevata, dopo aver visto Scorpius “Quindi cosa sai di
pratiche magiche?”
Tyra
le sorrise “Credo che prima di tutto dovrei portarti in un posto. Si trova su
una collina poco distante da qui, vicino a una casa abbandonata che tutti
dicono sia infestata.”
“E
quando potremmo andare in… Questo covo di Serpi!”
Sbottò Rose accorgendosi di un altro ragazzo che aveva studiato a Hogwarts e
che stava uscendo dal locale con delle tazze di caffè fumante in mano. Egli,
bloccando la porta con la schiena per riuscire a uscire dal locale senza
rovesciare nulla, si trovò a voltarsi verso il tavolo delle ragazze e,
riconosciuta la Weasley, scoppiò a ridere.
“Beh,
qualche animaletto c’è ma non poi così tanti!” Si indignò Tyra, prima di capire
che aveva perso l’attenzione della sua interlocutrice, la quale d’altronde
sembrava molto impegnata a fondersi con la parete. Quando accanto a loro
comparve un alto ragazzo biondo, dalle spalle larghe, credette di capire
perché.
“Weasley!”
Salutò quello gioviale.
“Flitt…” Replicò l’altra con tono dubbio.
“Perché
questa espressione, non posso salutare una vecchia amica?”
“Noi
non siamo mai stati amici.” Gli fece notare francamente Rose.
“Circostanze
contingenti ci hanno portato su strade diverse.” Commentò lui approfittando del
vuoto lasciato su divanetto da Rose, che si era spostata verso la parete, per
accomodarvicisi. “Tu cosa ci fai qui?”
“Scrivo
un articolo.” Rispose piano Rose cercando di elaborare una frase atta a fargli
capire che c’era una Babbana con loro.
“Oh,
quindi non ti fermi?”
“Si
tratta di una ricerca, rimarrò qui un paio di mesi.”
Non
appena Rose finì di parlare il ragazzo mostrò uno splendente sorriso. “Non puoi
immaginare quanto la notizia mi riempia di gioia. E dimmi, dove alloggi?”
Rose
lo fissò stralunata, incerta se rispondere o meno. A scuola aveva parlato con
Flitt una decina di volte… In sette anni. Come mai
ora si mostrava improvvisamente interessato? A cosa poi?
“Poco
distante da qui, in quella villetta suddivisa in quattro appartamenti subito
dietro l’angolo.” Li interruppe Tyra.
“Al
civico otto?” Chiese trepidante un estasiato Flitt.
“Sì,
proprio sopra il tuo amico Malfoy.” Lo informò Rose.
“Per
tutti i serpenti di nonno Caius, che meraviglia! Non
ci si poteva aspettare di più!” Inveì il ragazzo balzando in piedi per
l’entusiasmo e facendo saltare sul divanetto Rose “È fantastico!” Commentò
ancora riagguantando i suoi caffè e dirigendosi verso la porta. Man mano che si
allontanava le sue parole arrivavano più attutite e smorzate ma alle due
ragazze parve di sentire distintamente “Monotona vita di provincia, cambiamenti
radicali…”, accompagnate da decise asserzioni col
capo.
Quando
fu sparito fuori dal locale, Rose capì che doveva una spiegazione a Tyra: optò
per una versione veritiera, per evitare che in possibili conversazioni future
potesse contraddirsi, ma edulcorata. “Ho frequentato la sua stessa scuola, lo
conoscevo di vista.”
“E
allora perché tutta questa gioia da parte sua?”
Rose
cominciò a girare il cucchiaino nel suo tè, nonostante lo zucchero fosse ormai
completamente sciolto, mentre pensava “Non lo so.”
“Era
una domanda retorica, Rose…” La fissò l’altra con
sguardo ovvio “È anche carino, non vedo perché non dovresti dargli una
possibilità.”
“No!”
Sottolineò Rose battendo il cucchiaino sulla tazza e spargendone parte del
contenuto sul tavolino. Soppresse l’istinto di estrarre la bacchetta.
“Però
non sembravi indifferente.” Insistette Tyra cominciando a prendere i tovaglioli
dal contenitore tra loro “Non dire che non stavi cercando di nasconderti!”
Rose
si prese del tempo per asciugare con calma la macchia e, spinta dal silenzio
dell’altra e ancora un po’ frastornata dal comportamento di Flitt, fu costretta
a buttare fuori “Sarebbe il migliore amico del ragazzo che mi piace.”
“Che è
il tuo vicino di casa?”
“Veramente
abita al piano di sotto… Ma tu come fai a saperlo?”
“Ricordi
stamattina? Sembravi riflettere sui misteri della vita cercando una risposta
nelle venature degli scalini” Le fece notare con un sorrisetto, sporgendosi
verso di lei “Quindi spiegami, cosa c’è tra te e questo…
Malfoy, giusto?”
“Nulla!”
Sbottò Rose mentre tirava indietro la sua sedia, essendosi trovata la ragazza a
una decina di centimetri dal viso. “Non c’è mai stato nulla!”
“Quindi
lui non ti ha mai considerata, ho capito. Anche lui veniva a scuola con voi?”
“Andresti
d’accordo con Al.” Borbottò l’altra sistemandosi nuovamente con la schiena
dritta sulla sedia. Era davvero così evidente?
“C’era una competizione tra noi. Lui voleva essere il migliore e io non
mi sono mai lasciata battere, questo è quanto.”
“E lui
non ha mai accettato questo fatto?”
“A
quanto pare no.” Sottolineò Rose riprendendo il cucchiaino e notando che la
mano le tremava. Dannato Scorpius!
“Ti
serve un fidanzato, per dimenticare il signor so-tutto. Quindi dovresti
cominciare a parlare con questo Flitt e non rintanarti contro il muro. A meno
che non ami le ragazze cerbiatto spaventate... No, non mi sembra proprio il
tipo!”
Rose,
che aveva ascoltato il monologo di Tyra da cima a fondo senza trovarvi un senso
logico, le fece notare che Flitt non le piaceva per nulla “Non penso sia il
ragazzo giusto per me.”
“Lo
penso io! E per queste cose un parere esterno conta sempre di più”
Rose
riflettè un attimo sui motivi che la spingevano a non andarsene da quel bar…
L’articolo, anzi la serie di articoli, che doveva scrivere per conto della
Gazzetta sulle abitudini babbane e su come i babbani considerassero la magia. Il tutto perché il suo
capo faceva parte di un gruppo che voleva proporre una revisione dello Statuto
Internazione di Segretezza e aveva bisogno che qualcuno confermasse le sue
teorie. La scelta era in breve caduta sulla nuova giovane tirocinante che non
avrebbe potuto rifiutare nessun lavoro, anche se comunque a Rose non dispiaceva
così tanto. Si era sempre sentita incuriosita dal mondo dei suoi nonni.
Per
scrivere quell’articolo aveva bisogno dell’esperta in leggende locali, cioè
della ragazza che le sedeva di fronte, pronta a tormentarla con argomenti che
odiava toccare.
La
giornata si prospettava meravigliosa.
Cara Rose,
ti rispondo
nonostante tenere la piuma in mano mi costi un enorme sforzo (non poter
divorare biscotti).
Perché i Babbani
dovrebbero chiamare la polizia? “Non credo lo faranno, ma se Rose proprio teme
l’eventualità si faccia una doccia prima di andare” dice James (temo abbia
chiesto a nonno Arthur il significato della parola).
Rimodella i tuoi
sogni di gloria: la tua ricerca non avrà un’importanza capitale, se l’hanno
affidata a una giornalista in erba. Sappiamo entrambi cosa dovresti scrivere ma
tu mostra il vero spirito Grifondoro, cacciati in qualche guaio di rilevanza
internazionale! Così li convincerai ad affidarti articoli migliori. Intanto
prova a chiedere alla tua amica cos’è un Ricciocorno Schiattoso e se ti saprà rispondere è sicuramente una vera
esperta (James sostiene il contrario ma si sa che non è acuto). In ogni caso,
chiedile di farti conoscere qualche suo amico, va bene anche biondo, ma non
costipato (ogni riferimento a Malfoy è voluto).
Ciao, il tuo
malandrino preferito,
Al
Di
ritorno su questi lidi per tormentarvi ancora un po’, non vi tedio anche con
lunghe note finali (ma non garantisco per i prossimi capitoli) XD
Un
breve saluto a tutti e buona calura estiva!