ATTO III
-Solo un bacio-
E’ partita da una battuta infelice di Barton
a May la scommessa in cui lei e Skye si sono
ritrovate a vestire i panni dei pesi. Simmons è
seduta sulla schiena del suo A.S mentre questo, con
il braccio destro piegato dietro la
schiena, sta facendo flessioni da dieci minuti buoni. Skye,
seduta a gambe incrociate sulla schiena di Ward le
rivolge una smorfia buffa con il naso prima di tornare a seguire l’ultima puntata di Once Upon
a Time.
May in quanto donna non ha nessun carico addosso, ma per essere ostacolata
anche lei nell’esercizio, è in verticale su una sola mano. Simmons
non può fare a meno di ammirarla, nonostante in questi ultimi mesi il suo corpo
si sia rafforzato parecchio, non potrebbe mai e poi mai riuscire a fare una
cosa del genere senza farsi venire un attacco di cuore.
-Chi sta vincendo?- chiede Skye a Fitz
che sta prendendo il tempo, mentre Ward sotto di lei
cambia mano facendola sussultare malamente.
-Al momento sta vincendo May.-
May sorride, non è neanche sudata a differenza dei due ometti e anzi, sembra
stare divertendosi un casino. Clint mugugna sotto il sedere di Simmons e Ward, sbuffa fra i rivoli di sudore che gli percorrono il
viso.
-Sicuri che non vi state per sentire male?- chiede Skye
soavemente.
-TACI DONNA!- è l’urlo comune dei due uomini.
Ward è il primo a crollare.
Nonostante stia rimettendo su peso e massa muscolare non può ancora essere
definito nel pieno della sua forma fisica. Skye deve
abbracciare Steve il portatile per evitare che non le caschi dalle mani mentre
l’agente faccia a terra riprende fiato ad ampie boccate.
Barton resiste un’altra ventina di piegamenti prima
di lasciarsi cadere a peso morto -Sei una falsa magra.- sussurra alla volta
della sua pupilla che offesa incrocia le braccia al petto -Ehi, non dare colpa
al carico se May ti ha battuto.-
-Vicedirettrice.-
May torna in piedi con un colpo di reni e si volta verso l’Agente Carter sulla
porta della palestra, le fa cenno di avvicinarsi, ma questa si fa di lato per
mostrare la persona che l’accompagna. Simmons e Skye si lanciano uno sguardo sbalordito mentre Aubrey si avvicina di qualche passo.
Simmons vorrebbe davvero, ma davvero, essere cortese
con la donna. Le sorride pacata mentre questa la saluta , ma non può fare a
meno di lanciare occhiate allarmate a Skye che
alterna l’attenzione da lei a Barton.
Questo non sembra sapere chi è la donna che a giro saluta tutti, solo quando va
a stringergli la mano per presentarsi, Skye riesce a
cogliere il brivido che gli corre lungo la schiena e la mano che si chiude in
un pugno serrato lungo il fianco.
-Volevo sapere dov’è il Direttore.-
-Credo che sia fuori per la sua solita passeggiata.-
Incredibile ma vero, anche May sembra sorpresa dalla presenza di Aubrey in sede. Risponde con qualche secondo di ritardo
alla domanda dell’agente tredici[1]e quando questa se ne va seguita dalla
civile, si volta a guardare i compagni con la faccia di qualcuno che sta per
dire qualcosa, ma non sa cosa.
-Per me…- comincia Skye.
-…Il direttore…- continua Simmmons.
-E’ UN IDIOTA.-
Le due ragazze si voltano assieme verso Barton che
recuperando la maglietta che si era tolto durante l’esercizio se ne va verso
gli spogliatoi. Ward e Fitz
si guardano perplessi mentre le tre donne sospirano in coro.
-Ho idea che ci siamo persi un passaggio importante.-
-Anche io Fitz.-
-Woooh!-
-Che ceffone!-
Skye alza gli occhi su Simmons
appoggiata alla sua schiena per poi tornare a seguire l’alterco fra i due poco
lontani da lei. Aubrey all’inizio sembrava felice di
vedere Coulson, è corsa ad abbracciarlo non appena l’ha
vista, l’ha baciato, ma questo l’ha allontanata prendendola per le spalle con
decisione.
Skye è riuscita a capire solo poche parole, prima che
Aubrey caricasse un ceffone e lo abbattesse con tutta
la forza possibile sul viso del suo, ormai ex compagno. Skye
e Simmons l’hanno sentita urlare qualcosa, fra i vari
“Stronzo! Bastardo! Testa di cazzo!” qualcosa di tremendamente simile a “Deviato!”
-Le ha detto che ha baciato Clint secondo te?- chiede Simmons
alla ragazza su cui è appoggiata.
-Sicuro.-
Simmons
allunga tremante il biglietto che ha trovato nella camera di Clint, ha le
lacrime agli occhi e deve abbassare lo sguardo per non farsi vedere. Phil legge
il foglio ancora e ancora, prima di appallottolarlo nella mano destra e lasciarlo
cadere sulla scrivania.
Gli trema la voce quando annuncia che l’agente Barton
ha fatto la sua scelta e che loro non possono obbligarlo a seguire la causa.
-Infondo aveva giurato fedeltà a Fury, non a me.-
Simmons lo fissa stupefatta, le labbra spalancate in
un esclamazione contrariata, ma si evita qualsiasi scontro uscendo dall’ufficio
di Coulson sbattendo la porta.
Phil la osserva rammaricato lasciandosi cadere seduto in poltrona.
-Che ha detto?-
-Che Clint ha fatto la sua scelta.-
Simmons si asciuga il viso con le mani mentre Skye la fissa sconvolta -Non ha capito un accidente di
quello che è successo e io non gli ho potuto dire nulla perché altrimenti
avrebbe saputo che li stavamo spiando quella sera.-
Skye si strofina il viso con entrambe le mani
borbottando frasi sconnesse sulla stupidità genetica degli uomini mentre, dall’altro
lato della stanza, non vista dalle due ragazze, May rotea lo sguardo al
soffitto.
Se l’aspettava una fine del genere, perché mentire?
TRE
MESI DOPO.
_Parigi_
Simmons non l’ha
mai detto a nessuno, ma in questi mesi è convinta che l’agente Barton abbia continuato a vegliare su di lei. La prima
volta che ha avuto questa sensazione è stato durante una missione in Cile, una
freccia spuntata da chissà dove l’ha appesa per i vestiti alla parete di roccia
da cui era caduta. Poche settimane dopo, una seconda freccia le ha impedito l’avanzata
verso un auto carica di tritolo pronta a saltare in aria e via dicendo.
Non l’ha mai detto a nessuno,non l’ha chiesto nemmeno alla diretta interessata,
ma ha la sensazione che anche Skye sia stata salvata
a questo modo. Aveva uno strano buco sulla maglietta di ritorno dalla sua
missione a Melbourne in compagnia di Ward.
-Perché non escono?-
Ora come ora spera davvero di non essersi sbagliata.
-Signore?-
Phil Coulson osserva la palazzina che
getta un ombra sinistra sulla strada. Secondo le informazioni, Madame HYDRA ha
nascosto un carico di esplosivo nelle sue fondamenta e Fitz e Ward sono entrati per accertarsene e in caso disinnescare
qualsiasi trappola.
La signora in questione è nota per la sua passione di far saltare in aria
qualsiasi cosa.
Simmons si scherma il viso dagli ultimi raggi del
sole mentre alza la testa. Nuvole bianche e grassocce puntinano
un cielo insolitamente azzurro per essere i primi di gennaio, riabbassa gli
occhi , ma subito li rialza.
Sbaglia o qualcuno era in piedi sul tetto della casa vicina?
-Ward, Fitz, rispondete.
Passo.-
La voce di Skye è colorata da una certa vena d’urgenza
mentre preme le dita sull’auricolare per attivare la comunicazione.
-Ragazzi se questo è uno scherzo non è divertente. Passo.-
Le ultime parole famose.
E’ questo il pensiero che attraversa la mentre di Simmons
mentre l’esplosione dalla fondamenta della casa arriva fino in strada
abbattendo il portone di ingresso della casa e investendo tutto quello che si
trova sulla sua traiettoria di espansione con una nuvola di fumo.
Simmons si ritrova sbattuta contro la portiera della
camionetta alle sue spalle, il respiro ingolfato nei polmoni e gli occhi che
bruciano così tanto da non riuscire a tenerli aperti.
-Oh mio Dio.- è la prima cosa che riesce a dire.
Essere il Direttore in teoria dovrebbe tenere Phil Coulson lontano dalle zone di pericolo, ma è il primo a
gettarsi nella casa chiamando a gran voce i due uomini al suo interno.
Grappoli di crepe percorrono il soffitto basso e una pioggia di calcinacci gli
imbianca la testa e le spalle mentre gira su sé stesso per capire da che parte
andare.
La porta che conduce allo scantinato è sotto l’ampia scalinata che porta al piano
superiore della casa. Phil ne trova i resti sparsi per tutto l’ingresso, usando la pila del cellulare come torcia non
appena imboccata la tromba delle scale, illumina i gradini percorsi anch’essi
da venature.
-Vado io.-
Phil sussulta a sentire la voce di Simmons. A quanto
pare i suoi riflessi si stanno arrugginendo se non si è accorto di essere stato
seguito da tutta la sua squadra.
-Sono più leggera di lei, signore.-
Simmons è la prima a scendere le scale, seguita da Skye e May.
Triplett fa un cenno a Phil di precederlo e il
Direttore sente i gradini gemere sotto i piedi -Trip, resta qui, sei troppo
pesante.-
Trip annuisce a malincuore mentre il resto della squadra prende a scendere in
processione la seconda rampa di scale. Simmons è a
metà scala quando sente Ward sbraitare.
-FITZ VA VIA, PER FAVORE!-
Fitz parla troppo piano per essere udito, ma a
giudicare dalla risposta di Ward, deve aver rifiutato
l’offerta -E’COLPA MIA QUELLO CHE TI E’ SUCCESSO!
TUTTA COLPA MIA! SI PUO’ SAPERE PERCHE’ NON MI LASCI
QUI?-
Non appena sceso l’ultimo gradino la risposta di Fitz
raggiunge Jemma in tutta la sua disarmante semplicità
-Perché sei mio amico.-
Ward è
steso di pancia sotto una trave caduta dal soffitto, bloccato per entrambe le
gambe ad altezza delle ginocchia che sicuramente si sono frantumate, Fitz è accucciato accanto a lui e sta cercando di fare leva
con una sbarra di ferro per liberarlo.
Quando si volta, Simmons si accorge che ha il lato
destro del viso coperto di sangue.
-Simmons aiutami per favore.-
Ward alza il viso su Skye
quando questa si inginocchia accanto a lui e gli toglie sotto al viso polvere e
detriti per non farglieli respirare. E’ stato lui ad insegnargli questa tecnica
di primo soccorso e non può fare a meno di sorridere.
-Non possiamo sapere se c’è qualche altra carica nascosta, dovete andarvene.-
-Non fare il martire Ward.- lo rimbrotta May mentre
infila una sbarra di ferro accanto a quella su cui stanno facendo forza Simmons e Fitz.
-Però è vero!-
Phil si posiziona accanto a May in modo da non darle fastidio, punta un piede
oltre che le mani e inizia a fare forza assieme alla donna -Ward
siamo una squadra, siamo una famiglia…- sbuffa - …Questo vuol dire che nessuno
viene abbandonato o dimenticato![2]-
Ward guarda i quattro accanto a lui, per poi alzare
gli occhi su Skye quando questa lo afferra per il
giaccone, pronta a tirarlo verso di sé non appena libero.
-Grazie.- bisbiglia.
-Andiamo.-
Ward viene sollevato da Fitz
e Coulson e trascinato verso le scale, i tre si fanno
di lato per far passare le ragazze che si fermano al pianerottolo per
aspettarli.
-Dio fa che li regga.- bisbiglia Simmons.
La prima rampa di scale viene superata più o meno bene, alla seconda, Simmons ingoia un urlo quando uno dei gradini si rompe e Fitz finisce con il caderci dentro. Ward
allunga un braccio per dargli un sostegno per sollevarsi, e il ragazzo ci si
appende con entrambe le mani, facendo forza sulle braccia e gli addominali.
-Stai bene?-
Fitz non la respinge quando gli afferra il viso con
entrambe le mani e per un momento Jemma ha la
sensazione che ci sia qualcosa di strano nello sguardo che le rivolge -Fitz.-
-Usciamo, forza.-
Sono a metà dell’ingresso quando, dal portone sfondato, una freccia li blocca
lì dove sono. Coulson la fissa strabiliato, prima che
una seconda, poi una terza, crei una sorta di perimetro. Alza gli occhi,
cercando di capire da dove vengono, quando una pezzo di soffitto, abbastanza
grande da schiacciarli e ucciderli tutti, crolla oltre la barriera creata dalle
frecce.
Escono tossendo, mezzi intossicati dai calcinacci,crollando uno sull’altro per
il calo dell’adrenalina. Si guardano uno con l’altro, stravolti, per poi
scoppiare a ridere a guardarsi letteralmente marroni per la polvere che gli si
è depositata addosso .
_THE BUS_
-Simmons hai
intenzione di annegarmi?-
-Ti sto solo pulendo la ferita.-
-Non sembra.-
Simmons spinge con più forza la testa di Fitz sotto al rubinetto del lavandino in laboratorio e
prendendo l’acqua a coppa la versa sulla profonda ferita che ha all’attaccatura
dei capelli.
-Sei stato fortunato, ti è caduto addosso qualcosa?-
-No, Ward quando ha visto la carica esplosiva sul
soffitto, mi ha spinto verso le scale, ho battuto contro un gradino per colpa
dell’onda d’urto.-
Simmons lo fa tirare su e si volta a prendere un
asciugamano -Non fosse stata una bomba ad impulsi sareste morti.-
-Madame HYDRA, ha detto il Direttore, è piuttosto scenica nei suoi
avvertimenti. Non voleva ucciderci, ma spaventarci.-
Simmons passa la spugna soffice sul taglio ora appena
visibile sotto i ricci biondi di Fitz appesantiti dall’acqua
-Servirà qualche punto, niente di grave.-
-Mi sono fatto più male quella volta che volevi insegnarmi ad andare sui rolley.-
Simmons ridacchia annuendo. Quel pomeriggio sono
stati più col sedere per terra che in piedi, e alla fine, Fitz
è andato a sbattere contro un lampione creandosi una microfrattura nasale.
-A mia discolpa sei un pessimo studente.-
-E’ che ho avuto l’otite da piccolo.-
-E allora?-
-Chi lo sa, magari mi ha lesionato il timpano…- Fitz
preme due dita sull’orecchio sinistro piegando la testa nella direzione opposta
–Per questo non ho equilibrio.-
-Ti stai arrampicando sugli specchi?-
-Si vede tanto?- le chiede Fitz andando a sedersi.
Simmons annuisce mentre tira fuori dal cassetto la
cassetta del pronto soccorso -Sì, lo sai che non le sai dire le …-
Fitz la guarda drizzare la testa di scatto e girarsi
verso di lui con le mani strette attorno alla cassettina bianca con la tipica
croce rossa sopra -Ti sei ricordato di quel pomeriggio?- sussurra.
-In realtà ho iniziato a ricordare qualcosa quando mi hai baciato, poi oggi...-
Fitz si tocca piano la testa -…Pensavo che fosse una
sciocchezza, ma è proprio vero, per riprendere la memoria niente è meglio di
una… ARGH!- Non riesce a finire la frase che Simmons
gli è addosso.
Le circonda la vita con un braccio, si aggrappa all’altro al bancone, ma lo
slancio della ragazza è troppo e si ribaltano. Finiscono a terra con un tonfo e
Simmons con il viso premuto contro il collo di Fitz, non può fare a meno di scoppiare a ridere.
-Questo, in teoria, doveva essere un momento romantico.-
Fitz le stringe le braccia attorno al corpo,
premendola forte forte contro di sé - Per me lo è.-
Simmons si tira su e adorabilmente goffa gli schiocca
un bacio sulle labbra, Fitz sorride tirandole
indietro i capelli dal viso -Ora direi che è perfetto.-
-Sei arrabbiata. Perché sei arrabbiata?-
Skye lancia lo strofinaccio con cui ha ripulito il
viso di Ward nella bacinella e si volta verso l’agente
a letto. Ha entrambe le gambe rotte secondo Simmons -ME
LO CHIEDI PURE?-
Ward si tira indietro perplesso mentre la ragazza
avanza verso di lui con la grazia di un bufalo, lo afferra per la maglietta e
lo tira a sedere.
-Ti abbiamo perdonato, smettila di fare quello che fai!-
-E che faccio?- Ward sembra diviso fra la confusione
e il divertimento.
-Fai il martire. Non è morendo che sconterai la tua colpa. Non è lasciandoci, non è lasciandomi che ti rimetterai a
posto la coscienza.-
Ward sgrana gli occhi, Skye
non si è accorta di quello che ha detto, si vede, e per la prima volta, evita
di forzare la mano. Sospira intenerito osservando il viso paonazzo -Mi
dispiace.-
-Non ti farò andare via ora che ho imparato a conoscerti.-
-Non andrò da nessuna parte.-
-Bene.-
Skye sbuffa dalle narici e Ward
si guarda attorno - Certo che ne hai di forza.- Skey
aggrotta la fronte -Non sei per nulla una ragazza aggraziata.-
-Disse quello che ha avuto una storia con Melinda May.-
-Skye.-
Skye si gira, spingendosi di più contro il suo
fianco. Dividendosi il letto, stanno guardando Una settimana da Dio e come al solito Ward
non sembra capire la metà delle battute - Non ti spiegherò perché ha voluto che
la sua ragazza avesse le tette più grandi. Dovresti arrivarci da solo.-
-No, vorrei farmi perdonare per averti arrabbiare.-
Skye lo fissa a lungo prima di arrotondare le labbra
e indicarsele con l’indice -Dammi un bacio, uno solo.-
-Dov’è? Dov’è?-
-Cercavi questo?-
Phil si volta mentre Clint entra nell’ufficio sfogliando il suo album di
Capitan America, ha una penna fra le labbra, e Phil sente un brivido d’orrore
attraversagli il corpo dalla punta dei piedi a quella dei capelli.
-Barton non fare quello che pensi di fare.-
Clint alza gli occhi dall’album che sta sfogliando -Signore dovrebbe essere più
interessato a sapere quale falla nella sicurezza ho usato per salire sull’aereo.-
-Ti ha fatto salire May.-
Clint storce la bocca –Touchè.-
Si ferma su una pagina, alza l’album avanti al viso -Sa signore, ho sempre
pensato che Steve starebbe bene con i…BAFFI!-
Clint si ritrova a cadere sotto al peso di Phil che l’ha placcato alla vita
come un giocatore di rugby e anche se sbatte malamente la testa non può fare a
meno di ridere forte.
-Ahia.-
-Oh meno male.- Phil, seduto sulle gambe di Clint controlla le figurine.
Nessuna ha baffi disegnati, cornine diaboliche o
peggio.
-Signore poteva uccidermi.-
-Taci Barton.-
-Perché non sei tornato con quella?-
Phil sposta l’album per incrociare lo sguardo sereno di Clint -Perché…- sospira
-Sono troppo vecchio per avere un paravento.-
-Un paravento?-
-Hai capito benissimo.-
-Era la tua copertura?-
Phil sospira -Sai, mia madre, è piuttosto anziana e conserva…CLINT!-
Clint ride mentre tira giù Phil tenendolo per la giacca. Punta le mani sul
pavimento per tirarsi su e guardarlo in viso, ma non riesce visto che lo ha
seppellito contro il suo petto.
-E’ per questo che sei andato via.-
-Già.-
-Potevi chiedermelo se ero tornato con lei, no?-
-Secondo te potevo farlo?-
Phil alza gli occhi al soffitto -No, troppo facile.-
Clint sospira contro la sua giacca -Infondo c’era stato solo un bacio.-
Phil lo guarda o meglio guarda la sua zazzera bionda -Beh, a volte basta questo
di tutti i discorsi del mondo, no?-
FINE
Nella speranza che questa storia vi sia piaciuta, un saluto
dalla vostra devotissima Ino chan.
[1]nome in codice dell’Agente Carter.
[2]devo proprio dirlo a quale citazione è ispirata questa frase?