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Autore: francy4e99    13/06/2014    5 recensioni
Siamo nell'ultimo episodio, sono passati tre anni da quando Kagome è tornata nella sua epoca. Il pozzo si riapre e Kagome decide di ritornare nell'epoca Sengoku. Ma dentro il pozzo, nella strada per l'epoca Sengoku, Kagome fa la conoscenza di un demone. Esso impedirà a Kagome di passare, a meno che ella non accetti un patto. Come può questo cambiare la sua intera vita? In questa nuova avventura Kagome sarà affiancata dall'ultima persona che si sarebbe mai aspettata. Riuscirà Kagome a superare questa nuova sfida?
Dal prologo:
"[...] Altre due lacrime mi bagnano il viso, ma questa volta le lascio scorrere. Che senso avrebbe asciugarsele? Tanto valeva lasciarle scorrere. [...] Quella è stata la seconda volta che ho pianto. Ho pianto per la contentezza di riaverla qui, ma anche per te, che mi hai ridato la cosa più importante della mia vita. Ma io, io cos’ho fatto per te? Vorrei che tu fossi qui. Ti chiederei che cosa desidereresti più di qualunque altra cosa al mondo, solamente per esaudirla. [...] "
Con ancora due storie in corso mi accingo a iniziarne una terza. Non preoccupatevi, mi sto dando della scema da sola! Con questa vedremo se riuscirò a finirla!
Baci, francy4e99
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kikyo, Kagome/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ghiaccio Bollente
 

Capitolo 1: Patto

Kagome

Ero paralizzata. Le lacrime continuavano a scendere e i miei occhi erano spalancati. Stavano guardano dentro il pozzo. Un cielo terso, cinguettii di uccelli. Sarei rimasta in quella posizione per un’ora se mia madre non fosse entrata nel tempietto.
  • Kagome! Eccoti finalmente! Ti sto cercando d… Ma cosa? Kagome! –
Mia madre si era avvicinata velocemente al pozzo e anche lei rimase sconvolta da quello che vide.
Incominciai a chiamarla con voce bassa. Ripetevo Mamma, mamma, come fosse una litania. Ero presa dal panico. Che dovevo fare? Quello che avevo sempre sognato si era avverato, ma adesso? Cosa avrei dovuto scegliere? L’Epoca Sengoku e i miei amici o la mia epoca e la mia famiglia? Mia madre sembrò capire al volo cosa stessi pensando, perché mi abbracciò forte e potei sentire la sua voce che mi diceva di andare.
  • È quella la tua casa ormai. –
Ricambiai il suo abbraccio. Ero consapevole che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrei potuta vedere, e lo sapeva anche lei. Quando sciogliemmo l’abbraccio, mia madre mi aiutò ad alzarmi e prima di andare mi diede una collanina. Era d’oro e il ciondolo era a forma di farfalla. Gliel’aveva regalata papà quella. E ora me la stava allacciando al collo.
  • Questa tienila tu. Così potrai ricordarti della tua famiglia. Ovunque tu vada un pezzo di noi sarà sempre con te, non dimenticarlo. –
  • Mai. Non lo dimenticherò mai. Te lo giuro, mamma. –
Mamma, che ora piangeva anche lei, mi sorrise e mi accarezzò una guancia.
  • Ora vai. –
Mi asciugai le lacrime con la manica della maglia e sorrisi. Dopodiché, stringendo la collanina con la mano, entrai nel pozzo. Appena mi tuffai, una moltitudine di ricordi mi passarono alla mente; mi ricordai della prima volta che entrai nel pozzo, a quindici anni, trascinata giù dal demone Mukadejoro e del’incontro con Inuyasha, ancora imprigionato nel Goshinboku, poi l’attacco al villaggio, la sfera degli Shikon e la sua rottura in frammenti. Il lungo viaggio per ricostruirla, in cui abbiamo incontrato amici, come Shippo, Miroku, Sango, Kirara e tanti altri, ma anche nemici; Naraku e le sue emanazioni e poi … Bah, in effetti Lui non saprei se metterlo nella lista degli amici o dei nemici. Il glaciale principe dei demoni, Sesshomaru, l’odiato fratellastro di Inuyasha, che disprezza umani e mezzodemoni. All’inizio è stato nostro nemico, però nella battaglia finale si è rivelato un buon alleato e, in effetti, devo ammettere che senza di lui … probabilmente non ce l’avremmo fatta.
Sono sommersa dai miei ricordi a tal punto da non accorgermi di qualcosa, qualcosa di importante. Aguzzo lo sguardo verso qualcosa, una macchia nerastra. So per certo che quella ‘cosa’ non dovrebbe esserci e, all’improvviso, sento una sgradevole sensazione percorrermi il corpo con un brivido. Mano a mano che mi avvicino riesco a scorgere più particolari di quella macchia, arrivando alla conclusione che quella si tratti di una persona, un demone per l’esattezza. Improvvisamente mi fermo e rimango sospesa in quel limbo tra le due epoche, proprio davanti al demone. Lui mi guarda con quegli occhi color sangue e mi sorride, mostrando la sua perfetta dentatura e i canini superiori affilati. Io non ricambio il sorriso e duramente gli chiedo chi sia. Ride, e la sua risata risuona nel nulla.
  • Mi spiace miko, ma non posso farti passare. –
Il sangue mi si gela nelle vene, sentendo quelle parole. Il terrore mi invade e inizio impercettibilmente a tremare. Non riuscivo più a ragionare; perché il passaggio si è aperto se poi non potevo passare dall’altra parte?
  • Che, che stai dicendo? Io Devo passare! –.
Il demone finse di pensarci su e, poco dopo, mi propose un affare.
  • Che ne dici di fare un patto? Se accetti ti lascerò passare, ma se rifiuti, ti avverto, dovrai Per sempre rimanere in questo limbo, a metà tra le due epoche che ami così tanto. -.
Avrei accettato qualsiasi cosa, lo sapevo già, ogni tipo di assurda richiesta.
  • E allora, cosa vuoi in cambio?-.
Lui sorrise, e il suo sorriso non mi piacque per niente.
  • Quando tornerai nell’epoca SenGoku, potrai vivere come hai sempre fatto. Però, se la tua collana dovesse rompersi o se tu la dovessi togliere, allora essa avrà inizio. –
  • Essa? Cosa intendi con essa? -
  • Con essa intendo la tua trasformazione in un demone completo, cara! –
Probabilmente stava ridendo, ma io non lo sentivo più, non sentivo più niente. Stavo cercando di capire come questo potesse essere possibile. Il sogno, il Miracolo, si era tramutato in un orrendo  e terrificante Incubo. Avevo voglia di piangere, di urlare, di sfogarmi. Ma mi trattenni, perché sapevo già quale sarebbe stato il mio destino, e lo stavo già accettando. Una così fragile collanina, avrebbe potuto rompersi anche adesso, per quel che ne sapevo.
  • Allora, cosa hai deciso? Accetti? –
Non avevo altra scelta. Non potevo fare niente per impedire tutto ciò. E, in quel momento, mi sentii davvero impotente.
  • … accetto. –
Il demone sorrise, soddisfatto; si sfregò le mani e con aria vagamente compiaciuta disse:
  • Il patto è stato stipulato! Tornare indietro non si può! Eheh … Prego, puoi passare. Ti auguro buon viaggio, cara. E che la fortuna ti assista sempre! -.
Il demone mi fece l’occhiolino, poi rise e sparì, lasciandomi sola. Come se niente fosse successo, ricominciai a muovermi verso la fine del pozzo, verso la mia nuova epoca. E, intanto, lacrime salate mi scendevano copiose dagli occhi, bagnando le guance.
Non avrei mai immaginato che finisse così.

 

Inuyasha

Mentre riapro gli occhi, vedo una mano aggrapparsi all’estremità del pozzo e, facendo forza su di essa, Kagome esce dal pozzo e si rimette in piedi proprio davanti a me. Il suo odore mi arriva alle narici e, annusandolo, un senso di nostalgia mi invade. Lei alza lo sguardo e lo incrocia al mio. Sta già piangendo e ammetto che i miei occhi si stanno inumidendo. Kagome apre la bocca per dire qualcosa ma io l’anticipo abbracciandola. Sento ricambiare l’abbraccio, così la stringo un po’ più forte.
  • Finalmente sei qui Kagome! Ce ne hai messo di tempo … -
La sento ridere; solo in quel momento mi accorgo che anche la sua risata mi è mancata.
  • Scusami se ti ho fatto aspettare, ma ora … sono qui … -
  • Si, sei qui … -
Restiamo abbracciati ancora un po’, poi delicatamente sciolgo l’abbraccio e con la manica della mia veste cerco di asciugarle le lacrime. Lei mi sorride e io rispondo al suo sorriso; le prendo la mano e la conduco verso il villaggio. Durante il tragitto, le racconto dei fatti accaduti dopo la scomparsa definitiva della sfera e Kagome, quando seppe che tutti, compresa Kikyo, erano tornati in vita, mi parve felice, però, non so perché, da quando era uscita dal pozzo Kagome aveva l’aria vagamente turbata, come se qualcosa l’avesse scossa, e, in effetti, mi accorgo solo ora che quando era uscita dal pozzo, lei stava Già piangendo. Quando le chiedo che cos’ha, Kagome si irrigidisce e il suo sguardo si incupisce, lasciandomi presagire nulla di buono.
  • Te lo racconto dopo … insieme agli altri … -
Non controbatto e, per distrarla, mi faccio raccontare i suoi tre anni di separazione. Arrivati al villaggio, la conduco subito nella casa di Sango e Miroku. Proprio in quel momento, Sango esce di casa, io la chiamo e, quando alza la testa, si mette le mani davanti alla bocca, mormorando qualcosa di incomprensibile. Ad un certo punto inizia ad urlare il nome del marito che, spaventato, esce subito dall’abitazione. Intanto Kagome è andata ad abbracciare Sango e, subito dopo, abbraccia anche Miroku, sotto l’attenta supervisione di Sango.
In quel momento, sento l’odore di Kikyo avvicinarsi sempre di più, fino a quando ella non si ferma accanto a me.
  • E così, Kagome è tornata. –
  • Già. –
  • Sei felice? –
  • Adesso si. -
Kikyo mi sorride si unisce agli altri, salutandola. Li vedo parlare e ridere per una qualche battuta, però io non sto ascoltando. In questo momento l’unica cosa che riesco a pensare è che finalmente posso dire con sincerità di essere felice.
Peccato che questa felicità, non è destinata a rimanere a lungo …
Non avrei mai immaginato che finisse così.


 
   
 
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