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Autore: ARCOBALENO_    15/06/2014    1 recensioni
La gente mi diceva che gli esseri umani erano gli artefici del proprio destino e non il destino in se ma loro non sapevano che oltre ad essere gli artefici del nostro futuro siamo anche i principali distruttori di noi stessi in quanto creatori di ciò che siamo....
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO PRIMO: ( l’inizio della scuola )


E anche quest’anno era arrivato il primo giorno di scuola, il tanto odiato 15 Settembre, la cosa

sconvolgente non era tanto il fatto che questo giorno fosse odiato dai liceali ma che fosse detestato da tutti

gli studenti di tutte le età. Torniamo a noi, quel giorno stranamente mi svegliai prima che la sveglia

iniziasse a fracassarmi le orecchie con la sua musica, presi il telefono e controllai l’ora e scoprii che erano

appena le sei del mattino e quel giorno l’entrata a scuola sarebbe stata alle dieci. Decisi di alzarmi, intanto

il sonno se n’era andato a farsi benedire, feci colazione con la mia fedele  tazza che non mi abbandonava

mai e poi andai al bagno per prepararmi. Mezz’ora dopo mi trovavo in camera mia sola con i miei dubbi sul

cosa mettermi, voi ovviamente vi starete chiedendo se una persona sana di mente possa avere dei dubbi

sul cosa indossare, bè voi dovete sapere miei cari lettori che fino al mese scorso nell’armadio avevo

solamente vestiti neri e magliette grigie; in un bel giorno d’Agosto però mia madre decise di fare piazza

pulita di tutte le mie cose e rinnovarmi interamente il guardaroba in quanto secondo lei i miei vestiti non

erano adatti ad una ragazza di sedici anni. All’incirca ci misi ben quarantacinque minuti a decidere cosa

indossare, alla fine optai per un paio di jeans blu notte e una maglietta a mezze maniche bianca con le

converse dello stesso colore. Dato che mi rimanevano due ore e mezza di tempo accesi il pc e controllai il

sito sul quale pubblico le mie storie , ah già che sbadata che sono, non ve ne avevo mai parlato, amo tutto

ciò che è arte, soprattutto scrivere, lo faccio da quando ero bambina e credo sia l’unica cosa che mi riesca

meglio ma non importa a nessuno intanto sono sempre una stupida. Mentre stavo usando il pc sentii il mio

cellulare squillare e mi accorsi che la suoneria era orribile, prima o poi l’avrei dovuta cambiare, mi alzai,

presi il telefono e risposi


< Chi è?>

< Anya sono Alessia, che ne dici se andiamo a scuola insieme?>

< Va bene, oltre a te viene anche Marica con noi?>

< Si, allora ci vediamo a Re di Roma alle nove e mezza alla piazzetta ok?>

< Si perfetto allora a dopo ciao >

< Ciao > .


Alessia e Marica sono due delle mie più care amiche, andiamo a scuola insieme dalla prima media,

quante ne abbiamo fatte e passate, pensate miei cari lettori che non basterebbe un millennio per

descriverle tutte. Se volete posso descrivervi le mie amiche, lo faccio lo stesso anche se non ve ne importa

nulla. Allora Alessia è una ragazza schietta che dice tutto ciò che pensa senza mezzi termini, purtroppo

l’altezza non è il suo forte ( non diteglielo mi raccomando ) però sa farsi rispettare ugualmente, ama i

cavalli e i videogiochi, una delle cose che odia di più è lo studio, per quanto riguarda l’aspetto fisico i suoi

capelli sono mossi e castani e gli occhi sono dello stesso colore, porta gli occhiali anche se da un paio

d’anni porta le lenti a contatto, inoltre non è molto magra ma non è nemmeno molto grassa diciamo che è

quasi nella norma, mi sono dimenticata di dirvi che ha un grande senso dell’umorismo ed è molto furba ed

intelligente. Ora veniamo a Marica, lei sembra essere nata per stare sul palcoscenico, è un attrice

bravissima, è portatissima per lo studio, credetemi sembra che nella vita faccia solo quello anche se non è

così, è abbastanza alta e magra, ha i capelli lunghi neri e gli occhi che hanno le tonalità che variano dal

verde a castano, è altruista anche se testarda, è un po’ permalosa e vanitosa ma sa essere un ottima

amica e ascoltatrice, inoltre i suoi consigli sono sempre utili. Riprendiamo il racconto della giornata.

 Appena spensi il pc, controllai l’ora e mi accorsi che mancavano 25 minuti all’appuntamento, allora decisi

di prendere la mia borsa, le cuffiette con le chiavi e uscii di casa. Mentre percorrevo la strade per arrivare

alla metro feci  partire la musica, la prima canzone della mia playlist era Stop and stare degli One Republic

. Arrivai all'appuntamento con cinque minuti di ritardo , come al mio solito ( dovete sapere che sono una

ritardataria incallita ). Quando vidi Alessia le corsi in contro e salutai sia lei  che Marica



< Allora siete pronte ad iniziare un nuovo anno?>  chiese Marica con la sua solita euforia travolgente,

< Per niente, io oggi volevo continuare a dormire, stavo facendo un bellissimo sogno > brontolò Alessia,

< Io nemmeno volevo andare a scuola, oggi però mi sono svegliata alle sei e mi sono annoiata a casa
quindi preferisco andare a scuola> risposi io ,


< Dai che anche quest’anno andrà bene>riprese Marica,

< Non ne sarei così sicura> disse Alessia,

< Già, vabbè ragazze sbrighiamoci che se no facciamo tardi > e così ci incamminammo verso la scuola.


Entrammo alle dieci precise. Quando varcammo la soglia della classe vidi gli stessi volti delle persone

che non sopportavo, in teoria non mi avevano fatto nulla però dato che non gli stavo simpatica loro non

stavano ( e non stanno tutt’ora ) simpatici a me. Salutai tutti con un cenno della mano e mi andai a sedere

accanto a Youling, la mia amica un po’ bambina che conosco dal primo anno di superiori.  Quindici minuti

dopo entrò il professore d’Italiano che dopo aver finito l’appello iniziò a fare la sua solita ramanzina. Dovete

sapere che lui se non fa almeno una ramanzina al giorno non è soddisfatto e noi che siamo suoi alunni

siamo i principali bersagli.


La giornata passò abbastanza velocemente anche se fu molto pallosa. Finalmente dopo aver passato

quattr’ore dentro quel manicomio di scuola decisi di chiamare Cristina la leale amica che conosco dai

tempi della scuola materna. La chiamai e le chiesi se quel pomeriggio poteva uscire, la risposta che

ricevetti fu si. Passammo circa quattro ore a passeggiare per via Tuscolana, fino a quando giunte le sette

della sera non decidemmo di tornare a casa.

 


 Anche il 15 di Settembre era passato, era stato un giorno come tutti gli altri ma da lì in poi sarebbe

cambiato tutto, stravolgendo completamente la mia vita.

 

Angolino degli arcobaleni: 


allora per il momento non è successo nulla di eclatante ma datemi qualche altro capitolo e vedrete, spero di non avervi annoiati, un abbraccio
 
ARCOBALENO_
  
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