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Autore: Jade    31/12/2004    14 recensioni
Ginny e Draco si trovano a condividere un sogno. ma è solo un sogno? perchè il mattino entrambi hanno uno strano simbolo sulla mano?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 1’

Il sogno

Gli occhi pesanti di Ginny si aprirono lentamente. Il freddo l’aveva svegliata. Freddo che proveniva da una nebbia fitta che l’avvolgeva. Era appoggiata alle radici di un albero che a stento vedeva. Voltò il viso da una parte poi dall’altra: nulla si muoveva, nessun rumore si sentiva.Tese le mani e si incamminò verso il nulla non certa di fare una buona cosa all’allontanandosi. Con la semplice camicia da notte sbracciata aveva terribilmente freddo e, mentre i denti battevano, le labbra impallidivano. I piedi poggiavano sul terreno morbido e privo di ostacoli. Camminò per minuti interminabili. Poteva notare le sagome degli alberi ma quando vide la figura alta che si muoveva come lei a stento, si bloccò. Si strinse le spalle con le mani spaventata e aprì la bocca per parlare.

Freddo, la selva che a fatica vedeva, assomigliava terribilmente alla Foresta Proibita. Che ci facesse li non lo sapeva ma con addosso il pigiama di seta nera, aveva freddo, un freddo che gli entrava nelle ossa. Se non fosse stato un sogno, gli avrebbe portato notevoli guai per i giorni successivi. Non aveva mai fatto un sogno del genere ma non gli piaceva. Non amava non vedere quello che c’era intorno a lui. Paura no, non aveva paura di nulla, ma timore si. Scostò i capelli biondi dal viso e si guardò intorno ma riusciva solo a distinguere alberi striminziti e privi di foglie

-Chi c’è li?- si voltò di scatto colpito dalla presenza di qualcun’altro in quel luogo -Non mi piace questo sogno e se cerchi di farmi paura non attacca, è solo fantasia- ci volle un attimo e la riconobbe. La voce era più stridula e tremula del solito ma era la sua, certamente

-Weasley!- la ragazza non parlò subito ma la voce insicura di pochi attimi prima scomparve lasciando, al suo posto, un tono stupito e alquanto seccato.

-Malfoy?!- si avvicinò velocemente. Si potevano vedere ora. Lui era particolarmente accigliato

-Perché sei nel mio sogno Weasley?- sibilò lui -Anche nei sogni voi pel di carota mi seguite ora!- Ginny spalancò occhi e bocca

-Ma come ti permetti e poi tu sei nel mio sogno!- lo aggredì lei col cuore in gola -Mi mancava un'altra persona tra i piedi- lo guardò -Non ho solo lui ora da temere ma pure te!-

-Ma che blateri!-

-Chiudi la bocca- gli intimò lei -Sei insopportabile-

-Ma da che pulpito razza di pezzente- Ginny gli diede le spalle e bisbigliò qualcosa -Che hai detto? Sono curioso sai?- lei lo azzittì voltandosi

-Ascolta…- lui si accigliò senza capire poi arrivò anche al suo orecchio, la melodia che l’aveva incupita pochi secondi prima -Qualcuno sta cantando qui vicino- si guardarono -Io ho paura, va avanti tu- lui sbuffò sonoramente e appena si voltò lei gli agguantò la maglia -Vuoi che bruci il mio pigiama? Levami le tue mani di dosso, prego! Mi è costato venti galeoni- la guardò gelidamente con la coda dell’occhio. Lei scosse la testa

-No ti prego…Ho paura e tu, anche se mi spiace ammetterlo, mi rassicuri un po’- lui strinse gli occhi in due fessure nere -E poi tu non hai problemi di soldi!-

-Non mi faccio ammazzare per te- lei annuì guardandolo a testa bassa -Muoviti- brontolò partendo rapidamente

-Ti seguo- Ginny, troppo stretta a lui, lo calciava negli stinchi mandandolo su tutte le furie. Lui si inchiodò di scatto e lei finì col viso contro la sua schiena e si portò la mano al naso -Ahi…Ma che diavolo…-

-Guarda!- l’afferrò e la portò al suo fianco. Ginny spalancò la bocca e strabuzzò gli occhi. Anche lui era particolarmente stupefatto. Non avevano mai visto nulla di simile. Splendido quanto spaventoso. Un albero, un albero dai rami aggrovigliati pieni di foglie, radici robuste fuori dal terreno, una luce blu che lo illuminavano e lo rendevano magnifico e tetro allo stesso tempo. Ai suoi piedi c’era una ragazza, aveva i capelli biondi, gli occhi verdi ed era talmente bella che sembrava una dea antica. Aveva un vestito azzurro e, inginocchiata per terra, stava attorcigliando delle candide e bellissime rose bianche in una corona splendida. Dalle labbra fuoriusciva una melodia dolce come una ninnananna ma triste come un requiem. Parlava di odio di amore e di speranza. Rimasero fermi ad ascoltarla. Ginny gli stringeva il braccio ma lui non sembrava essersene accorto. Lentamente il canto si spense e la ragazza piegò la testa da un lato, posò le rose sulla testa, sorrise e si alzò. Li guardò e Ginny tremò stringendolo con forza. Lui la scostò da se

-No ti prego- fece lei riafferrandolo e sistemandosi dietro di lui e mettendogli la mano libera sul fianco opposto. La ragazza si avvicinò piano scrutandoli. Sorrideva raggiante e gli occhi brillavano. Porse loro le mani bianche come l’avorio e Draco gli porse la sua destra. Ginny lo guardò, era così immerso negli occhi di lei da sembrare in trance. La ragazza guardò lei

-La mano Virginia- disse dolcemente. I loro occhi si incontrarono e Ginny ubbidì quasi senza accorgersene. Draco, osservò Ginny rabbrividire al contatto con la mano fredda e pallida come quella di un fantasma. Sorrise, li guardò più volte rassicurandoli e chiuse gli occhi. Dischiuse le labbra e pronunciò delle parole, degli incantesimi, che Draco e Ginny non avevano mai sentito, ma che ad entrambi, sembravano molto famigliari. Passò, sul palmo delle loro mani, contemporaneamente, il pollice lungo e affusolato. Sentirono un bruciore pari a quella del ferro rovente sulla carne e quando abbassarono lo sguardo sul palmo, un simbolo strano era impresso su di esso. Ginny ritrasse la mano di scatto e pure lui fece lo stesso e d’un tratto, tutto era nero come la pece.

Ginny scattò a sedere sul letto madida di sudore. Una goccia cadde dalla tempia. Si prese la mano sinistra tra la mano destra. La mano era fredda, i piedi erano gelati e tremava anche se aveva terribilmente caldo. Afferrò la bacchetta

-LuLumus- balbettò sentendosi impallidire sempre di più. Le labbra persero colore di colpo abbassando lo sguardo sulla mano sinistra che, incisa col fuoco, mostrava il simbolo che doveva essere stato solo sognato. Stupore, paura e terrore puro, milioni di pensieri si canalizzarono in lei mentre gli occhi si annebbiavano.

Le coperte furono buttate a terra e con due balzi fu nel bagno della stanza. Non riusciva e non voleva crederci. Oltre a quel sogno assurdo con la Weasley, anche quello. Guardò la mano e premette il pollice sul tatuaggio. Non faceva male ma la pelle raggrinzita faceva senso. Era tutto infreddolito e oltre a questo, una paura senza limiti gli torceva lo stomaco, ma lui non aveva paura era stupito e forse si, un po’ impaurito, lo era…Pensieri terribili gli attraversavano la mente ma non erano i suoi pensieri, o almeno, non sembravano i suoi pensieri…Le coperte lo scaldarono pochi minuti dopo il suo rientro a letto mentre un vortice di pensieri, gli entrava nelle profondità del cervello.

Ginny corse verso la McGranitt che stava per entrare in Sala Grande. I corridoi erano pieni di gente e Ginny, che finì contro parecchi di loro, non se ne preoccupò. Prese il braccio della donna che si voltò sorpresa

-Signo…-

-Ho bisogno del suo aiuto…- balbettò con gli occhi rossi di lacrime

-Signo…-

-Non qui…la prego…non so a chi chiedere aiuto se non a lei…- alcuni ragazzi si fermarono incuriositi. La McGranitt ricompose il suo sguardo, divenuto spaventato pochi attimi prima, serio e annuì. La condusse verso l’aula di trasfigurazioni mentre un velo di preoccupazione le passava davanti agli occhi

-Mi dica…- fece chiudendo la porta dell’aula buia. Aprì le finestre con secche mosse della bacchetta

-Io…io sento i pensieri di qualcuno professoressa. Pensieri cattivi che mi fanno esplodere il cervello- si morse le labbra facendole arrossare -Io non so cosa mi succede ma è come se ammattissi- camminava davanti alla donna con nervosismo

-Calma e fammi capire- la fece sedere premendo un po’ sulla sua spalla

-Ho sognato un luogo strano- disse -C ‘era Malfoy. Una ragazza che abbiamo trovato sotto uno strano albero, ha detto delle strane cose che io non so di che potesse trattarsi e poi, ci ha fatto questo- le mostrò il dorso della mano -Bruciava e quando tutto è divenuto nero, mi sono svegliata- la professoressa guardò la mano afferrandola con le sue

-Ma cosa simbo…-

-Non lo so!!! E poi questi maledetti pensieri…io ho paura che mi facciano impazzire!

-Sai con chi sei in contatto?-

-No, ma se è Tom Riddle io mi uccido…lo faccio professoressa, lo faccio!- la campanella suonò -Io…-

-Vieni con me, forza- la seguì mentre gli studenti entravano in classe. Camminarono per un po’ facendo qualche rampa di scale poi, arrivarono all’ufficio del preside -Sorbetto al limone!- disse piano e quasi impercettibilmente. La fenice girò su se stessa e velocemente salirono la scala in pietra che conduceva alle stanze del vecchio uomo. Bussarono ad una porta in legno e quando la voce che le invitava ad entrare, giunse alle loro orecchie, Ginny sospirò rassicurata. Seguì la professoressa all’interno e l’incontro coi suoi freddi occhi di ghiaccio, la fecero sussultare

-Minerva, che succede!- fece il preside scrutando la ragazza che si allontanava da Malfoy come una saetta

“La pezzente”. Ginny bloccò il suo arretrare

-Ehi!!!- squittì Ginny facendo prendere un colpo ai professori e facendo alzare un sopracciglio a Malfoy -Calmo coi complimenti Malfoy, potrei rimanerne colpita!- si scrutarono.“Pezzo di idiota figlio…” ma i pensieri di Ginny furono interrotti

-Tu non scherzi però- la rimbeccò lui facendola diventare così rossa che si confondeva coi capelli sciolti -E sta attenta a non spazzolarti la faccia. Sei così paonazza che potresti sbagliarti- gli occhi luccicarono di lacrime

-Ragazzi, ma che succede?- fece la McGranitt -Preside?-

-Il signor Malfoy…- fece Silente -…ci stava raccontando una storia particolarmente interessante- li fece avvicinare con un cenno della mano -Le vostre mani- la McGanitt si avvicinò a Piton e mentre lui annuiva lei parlava sottovoce, impercettibilmente. Le mani dei due furono posate su quelle del preside. Quando le avvicinò Ginny si irrigidì

“Mi toccherà lavarmi per un anno”

-Grazie Malfoy- fece lei -Ma pure io non sono da meno-

-Molto interessante- fece il preside non curandosi del loro battibecco e lasciando le mani dei giovani. Si lisciò la barba con lentezza

-Che pensa preside?- domandò Piton

-Sono preoccupata- fece la McGranitt. Ginny la guardò -Leggere la mente è una cosa fastidiosa soprattutto se viene così da un momento all’altro- Silente annuì

-E’ cominciata ora, esatto?- i due ragazzi annuirono -E vi ricordate le formule usate dalla ragazza, nel sogno?- scosse ro la testa

-Era latino, misto a greco. Forse c’era pure del celtico ma bene non me ne intendo- disse Draco. Ginny si sedette sospirando -Però non ricordo altro- concluse mentre Ginny guardava Silente poi spostava gli occhi sul ragazzo biondo in piedi

“Ma va…chi lo avrebbe detto…” lo derise lei

-Tu ricordi qualcosa per caso Weasley?- la rimbeccò lui voltandosi di scatto con gli occhi pieni di rabbia e i pensieri peggiori che Ginny avesse mai immaginato poter provenire dalla sua mente. Lei abbassò lo sguardo tutta rossa -Appunto-

-Tu sei pratico di Magia Oscura- disse piano -Non io-

-Vuoi litigare?- ringhiò lui avvicinandosi e pronto ad afferrarla e strozzarla

-Ragazzi calmatevi- fece piano Silente -Ora vi devo avvertire che non so, cosa vi è successo- lo guardarono -Non ho una soluzione per ora. Dovete lasciarmi del tempo per capirci qualcosa- Ginny scosse la testa

-Non voglio ammattire- fece alzandosi lei -Io divento matta se non mi si libera dai pensieri di questo…qui- disse segnandolo

-Non credere che ringrazierei il tipo che mi ha fatto questo scherzo mocciosa. I pensieri della santarella Weasley rischiano di farmi vomitare da mattina a sera se non sto attento- si guardarono

-Almeno i miei non sono minacce, scariche di rabbia e maledizioni, Malfoy!- lo freddò lei

-Vai un po’…- “…al diavolo”

-Dopo di te se non ci sei già andato- sibilò lei guardando poi il preside -Preside…quanto ci vorrà? Se ha bisogno di aiuto non mi tiro indietro- guardò sprezzante Malfoy -Anche perché la mia vita mi piacerebbe viverla normalmente e non con un Malfoy tra i piedi- lui si accigliò e si sedette seccato senza staccarle gli occhi di dosso

-Non so neanche cosa significhino i due simboli signorina Weasley- sorrise -Chi ha fatto questo lavoro, lo ha fatto cercando nei libri più antichi della Magia Nera-

-Indovini chi mai sarà stato!- fece lei alzando un sopracciglio “Quel maledetto…io mi ammazzo se c’è di mezzo lui, mi ammazzo”

“Vuoi una mano?” si voltò a guardarlo. Sorrideva. Ginny strinse i pugni “Per la cronaca…mio padre saprebbe che fare…altro che Silente, qui ci dovrebbe essere mio padre a dirigere la baracca”

-Così saremmo tutti fottuti- si lasciò scappare Ginny. Guardò i professori -Scusate- disse -Non volevo, lo giuro…-

-Non importa…- fece la McGranitt

-Andate a lezione- fece Silente -Avvertiremo noi i professori- Ginny annuì e Draco si alzò. Uscirono salutando. Alla fine della scalinata lui si fermò senza guardarla mentre lei proseguì ripassando alla bene e meglio, la lezione di erbologia che aveva saltato quasi per metà.

 

  
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