Fanfic su artisti musicali > Beatles
Ricorda la storia  |       
Autore: paperback_writer    21/06/2014    4 recensioni
Un bel due di picche e Paul si ritrova a trascorrere il suo weekend a Kenwood con l' amico John e sua moglie. Qualche birra di troppo, fraintendimenti vari ed una buona dose di cuori infranti. Ma in fondo, cosa può mai capitare in un solo weekend?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Qualcosa in più
 
Alle 19 sono li da te.
Alle 19.
Strano, il mio orologio segna le 20:30 e di te non c’è traccia.
 
Jane Asher.
 
L’attrice del momento, la ragazza più carina di Londra, La mia ragazza.
Quella che non si presenta ad un nostro appuntamento, di nuovo.
 
-Ehi! Ciao Cynthia, c’è John?-
Rumori indefiniti dall’altro capo della cornetta.
-Luv, dimmi tutto.-
-John, Sono in una cabina telefonica vicino il Newsham Park. Dovevo vedere Jane, ma non si è presentata…-
-Non è già la seconda buca che ti rifila, la rossa?-
-E’ impegnata con il lavoro, non posso biasimarla...-
-Smettila di giustificarla, ti ha rifilato un bidone con i fiocchi, di nuovo. Allora, qual buon vento ti ha spinto a chiamarmi?-
-Non sapevo chi chiamare ed ecco…potresti venirmi a prendere?-
-Come Mal?-
Breve risata.
-Come Mal, con tanto di divisa.-
-Autista Lennon a rapporto. La divisa mi stringe il pacco perciò ficcatela in …-
Un’ ammonizione udibile dall’altro capo della linea, probabilmente Cyn e le sue buone maniere.
-Solo li fra venti minuti. E mi raccomando, non fare il tirchio con le mance.-
 
Risata divertita.
Non ci si sbaglia mai a chiamare John.

 
***
 
-In perfetto orario, autista.-
-Aveva dubbi?-
Risata.
-Sali su, non mi va di rimanere in giro per Liverpool tutto il giorno.-
La macchina riparte, il silenzio che per un breve momento cala nel vettura è spontaneo, senza imbarazzo.
-Dovresti parlare con Jane. Anche tu sei uno impegnato, ma non la bidoni una volta si e l’altra pure.-
-Per lei è diverso, non ha giorni prestabiliti o orari da rispettare, da quanto ho capito.-
-Quanto sei noiosamente fiducioso delle persone, Luv.-
-Voglio darle la possibilità di spiegarmi il perché di…beh, questo. Poi vedrò come risolvere la faccenda.-
-Tanto alla fine ci sono sempre io che vengo a prenderti, giusto?-
Sorriso riconoscente.
-Tanto alla fine ci sei sempre tu che vieni a prendermi, comunque vada.-
 
***
 
-Cyn, siamo tornati!- cerca di farsi sentire Paul appena entra in casa.
-Non è un affare di Stato il nostro arrivo, McCartney, almeno non qui.- replica divertito John, recuperando un biglietto appeso al frigo.
-Neanche c’è, è andata a fare una…una visita medica, a quanto dice. Allora, che si fa questo weekend?-
-Questo weekend?-
-Ti sei lavato bene le orecchie stamattina, bravo Macca. Stai da noi tutto il weekend, no?-
-Io…non so, se non disturbo.-
-Certo che disturbi, altrimenti non ti avrei chiesto di rimanere. A questo servono gli ospiti, sbaglio? Disturbare l’ammorbante quiete domestica. Oggi che ne dici se ci stracanniamo qualche birra e lasciamo che ci tenga compagnia il buon vecchio Elvis?-
-Mi hai tolto le parole di bocca, Lennon.-
-In frigo ci sono delle bottiglie, prendile tutte. Io cerco qualcosa di adatto all’occasione.-
Un occhiolino ed entrambi scoppiano in una risata, poi ognuno si accinge a svolgere il proprio compito.
 
***
 
Entrambi i ragazzi sono semidistesi sul divano, l’odore di birra e di sigarette riempie l’aria.
-Dovremmo passare più serate cosi.-
-A sbronzarci ed ascoltare il Re?-
-Merda, si!-
Risate.
Il silenzio che cala a breve si fa inusuale, sia John che Paul ne sono consapevoli.
-Avanti Paul, stai bevendo come una spugna…-
-Da quando in qua sei tu a dirmi di smettere di bere?-
-Perché è risaputo persino da me che le delusioni d’amore sono sempre le peggiori da digerire. E poi finirai per vomitare sul tappeto preferito di Cyn.-
-E’ un problema fra me e Cyn, allora. O sbaglio?-
-Non sbagli, devo concedertelo.-
Ancora risate.
Poi Paul, con un movimento fluido, come lasciatosi guidare da chissà quale gravitazionale forza, si stringe contro John, la guancia premuta contro il suo petto, il naso proteso verso il mento dell’altro, solleticando inavvertitamente il collo del maggiore.
-Grazie per essere il mio eroe, John.-
 
Non è la prima volta che i due sono uno fra le braccia dell’altro, eppure non c’è niente di consueto nel loro stare cosi vicini.
 
Forse per il lento affidato alla voce di Elvis estremamente romantico, o per le numerose bottiglie di birra ormai vuote sparse ai piedi del divano, o forse per i baci che Paul prende a lasciare sul petto dell’amico.
 
Baci dapprima timidi, appena sfiorati sopra la camicia del maggiore, in seguito più esigenti, indugiati, che non passano indifferenti al più grande, scosso ogni volta da brevi ed intensi brividi lungo la schiena.
 
-P..Paul, ehi. Sei ubriaco, cosa fai?-
-Ho bisogno di te, ora.- le mani di Paul, rese audaci dall’alcool e dall’incalzante voce del re del rock, percorrono il colletto della camicia di John, ne accarezzano il tessuto. Scendono poi lungo il petto e l’addome del ragazzo, fermandosi sugli ultimi bottoni dell’indumento, sfilando quest’ultimi dalle asole in cui erano fino a qualche istante prima vincolati.
 
-P..Paul, Cyn potrebbe tornare…noi…siamo migliori amici, Paul…-replica debolmente John.
 
Ma John sa già come andrà a finire. Da quando desidera anche solo un più intenso contatto con il ragazzo che ormai ha lasciato cadere la camicia di John per terra e si stà apprestando a fare lo stesso con i rimanenti indumenti?
Come può chiedergli, imporgli di fermarsi se entrambi sanno che è esattamente quello che stà aspettando da tanto, troppo tempo?
 
-Paul, ehi. Prima di fare questa cazzata insieme…io… credo di amarti. E non come lo dico a Mimi, o a George quando capisce al volo cosa voglio dire…io…avanti, hai capito, no? ..- bisbiglia il più grande in un sussurro quasi imbarazzato, concedendo alle proprie mani una lunga ed approfondita carezza del corpo seminudo del compagno steso sul divano.
 
Sul viso del minore si allarga un sorriso vittorioso.
 
Con un gesto le loro bocche, i loro corpi sono di nuovo in contatto, in un frenetica ed incalzante danza al ritmo dei loro respiri, dei loro cuori.
 
Sul divano nient’altro che un groviglio confuso di mani, gambe, vestiti abbandonati alla rinfusa , di gemiti ed ansiti affannosi.
 
Insomma, una semplice serata fra amici e poco più.




Note dell' autrice: salve a tutti! Lo so, è la mia prima long ed ho voluto provare qualcosa di nuovo, ma comprendetemi, prima o poi sarebbe successo, PER VOSTRA SFORTUNA.
Vi spiego in breve come sarà strutturata, per preparare i più audaci che si cimenteranno nella lettura : ci saranno 5 capitoli, ognuno dei quali prenderà il titolo da parole che si ripetono frequentemente nel testo (i numerini non mi andavano molto a genio). E nulla, vi anticipo solo che ho cercato di attenermi il più possibile a fatti reali, non aspettatevi unicorni nel cielo, per intenderci :')
Spero vi piaccia, fatemi sapere il vostro parere!
Paperback_writer
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: paperback_writer