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Autore: Lady Uchiha 23    07/07/2014    7 recensioni
''Deligere oportet quem velis diligere.''
''Bisogna scegliere chi si vuole amare.''
-Marco Tullio Cicerone
[Quinta classificata e vincitrice del premio ''Miglior Triangolo'' al contest "Tre è il numero perfetto!" indetto da Ayumu7 sul forum di EFP.]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Naruto Shippuuden
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Omnia Vincit Amor
L'amore vince tutto
 
E' un ricordo lontano, 
una linea interrotta 
che ci taglia la mano,
e adesso che siamo così distanti
ripartiamo da capo,
ritorniamo a quel giorno 
dove tutto è iniziato.


Capitolo I - Sapevamo di bei sogni

Sakura fissava il soffitto - stanca, amareggiata, distrutta, infelice -. 
Un'altra giornata era passata, senza che lei avesse fatto qualcosa di eclatante. Aveva guarito moltissimi feriti, ma il suo cuore continuava a perdere sangue. Quello, forse, non sarebbe riuscita a guarirlo mai. Avrebbe imparato a conviverci. E' sempre più facile dimenticare piuttosto che affrontare, no? E lei avrebbe dimenticato.

Ogni notte faceva sempre lo stesso sogno: Sasuke e Naruto - gli eroi della guerra, i vincitori - si ergevano vittoriosi sul campo di battaglia, convinti di aver estirpato il male dal mondo per sempre, ma alle loro spalle una figura nera, immensa, li attaccava, e non c'era più niente da fare. Erano morti.

Ed ogni notte sempre la stessa scena: lei si alzava, sudata e con le lacrime agli occhi, senza riuscire più a prendere sonno. Rimaneva ore a fissare la finestra, in attesa che il sole nascesse, in attesa di poter vedere con i suoi occhi che loro, le persone più importanti in assoluto, stessero bene.

Fino a quel momento era riuscita soltanto a visitarli come medico; per parlare con loro, confrontarsi, scambiare emozioni, non c'era tempo. Lei troppo impegnata con il lavoro, loro troppo impegnati con i festeggiamenti. E Sakura non faceva che avere nostalgia e rimpianto per quello che era il Team 7.

Ma davvero credeva che una volta finita la guerra tutto sarebbe tornato come prima? Davvero credeva che lei potesse mettersi allo stesso livello di due semidei?  Era quasi riuscita a raggiungerli, ma loro avevano fatto un altro - immenso - passo in avanti, che lei non avrebbe potuto fare.

Così si era accontentata di quella quotidianità che non l'avrebbe mai realmente soddisfatta. Le serviva solo per non affondare, solo per sentirsi utile a qualcuno. Tanto a loro lei non serviva più. Altri medici migliori di lei si sarebbero fatti avanti, e si sarebbero dimenticati per sempre della loro compagna con quel colore strano di capelli.

Neanche ci provava più ad avvicinarsi a loro, ogni santa volta c'era qualcosa di più importante da fare, e il tempo per lei non si trovava. Allora aveva smesso. 
Ma il suo cuore sanguinava e nessuna medicina l'avrebbe guarito, nessuna cucitura. Solo loro potevano aiutarla, ma non sapevano come lei stesse. Loro non si preoccupavano.

A volte le venivano in mente i giorni felici all'Accademia, a quando la notte lei piangeva per Sasuke, e poi, successivamente quando iniziò a pregare perché Naruto si salvasse. Ma il vero dolore non era quello. A quell'epoca il dolore neanche sapeva cosa fosse, ne conosceva a malapena l'odore. Il Dolore lo stava sperimentando durante le notti insonni.

Non sarebbe corsa da Naruto e Sasuke sventolando il suo dolore. L'avrebbe tenuto per sé, custodito, come i ricordi dei giorni più spensierati insieme a loro. Lo avrebbe difeso, non si sarebbe fatta sopraffare.

Un giorno qualcuno si sarebbe accorto del peso che si portava addosso, e allora si sarebbe liberata. Avrebbe condiviso quel fardello troppo pesante per un cuore solo, e quella persona l'avrebbe accompagnata per il resto della sua vita. O almeno così lei sperava durante le notti senza luna e senza luce.

I giorni trascorrevano tutti uguali. Sakura si spegneva ogni momento un po', perdendo il suo sorriso, la sua vitalità, la sua voglia di vivere. Naruto la guardava da lontano al campo medico. Era già da un po' che voleva avvicinarsi a lei, ma non ne aveva avuto il coraggio. Già, il grande eroe che non aveva il coraggio di avvicinarsi alla sua compagna.

-Sakura?- disse il biondo entrando nella tenda dove l'aveva vista prima.
-Si?- Sakura si voltò senza neanche riconoscere la voce. 
Dopo giorni infiniti di attesa, almeno uno di loro si era fatto vivo. Il cuore sembrò voler esplodere di felicità misto ad altre sensazioni che Sakura non riuscì ad identificare.
-Vorrei parlarti.-
-S-si... Ho quasi finito.-

Naruto la aspettò fuori, e poco dopo Sakura lo raggiunse. Uscirono dal campo medico, e si inoltrarono nel bosco che delimitava Konoha. Camminarono in silenzio, nessuno sapeva da dove iniziare. C'erano tante cose da dire, tante da chiarire e tanto da confessare.
-Come stai?- chiese Naruto.
-Io bene, credo...- Ecco che già si era sbilanciata. Ecco che era sul punto di dirgli dell'enorme vuoto che sentiva dentro, delle ferite profonde sul suo cuore.
-Credi?- 
-No, sto bene.- Ma ormai la richiesta d'aiuto l'aveva lanciata, e aspettava solo che le tirassero il salvagente.
-So che non stai bene.- affermò lui, come se fosse una cosa talmente ovvia che anche un bambino potesse esserne a conoscenza.
-Sto bene, ti ho detto.- ribatté lei, ma la voce già la tradiva. Aveva sottovalutato Naruto.
Il ragazzo si fermò qualche passo davanti a lei, poi si girò a guardarla. I suoi occhi parlavano, dicevano molte più cose di quante la bocca potesse dire.
-Smettila di mentire.-
-Sono solo stanca.-
-Sarai anche stanca... Ma io la conosco la Sakura ''solo stanca'': il tuo viso, i tuoi occhi non nascondono la sofferenza che ti porti dentro.-
Sakura non riuscì più a mentire - né a Naruto né a sé stessa - e si arrese alla verità. Il salvagente che aveva tanto desiderato era arrivato, alla fine. A quel punto non aveva più senso trattenere le lacrime che premevano per uscire, e lasciò che si facessero strada sul suo viso stanco. Naruto si avvicinò e la abbracciò senza esitare. La ragazza sussultò a quel contattò, ma lo assaporò fino in fondo. Ma quanto aveva aspettato per questo?

Naruto la tenne stretta a lungo. Sakura si scostò un po', quanto bastava per poterlo guardare negli occhi.
-Perché fai questo?- gli chiese.
-Sei importante, Sakura.-
Ogni parola che il ragazzo pronunciava sembrava musica dolce per le orecchie della rosa, troppo distante da tutto, persino dall'affetto profondo per Naruto.
-Mi sei mancato così tanto...- 
Il biondo la fissò intensamente, come se... Come se volesse baciarla. Ma lei cosa voleva, invece? Se ci avesse provato, lei come avrebbe reagito? Non ci fu spazio per altre domande, perché Naruto appoggiò le sue labbra su quelle di Sakura. Un  calore dolcissimo si espanse per tutto il corpo, che la spinse a non rifiutare il bacio, ma ad approfondirlo. Solo dopo si rese conto di quello che stava succedendo. Aveva baciato il suo migliore amico. Si allontanò con il terrore negli occhi e corse via, lasciando Naruto in preda ai dubbi. 
Il suo cuore, però, sanguinava di meno.

Sakura arrivò a casa con il fiatone; aveva corso per tutto il tempo senza mai fermarsi, per paura - o forse lo voleva? - che Naruto la seguisse. Ma era sola, di nuovo.
L'immagine che lo specchio le regalava di sé era una brutta copia della vera Sakura. No, quella non era lei. Il viso stravolto dalle emozioni, dalla fatica, dall'ansia, dalla stanchezza. Gli occhi lucidi di pianto, ma anche un barlume... Di felicità? Poteva essere felice?
I suoi pensieri non erano mai stati tanto confusi, ingarbugliati fra di loro. Poi le venne in mente Sasuke. Quanto aveva aspettato la fine della guerra per dichiararsi nuovamente al ragazzo? Ma lui non l'aveva neanche calcolata, l'aveva disprezzata, l'aveva ferita. Di nuovo.
Però lei non l'aveva dimenticato, lei provava ancora qualcosa - molto più di qualcosa, andava ogni oltre limite umano -  e non riusciva a fare finta di nulla. Doveva far chiarezza nel suo cuore, mettere i sentimenti al giusto posto. Ma non poteva negare che quel bacio le fosse piaciuto, l'aveva fatta sentire desiderata, viva.

Sakura passò l'ennesima notte insonne. Ma il sogno stavolta era cambiato: Sasuke e Naruto erano davanti a lei, e la guardavano, come in attesa. Lei sapeva che doveva scegliere chi avere al fianco. Ma Sakura non si accontentava, li voleva entrambi.

Si mise a riflettere sul significato di quel sogno. Si dice che ''Il sogno è l'infinita ombra del vero''* per cui quello che aveva sognato, corrispondeva alla realtà? Non si sapeva dare una risposta. Forse se li avesse visti, se avesse parlato con loro, avrebbe capito.

Si diresse di buon'ora al campo medico. Aveva intenzione di sbrigare velocemente le sue solite mansioni, per dedicarsi poi alla guarigione del suo cuore, qualcosa di totalmente nuovo. Aprì la sua tenda e trovò Sasuke. La sua espressione fece capire al moro che non si aspettava di certo di trovarlo lì.
-Ciao, Sasuke.- disse lei, fingendo di essere a proprio agio, sedendosi alla piccola scrivania.
Il moro non rispose ma lei non se ne stupì. Sapeva bene come era fatto.
-Volevo parlarti.-
-Dimmi.-
Incredibile, nel giro di 24 ore entrambi i motivi della sua infelicità si erano fatti vivi. Coincidenze? Naruto aveva sicuramente parlato con Sasuke.
-Te la sei cavate bene con i tutti i feriti...-
Lui voleva parlarle... Per dirle che se l'era cavata bene? Oh no, c'era sicuramente qualcosa sotto. Che sapesse del bacio con Naruto?
-Grazie.-
-Ma non sono venuto per questo.-
Sakura aveva intuito bene. Sasuke aveva persino imparato a dire frasi di senso compiuto. Qualche passo avanti l'avevano fatto.
-Ti ascolto.-
Sasuke si avvicinò e la guardò a lungo negli occhi. Che volesse baciarla... Anche lui? No, lo stava immaginando lei. Una cosa simile poteva accadere solo nei sogni... Ma lei aveva sognato anche Naruto. Il moro si accostò a Sakura, le sfiorò la guancia con un dito.
-Penso che dovremmo chiarire, io e te.- le disse in un sussurro vicino all'orecchio.
-S-si..- 
Sasuke sembrò divertito dalla reazione della sua compagna e accennò un sorriso. 
Sakura sembrò entrare in uno stato di shock semi-permanente.
-Stasera, a casa mia.-
Non le diede il tempo di rispondere - se mai lei ce l'avesse fatta - perché sparì. La rosa rimase ancora qualche minuto immobile, incredula a ciò che era appena avvenuto. 
Un miracolo, forse?

I suoi programmi per quel giorno erano nettamente saltati. La sua mente vorticava intorno alle parole di Sasuke: ''Stasera, a casa mia.''. Parole che aveva sognato per anni e che finalmente erano arrivate. Ma più che una salvezza, sembrarono una maledizione, perché non c'era solo lui; una piccola parte del cuore di Sakura riviveva ancora il bacio con Naruto, anche se lei era scappata.
Ma dai sentimenti, no, non si scappa.

La sera arrivò più veloce che mai, sancendo la sua condanna. Aveva davvero senso andare da Sasuke? E perché all'improvviso voleva chiarire? Con queste domande fisse in testa, si ritrovò davanti a Villa Uchiha. Quell'abitazione aveva la stessa aurea di mistero del proprietario. Andò per suonare ma il cancello si aprì ancora prima. Era attesa con ansia.

Sasuke attese con impazienza che Sakura arrivasse. Era sotto il portico che dava sul giardino, immerso in una pace che sembrava quasi surreale. Il buio iniziava ad impadronirsi del mondo, ed era il momento che Sasuke preferiva in assoluto. Sentì dei passi incerti avvicinarsi.
Sakura.
Non mosse neanche un muscolo, non aveva intenzione di fare il padrone di casa. 
Che se la cavasse da sola. Tuttavia lei lo trovò prima del previsto. 
Era migliorata.
-Eccomi.- disse lei, accomodandosi di fianco a lui.
-Pensavo che non saresti venuta.- mentì lui, per tastare il terreno.
-Credo anche io che dovremmo chiarire.-
Il silenziò calò fra di loro. Sakura attendeva la prima mossa del moro - d'altronde, non era stato lui a richiedere questo incontro? - mentre Sasuke vagava con la mente per cercare di ritrovare quel desiderio che l'aveva spinto a cercare Sakura. Ma cosa voleva da lei? La osservò con la coda dell'occhio, sicuro di non essere notato. Lei sembrava - almeno in apparenza - in pace, aveva smesso di essere quella ragazzina noiosa e appiccicosa. 
Era diversa, era donna.

Sakura notò che Sasuke la osservava di sottecchi. Fece finta di nulla. Forse quel silenzio, già il fatto che erano insieme, valevano molto più di un chiarimento.
-A volte ci sono gesti che superano le parole.- disse al moro.
Lui la guardò con il sopracciglio lievemente sollevato, aspettando un chiarimento. 
Sakura si avvicinò a lui, i loro visi ad un soffio di distanza. 
-Vuoi una prova?- disse ancora lei, potendo quasi sentire la consistenza delle labbra di Sasuke.
Il ragazzo pendeva dalle sua labbra. Era qualcosa di nuovo per lui, di solito erano gli altri a rimanere ammaliati dalla sua persona. C'era quasi una forza gravitazionale che lo stava attirando pericolosamente verso quelle labbra. E aspettava che Sakura gli desse la prova della sua affermazione.
La rosa si avvicinò ancora un po', impercettibilmente, finché sfiorò appena le labbra che aveva sempre sognato. Ma Sasuke non poteva sopportare un attimo in più quella dolce agonia: con un movimento fulmineo le prese la testa e la baciò davvero. Il cuore di Sakura accelerò, mentre le sue mani accarezzavano delicatamente il viso di Sasuke.
Quell'attimo sembrò infinito ad entrambi, ma una voglia nuova si fece spazio nel loro cuore. Volevano di più, volevano scoprirsi.
Sasuke, come se avesse letto i pensieri di Sakura, fece scivolare lentamente la spallina del suo vestito - che per i suoi gusti era decisamente troppo corto - mentre la ragazza iniziò a baciargli il collo.
Sasuke non si aspettava che Sakura fosse tanto intraprendente, così decise di riprendere in mano la situazione. La prese di peso e la posizionò sulle sue gambe. Le spostò i capelli e si avvicinò al suo orecchio, mentre la ragazza assaporava un brivido lungo la schiena.
-Adesso tocca a me.- disse lui in un sussurro.
Sakura si strinse a lui, desiderosa di scoprire nuove qualità del bel moro.
Il desiderio reciproco non aveva neanche permesso loro di raggiungere la camera da letto. Si erano accontentati - o per meglio dire, non gliene importava niente - del legno del portico. 
Sakura stava vivendo quell'esperienza come qualcosa di extracorporeo. Era tutto perfetto. Sembravano nati per unirsi, i loro corpi erano due pezzi che combaciavano alla perfezione.
Aveva sempre immaginato Sasuke come qualcosa di inrragiungibile, ma lei era lì, e gli stava dando piacere.
E poi lui... Superava qualsiasi aspettativa.
Sei esisteva la perfezione, era Sasuke Uchiha.

Alle prime luci dell'alba, la rosa si addormentò tra le braccia di Sasuke. Il moro però non ne voleva sapere di dormire; anche volendo non ci sarebbe riuscito. Si voltò appena verso Sakura e rimase ad osservarla. 
Ancora non aveva capito cosa lo aveva spinto a volerla sentire tanto vicino. I sentimenti nei suoi confronti erano stati sempre offuscati da qualcos'altro; prima Itachi, poi la guerra. Ma era arrivato il momento di mettere in chiaro le cose. Sakura era sua.
Nessuno poteva portargliela via.
Con questi pensieri si lasciò trasportare nel mondo dei sogni. 




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*Citazione Giovanni Pascoli


*Spazio Autrice*
Alloraaa, ecco la mia ultima fatica (?).
Tranquilli, non dimentico ''Voglia di (a)mare'',
questa parecipa ad un contest per cui è già conclusa.
Per la prima volta mi sono cimentata in un
triangolo, ditemi che ne pensate!
Lady Uchiha 23
  
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