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Autore: STOP IT    08/07/2014    0 recensioni
Lui non se ne accorgeva, ma a me piaceva guardarlo mentre era distratto, mentre non lo faceva nessuno, mentre si perdeva nelle sue cento cose da fare. Lo osservavo e mi rendevo conto che qualcosa di bello la vita per me lo aveva riservato. Non c'era cosa che mi rendesse più felice, pieno e rilassato allo stesso tempo. Passavamo le giornate a prenderci in giro, eppure, quando lui mi guardava negli occhi, il mondo si fermava.
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno precedente uscii con Liam e Zayn .
Dopo aver camminato un bel po', facendoci largo tra la folla di adolescenti del sabato sera, ci sedemmo su un muretto a mangiare patatine fritte, avevamo i cappucci tirati su e anche se non ritenevo fossero un buon travestimento nessuno ci riconobbe.
Mentre ci domandavamo retoricamente come potesse far così caldo alle 11 di sera, si avvicinò un ragazzo, amico di Zayn ,a quanto pare non si vedevano da tempo.
Siccome non la smettevano più di chiacchierare, altri tre ragazzi che erano con lui si aggiunsero a noi.
Uno di loro era particolarmente intrigante, lo notai.
Era alto, snello, con la barba folta, gli occhi nocciola e se ne stava abbastanza sulle sue, dicendo ogni tanto qualcosa di giusto, ma non perdendosi in battute inutili per suscitare forzatamente simpatia.
Ad un certo punto, mi chiese di fargli spazio sul muretto vicino a me e io mi spostai un po', ma  mi girai subito dall'altra parte.
Mi disse che avevo un bel nome, io lo guardai per insinuare che era una frase di circostanza, lui disse che invece era vero e che non era comune in Inghilterra, ma io mi inserii nuovamente nella conversazione degli altri.
Liam disse qualcosa di divertente, lui per accompagnare la risata mise una mano sulla mia spalla, ma io scesi dal muretto e inizai a messaggiare con un ipotetico qualcuno .
Quando arrivò il momento di andarcene, lui mi salutò con un: "E cosa ti devo dire..." e io ribattei con un "So di non essere stato particolarmente simpatico, mi dispiace" e lui controbattè con un "Tranquillo, mi ricorderò di te".
Ma il problema non era il fatto che probabilmente non avrei più visto più questa persona sicuramente piacevole da vedere e non era neanche il fatto di essere apparso molto diverso da quello che ero.
Il problema era che non sapevo quando avrei smesso di sentirmi sbagliato anche solo nel parlare, ridere e scherzare con un altro.
Il problema era che non sapevo quando avrei smesso di far sentire un altro sbagliato anche solo nel farmi un complimento.
Il problema era che non sapevo quando avrei smesso di sentirmi suo.
-“Hey Lou”- Una testa bionda fece capolino sulla porta della mia camera. Era un mese ormai che Niall mi ospitava ,mi consolava, mi preparava addirittura la cena. Non avrei mai pensato che quel piccolo impiastro si sarebbe preso cura di me .
-“Buongiorno Nialler”- Finsi un sorriso , non voleva essere il solito sorriso finto, voleva essere più un ‘non sono felice manco per il cazzo ma ti sono grato per quello che stai facendo per me’ non sapevo se avevo reso l’idea dato che l’irlandese si rabbuiò, si avvicinò al mio letto -“Come ti senti oggi?”- Piccolo biondino , mi faceva questa domanda da settimane ogni giorno ed ogni giorno riceveva una risposta più orribile dell’altra. Questa volta mi sforzai. –“Di merda, ma grazie per averlo chiesto”- Vidi il biondo sospirare affranto, eppure aveva ricevuto risposte peggiori lo giuro. -“Louis non puoi continuare così ,devi cercare di uscire e di divertirti , non voglio essere il classico amico che da consigli clichè ma restare in una stanza solo con la tua testa è la cosa peggiore  che tu possa fare. Credimi quando Barbara mi lasciò feci lo stesso e non è per niente utile”- Lo fissai in quei suoi due occhi di ghiaccio prima di assumere un tono serio -“Harry non mi ha lasciato Niall, mi ha tradito. Di nuovo. E scusami se mi permetto ma credo che il tuo dolore sia un pugno in faccia rispetto al mio frontale con un treno.”-
 Non potevo nasconderlo. Ci avevo sperato, come si spera guardando in alto le stelle nel cielo, chiedendo a qualcuno di non identificato di far andare tutto bene.
Ci avevo sperato e qualche volta, lo confesso, ci avevo anche creduto, come si crede a qualcosa che hai davanti agli occhi e non riesci proprio a immaginare come potrebbe mai essere possibile un giorno non averla più.
Ci avevo sperato e un po' creduto che io e Harry rientrassimo in quella percentuale microscopica di persone che ce la fanno a stare insieme una vita intera.
E invece eravamo finiti, così, senza un motivo concreto, come erano finiti e sarebbero finiti altri miliardi di amori.
Ci avevo sperato e un po' creduto che noi potessimo essere l'eccezione.
E invece eravamo stati banalmente la regola.
-“Senza dubbio Louis ma nella vita si sbaglia anche parecchie volte ,erano ubriachi e lo sai com’è Nick , una sanguisuga.”- Lo interruppi in malomodo.
-“Non ti azzardare..”- il mio tono era più alto del normale –“Non azzardarti a difenderlo “- Niall mi sembrò un cucciolo appena bastonato , e solo per un momento  mi sentii una brutta persona ,ma lui stava davvero cercando di scusare quello schifoso.
-“Ragazzi”- i capelli color miele di Liam facilmente riconoscibili fecero la loro entrata in stanza assieme al mio amico tutto barba e guance. Ormai non mi chiedevo più come avesse fatto ad entrare, quella casa era un porto. –“Louis dovrei dirti una cosa ma la mia indole da buon amico mi dice di non dirtela però quella da miglior amico continua a pressarmi..”- Evitava di incrociare il mio sguardo mentre parlava e sfregava le mani tra loro nervosamente . Ancora nessuna traccia di Zayn alle sue spalle ,il che stava a significare che il moro se l’era data a gambe. Nulla di buono.-“Parla e basta Lì, non mangio mica”- Ancora una volta cercai di fingere un sorriso.
-“Ah non ne sarei così sicuro”- Intervenne Niall con qualche puntina accennata di sarcasmo nella voce. Lo fulminai con lo sguardo e questo bastò a fargli lasciare la camera silenziosamente.-“Dunque..?”-mi rigirai verso Liam-“Harry mi ha detto di dirti che puoi tornare a casa vostra” -si diede dello stupido da solo e una manata in faccia-“..casa tua”- rettificò- “dice che non gli sembra giusto che debba fare tu il clandestino quando è stato lui a sbagliare. E dice che gli manchi..”- Ignorai completamente l’ultima frase .Risi. Una risata amareggiata ma rumorosa.-“Harry bagnodiumiltà Styles. E lui dove andrà a stare? Da nick?”-continuai a ridere mentre mi alzavo dal letto e uscivo dalla stanza. Liam mi tirò il braccio e mi costrinse a girarmi verso di lui - “Almeno vai a raccogliere le tue cose..mh? Che ne dici? Ti accompagno io”- Annuii solamente.
Liam aprii la porta al posto mio e si incamminò dentro per primo. Appena entrai in casa una pioggia di ricordi mi si abbattè addosso. Le nostre foto erano ancora tutte lì sul mobile vicino alla televisione. La più bella ,quella risalente ad X-Factor, era in una cornice più grande. Lo facemmo apposta, volevamo che fosse in risalto perché era l’inizio di tutto. Noi eravamo belli insieme anche prima di stare insieme. Non eravamo mai stati proprio amici perché a lui piacevano un po' troppo le mie spalle e a me piaceva un po' troppo attorcigliare i suoi ricci attorno alle mie dita.
Però eravamo belli, così belli che quando sentimmo l'impulso di baciarci la prima volta, lo soffocammo per paura di perderci.
Ma i giorni trascorsi a trattenerci ci fecero diventare un po' meno belli e allora basta, e allora al diavolo, ci baciammo.
Non fu il primo bacio per nessuno dei due, ma fu come se lo fosse , per tutti e due.
Di quanto eravamo belli quando stavamo insieme non ne volevo nemmeno parlare, vedevo da lì una piccolissima macchia nera sul muro vicino al nostro letto che la sua scarpa fece involontariamente un giorno caldo di giugno come questo e guardarla mi fece pensare a tutto ciò che avevamo detto e fatto e sperato, su quel letto.
Ma avrei voluto parlare di quanto eravamo belli in quel momento che non stavamo più insieme, che non ci toccavamo e che non ci vedevamo e non ci sentivamo  da quel giorno del quale l’orgasmo di Nicholas Grimshaw era il mio ultimo ricordo. Avrei voluto parlarne perché non era da tutti. Non era tutti parlare di bellezza con due occhiaie profonde ,la barba non curata e le lacrime perennemente agli occhi .Forse un giorno le circostanze ci faranno rincontrare perché le nostre vite saranno distanti, ma non troppo, e appena i nostri sguardi si incroceranno, in una manciata di secondi, ci ricorderemo di tutte le cose belle della nostra storia, perché era così che andava: quando una storia finiva, i ricordi belli si materializzavano all'improvviso nella mente senza avvertirti, mentre quelli brutti bisognava farli uscire fuori con la forza per ricordarsi perché era finita.
Era davvero finita e non sapevo precisamente quando era iniziata a finire, ma quello che sapevo per certo era che, fin quando non era stato così, io non avrei potuto desiderare di meglio. Questa era la mera consolazione di un ragazzo tradito, di un ragazzo distrutto.
Una mano si poggiò delicata sulla mia spalla in segno di conforto. Mi girai di scatto e mi attaccai al collo di Liam con una forza inaudita.-“Non ce la faccio Lì”-riuscii a dire prima di scoppiare a piangere. Come una fottuta femminuccia, l’ennesima volta in quei giorni. Il mio amico stringeva forte la presa su di me e lo sentivo respirare piano nel mio orecchio.
 
 
Se mi avessero detto che, dopo quasi quattro anni, il mio pensiero più frequente prima di andare a dormire sarebbe stato il mio dito sotto la sua maglietta che gli sfiorava gli addominali,
se mi avessero detto che, dopo quasi quattro anni, a volte ancora non sarei proprio riuscito ad addormentarmi divorato dal buio e dalla voglia di lui,
se mi avessero detto che, dopo quasi quattro anni, mi sarei ancora emozionato a sentirmi dire "ti voglio", "sei bellissimo", "amore",
se mi avessero detto che, dopo quasi quattro anni, avrei ancora fatto questi discorsi da diciassettenne in preda all'innamoramento folle e agli ormoni in subbuglio,
se anche me l'avessero detto, giurato e sottoscritto, 
io non ci avrei mai mai mai mai creduto.
Ma io adesso gli avrei detto, giurato e sottoscritto che leggevo nei nostri occhi, sulle nostre labbra e sulla nostra pelle che, tra altri tanti anni, sarebbe potuto essere ancora tutto esattamente così. E invece no, avevo mandato tutto a puttane. Certe mattine immaginavo di vederlo arrivare senza essere cambiato ancora con quello sguardo sempre altrove e il passo deciso anche se lui poi troppo deciso forse non lo era mai.
Immaginavo di vederlo arrivare pieno di parole, pronto a ricominciare, o forse a cominciare soltanto. Pronto ad accettare le mie scuse. Pronto ad ascoltarmi mentre dicevo no all’alcool per tutta la vita. Erano le mattine peggiori, quelle in cui poi il suo pensiero me lo portavo fino alla fine della giornata. Erano i giorni in cui mi sembrava di vederlo dappertutto anche se poi non era da nessuna parte.
Certe mattine l’ immaginavo, lo vedevo bello come prima, un po' più curato, un po' meno lasciato al caso e col sorriso sempre in faccia.
Lo immaginavo arrivare, pronto a dirmi che aveva capito che in fondo tutto il tempo passato lontano dai miei occhi e dal mio odore era stato tutto un po' sprecato. A quel punto, in quelle mattine in cui l’ immaginavo, ci baciavamo tanto e poi mi portava a pranzo fuori perché di me da quel momento in poi non voleva perdersi nemmeno un minuto.
“Sei bello” gli dicevo.
“Sei mio” mi rispondeva.
L’ immaginavo, l’ immaginavo nei minimi particolari.
Chissà se se ne accorgeva, se ogni tanto il mio pensiero era così forte da fargli venir voglia di arrivare per davvero da me, un po' deciso e un po' felice,
e perché no, magari anche un po' mio. Ed erano settimane che non uscivo di casa perché,dannazione , che cosa mi era saltato in mente? Era cominciato tutto con Nick che bussava alla mia porta , io che lo abbracciavo come sempre e poi lui che ‘dai facciamoci un drink amico’ che poi si era trasformato in due drink , tre ,quattro. Ero sempre stato un ‘ragazzino che non si sapeva regolare’ dovevo dare ragione a mio padre anche quella volta .E poi le sue labbra sulle mie le sue mani a spogliarmi, nemmeno capivo nulla. E in un attimo mentre andavamo in camera da letto avevo immaginato Louis al suo posto e l’alcool mi faceva sembrare tutto così giusto. E poi il mare in tempesta. E poi mi accorsi che quello sopra di me non era il mio grande amore .E poi il mio grande amore distrutto ,in lacrime . Il mio grande amore finito,ferito,tradito. Il mio grande amore scappato. Il mio grande amore.
 E finalmente mi alzai dal letto. Non volevo un cuscino, volevo la sua pelle che si muoveva e respirava.
Volevo che nel buio lui mi tenesse la mano, volevo rotolare su di lui ed entrare dentro di lui. La notte, quando mi rigiravo, il letto era grande quanto un continente. C’era uno spazio infinito, bianco, dove lui non c’era. Lo percorrevo centimetro per centimetro ma lui non c’era. Non era un gioco, non sarebbe saltato fuori per farmi una sorpresa.
Il letto era vuoto.
Dentro c’ero io, ma il letto era vuoto. Così come me.



Okaaaay odiatemii, ci ho messo secoli ad aggiornare lo so perdonatemi è che sono una testa di cazzo (si ,lo sono ) e avevo perso l'ispirazione . Spero che con questo capitolo voi possiate perdonarvi e magari con una recensione anche se mi dite che faccio schifo ,mi fate sapere cosa ne pensate. Cuppycake a tutti byeee
  
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