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Autore: uomi_hime    08/07/2014    3 recensioni
[Aggiornamento MENSILE] [Prossimo aggiornamento: 8 Agosto]
Yuki, dopo aver vissuto per più di quattro anni a Torino,  riesce finalmente a tornare a Namimori assieme all’amica Tsuki, per rivedere l’amico d’infanzia di cui sente terribilmente la mancanza. Ma si sa, i fantasmi del passato sono sempre in agguato, anche se credi di essertene liberata per sempre: una vecchia conoscenza delle due ragazze giungerà a rompere la pace faticosamente ottenuta, costringendole a fare i conti con il loro passato e portandole a far luce su un antico segreto legato alle loro origini.
Dal cap. 2: "Troppo tardi la mora si riscosse dai suoi pensieri, udendo il familiare rombo di una macchina sportiva che puntava dritta su di lei e i clacson che giungevano ovattati alle sue orecchie. Chiuse gli occhi, incapace di muoversi, e si preparò all’impatto.
 
Ma lo schianto non avvenne mai."
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: G, Hayato Gokudera, Nuovo Personaggio, Takeshi Yamamoto, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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LITTLE NOTES: D’ora in poi, i dialoghi scritti in grassetto saranno in italiano, mentre quelli normali in giapponese. Detto questo, buona lettura :)
 
DISLAIMERS: I personaggi di questa fan fiction non mi appartengono (sigh sob TT^TT), ma sono di proprietà di Akira Amano-sensei, tranne Yuki e Tsuki, di mia personale invenzione.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
~
Finalmente a casa! Can I stay with you forever?
~
 
 
L’aeroporto a quell’ora era abbastanza vuoto, contando soprattutto il fatto che erano le sei e mezza del mattino. Erano presenti soprattutto uomini in giacca e cravatta, pronti a recarsi negli angoli più sperduti del pianeta per occuparsi di un qualche tipo di affare, e famiglie che partivano per le vacanze imminenti. Tra loro spiccavano due ragazze sui quindici anni, una bionda e una mora.
 
La moretta era visibilmente assonnata e, probabilmente, ancora nel mondo dei sogni, tanto che più di una volta la valigia le scivolò via dalle mani. La biondina, invece, sembrava stranamente impaziente, quasi come se aspettasse quella partenza da sempre, e trascinava il proprio bagaglio, insieme ad una gabbietta per gatti, canticchiando in allegria.
                                                           
-Muoviti Tsuki! Se non corriamo perderemo l’aereo!-
 
Urlò Yuki all’amica, dirigendosi di corsa all’imbarco del loro aereo.
 
-Arrivo, arrivo...-
 
Rispose la ragazza, accompagnando l’affermazione con uno sbadiglio bello grosso.
 
Ma come fa ad avere tutta questa energia di prima mattina?
 
Si chiese, guardando scettica la giovane davanti a sé. Era sorridente come mai l’aveva vista, euforica e, soprattutto, felice.
 
Quel Takeshi deve essere davvero speciale per lei... forse più di quel che mi ha sempre raccontato.
 
Pensò, sorridendo. Capitava spesso che, durante le notti in cui entrambe non riuscivano a chiudere occhio, si mettessero a parlare del loro passato; e, immancabilmente, nei racconti di Yuki spuntava sempre questo famoso Yama-kun, il suo migliore amico, almeno a detta sua. In quanto a lei, beh... non è che avesse molte cose belle da raccontare...
 
-Tsuki! Vuoi tirare fuori i biglietti si o no?-
 
La voce dell’amica la riscosse, facendola sussultare lievemente. Si infilò una mano in tasca, tirando fuori i tanto agognati biglietti, il loro lasciapassare verso un nuovo capitolo della loro vita.
 
-Grazie, buon viaggio!-
 
Esclamò l’hostess, sorridendo cordiale. Yuki si diresse dentro l’aereo, seguita dall’amica, e prese posto accanto al finestrino; alzò lo sguardo al cielo, con gli occhi pieni di quella scintilla di determinazione che per quattro anni era mancata, e sorrise al pensiero di ciò che di lì a poco l’aspettava.
 
Takeshi... sto arrivando.
 
 
***


Tsuna sospirò per l’ennesima volta, lanciando un’altra occhiata al compito in classe che spuntava dalla sua borsa: non era andato bene neanche questa volta, e di certo Reborn non gliel’avrebbe mai fatta passare liscia. Tremò al pensiero di ciò che il tutor poteva fargli, mentre Gokudera tentava di dargli man forte e di rassicurarlo.
 
-Non si preoccupi Juudaime! Non è colpa sua, il professore ha messo delle domande troppo difficili! Gliela farò pagare a quel bastardo, stia tranquillo...-
 
E mentre il dinamitardo elaborava diverse strategie per far saltare in aria il povero docente senza colpa, Tsuna cominciò a disperarsi alla vista del familiare contorno della sua abitazione apparso all’orizzonte.
 
Questa è la volta buona che Reborn mi ammazza: è più di una settimana che tenta di farmi entrare in testa i concetti basilari proprio in vista di questo compito, e io sono riuscito a prendere comunque 30! Voglio morire...
 
A distrarlo dalle sue riflessioni ci pensò la voce di una ragazza proveniente dall’altro lato della strada, che si esprimeva in una lingua a lui sconosciuta, ma che il suo fidato braccio destro conosceva bene.
 
-Al diavolo, Yuki! Sono più di due ore che giriamo, si può sapere dove si è cacciato il tuo amico?-
 
Stava sbraitando Tsuki, ignara delle occhiate curiose che il castano e l’argenteo stavano rivolgendo a lei e alla sua amica dall’altra parte della strada.
 
-È quello che vorrei sapere anch’io! Non è neanche al campo di baseball, non so più dove cercare!-
 
Si disperava l’altra ragazza, delusa di non essere riuscita a trovare il suo vecchio amico. L’aveva cercato ovunque, persino al Takesushi (causando, per di più, un infarto al povero padre del suo amico, che tutto si aspettava tranne che rivedere lei), ma non era neanche lì, e il padre non lo vedeva da quando era uscito per andare a scuola.
 
-Ehi, non disperarti, vedrai che lo troveremo!-
 
Tentò di consolarla la mora, che aveva notato il suo stato d’animo ai limiti della depressione.
 
E appena accadrà, lo costringerò ad offrirci il pranzo: è da stamattina che non mangio niente...
 
Pensò poi la ragazza, senza però dirlo ad alta voce per non far arrabbiare Yuki: non aveva proprio voglia di ascoltare le sue lamentele su quanto reputasse sbagliato costringere qualcuno ad offrire qualcosa, che questo qualcosa bisognava guadagnarselo, ecc... Attraversò la strada immersa nei suoi pensieri, senza degnare di uno sguardo ciò che accadeva intorno a lei, e solo dopo essere arrivata al centro della strada udì l’urlo dell’amica.
 
-ATTENTA TSUKI!!-
 
Troppo tardi la mora si riscosse dai suoi pensieri, udendo il familiare rombo di una macchina sportiva che puntava dritta su di lei e i clacson che giungevano ovattati alle sue orecchie. Chiuse gli occhi, incapace di muoversi, e si preparò all’impatto.
 
Ma lo schianto non avvenne mai.
 
Sentì qualcuno afferrarla per le braccia, catapultandola a forza sul marciapiede dove si trovava prima. Aprì gli occhi, confusa e un po’ dolorante per la botta, e i suoi grandi occhi blu mare incrociarono due pupille color giada contornate da dei ciuffi argentati.
 
-Tsuki! State bene?-
 
Chiese Yuki, correndo nella loro direzione, costringendola a interrompere quel gioco di sguardi e aiutandola ad alzarsi.
 
-Io... si, almeno credo-
 
Sussurrò la mora, ancora scossa dall’accaduto, per poi girarsi verso il suo salvatore, ancora seduto a terra.
 
-Ecco... grazie per avermi salvato-
 
Disse, stavolta in giapponese, inchinandosi in segno di ringraziamento.
 
-Tsk, stai più attenta la prossima volta, ragazzina-
 
Fu la sua risposta, e la povera Yuki si fece un facepalm mentale, osservando sconsolata Tsuki che molto lentamente alzava lo sguardo, mentre un’aura minacciosa la circondava.
 
-Tu brutto bastardo, come diavolo ti permetti di-
 
-Gokudera-kun!!-
 
La voce di un altro ragazzo interruppe la lite sul nascere, mentre una zazzera castana si avvicinava al trio.
 
-Gokudera-kun, stai bene?-
 
Chiese preoccupato il nuovo arrivato, osservando con due grandi occhi color miele il ragazzo ancora seduto a terra.
 
-Si, scusi se l’ho fatta preoccupare Juudaime!-
 
Esclamò quest’ultimo, ricevendo non poche occhiate dalle due ragazze, confuse dal modo con cui si era rivolto al castano.
 
-Juudaime...?-
 
Sussurrò la bionda, che più cercava un senso a quell’appellativo meno ci capiva.
 
-Ma... non vuol dire decimo in giapponese?-
 
Completò la mora, più confusa dell’amica. Il castano, che sembrava aver notato le occhiate che le due ragazze gli stavano rivolgendo, tentò subito di cambiare discorso.
 
-Ecco... scusate il comportamento del mio amico, è un po’ scorbutico-
 
Esclamò, riferendosi all’episodio di poco prima.
 
-Solo un po’?-
 
Chiese sottovoce la mora, ricevendo un’occhiataccia da parte dell’argenteo a cui fu ben contenta di rispondere, dando inizio all’ennesima battaglia di sguardi.
 
-Non ti preoccupare- disse la bionda, lanciando un’occhiata di rimprovero all’amica –Comunque, io sono Yuki Kaze, piacere-
 
Si presentò, invitando l’altra a fare lo stesso.
 
-Mi chiamo Tsuki Hoshi, e non sono una ragazzina-
 
Continuò la mora, lanciando l’ennesima occhiata al ragazzo che le aveva salvato la vita e ottenendo come risposta un semplice “Tsk”.
 
-Gokudera Hayato-
 
-Tsunayoshi Sawada, ma chiamatemi pure Tsuna-
 
Si presentarono i due ragazzi, uno sorridendo e l’altro sempre più seccato.
 
-Sawada, hai detto?-
 
Disse Yuki, cercando di ricordare dove aveva già sentito quel nome.
 
-Un attimo.. tua madre è per caso Nana Sawada?-
 
Chiese poi, guardandolo tra la sorpresa e l’incredulità.
 
-S-si, perché?-
 
-Ma dai!- Esclamò la bionda, scoppiando a ridere –Tua madre era una vecchia amica della mia, avevano frequentato lo stesso liceo e Nana-san è venuta più volte a casa mia prima che mi trasferissi-
 
Spiegò poi, per rispondere alle occhiate confuse che Tsuna gli stava lanciando da cinque minuti buoni.
 
-Davvero? Quindi sei di Namimori... strano, la tua amica non sembra giapponese-
 
Constatò Gokudera, inserendosi nella conversazione.
 
-Infatti sono italiana, idiota-
 
-Ehi, chi hai chiamato idiota?-
 
Rispose l’argenteo, sorprendendo non poco la mora.
 
-Ma che...? capisci l’italiano?-
 
-Certo, sono italiano anch’io!-
 
Tsuki lo fissò a bocca aperta, allibita, per poi scoppiare a ridere sonoramente.
 
-Cosa c’è da ridere?-
 
Esclamò Gokudera, fissandola torvo.
 
-Niente, è che... non hai proprio l’aspetto tipico “italiano”-
 
Rispose la ragazza tra una risata e l’altra, facendo riferimento hai suoi tratti orientali e facendolo imbestialire sempre di più.
 
-Ehi ragazzina, cerchi la rissa per caso?-
 
-Prova a battermi, polpo ambulante!-
 
E mentre Tsuna cercava in tutti i modi dall’impedire a Gokudera di tirare fuori le sue bombe, Yuki sembrò finalmente ricordarsi il vero motivo per cui erano corse per strada non appena raggiunto l’aeroporto.
 
-Tsuki, piantala! Dobbiamo trovare Takeshi, te ne sei già dimenticata?-
 
Esclamò, acchiappando l’amica per la collottola.
 
-Guastafeste- Sbuffò Tsuki –Andiamo dai, con il polpo ambulante regolerò i conti un’altra volta-
 
Disse poi, causando un altro scoppio d’ira dell’argenteo.
 
-Ehi, chi hai chiamato polpo ambulante?-
 
-Calmati Gokudera-kun! Scusa Kaze-san, posso sapere chi state cercando?-
 
S’intromise Tsuna, bloccando la lite sul nascere.
 
-Chiamami pure Yuki, in fondo abbiamo più o meno la stessa età! Comunque, stiamo cercando un ragazzo di nome Yamamoto Takeshi, lo conoscete per caso?-
 
Disse la ragazza, e l’espressione sorpresa dei due ragazzi gli fece intendere che si, lo conoscevano eccome.
 
-Ma dai, sei amica del fissato del baseball?-
 
Constatò Gokudera, guadagnandosi un’occhiata perplessa della bionda.
 
“Fissato del baseball”? Bhè, in effetti conoscendolo è un soprannome che gli calza a pennello...
 
Pensò, mentre un gocciolone stile manga le scendeva dietro la testa.
 
-Davvero lo conoscete?-  Esclamò Tsuki, raggiante – Sono due ore che lo cerchiamo, per caso sapete dove si trova?-
 
Chiese speranzosa, stanca di fare avanti e indietro inutilmente per tutta la città.
 
-Mi spiace, non ne ho idea... quando siamo usciti da scuola ha detto che doveva fare una cosa e che non sarebbe rientrato con noi come al solito-
 
-Ha blaterato qualcosa a proposito di una promessa e della collina del vecchio tempietto di Namimori... chi lo capisce è bravo-
 
Quest’ultima frase, detta senza un motivo preciso da un Gokudera completamente disinteressato, fece accendere una lampadina nella testa di Yuki, che si diede della stupida per non averci pensato prima.
 
-Ma certo, è ovvio!-
 
Esclamò, facendo sobbalzare dalla sorpresa tutti i presenti.
 
-Cosa è ovvio? Hai capito dove si trova?-
 
Chiese Tsuki, che ci stava capendo sempre meno. La bionda fece segno di si con la testa, per poi cominciare a correre verso la sua meta seguita persino da Tsuna, che era sempre più curioso, e Gokudera, che ovviamente non avrebbe mai lasciato il castano da solo con due sconosciute (in realtà era curioso anche lui, ma non l’avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura).
 
-Oggi è il 18 Dicembre, ossia l’anniversario della mia partenza! E quel giorno,proprio sulla collina del vecchio tempietto, ci promettemmo che ci saremmo continuati a sentire anche dopo la mia partenza, finché, un giorno, non fossi tornata-
 
Spiegò, sorprendendo Tsuna: Yamamoto non gli aveva mai accennato ad una cosa del genere, e solo allora si rese conto di non sapere poi molte cose sul suo conto.
 
Ognuno perso nei propri pensieri, continuarono a correre, arrivando ai piedi della collina in meno di cinque minuti. Yuki alzò lo sguardo, speranzosa, e appena i suoi occhi incontrarono il contorno del corpo di un ragazzo dai capelli corvini, girato di spalle ad osservare il tempietto posto in cima all’altura, un gigantesco sorriso si impossessò del suo viso, mentre alcune lacrime cominciarono ad apparire agli angoli del suo campo visivo.
 
Senza accorgersene, cominciò ad avanzare su per la collina, quasi di corsa, senza mai staccare gli occhi dalla figura di fronte a lei, per paura che essa potesse scomparire se solo avesse distolto lo sguardo.
 
-Takeshi... Takeshi... YAMA-KUN!!-
 
Urlò, facendo girare il ragazzo verso di lei. Vide i suoi occhi color cioccolato, rimasti uguali a quando erano bambini, sgranarsi alla sua vista, mentre incredulo la osservava avvicinarsi.
 
-Yuki....-chan?-
 
Lo sentì sussurrare, mentre anche lui cominciava a sorridere. La bionda gli saltò letteralmente addosso, facendo cadere entrambi a terra, mentre le lacrime, stavolta di gioia, scendevano incontrollate sulle sue guance rosee; sentì le braccia di Yamamoto circondargli i fianchi, abbracciandola ancora più forte, mentre scoppiava a ridere come il suo solito, una risata liberatoria che esprimeva tutto il suo sollievo nel rivederla dopo tanti anni.
 
-Sono tornata, Yama-kun-
 
Sussurrò Yuki, affondando la testa nell’incavo del suo collo. Era di nuovo a casa, e non avrebbe più permesso a nessuno di portarla nuovamente via di lì.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
\\\ LITTLE CORNER ///
 
Si, sono tornata... in ritardo, ma sono tornata u.u Scusate, so che avrei dovuto postare prima, ma tra scuola, professori che ti minacciano col debito (facendoti sudare freddo per più di un mese) e poi non te lo mettono, causando per di più una reazione tra il sollievo e il “ora vi uccido”, con l’aggiunta di sorelle rompiscatole che vogliono essere accompagnate al mare ad ogni ora del giorno e della notte e di un computer bastardo che si rompe ogni due per tre, questo capitolo non ne voleva sapere di scriversi, ci ho sudato sette camice e mezza... ma ora eccoci qua!
 
Le nostre due protagoniste sono finalmente arrivate a Namimori, e subito Tsuki ne ha combinata una delle sue, facendosi quasi mettere sotto da una macchina. Ma per fortuna che Gokku ha risolto la situazione, salvandola, per poi scatenare una rissa furibonda u.u e alla fine Yuki e Yamamoto si sono riabbracciati, mentre scrivevo quella scena mi stavo letteralmente sciogliendo *A* ma vabbè...
 
Nel prossimo capitolo, le due ragazze conosceranno il resto della combriccola, e vi lascio immaginare cosa accadrà u.u Piccole precisazioni: nelle recensioni molti di voi mi hanno chiesto di approfondire il rapporto tra Yuki e suo padre; allora, come penso che molti di voi abbiano intuito, il loro rapporto non è dei migliori, ma le cose verranno spiegate meglio più avanti, perché, credetemi, la famiglia di Yuki è molto più complicata di quel che credete... *risata malvagia*
 
Un’altra cosa: non so se l’ho specificato prima, ma questa fan fiction si colloca, più o meno, subito dopo la battaglia per gli anelli, e seguirà più o meno tutti i diversi archi (Future Arc, Shimon Arc, e credo anche il Battle of Arcobaleno Arc), con l’aggiunta di alcuni particolari da me inseriti che potrebbero anche cambiare un po’ il corso della storia originale.
 
Detto questo, ringrazio Death The Simon (Katsu, ancora non ti ho perdonato per aver preso il mio bazooka senza permesso è.é), Holland e Mizuki18 per aver recensito il prologo, grazie di cuore per la calorosa accoglienza nel fandom :)
 
Ci sentiamo nel prossimo chappy, ciaossu!! *sventola la manina mentre vola via in groppa a un gufo gigante (?)*
 
marta_uzumaki86
 
 
P.s. Ecco cosa mi stavo dimenticando! Ho bisogno urgente di un beta-reader per le mie storie qui su KHR, tra i miei amici quasi nessuno conosce questo bellissimo manga TT^TT chi volesse è benvenuto, aiutate questa povera baka che non sa mettere due parole in croce :,)
   
 
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