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Autore: sweetlygirl    21/07/2014    0 recensioni
Questa è la storia di Janet, una ragazza che dovrà integrarsi in una nuova vita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era mattina, uno spicchio di luce entrava dalle persiane abbassate della finestra, aprii un occhio e sorrisi. Realizzai di stare a Londra quindi mi alzai urlando per svegliare le mie compagne e corsi in bagno. Dopo dieci minuti ero già pronta, scesi giù lasciando indietro le mie compagne. Il mio stomaco stava prontolando, così andai a fare colazione. C'erano due grandi tavoli pieni di cose da mangiare, dalle torte, ai cornetti, dagli affettati, al pane più delizioso. Mangiai qualcosina insieme a James, tra noi due si stava instaurando una bella amicizia. Eravamo tutti sazi e pronti per affrontare la giornata, usciti dall'albergo la prof tirò fuori una specie di mappa con tutte le tappe da visitare. La prima tappa era un lussuoso museo, era enorme, non avevo mai visto un edificio tanto bello. All'entrata James si mise al mio fianco, ci stava decisamente provando.. Ero lusingata perchè era davvero un bellissimo ragazzo. La guida si fermò di fronte ad un quadro che raffigurava una specie di natura morta, ci spiegò molto di quel quadro. Mentre parlava però io ero distratta, stavo guardando Logan, ripensavo a quel giorno, se non fossero arrivati mamma e Ryan avrei perso la verginità, per colpa sua. I miei occhi si riempirono di odio in quel momento, ma James mi prese per mano e l'odio si affievolì. Mi girai verso di lui e i nostri sguardi si incrociarono, gli sorrisi. Continuammo con la visita del museo per un'altra ora e mezza. Eravamo tutti stanchi così ci fermammo in un parco. Faceva caldo e tutti ci sedemmo sotto l'ombra di possenti alberi. Non so perchè ma in quel momento ero sola, Logan avanzava verso di me, il mio cuore batteva all'impazzata ma facevo finta di nulla. < Janet, stasera verrò in camera tua > era molto sicuro di ciò che stava dicendo.. < non ci pensare proprio > risposi alzandomi per allontanarmi. Mi bloccò per il braccio e avvicinò le labbra al mio orecchio. < la tua verginità sarà mia > sussurrò per poi voltarsi e andarsene. Logan mi piaceva, e anche tanto.. ma non avevo intenzione di fare nulla con lui, era cattivo. Era giunta la sera, dopo cena ognuno come sempre salì nelle rispettive camere. Le mie amiche erano li con me, tranquille. Squillò il telefono di Lola, lei rispose, dopo aver attaccato prese la mano a Jenny e senza dirmi una parola la portò via. L'angoscia iniziò a prendere il possesso sul mio corpo, mi misi sul letto, con le spalle al muro e le ginocchia attaccate al mio petto.. sembrava un film horror. Ad un tratto la maniglia della porta si abbassò, ed essa si aprì cigolando. Era lui, porca miseria.. non stava scherzando. Chiuse la porta a chiave e si avvicinò al letto. < se non te ne vai mi metto ad urlare > dissi piano con la voce tremolante. < se urli ti massacro di botte > disse poggiando un ginocchio sul letto, gattonò verso di me.. < non lo faresti mai > continuai sicura di me.. perchè ero sicura che non lo avesse fatto. Sorrise senza rispondere, mi prese dalle gambe tirandomi sotto di lui. Mi spogliò contro la mia volontà, lasciandomi in intimo. Stava per spogliarmi del tutto, ma riuscii a dargli una gomitata sulla bocca e scappai da sotto di lui. Raggiunsi la porta ma la chiave non c'era.. mi misi con le spalle attaccate alla porta, le mie gambe tramavano. Lui si alzò con una mano davanti alla bocca e mi raggiunse < ti farò pentire di avermi fatto questo > mi tirò uno schiaffo tanto forte da farmi cadere a terra, mi colpì con una raffica di calci nello stomaco. Iniziai a piangere, ero li indifesa, lo supplicavo di smettere.. lui rideva e ad ogni mia supplica i colpi si facevano sempre più forti. Dopo svariati minuti di botte mi prese per i capelli tirandomi sul letto. Si slacciò i pantaloni, tirandolo fuori. Iniziò a baciarmi, ma io non avevo le forze di reagire, entrò dentro di me, sentii un dolore fortissimo e urlai piangendo sempre di più. Mi tappò la bocca spingendo senza alcuna pietà, lo sentivo gemere e ridere nel mio orecchio. Passò qualche tempo, che a me sembrava un'eternità, si tirò su, si sistemò, fece lo stesso con me e uscì dalla camera. Era mattina, mi guardavo allo specchio. Non avevo segni evidenti sul viso, ma avevo molti lividi sul corpo, decisi così di mettere un paio di jeans lunghi nonostante il caldo che c'era. Scesi giù nell'ala ristorante ma non mangiai nulla. Non riuscivo a parlare, ero rimasta sconvolta. La giornata passò, andammo come sempre a vedere i tanti bei posti di Londra. Per il giorno seguente la prof avrebbe voluto portarci al mare. Come avrei fatto? oh no.. tutti avrebbero visto i miei lividi.. cosi inventai di essere indisposta e quel giorno rimasi in albergo. Credevo di essere sola, ma James fece apparizione nella mia camera. < sorpresa > disse socchiudendo la porta della mia camera. Venne a sedersi vicino a me. Le parole non mi uscivano di bocca, così mi limitai a sorridere. < che hai Janet? > mi chiese notando la mia pelle pallida. Mi alzai tirandomi giù i pantaloni. Il suo sguardo si posò sulle mie gambe piene di segni, si alzò di scatto iniziando a sbraitare e a farmi domande. Non raccontai nulla a James, ma riuscii a parlare nuovamente. La settimana era già finita, eravamo tutti in aeroporto con le nostre valigie tristi perchè dovevamo lasciare quello splendido posto. Il viaggio fu più lungo rispetto a quello dell'andata. Mentre ero sull'aereo ripensavo a quella scena pietosa. Dopo numerose ore arrivammo nella mia città, senza salutare nessuno mi sbrigai per tornare a casa. Ero stanchissima, appena toccai il letto mi addormentai in un sonno profondo.
  
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