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Autore: Piumadoro    28/07/2014    3 recensioni
Rieccoci al secondo anno.
Se il primo è stato pieno di guai qui si aggiungono cose come il Quidditch, molto importante.
Senza parlare dell'amore.
E dei segreti.
Il secondo anno di Star ad Hogwarts comincia in modo confuso...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Siamo Stelle Cadute'
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“Ragazzi!” Gridò Star sedendosi tra i Malandrini a cena.
“Che c’è?” Chiese James.
“Sapete che giorno è domenica?” Domandò la ragazza di rimando.
“Il primo aprile.” Ripose in automatico Remus.
Sirius e James continuarono a guardarla in modo vacuo poi una scintilla si accese e i due ragazzi si scambiarono uno sguardo furbo.
“Pesce d’aprile!” Esclamarono insieme.
“Esatto!” Replicò Star emozionata.
“Oh, no!” Sospirò Remus prendendosi la testa fra le mani, disperato.
“Oh, si!” Replicarono i tre sorridenti.
“Allora, che si fa?” Chiese impaziente James.
“Potremmo…. Aspetta, non ho idee!” Sirius cominciò ad agitarsi spremendo al massimo il suo cervello.
“Oh, no! Nemmeno io! Vuoto totale!” Si allarmò James.
Rimasero entrambi con le mani sulle tempie e l’aria concentrata per almeno metà cena finché rassegnati non alzarono lo sguardo su Star.
“Aiutaciiiiiiiiiiiiiii!” Gridarono esausti.
La ragazza sorrise e si alzò. “Andiamo su, io ho un’idea, anche se Remus avrebbe preferito che ne fossi a corto come voi.”
Il ragazzo annuì concordando in silenzio e tutti insieme si alzarono avviandosi verso il dormitorio maschile.
Per ore osservarono pezzi di pergamena strappati da ovunque in cui Star disegnava mappe di Hogwarts, cancellava muri e pavimenti, collegava con frecce vari luoghi e tracciava croci ovunque, poi finalmente i Malandrini furono pronti.
“Sei sicura di quello che vuoi fare?” Le chiese Sirius.
“Io si, e voi?” Replicò lei.
“Certo!” Esclamarono in coro James e Sirius.
Tutti si girarono verso di Remus che sospirò. “E’ troppo una buona idea per farvi rinunciare. Andiamo!”
Quatti quatti sgattaiolarono fuori dalla torre e si diressero verso un corridoio del quinto piano che sapevano essere molto frequentato durante il giorno.
“Dici che qui va bene?” Chiese James emozionato, accendendo la sua bacchetta come gli altri.
“Oh, è perfetto! Vedrete!” Mormorò lei sorridente misurando il corridoio a grandi passi.
“Ci dividiamo?” Domandò Remus scrutando il buio attorno a loro.
“No, non siamo in grado di fare niente questa volta senza l’aiuto di Star.” Scartò l’idea Sirius.
Remus si rilassò un poco.
“Ma che dici? Allora se la metti così inizia tu con il primo incantesimo, dai! Vedrai che ci riesci.” Lo incoraggiò la ragazza.
Sirius sospirò sorridendo e si mise all’opera, James e Remus dovettero aiutarlo, e insieme finalmente riuscirono a completare l’opera.
“Visto?” Fece Star felice.
Nessuno replicò, non aveva senso.
Trovarono un altro corridoio, e fecero un altro incantesimo e poi ancora, e ancora, fino ad incantare quasi completamente l’intera scuola.
“Ora si esce?” Fece James sorridendo.
“Volete fare qualcosa anche al parco?” Si stupì Star.
“Certo!” Esclamò Remus emozionato.
Tutti si voltarono verso di lui sbalorditi.
“Che avete? E’ divertente!” Si giustificò Remus allargando le braccia e ridendo.
I Malandrini gettarono al vento ogni precauzione e cominciarono a correre schiamazzando verso l’uscita, una volta all’esterno si lasciarono andare ancora di più a grida elettrizzate. Molte luci si accesero nel castello, volti assonati si affacciarono alle finestre ma i quattro correvano nell’ombra, Star in testa. Le dita della ragazza si muovevano veloci, piccole scintille scaturivano da esse di tanto in tanto.
Sentirono delle voci dietro di loro: alcuni professori, Gazza e Hagrid li stavano cercando.
“Nella Foresta!” Consigliò Sirius.
Si catapultarono tra gli alberi senza fermarsi, si addentrarono sempre di più fino a quando credettero di essere ben nascosti.
“Che brutta idea! Che brutta idea!” Si allarmò Remus camminando avanti e indietro.
James e Sirius non riuscivano a smettere di ridere. Star scese dall’albero sul quale si era arrampicata e sorrise.
“Come puoi essere così tranquilla?” Gridò agitato Remus. “I professori controlleranno chi manca. E ci beccheranno di sicuro.”
“Invece noi saremo lì. Abbiamo pochissimo tempo ma ce la facciamo. Dobbiamo raggiungere la rimessa. E volare con delle scope fino alla finestra della mia stanza. Una delle ragazze ci aprirà. Noi saltiamo dentro e il gioco è fatto!” Spiegò lei decisa.
“Wow!” Esclamarono in coro i tre ragazzi.
 
 
………………
 
“Hagrid, ci affidiamo a te. Sei l’unico che conosce bene la foresta.” Ordinò la Professoressa McGranitt.
“Si, signora.” Il gigantesco uomo si avviò verso un sentiero con passo sicuro.
“Signor Gazza, controlli il portone di ingresso.” Decretò ancora Minerva. “Quanto a me e lei Horace, sarà meglio che raduniamo gli altri direttori della case e controlliamo chi manca, anche se so già che saranno della mia Casa, precisamente tre ragazzi e una ragazza del secondo anno.” Finì stancamente cominciando a risalire la collina con il suo collega.
 
……..........
 
“Andiamo, veloci!” Li incitò Remus salendo dietro Star su una scopa. Presero il volo Sirius e James subito dietro di loro.
“Ok, è questa!” Esclamò Star indicando la finestra e cominciando a bussare.
Ann si alzò per prima e le aprì spaventata urtando il letto di Jane. “Che cos…?” Cercò di chiedere ma i Malandrini entrarono come furie, pronti a scattare verso le scale.
“Fermi, fermi!” Li bloccò Lily frapponendosi fra loro e la porta.
“Oh, Evans!” Sbottò James con uno strano sorrisetto.
“Non se ne parla. Avete sicuramente infranto molte regole. Ho sentito bene i vostri schiamazzi, e ho intenzione di dire tutto alla McGranitt.” Replicò la rossa decisa.
“Ma Lily!” La pregò Sophia, alzata appena in tempo per assistere alla scena.
“No, Sophia, so che li credi divertenti ma non è così! Non è giusto quello che fanno e devono essere puniti, e mi dispiace Remus se ci finirai in mezzo anche tu ma forse capirai che la loro amicizia non ti porterà…”
“Basta!” La bloccò Remus. “Non puoi capire cosa sono loro per me. Ed è stata anche una mia idea questa. Quindi vuoi punirci? Molto bene, fallo incominciando proprio da me.”
Star sorrise della faccia sorpresa di Lily. “Va, bene. Lasciaci andare.”
La rossa scosse la testa. “No, non se ne parla! Non potete sempre fare tutto quello che volete! Chissà cosa troveremo domani mattina!”
“Scendete subito! Tutti quanti!” Ordinò la professoressa McGranitt dalla Sala Comune.
James, Sirius e Remus fissarono Star allarmati.
La ragazza sospirò, prese le scope da terra, si riavvicinò ai suoi amici e scomparve.
“Cosa?!” Gridarono i tre ragazzi quando si accorsero di essere comparsi con Star nel loro dormitorio.
“Scendete.” Lei li spinse giù per le scale e loro si accorsero di essere in pigiama solo quando ormai furono davanti alla professoressa tra gli altri Grifondoro.
Lily e Star scesero per ultime dal loro dormitorio, la rossa che lanciava sguardi inceneritori alla mora.
La professoressa McGranitt fece l’appello scoprendo assenti che non credeva ci fossero mentre i Malandrini risposero tranquilli anche se lei li squadrò come aspettandosi che uno di loro rivelasse in che modo erano riusciti ad arrivare fin lassù così in fretta, purtroppo per lei nulla accadde e sconfitta uscì dalla Sala Comune per cercare tre ragazze e due ragazzi che non erano in dormitorio.
“Non so come tu abbia fatto, ma ci riuscirò anche io. E poi vedremo.” Sibilò Lily a Star prima di voltarsi e risalire nel dormitorio.
 
 
………………..
 
Il mattino dopo Star corse a svegliare gli altri Malandrini.
“Ragazzi! Ragazzi! Su, forza!”
Peter fu il primo ad alzarsi; squadrò la ragazza da testa a piedi e uscì infuriato per quel disturbo.
Remus alzò piano la testa con l’aria assonnata, scese dal letto e cercò di infilarsi la divisa.
“Rem, è domenica!” Gli ricordò lei sedendosi poi sul letto di James che era ancora nel mondo dei sogni, o così pareva.
Con uno scatto fulmineo il ragazzo afferrò sua sorella per la vita trascinandola in un caloroso abbraccio.
“Giorno, stellina!” La salutò lui sbadigliando.
“Lavati i denti!” Fu l’unico commento di Star mentre si sbrogliava dalle lenzuola per andare verso il letto di Sirius pronta a qualche scherzo malefico.
“Sono sveglio!” Mugugnò lui con ancora la faccia sprofondata nel cuscino. “Quindi non ci pensare nemmeno!”
Star sbuffò delusa e tornò da Remus ormai vestito con dei normalissimi jeans e una maglia blu infinito.
“Ti dona!” Gli fece notare sorridendo.
Remus si guardò la maglia e sospirò sconsolato. “E’ vecchia.” Mormorò tormentando uno strappo sul bordo inferiore.
“E’ vissuta!” Lo corresse lei.
In quel momento James e Sirius decisero di scendere dal letto ma parve che i loro piedi rimanessero attaccati al suolo e nel tentativo del loro primo passo i due ragazzi persero l’equilibrio e caddero faccia in giù sul pavimento tra grida sorprese.
Star e Remus scoppiarono a ridere.
“Vedi Sirius? Anche se sei sveglio non vuol dire che tu non ci caschi comunque nei miei scherzi!” Lo derise Star.
“Ok, hai vinto! Ora concentriamoci sulla scuola!” Brontolò James sedendosi a terra per poter staccare i piedi dal pavimento con le mani.
“Ma, come mai rimaniamo attaccati solo in un certo punto?” Chiese Sirius tastando a terra per vedere fin dove l’incantesimo di adesione reagiva.
“Perché ho delimitato un area, come un piccolo rettangolino.” Spiegò Star.
“Forte, e dici che potremmo imprigionare questo incantesimo delimitato in un oggetto da poter lanciare a terra o sui muri o anche sui soffitti e che potrebbe fare lo stesso effetto?” Chiese James intuendo le idee di Sirius.
“Certo!” Star sorrise furba. “Mi servirà una mano, e una forma abbastanza comoda e insospettabile, e in breve saremo a posto.”
“Si, ok! Ma non oggi! Andiamo.” Remus li trascinò fuori.
Appena usciti dalla Torre videro ragazzi e ragazze schiacciati a terra da una forza invisibile e risero tra loro. Percorsero il corridoio camminando solo in determinate pietre del pavimento e ne uscirono immuni mentre tutti gli altri strisciavano trascinandosi a terra per guadagnare la libertà da quel peso.
“Ma come ci siete riusciti?” Chiese loro un ragazzo steso a terra senza forze per essere finalmente uscito dal corridoio.
“Fortuna?” Finse Star.
“Si, come no! E’ uno dei vostri scherzi vero?” Pigolò Renè appena ripresasi dall’enorme faticata.
“Anche se fosse?” Replicò Sirius con il suo ghigno sarcastico.
I Malandrini continuarono la loro camminata trionfale verso al Sala Grande ridendo come cretini, Remus compreso.
Schivarono tutti i corridoio incantati senza vie d’uscita e camminarono nei giusti punti del resto. Oltre le porte della sala la gente volteggiava senza peso.
“Non credevo funzionasse così bene la gravità zero.” Commentò tranquillo Sirius entrando e lasciandosi portare in alto.
I suoi amici lo seguirono.
“Già, nemmeno io ci credevo! Meglio così!” Esclamò James.
Gli schiamazzi e le risate degli altri studenti e le grida allarmate dei professori li costringevano ad urlare ancora più forte per farsi capire e in breve l’intera scuola venne a sapere che era merito loro come sempre.
Fecero una veloce colazione e oltrepassarono ancora i corridoi incantati rispondendo misteriosamente agli studenti che volevano scoprire come evitare piccole scosse elettriche e di sprofondare nel terreno o cose simili.
Decisero di uscire e prima del portone di ingresso si fermarono ad ammirare l’armatura che obbligava chiunque volesse uscire dalla scuola a ballare lo swing.
In quel momento arrivò Severus.
“Oh, attenti! Ci sarà da ridere!” Mormorò Sirius indicandolo.
Erano troppo distanti per udire i commenti che si fecero alcuni Serpeverde lì riuniti tra cui anche la cugina e il fratello di Sirius.
Infine la maggior parte di loro decise di andarsene mentre Narcissa, Lucius, Severus e Regalus rimasero.
“Che brutte amicizie.” Commentò Star dispiaciuta.
“Che ti aspettavi?” Replicò Sirius.
Lucius sfoderò la sua bacchetta puntandola verso l’armatura.
“Oh, Bolide! Lo sta per fare!” Esclamò James estasiato.
Malfoy lanciò un incantesimo contro l’ammasso di ferro vecchio che non la prese molto bene e cominciò ad inseguire i Serpeverde sputando fuoco e agitando la sua spada tra le risate generali.
Anche Remus si lasciò sfuggire una piccola risata.
“Si, è divertente ok?” Sbuffò in risposta ai sorrisini e alle occhiatine dei suoi amici.
Uscirono tranquilli godendosi le urla del gruppetto rincorso dall’armatura.
Una volta all’aria aperta corsero veloci verso il tratto di terreno dove alcuni ragazzi lottavano contro delle piante rampicanti impazzite.
“Mostriamo loro come funziona!” Propose James.
“Ci sto!” Remus si lanciò nello spiazzo dal quale spuntavano le piante e si lasciò catturare da una di esse, battè tre volte la testa sul ramo che lo imprigionava e poi grido: “Scivolo gigante!” La pianta seguì quell’ordine trasformandosi immediatamente e Remus scivolò giù illeso garantendo agli altri un gran divertimento con lo scivolo.
Afferrato il meccanismo il resto degli studenti si lasciò prendere e presto quell’area del parco fu piena di scivoli, altalene, piccole e semplici giostre Babbane, trampolini e tanto altro.
“Montagne russe!” Chiese qualcuno.
“Ci si può riuscire?” Domandò James sbalordito voltandosi verso sua sorella.
“Si, se le immagina bene credo proprio che… wow!”
La risposta venne un po’ da sola, un enorme e altissima pista comparve proprio nel bel mezzo di Hogwarts.
I Malandrini si affrettarono a salirvi come tanti altri ragazzi.
“E’ tua l’idea?” Chiese Remus ad un ragazzo seduto in prima fila giusto davanti a lui e Star.
“Si! Non credevo che…” Mormorò questo sconvolto fissando i Malandrini dietro di sé e l’amico di fianco a lui.
“Spero solo che tu sappia come funziona.” Lo avvertì Star.
“Mio padre fa il giostraio!” Rispose lui. “Sono Ted, Corvonero.”
“Piacere!” Gridarono Sirius e James saltellando sui sedili come dei bambini.
“Dunque?” Chiese l’amico di Ted.
“Dunque, è Ted che deciderà quando partiamo, quanto veloce andremo, quando ci fermeremo e soprattutto come faremo a rimanere attaccati alla pista su tutte le curve.” Spiegò Star.
“Ce la fai?” Si preoccupò Remus.
“Oh, certo!” Rispose Ted. “Si parte!”
Il trenino cominciò a muoversi salendo sempre di più, una volta in cima tutti sospirarono sorpresi, emozionati e anche con un po’ di paura.
“Scendete immediatamente!” Ordinò loro Madama Bumb correndo verso l’attrazione e gridando a squarciagola.
“Ricorda,” Star si chinò verso Ted. “Cinture, ruote, e funzionamento generale solo nella tua testa, finché ricorderai come tutto deve essere e crederai che questa pianta possa replicarlo tutto andrà bene.”
Il ragazzo annuì convinto. “Giù di brutto.” Ordinò al treno.
I carrelli partirono in discesa ad una velocità folle, gli studenti gridarono. Star vide ogni cosa sfocata, le sembrò che la velocità alla quale stavano andando fosse così forte da cambiare il normale scorrere del tempo, non riusciva ad inquadrare nulla nella memoria, né il viso spaventato di Remus né il panorama sotto di lei. Arrivò la prima curva e il cuore le martellava nel petto, si rese conto di star sorridendo ma le sue mani erano ancora agganciate saldamente all’asta davanti a sé.
“E’ una cosa fortissima!” Gridò James alle sue spalle e lei si lasciò andare. Alzò le bracci in alto e liberò un grido pieno d’emozione e poi cominciò a ridere.
“E’ divertentissimo!” Urlò e non le importava che la sentissero o meno, non le interessava dei professori.
Ted non si fermò, modificò il percorso durante la corsa senza mollare un attimo. Quelli stanchi si facevano acchiappare nel tratto più lento da qualche altro rampicante e al loro posto altri salivano nello stesso modo.
I professori non potevano fermarli in nessun modo perché distruggendo la pianta avrebbero rischiato di far male agli studenti.
La McGranitt chiamò Silente che scese nel parco.
“Sbalorditivo!” Commentò il preside puntando in alto lo sguardo corretto dagli occhiali a mezza luna.
“Cosa crede che farà?” Gli domandò Lumacorno.
“Bhè, non posso tirarli giù a forza. Potrei punire i colpevoli. Se sapessi chi sono…” Cominciò Silente.
“Oh, suvvia Albus! Sai bene quanto me che sono stati Potter, Black e White!” Sbuffò Minerva.
“Non posso saperlo, perché non ci sono prove. Tu stessa sai che erano nel loro dormitorio ieri sera. E in ogni caso:” Il preside si avvicinò ad una pianta lasciandosi acchiappare da essa. “POTTER, NON WHITE, POTTER!” Concluse gridando mentre prendeva posto su un carretto.
“Io non ci posso credere…” Commentò strabiliata Madama Bumb.
“Cominci a farlo.” Rispose acida la McGranitt tornando al castello.
Doveva esserci un ora di pranzo a Hogwarts, ma la presenza di un Luna Park la abolì teatralmente. Silente in persona fece servire Hot Dog e Zucchero Filato dagli elfi nel bel mezzo del giardino, invitando tutti gli studenti a ringraziare con gentilezza.
“Ok, quindi l’idea è che chi ci odia, tipo Severus non verrà mai qui, ma l’unica possibilità sarà il castello, giusto?” Ricapitolò Remus mentre sedeva con i Malandrini sotto un albero accanto alla ruota panoramica.
“Esatto, e il castello è incantato da cima a fondo, come tu ben sai, con incantesimi poco carini.” Commentò Star salutando con la mano le sue compagne di dormitorio che si godevano il panorama dall’alto.
“Senfa porlore dela biffliosteca!” Ricordò loro James con la bocca completamente colma di cibo.
“O del corridoio dei Serpeverde!” Continuò Sirius afferrando un bicchiere di succo di zucca.
“Credo che non avrà scampo… ammesso che sia riuscito a liberarsi dell’armatura.” Rise Star.
“Devo portarti ad un vero Parco Divertimenti quest’estate!” Cambiò argomento James.
“Si, sarebbe fantastico! Già questo è così meraviglioso! E verrete anche voi due.” La ragazza indicò Remus e Sirius con un cenno del mento.
“Si, sarebbe perfetto!” Si esaltò il primo.
“Mio zio si occuperà della mia fuga.” Replicò tranquillo Sirius.
“Andata! Accipicchia, manca pochissimo alla fine della scuola!” Esclamò Star. “E per il cielo! Io non tornerò all’orfanotrofio!” La ragazza cominciò a saltare in giro gridando felice.
“Calmati, calmati, calmati.” La invitò tranquillo James.
“Ti vuoi dare una calmata!?” Le gridò in un orecchio Sirius.
La ragazza si fermò posandosi il palmo sul padiglione auricolare ferito. “Ahi, sei un villano!” Esordì fingendosi triste. Sirius scosse la testa esasperato da quella messa in scena.
“Va bene, chi si fa un altro giro?” Propose James correndo verso le montagne russe. I Malandrini si alzarono di scatto per raggiungerlo, ridendo.
 
 
……..
 
Giunse l’ora di cena e tutti dovettero per forza mangiare tenendosi stretti piatti, bicchieri e divise mentre volteggiavano senza peso, alcuni studenti dettero il via a delle vere e proprie gare di nuoto tra il cibo galleggiante mangiando senza l’uso delle mani. Vinceva chi arrivava al traguardo con più leccornie nello stomaco.
Ovviamente vi parteciparono anche James e Sirius, mentre Star e Remus parlavano tra loro in tranquillità.
“Quindi lo ammetti che le nostre idee per gli scherzi non sono poi così male.” Buttò lì la ragazza.
“Si, lo ammetto. Oggi è stata una giornata fuori controllo in tutti i sensi.” Remus sorrise.
“E’ bello vederti felice.” Mormorò Star.
“Si, anche tu sei bella quando sei felice.” Replicò lui.
Finita la cena i Malandrini si recarono nel dormitorio maschile senza essere intralciati anche perché i loro compagni erano rimasti indietro per evitare i tranelli dei corridoi.
Quando Peter raggiunse finalmente il suo dormitorio e aprì piano la porta vi trovò i quattro ragazzi sprofondati nel sonno in posizioni assurde tutti accalcati in due letti ravvicinati.
Il ragazzo scivolò silenzioso nella stanza che aveva un’aria leggera e profumava di risate, si mise a letto desiderando di poter un giorno far parte di quel gruppo tanto ammirato da tutti.
 
……………
 
I giorni trascorsero tranquilli e soleggiati e mentre la maggior parte degli alunni si dedicava allo studio i Malandrini se ne stavano tranquillamente sdraiati all’aperto senza preoccuparsi di aprire anche solo un libro, ovviamente tranne Remus.
Il povero ragazzo stava anche per affrontare un’altra luna piena, nel bel mezzo della settimana oltretutto.
Ancora una volta Lunastorta e Piumadoro giocarono per un po’ e infine dormirono ma questa volta Sirius e James svegliarono Star subito dopo la ritrasformazione di Remus e se ne andarono alla svelta.
Il ragazzo debole e smunto ma messo meglio del solito li raggiunse a colazione.
“Oh, indovinate a cosa manca poco?” Chiese loro Malcom sedendosi a tavola con Jordan, Robin e Greg.
“Pasqua?” Tirò ad indovinare Sirius.
“Ma no! Al ventotto aprile! Giorno della mega adunata in volo dei Grifondoro!” Esclamò il capitano della squadra.
“Oh, no! Dove prepararmi!” Gridò Star saltando in piedi.
“Si esatto!” Concordò Jordan.
“Questo weekend è Pasqua!” Concluse la ragazza filando via e lasciando il povero capitano tutto interdetto.
“Tranquillo, ti aiutiamo noi a fare qualsiasi cosa tu debba fare.”Gli assicurò James.
“Perfetto! Ci servono cartelloni, stendardi e magari un oggetto di poco conto che tutti i Grifondoro possano tenersi per poter dire che hanno partecipato a questa giornata.” Elencò Greg.
“Contiamo su di voi.” Si raccomandò Robin, i quattro giocatori si alzarono e uscirono a loro volta.
“Ci hanno appena scaricato un bel po’ di lavoro, lo sai?” Notò Sirius.
“Uh-uh.” Mugugnò James completamente sconvolto da quel modo di approfittarsi.
“Direi che appena finite le lezioni dovrete mettervi al lavoro.” Consigliò Remus.
“A te sta bene perché così non combiniamo guai, vero?” Chiese acido James.
“Si, esatto.” Confermò Remus sorridendo.
“Invece possiamo fare con comodo.” Replicò Sirius. “Abbiamo una settimana.”
“Siete senza Star.” Ricordò loro Remus.
James e Sirius si scambiarono uno sguardo terrorizzato. “Ok, siamo spacciati!” Conclusero insieme.
“Forza andiamo a lezione.” Li incoraggiò Remus alzandosi dalla panca.
Raggiunsero l’aula di Storia della Magia e si sedettero nei banchi infondo.
Il professor Ruf entrò tranquillo e cominciò ad arrancare tra i suoi appunti come ogni santo giorno.
“Ma Star?” Domandò James guardandosi intorno ancora una volta.
“Non ha mai saltato una lezione senza di noi.” Commentò Sirius.
“Bhè, una si.” Ricordò loro Remus.
“Ok, ma lì era con Dennis.” La scusò Sirius.
“Magari anche ora è con Dennis!” Si allarmò James.
“Anche se fosse?” Sbuffò Remus.
“Vado a cercala.” James si alzò in piedi ma proprio in quel momento la porta si aprì ed entrò Star.
Il professore se ne accorse solo perché lei si scusò con insistenza prima di prendere posto accanto ai suoi amici.
“Dov’eri?” La assalì suo fratello.
La ragazza lo squadrò a fondo prima di sorridere. “Ero in biblioteca, da sola. Cercavo un’idea per Pasqua.”
“Quindi?” Chiese Sirius interessato.
“Niente, zero idee.” Sbuffò Star mettendosi a guardare fuori dalla finestra che sbatté un po’ a causa del vento.
“Ah!” Saltò su lei alzando il dito come se le fosse venuta una geniale illuminazione. “E se le uova di Pasqua potessero…?” Ma prima che chiunque riuscisse a fare o dire qualcosa lei si risedette sbuffando mogia. “Niente, niente.”
“Tu hai dei problemi.” Mormorò Sirius.
“E tu nonostante questo hai deciso di essermi amico.” Gli ricordò Star.
“Ha vinto, come al solito.” Decretò James.
“Volete tacere ed ascoltare la lezione? Gli esami si avvicinano!” Li rimproverò Remus.
E così i tre stettero zitti mettendosi a giocare a Baci e Abbracci su un foglio di pergamena.
La giornata si concluse alla svelta anche perché la maggior parte dei Malandrini stava pensando a cosa poter fare per ricordo della giornata in volo dei Grifondoro.
Prima di cena si chiusero in dormitorio con un ottima idea.
“Dunque?” Domandò loro Remus ancora del tutto all’oscuro.
“Pensavamo di fare delle maglie con delle scritte, basterà mettere a punto un semplice incantesimo di copiatura e poi dovremo solo scegliere e comprare delle maglie su cui “stampare” la scritta e il disegno che sceglieremo. Che te ne pare?” Illustrò Star.
“Idea carina. E per quanto riguarda tutti i cartelloni e gli stendardi?” Puntualizzò Remus.
“Ah, per quelli ho parlato con Jordan ed è stato così gentile da prendersi carico lui stesso di tutto il resto.” Lo tranquillizzò la ragazza.
“E cosa pensate di scrivere sulle maglie?” Chiese Remus.
“Pensavamo una cosa tipo ‘Secondo raduno dei Grifondoro, io ho volato’, più o meno, l’idea era quella.” Rispose pronto James.
“E un disegno di un leone su una scopa volante.” Continuò Sirius.
“Sembra una buona idea, io non la indosserei mai ma…” Commentò Remus. Ma fu interroto dalle lamentele sovrapposte dei suoi amici.
“Tu devi indossarla!”
“E’ per questo che ti stiamo spiegando cosa avevamo intenzione di fare!”
“Se non vorrai indossarla tu allora vuol dire che nessuno vorrà indossarla!”
“Ok, ok! La metterò volentieri, stavo solo scherzando!” Li calmò tutti il ragazzo.
Star saltò gridando con l’indice verso l’alto in preda a qualche altra illuminazione. “E se le uova di Pasqua potessero…?” Poi si risedette nuovamente sbuffando. “No, no. Non va bene.”
“Non ti assillare! Vedrai che ti verrà un’idea.” La tranquillizzò James posandole un braccio attorno alle spalle guidandola giù per le scale verso la cena.
Gli ultimi giorni della settimana trascorsero bene, ogni sera dopo cena i Malandrini si riunivano nel loro dormitorio per disegnare e colorare varie scritte e leoni accartocciando le idee peggiori nel tentativo di produrre qualcosa di decente, si esercitavano anche nell’incantesimo di copiatura mentre Star dal canto suo osservava instancabile ogni cosa cadendo sempre più spesso preda delle sue idee geniali da mezzo secondo.
 
……..
 
Quella mattina le note di una canzone molto vivace svegliarono i ragazzi del secondo anno di Grifondoro.
Peter fu l’unico a non riconoscere la canzone che usciva a tutto volume dal giradischi.
James saltò giù dal letto correndo verso sua sorella già vestita e con un enorme sorriso dipinto sul volto, le prese le mani e insieme cominciarono a ballare a ritmo.
“Well, shake it up baby now
twist and shout
come on, come on, come, come on baby now
come on and work it on out
well work it on out, honey
you know you look so good
you know you got me goin’ now
just like I know you would” Cantò James stringendo a sé sua sorella.
Remus applaudiva e ondeggiava a ritmo seduto sul suo letto, Sirius sbadigliò senza però alzarsi, Peter afferrò i suo vestiti e corse in bagno brontolando.
Qualcuno scattò una foto ad una piroetta di Star.
La ragazza si voltò lasciando suo fratello per prendere per mano Remus.
James trascinò a ballare Sirius che afferrò la prima cosa sul suo comodino e la lanciò contro l’amico.
Uno sbuffo di polvere viola e gialla si aprì dal punto in cui l’oggetto aveva colpito la schiena del ragazzo occhialuto, coprendo come vernice ogni cosa e restando attaccata a mobili e persone. La musica finì e tutti i ragazzi guardarono sbalorditi la polvere su di loro.
“Oh Bolide del Bolide!” Esclamò Sirius con estrema lentezza troppo sbalordito per muoversi.
“Quello era un uovo?” Chiese James voltandosi verso sua sorella che teneva ancora le mani di Remus.
Lei sorrise furba e sparì.
“VOGLIO QUELLE UOVA!!!!!” Gridarono Sirius e James insieme lanciandosi alla ricerca dei piccoli ovetti colorati e usandone la maggior parte l’uno contro l’altro mentre Remus e Peter cercavano di evitare i colpi, il secondo scese in Sala Grande dove tutti avevano un cesto pieno di uova e tutti avevano troppa paura di romperle o lanciarle.
“Pronti?” Domandò Star ricomparendo nella stanza dove James e Sirius ancora con aria di battaglia la colpirono.
“Ora si!” Esultò Sirius.
La ragazza sorrise piena di polvere colorata. “Rem?”
Il ragazzo si alzò sporco anche lui.
“Andiamo.” Ordinò allora lei.
I Malandrini camminarono tronfi per i corridoi esibendo i loro abiti colorati e perdendo polvere lungo la strada, spalancarono le porte della Sala Grande e diedero inizio alla battaglia.
Le uova colorate volarono ovunque coprendo tutto di densa polvere colorata.
Nessuno tra i professori riuscì a riportare l’ordine anche perché furono presi di mira spesse volte.
La lotta si spostò presto all’esterno dove c’era più spazio di manovra, ma anche in tutti i corridoi e in tutte le aule.
“Mi ricorda molto il nostro gioco con le scintille.” Mormorò James nell’orecchio di sua sorella mentre facevano rifornimento di uova.
“E se le uova di Pasqua potessero colorare?” Chiese per tutta risposta la ragazza.
James rise forte e continuò la guerra. Hogwarts in breve tempo diventò un enorme campo di battaglia. I Malandrini riuscirono a riunirsi in un alula vuota per prendere fiato.
“I gufi non hanno nemmeno consegnato la posta con tutto questo casino!” Notò Remus spiando fuori per qualche secondo per poi tornare alla quiete della stanza.
“Niente uova di cioccolato, per ora.” Commentò Sirius con un alzata di spalle.
“Oh, grazie a Merlino!” Lily entrò nella stanza di corsa sbattendosi la porta alle spalle e chiudendo gli occhi per il sollievo, quando li riaprì si trovò di fronte i quattro ragazzi che la fissavano in silenzio.
“Merlino ti odio!” Borbottò la rossa e fece per uscire.
“No, dai aspetta Evans! Fuori c’è il disastro, promettiamo che non ti rivolgeremo la parola, noi parliamo dei fatti nostri e tu dei tuoi, ok?” Propose James svelto.
Lily annuì secca. “Ok, Potter.” E si sedette in una sedia lontana dai ragazzi.
“Duuuuuunque?” Fece Sirius riportando l’attenzione dei suoi amici sul discorso originale.
“Dunque: Star, bellissima idea ma sono già senza forze.” Continuò James.
“Quando finiranno le uova?” Le domandò Remus.
Star fece un’espressione allarmata. “Finire?”
“Si, ne hai avrai fatte un certo numero e prima o poi non ce ne saranno più…giusto?” Chiese spiegazioni Sirius.
La ragazza guardò in basso. “Ehm… in realtà… si ricreano… cioè… ogni volta che ne raccogli una ne compare un’altra al suo posto…” Mormorò lei.
“Fico!” Esclamarono James e Sirius battendosi il cinque, Star rialzò lo sguardo e sorrise loro.
“No, no affatto!” Saltò su Remus. “Se non finiscono mai andranno avanti a vita! Sarà un disastro!”
“Vuoi dire che non puoi fermare tutto questo?” Si intromise Lily.
“Avevi detto che non avresti ascoltato…” Cercò di prenderla in giro James ma con uno sguardo di fuoco lei lo mise a tacere.
“Beh, posso prefissare un’ora in cui tutte le uova scompariranno. Non è un problema.” Spiegò Star.
“Fallo! Ora!” La incitò la rossa.
“No.”
“Come no?”
La mora sorrise. “Non sarebbe divertente.” Veloce come un fulmine colpì Lily con un uovo colorato.
La ragazza rispose per le rime e finirono in mezzo anche gli altri Malandrini. Presto la loro piccola battaglia personale fece partire grosse risate. Le ragazze si allearono con Remus e seppellirono nella polvere James e Sirius.
“Basta! Ci arrendiamo!” Gridarono i due ragazzi facendo esplodere un ovetto bianco nel bel mezzo della stanza.
Lily si lasciò cadere ridendo su una sedia abbandonando le uova che era pronta a lanciare.
“Andiamo a vedere se magari si riesce ad arrivare fino alla Sala Grande per mangiare?” Chiese Remus stranamente intrepido avvicinandosi ai suoi due amici ricoperti di colore e cominciando a confabulare con loro su un possibile piano.
“Vedi che non siamo poi così male.” Sussurrò Star a Lily la quale, con sua malavoglia, sorrise.
“No, è vero. Ma Severus è un mio amico e a quanto ne so appena pochi giorni fa è stato rincorso da un’armatura grazie a voi.” Replicò la rossa.
“Tecnicamente è stato colpa di Lucius ma sorvoliamo.” Rettificò Star.
“Perché lo odiate così tanto?” Chiese Lily.
“Perché è cattivo dentro e noi lo percepiamo, forse non con te, ma con gli altri… La gente cambia, è vero. Magari tra dieci anni staremo camminando tutti per mano parlando allegramente, chi lo sa? Ma per ora lui è oscuro e noi siamo dei Malandrini tronfi e idioti.” Spiegò la mora sospirando.
“Hey, Piuma! Vieni qui, abbiamo un grande problema!” Le gridò dietro Sirius.
Le ragazze si avvicinarono a loro.
“Come arriviamo in Sala Grande?” Le chiese diretto Remus.
“Il mantello è da escludere, si vedrebbe subito con tutta quella polvere in giro.” Espose James.
“Mantello?” Chiese Lily incuriosita.
“Lascia perdere. Ah, ho un’idea!” Gridò esaltata Star sorridendo furba.
 
……
 
Poco dopo i ragazzi nei corridoi fermarono le loro guerre al passaggio di un gigantesco uovo di Pasqua su ruote che sparava ovetti colorati a chiunque provasse un attacco nei suoi confronti.
“Un gigantesco uovo-carroarmato spara uova!” Urlò James felice come non mai.
“Questa si che è un idea!” Lo assecondò Sirius mentre divertito puntava lo spara uova su un Serpeverde e lo colpiva.
“Ehm… Spero solo che non mi vedano.” Brontolò Lily accucciandosi a terra.
“Dovresti essere felice di essere qui con noi, è un onore riservato a pochi.” Scherzò James.
Appena entrarono in Sala Grande Star scese dal carro-uovo e si mise in piedi su un tavolo abbassandosi con grazia per evitare un uovo.
“Bel tiro Jim!” Gridò verso il lanciatore, poi guardò l’intera sala e cominciò a parlare, la sua voce era chiara sopra tutto il frastuono che si fermò dopo le prima parole. “Allora studenti! Riponiamo le armi per qualche ora almeno qui, e ve lo dico per due valide ragioni: Primo. Credo che tutti noi vorremmo mettere qualcosa sotto i denti mentre attendiamo la posta con le uova di cioccolato dei nostri parenti. Secondo. Io ho fame quindi sedetevi buoni e mangiamo.”
In un attimo tornò l’ordine più completo. I professori girarono il loro tavolo che avevano rovesciato per creare una sorta di trincea per ripararsi dai colpi, e il cibo apparve sui piatti.
I Malandrini e Lily raggiunsero Star al tavolo dei Grifondoro.
“Gran bel discorso!” Si complimentò scherzoso Sirius, la ragazza fece la linguaccia.
“No, ha ragione Star. L’ho trovato molto illuminante.” Commentò sarcasticamente Remus.
“Anche tu?! Credevo stessi dalla mia parte!” Si sbalordì Star sorridendo però alla battuta.
I gufi finalmente arrivarono posando davanti al destinatario pacchi enormi.
“Oh, eccoci!” Sospirò teatralmente James aprendo il pacco di uova dai suoi genitori. “Allora, per te Remus, per Sirius, e per la mia dolce sorellina con tanta partecipazione da Fay.” Elencò il ragazzo passando le uova ai suoi amici.
“Dovete aver parlato molto di me a vostra cugina il mio uovo è sempre pieno di cuori.” Commentò Sirius.
“In realtà la prima volta le piaceva il tuo nome mentre quest’anno ha visto una tua foto.” Raccontò Star.
“Ah, cosa faccio io alle donne!” Sospirò Sirius facendo ridere tutti.
“Orion.” Regulus arrivò alle spalle del fratello chiamandolo con quel nome assurdo che fece spegnere il sorriso dallo sguardo di Sirius.
“Che c’è?” Chiese gelido.
“Questo, da parte di mamma e papà con gli auguri che tu stessi solo scherzando riguardo alla foto di Natale.” Spiegò Regulus porgendoli un piccolo uovo verde e argento.
“Tienilo tu, odio il cioccolato fondente. Comunque, l’hai vista anche tu?” Cambiò argomentò Sirius.
“La foto? Si. Penso che sarai in punizione per un bel po’ appena tornerai a casa.” Commentò neutro il piccolo Black sotto lo sguardo congelatore del maggiore. Poi Regulus si chinò in avanti e bisbigliò. “Avrei voluto poter fare anch’io una cosa del genere, la mamma ha aperto quella cartolina davanti a tutti i parenti riuniti lì per una cena importante, deve essere stata una scena fantastica.”
Sirius si voltò verso il fratello, che però si era già voltato per tornare al tavolo dei Serpeverde, con un espressione piacevolmente sorpresa.
“Tutto bene?” Gli chiese Lily.
“Certo Evans, sto una meraviglia.” Le rispose lui sorridendo.
“Questa sera ci sarà una delle cene di Lumacrono. Mi aveva chiesto di invitarvi ma non l’avrei mai fatto prima, ora però…” Li informò la rossa.
“Ci stavi facendo un favore prima. Non credo che partecipare a quelle riunioni sia in cima alla lista dei nostri desideri.” Replicò James.
“Non sono male!” Ribatté lei indignata.
“Forse no, ma non ci ispirano, veramente, stiamo benone così.” Rifiutò Remus cortese.
“Come volete.” Li accontentò Lily, poi notò Severus che usciva dalla sala lanciandole uno sguardo stranamente gelido. “Ehm, io vado. Ma grazie di… grazie.”
Per il resto del pomeriggio la guerra con i colori continuò nel modo più vivace possibile dato che vi prese parte anche Silente in persona.
Quando giunse sera i Malandrini si riunirono sulla riva del Lago Nero mentre le uova smettevano di ricrearsi, il tramonto illuminava i quattro ragazzi riflettendosi sull’acqua.
“Gran bella giornata.” Commentò James.
“Oh, si. Ora però ci saranno pochi giorni di vacanza.” Ricordò Sirius stiracchiandosi.
“Già, vacanza… aspettate… Noi dobbiamo scegliere le materie per il prossimo anno durante queste vacanze!” Gridò Remus saltando in piedi.
“Si lo sappiamo, sei l’unico che se ne è dimenticato.” Gli fece notare Star tranquillissima.
“Mi ero detto che avrei scelto accuratamente e ci avrei pensato bene! Ora ho solo domani!” Sbottò Remus.
“Eh già. Comunque noi non abbiamo ancora finito.” Cambiò argomento James.
 
 
………..
 
Nei sotterranei, nell’elegante ufficio del professor Lumacorno, si stava svolgendo una cena molto tranquilla.
“Non sono venuti, vero?” Chiese il professore a Lily.
“Non hanno accettato l’invito.” Spiegò lei sospirando.
“Peccato peccato. Chissà perchè? Sei sicura che abbiano capito bene l’orario?” Chiese il professore educato come sempre.
All’improvviso la porta si aprì un pochino e quattro oggetti grandi quanto un uovo volarono nella stanza.
“GRANATE!” Gridò un ragazzo nato Babbano lanciandosi dietro un divanetto e fu l’unico a riuscire ad evitare di essere colpito in pieno dall’esplosione di quelle uova colorate che coprirono anche quello studio di polvere colorata.
“Penso che questa sia la loro risposta.” Commentò Lily coperta di colore come tutti.
“Capisco.” Sbuffò il professore tentando di liberarsi gli occhi.
Fuori dalla stanza i Malandrini corsero via ridacchiando e dandosi il cinque.
 
………
 
Il girono dopo i ragazzi scelsero le materie per il terzo anno. Sirius e James cercarono quelle più semplici come Babbanologia e Cura delle Creature Magiche, mentre Remus e Star le scelsero praticamente tutte tranne Divinazione.
 
……….
 
Finalmente giunse anche il girono della volata dei Grifondoro.
Jordan e Star consegnavano le scope a chi non ne aveva una mentre Sirius e James scrivevano i nomi di chiunque riuscisse a stare a cavallo della scopa per più di cinque secondi, tempo che per loro andava abbastanza bene per poter consegnare la maglia a fine giornata.
“Allora sono tutti in aria?” Chiese Malcom a Jordan.
“Si, certo.” Affermò il capitano prendendo a sua volta una scopa e alzandosi in volo con Star al suo fianco.
“Ho il permesso di divertirmi, capitano?” Scherzò la ragazza.
“Permesso accordato, ma non farti male, c’è la finale fra un po’ e vorrei che tu fossi tutta intera per quel giorno.” Si raccomandò Jordan.
“Si, tranquillo.” Star sfrecciò via raggiungendo i suoi amici. Remus pareva averci preso un po’ di più la mano a volare, infatti era più sicuro nei movimenti.
“Allora ragazzi, che ne dite di una bella gara di velocità?” Propose la ragazza.
“Ci sto!” Urlarono James e Sirius.
“Perderò!” Decretò Remus sorridendo comunque e partendo con loro.
Tutto fu velocissimo in confronto ai lunghi preparativi. Presto la giornata finì e i Grifondoro uscirono dal campo di Quidditch ritirando le maglie rosse con la scritta in oro “Secondo raduno dei Grifondoro, io ho volato” e sotto il tempo esatto di volo personalizzato per ognuno, ovviamente. Nel retro capeggiava un leone tutto d’oro a cavallo di una scopa disegnato dalle esperte mani di Sirius accompagnate da quelle strabilianti di Star.
Durante la cena tutti i Grifondoro esibivano le loro maglie pavoneggiandosi per il tempo trascorso in volo. Mentre le altre Case li guardavano invidiosi di tale unione.
La festa continuò nella Sala Comune con della Burrobirra rubata da Hogsmeade e tanti cori. Gli stendardi che sventolavano e un certo boccino finto che svolazzava placido sopra tutto e tutti, ammirato o meno. I ragazzi inneggiavano, le ragazze chiacchieravano e tutto si svolse nella più completa unità. Persino i Malandrini, di solito sempre insieme si separarono per fare nuove amicizie e parlare con altre persone.
La McGranitt venne a porre fine ai festeggiamenti con estrema gentilezza quasi fosse, per la prima volta, dispiaciuta nel dover dare un ordine.
Tutti filarono nei loro letti. Tutti, tranne due fratelli che stretti sotto il Mantello dell’Invisibilità si avviarono verso una torre abbandonata e a molti sconosciuta salendo delle scale di legno scricchiolante e ritrovandosi in una piccola stanzetta circolare piena di polvere e vecchia roba ma con un’enorme finestra e un largo davanzale. Si sedettero lì fissando le stelle.
“Come stai?” Le chiese James. Non le faceva quasi mai quella domanda ma quando lo chiedeva esigeva assoluta sincerità.
“Benissimo, non riesco a credere che sia la mia vita ma lo è! James è così bello, mi sono divertita così tanto in questi giorni e pensare che per la prima volta, finito quest’anno, non dovrò tornare in Orfanotrofio mi fa sentire leggera e libera. Io sono libera.” Sputò fuori tutto d’un fiato Star, con gli occhi che le brillavano per l’emozione.
“Dennis?” Domandò ancora suo fratello.
“Dennis è un caro ragazzo, non è troppo invadente e non mi chiede in continuo di uscire, sa rispettare i miei spazi e quando siamo io e lui mi sento bene, non come quando sto con voi ma bene. E’ penso l’unico ragazzo dopo di voi di cui sto iniziando a fidarmi, con mooolta lentezza, ma sto iniziando.” Raccontò lei felice e orgogliosa di sé stessa.
Stettero in silenzio per alcuni minuti.
“Star?” La ragazza poggiò la testa sulla spalla di James mentre lui estraeva da sotto i suoi vestiti un cordino in cuoio con un ciondolo blu cobalto a forma di lacrima, la sostanza volteggiante in esso ribolliva tiepida e allegra. “Cosa hai fatto?”
Lei lo guardò affondo negli occhi. “L’incantesimo che Silente mi aveva consigliato di provare.” Cominciò decisa. “E’ un incantesimo di trasferimento di un pezzo della propria anima in un’altra persona grazie all’amore profondo e ad una forte fiducia. Tu ora hai veramente un pezzo della mia anima con te e più avanti quando ti sentirai pronto potrai lasciarmi un pezzo della tua, basterà solo che tu la lasci.”
Passarono attimi silenziosi, i gufi fuori stridevano nella notte mentre l’aria dolce di primavera li investì in pieno con un piccolo soffio di vento.
“Tu l’hai fatto davvero?” Si sorprese James.
Star annuì piano senza smettere di guardare in quei profondi occhi nocciola.
“Ti lascio la mia. Ora, subito. Senza esitazioni, prendila.” La incoraggiò lui.
Sua sorella respirò a fondo, un sorriso commosso le apparve in viso per la prima volta. “Ti svelo un segreto perché tra noi non ce ne sono: Prima che io ti donassi un pezzo della mai anima…”
In quella piccola pausa James vide i suoi occhi sorridere, letteralmente, pieni di fiducia.
“…prima, molto prima… tu mi avevi già lasciato un pezzo della tua. La custodisco gelosamente da allora. E non la lascerò mai.”
Fratello e sorella si abbracciarono forte con i piedi a penzoloni nel vuoto, contro il cielo pieno di stelle che li fissavano sorpresa da tutto quell’amore.
 
 
 
*****************
 
Grazie mille o cielo divino! Finalmente ho finito questo enorme parto di capitolo che mi ero detta avrei finito presto perché è estate…. Mi sbagliavo… Ora io sto per partire e lascio questo mio lavoraccio nelle mani di Triskell che sarà così gentile da inviarlo perché io non avrò una mazza di connessione perché vado al mare!
Bene.
 
Ciao ciao




Salve, sono Triskell, e sono qui solo per pubblicare questo stupendo capitolo, non mi dilungo troppo perchè è molto tardi e sono appena tornata da 4 ora di macchina quindi sono stanca. Spero che il capitolo vi piaccia come piace a me =)
Alla prossima,
Triskell_
  
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