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Autore: BLU REI_Celestellina    07/09/2008    4 recensioni
Dice un'antica leggenda che il sole ama la luna, la luna il sole ama, ma mai insieme possono stare. Quando il sole arriva, la luna se ne va, e quando arriva la luna, se ne va il sole. Solo uno sguardo, uno sguardo e basta... Chiara e Andrea, il giorno e la notte, il sole e la luna, due mondi che non si incontrano mai, ma come dice la leggenda... il sole ama la luna, la luna il sole ama." Ciao a tutte, come avete potuto leggere, questa è una storia a più mani. Due per la precisione: Celestellina e BluRei, ma c'è di più...Questo racconto nasce con l'idea di far seguire a due persone diverse l'evoluzione interiore dei due personaggi principali. Fateci sapere se l'esperimento è riuscito! Baci, BLU REI e Celestellina NOVITA': IN TUTTI I CAPITOLI I VIDEO CON LA COLONNA SONORA DI CHIARA E ANDREA
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole ama la luna,

la luna il sole ama


Capitolo 1: Stay





Sono in ritardo … sono in maledetto ritardo! Perché non sento mai la sveglia? Proprio il primo giorno di scuola, quando tutto dovrebbe essere perfetto, io sono in ritardo!

Ho appena dieci minuti per vestirmi, truccarmi e fare colazione. È una tragedia!

Speriamo almeno che Viola mi aspetti!

Prendo alla rinfusa vestiti dall’armadio, dato che come al solito non ho ancora deciso cosa mettermi, alla fine, più che altro perché veramente non c’è tempo, metto il top bianco a pois, tanto per sfruttare ancora un po’ l’effetto abbronzatura, e la salopette di jeans. Le converse blu sono immancabili, come al solito.

Mi fiondo in bagno, ancora pieno del profumo di papà che ne è appena uscito, e do un’occhiata sconsolata ai miei capelli ricci. Non c’è tempo … prendo la mia fascia larga e cerco in qualche modo di domarli così. Un tocco di rimmel e sono pronta.

– Mamma! La colazione! -
- Sul tavolo –

Mammina, che tesoro! Prendo al volo il bicchiere di succo d’ananas che mi aspetta sul tavolo, e quasi mi affogo per quanto faccio veloce. Mia madre mi guarda preoccupata, ma presto si riabituerà, da quando mi ricordo le mattine prima di andare a scuola sono sempre state così.

Le scocco un bacino e mentre prendo lo zainetto con i quaderni e il diario nuovi di zecca urlo

– Ciao papo! Buon lavoro! –

Lo vedo affacciarsi dalla porta della sua camera mentre si abbottona i polsini alla camicia, mi sorride e mi grida

– In bocca al lupo tesoro! –

E’ bellissimo il mio papo, occhi verdi e capelli scuri, proprio come me, se non fossi così in ritardo mi butterei di corsa tra le sue braccia per farmi dare una “strizzatina” come solo lui le sa dare, e farmi sgridare per averlo spiegazzato, penso mentre corro fuori di casa.
Sento mamma che mi grida dietro

– Chiara, buona giornata! –

*****

- Buongiorno!
- Giorno.
- E’ già tardi! Non l’hai sentita la sveglia? Non pensare nemmeno di fare colazione e muoviti! Non vorrai fare tardi il primo giorno di scuola? Quest’anno la musica deve cambiare, muoviti!
- Mh.
- Mh, Mh. Sempre a mugugnare! Cos’è, il gatto ti ha mangiato la lingua?
- Noi non abbiamo un gatto.
- Fai poco lo spiritoso e muoviti. Ricordati che di pomeriggio, dopo che hai fatto i compiti devi venire a darmi una mano in negozio.
- ...
- Hai capito Andrea!
- Si, si.

Eccomi, la mia solita fortuna. Il primo giorno di scuola ed io non faccio neanche colazione. Sarebbe stata una cosa troppo da famiglia unita. Lui non avrebbe retto! Mi chiamo Andrea, ho diciannove anni e quest’anno frequenterò il quinto anno del liceo scientifico “Galilei”. Non ho fratelli, mio padre è proprietario di un negozio di ferramenta e mia madre è morta di cancro un anno fa.

Da quel giorno la mia vita ha intrapreso una parabola discendente, che precipita, senza freni, verso la distruzione.

Anche quest’anno le vacanze sono finite e la scuola sta per ricominciare.

Adoro il mare e sopporto l’estate, caldo, noia e tutte quelle ragazze a piede libero che riempiono le spiagge e le strade di un chiacchiericcio insensato e martellante, capaci di rendere caotico persino il silenzio, ma belle, abbronzate e disponibili.

Odio mio padre, da quando mia madre è morta non fa altro che gettare su di me le sue frustrazioni, non ho mica voluto io la morte di mia madre!

L’anno scorso sono stato bocciato.

Come se non bastasse l’umiliazione di dover ripetere l’anno e la noia di doverlo trascorrere con degli emeriti sconosciuti, mio padre mi ha fatto pagare cara la mancata ammissione agli esami facendomi lavorare a tempo pieno nella sua ferramenta per tutta l’estate.

****

Eh si, Chiara, per chi di voi non l’avesse capito, sono io, diciassette anni, anzi quasi diciotto per la verità.

Sto correndo a scuola, lo scientifico “Galilei”, per cominciare quello che sarà l’ultimo anno tra quelle mura! Quest’anno si prospetta già difficile, con l’idea degli esami a fare da spettro, pronto a far capolino in tutte le prediche dei miei genitori, anche se non me ne fanno poi tante!

Quella che mi aspetta all’angolo con l’aria piuttosto infuriata invece è Viola, la mia migliore amica, nonché mia compagna di classe, e di banco, fin dalle medie. Lei come al solito è perfetta, con i suoi capelli biondi a riccioli ben definiti, che chissà come fa ad ottenere sempre, anche la mattina!

Anche oggi si è messa i sandali “gladiatore”, come li chiamo io, li ha portati tutta l’estate, e ormai sono diventati leggenda! Mentre mi avvicino continua a battere il piede a terra, e con espressione eloquente mi segna l’orologio, per farmi capire che è tardissimo, come se io non lo sapessi già!

– Ciao gladiatore! –

La saluto mentre lei comincia a camminare lasciandomi indietro.

– Dai, non ti arrabbiare! Giuro che domani faccio prima! -
- Si, ma il primo giorno non è domani, è oggi Kia! -
- Dai Violettina … non ti arrabbiare –

Già lo so che non può resistere tanto arrabbiata con me, poi se le faccio quel tono pietoso e la faccina contrita … non c’è storia! Infatti eccola che si volta e mi fa una smorfia

– Scema! Se saremo al primo banco ricordati che sarà colpa tua! –

Accelero un po’ il passo per raggiungerla e continuiamo a camminare accanto, con le braccia che si sfiorano ogni tanto, facendo sbattere tra loro i nostri braccialetti uguali.

Odio la scuola, un covo di individui privi di inventiva e di passione per il loro mestiere.

E odio questi ragazzi, che con la loro vita fighetta ti guardano dall’alto in basso con la puzza sotto il naso.

Comunque ormai è inutile recriminare, lo scorso anno me la sono spassata, ed ora ne devo pagare le conseguenze!

Quindi, pronti e via. Stomaco vuoto, nausea post sbronza, maniche lunghe per nascondere i postumi di un’estate trascorsa a lavorare. Cioè, pelle color mozzarella. Occhiali da sole ed indifferenza, così, forse riuscirò a superare questa giornata di merda.

Ormai siamo nei pressi della scuola e dovremmo essere ancora in tempo, la campanella non è ancora suonata. Nell’atrio e a ridosso dei muretti si sono già formati diversi capannelli, mentre i “primini” si distinguono perché camminano a gruppetti di due o tre, e si vede che anche se vogliono fare gli spavaldi sono spaesati..

– Viola, ti ricordi noi cinque anni fa? -
- Si, Kia, mi ricordo … sentimentaloide anche di prima mattina tu, eh? -
- E vabbè che c’entra … guardali poverini. Oddio, non ci credo che siamo all’ultimo anno! 
- Credici tesoro, adesso si che possiamo dominarli tutti! -
- Alla conquista, gladiatori! –

Scoppiamo a ridere.

Eccoli li. Tutti sorrisi, moine e bei vestiti. Vuoti come i loro cervelli. Le ragazzine che camminano appiccicate, poi, sono quelle che odio di più. Devono gridare al mondo che loro almeno un amico lo hanno trovato. Puah!

Ormai siamo quasi davanti il cancello così, tanto per solidarietà ai primini, le tiro il laccio che le tiene su la maglietta lunga, che scompone un po’ la sua aria da perfettina, e ridendo come una pazza corro al riparo dalle sue ire.

Fanno sempre i soliti discorsi, quanto siamo cresciute, come siamo belle. Faccio bene io a mettermi le cuffie e a fregarmene di tutti!¨ Io, voglio una vita tranquilla, perché è da quando son nato, che sono disp “ AHIA!

Mi giro a guardarla. E mentre corro, forse a causa della divina provvidenza che Viola sta invocando su me, vado a sbattere contro qualcosa

– Ahia! –

Dalla voce mi correggo, qualcuno.

Lo zainetto vola per terra, e mentre sento Viola ridere mi abbasso a raccoglierlo, imbarazzatissima per la brutta figura. Proprio il primo giorno di scuola del quinto anno!

Anche il ragazzo con cui mi sono scontrata si abbassa a raccogliere qualcosa che gli è caduto, ah ecco, il lettore mp3! Contemporaneamente ci alziamo, e quando alzo lo sguardo mi perdo negli occhi più belli che abbia mai visto!

Se esiste un verde speranza deve avere proprio questo colore, mi dico.

- Ecco! Proprio a me doveva capitare l’imbranata di turno!-

Mi mormora una sorta di scusa e scappa via tutta rossa. Crede davvero di cavarsela così? Se mi ha rotto il lettore mp3 la vado a cercare fino in classe, la scema.

Proprio quando mi sto chiedendo dove sia stato finora, mi dà dell’imbranata, così ancora più imbarazzata di prima, mentre Viola ancora ride gli dico uno

-Scusa-

A metà tra il dispiaciuto e il vagamente incavolato e me ne scappo a testa bassa mentre Viola mi corre dietro.

Non posso credere che sia stato così antipatico, in fondo non l’ho fatto apposta!
Ma chissà perché, mentre me ne vado mi viene in mente il ritornello di una canzone di Elisa “Please wait! Just Stay! Did you wanted to be this way”" anche se in realtà sono io che me ne sto andando.

Ma che me ne frega! È proprio antipatico!












______________________________________l'angolo di BLU REI e Celestellina



Speriamo che questo primo capitolo vi sia piaciuto, insieme alle prime "immagini" dei nostri personaggi, e che il nostro esperimento riesca bene! A tal proposito vi invitiamo a scriverci nelle recensioni cosa vi piacerebbe accadesse nei prossimi capitoli, tanto per provare anche a rendere la storia interattiva!

  
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