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Autore: WhiteOphelia    05/08/2014    5 recensioni
“Considerando la vita che faccio, credo che sia preferibile non stare con qualcuno a cui potrei davvero affezionarmi.”
[...]
Come ho anche solo potuto pensare per un millesimo di secondo che quelle parole, proprio quelle, fossero rivolte a me? Come ho potuto illudermi in questo modo?
Ho creduto che lui ci tenesse davvero a me, che ci tenesse così tanto dal preferirmi a distanza pur di non ferirmi, e invece… Erano solo un modo per indorarmi la pillola.
Come ho anche solo potuto credere che una come me avesse qualche possibilità con il grande Oliver Queen? Come ho potuto illudermi che fossi io ciò di cui lui aveva davvero bisogno?
Sono stata una sciocca.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Sarah Lance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"How difficult it is to prevent the countenance from betraying guilt"*

 

"I like to think that we had it all.
We drew a map to a better place;
but on that road I took a fall...
Oh, baby why did you run away?


- Maroon 5, Maps

 

Probabilmente era ancora sotto shock.
Non riusciva davvero a credere a quello che era accaduto pochi attimi prima.
Non riusciva ancora a credere che fosse tutto reale e non un orribile incubo.
Felicity…
Come aveva potuto? Come diavolo aveva potuto farle una cosa simile?
Oliver si alzò di scatto dal corpo di Sara, guardandosi attorno come se non riuscisse a ricordare come avesse raggiunto quel punto. Ma lo ricordava, e lo ricordava bene, purtroppo.
Aveva avuto una paura fottuta. Una paura assurda di star commettendo il più grande errore della sua vita.
E l’avevo commesso, ma non era quello che pensavo.
Si rivestì velocemente, mentre cercava di capire cosa fosse scattato nella sua mente per farlo comportare come il più abbietto degli esseri umani.
Sara lo stava richiamando, ma Oliver non riusciva nemmeno a sentire la sua voce, fino a quando la ragazza non lo fermò per un braccio.
«Oliver, che succede?» gli chiese preoccupata, mentre lo sguardo del ragazzo diveniva quasi vitreo.
Non le rispose, Oliver, fino a quando, esasperata, la bionda non gli strattonò il braccio.
«Oliver!» gli gridò in viso, e fu solo in  quel momento che il ragazzo si rese di nuovo conto della sua presenza.
«Perdonami, Sara.» le uniche parole che riuscì a pronunciare. Ma a Sara non sarebbero mai bastate, per questo continuò.
«Ho commesso un errore, un enorme errore.» riprese alzando il viso verso di lei.
«Io… Avevo un appuntamento con Felicity. Le ho chiesto di cenare con me questa mattina, ma… Non so cosa mi sia preso. Le ho scritto che non potevo cenare con lei a causa di alcuni problemi fonderia. Non credevo si presentasse.» finì, mentre si rendeva conto sempre più di quanto stronzo fosse stato.
«O, forse, lo credevi.»
Le parole di Sara lo colpirono come una freccia in pieno petto.
«Cosa intendi?» le chiese sulla difensiva.
Sara mollò la presa sul suo braccio e riprese a vestirsi.
«Credo tu lo sappia bene, Ollie.» continuò la ragazza, mentre il suo sguardo si velò di dispiacere.
«Peccato che questa volta non credo tu possa riparare con qualche bella parolina, o qualche frase ad effetto, come quella che le hai venduto al ritorno della Russia. Ora, non ti crederà mai più.» e, dette quelle ultime parole, lasciò il covo mentre nel cuore del ragazzo si stava aprendo la più grande ferita che il suo corpo avesse mai visto.

L’aveva chiamata almeno trenta volte. Era stato al suo appartamento e l’aveva cercata in giro per la città, ma quando ritornò al covo trovò solo Diggle girato di spalle, le braccia lungo il busto ed i pugni stretti.
L’ex soldato non si voltò nemmeno.
«Non c’è. Sono stato al suo appartamento. Non c’è, come non ci sono più i suoi vestiti.» disse l’uomo di colore e quelle parole furono un colpo al cuore, ma Oliver non fece in tempo a realizzarle perché il gancio destro di Diggle lo colpì così forte che quasi cadde a terra.
Non aveva la forza di ribellarsi o difendersi, né la voglia. Era una giusta punizione; ma le parole che seguirono gli fecero male, male davvero.
«Ho sempre creduto che tu provassi qualcosa per lei. Dopo il discorso che le feci al ritorno dalla Russia, ero convinto tu ne fossi davvero innamorato ma spaventato. Ci sono voluti molti altri mesi prima che tu le confessassi i tuoi sentimenti, per poi rimangiarteli. Hai idea di come sia stata lei dopo la storia di Slade? Sai perché si prese due settimane di ferie? Per piangere, Oliver.»
Il suo pugno aveva fatto meno male.
«È innamorata di te, tutti lo sappiamo, e quelle parole usate solo per il piano contro Slade l’avevano destabilizzata. Prima l‘uomo che ama le dice di contraccambiarla, poi le passa la cura per poter andare a salvare Laurel, la sua storica ex. E lei ti ha aiutato. Slade l’ha presa e per poco non ci rimetteva la vita, il tutto per vederti felice ed aiutarti a sconfiggere parte dei tuoi demoni del passato. Sull’isola, il tuo silenzio le ha dato quell’ultima conferma: non provavi niente per lei e mai l’avresti provato. Ci ha messo due settimane per rimettersi in piedi, ma l’ha fatto. Per te, per il team e per la città. Poi, te ne esci con un appuntamento. Io e Roy abbiamo aperto una bottiglia di vino questo pomeriggio quando Felicity, messa alle strette, ce l’ha confidato. Eravamo tutti felici. Anche tu sembravi esserlo. Felicity, poi, non stava più nella pelle. Era bellissima questa sera con quel vestito rosso – ed indicò i monitor sul quale si stagliava l’immagine di Felicity che entrava al covo - ma credo che questo tu lo sappia già, vero?»
L’immagine sul monitor cambiò, inquadrando un Oliver Queen – ancora ancorato a Sara – che guardava dietro di sé, lo sguardo terrorizzato.
«La sera del suo appuntamento con te e lei ti trova a scoparti bellamente la tua ex, e non una qualsiasi… Bensì una per la quale provi affetto. O sbaglio?»
Oliver non riusciva a muoversi mentre Diggle sputava veleno con quelle parole.
«Sei il più grande stronzo che io conosca. Spero solo che questo dolore che le hai causato riesca a farle dimenticare l’amore che prova per te, perché tu, Oliver, non la meriti.» e dette queste parole, l’ex soldato prese la porta, lasciando il biondo immerso nel senso di colpa, una colpa che non avrebbe mai potuto espiare.

Il resto della notte trascorse lento. Oliver era passato di nuovo a casa di Felicity e si era seduto sul suo divano, mentre l’odore della ragazza lo circondava come mai più avrebbe fatto in sua presenza.
Ne aveva commessi tanti di errori in vita sua, ma quello superava di gran lunga tutti quelli di una vita intera.
Si alzò in piedi e si diresse verso la camera della ragazza.
Sapeva che avrebbe fatto male, ma doveva farlo.
Aprì l’armadio ed il vuoto al suo interno fu un altro colpo dritto al cuore.
I vestiti non c’erano, le grucce erano quasi tutte a terra, come se i vestiti fossero stati strappati da esse con rabbia e gettati alla rinfusa in valigia.
Chiuse di scatto le ante, era troppo doloroso vedere quell’armadio vuoto dei vestiti colorati della sua Felicity.
Fu proprio una macchia di colore ad attirare la sua attenzione qualche attimo dopo.
Nel cestino sotto alla scrivania, un pezzetto di stoffa traboccava. Era stoffa rossa.
Oliver deglutì, sapendo già cosa fosse quella stoffa colorata; si alzò lentamente e si diresse al cestino, si piegò sulle ginocchia e tirò fuori quello che rimaneva del vestito che la ragazza aveva indossato quella sera. Era strappato in più parti e bagnato di lacrime. Il colletto era sporco di fondotinta, come se la ragazza l’avesse letteralmente strappato dal suo corpo, e piccole gocce rendevano la stoffa più scura dove le lacrime l’avevano raggiunto.
Oliver strinse l’abito al petto e si lasciò cadere a terra.
Non l’avrebbe più rivista.





*Heu! quam difficile est crimen non prodere vultu. - Ovidio, Metamorfosi, II
Traduzione: Oh! Quant'è difficile che il delitto non traspaia dal volto.










Note dell'Autrice
Ed eccoci qua con l'altro lato della medaglia, ossia la versione di Oliver.
In questo capitolo vediamo la reazione del nostro Vigilante all'arrivo della sua IT Girl ed il confronto con Diggle.
Riuscirà Oliver a ritrovare Felicity ed a sistemare le cose?
Beh, lo scopriremo solo vive- no, quello era Battisti. Dicevo? Ah, sì... Lo scopriremo nei prossimi capitoli! Mi sa che la parlantina di Felicity abbia colpito anche me! lol Ahahahah

A prestissimo, e grazie di cuore per le splendide recensioni che mi avete lasciato e per le mille letture. Davvero, mi avete fatta sentire parte del fandom da subito! Grazie ♥

Un caro abbracciato a tutti voi, lettori silenziosi e non.
WhiteOphelia

   
 
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