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Autore: 9Pepe4    11/09/2008    14 recensioni
Bra Brief, cinque anni, pensa che i maschi (esclusi suo padre e suo fratello, s’intende) non siano altro che mocciosetti frignoni. O almeno sino a quando non dà una sonora zuccata contro Son Goten, diciotto anni…
Quando poi scopre che ha la fidanzata... Attenta a te, ragazza, non sai di cosa è capace una bambina tutto pepe e dall’irrefrenabile immaginazione!
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bra, Goten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1 – QUESTIONI D’AMICIZIE

Bra si rotolò sul tappeto come un gattino, gli occhi azzurri sgranati. «Ti prego, papi!» miagolò, con fare implorante.
Vegeta, seduto sulla poltrona vicino al punto in cui la bambina stava ruzzolando languidamente, la ignorò.
Bra, allora, gattonò sino al padre e prese a strusciarsi ostinatamente contro le sue gambe. «Dai» lo pregò, insistente, «i papà delle mie amiche lo fanno!» puntualizzò quindi, lamentosa.
«Non mi importa niente dei papà di quei mocciosi» sbottò Vegeta, senza alzare gli occhi dal giornale che stava sfogliando.
Lo sorprendeva sempre, leggere sino a che punto si spingeva l’idiozia dei terrestri.
Bra, apparentemente ignara del fatto che il padre non l’avesse minimamente in nota, aveva messo il broncio. «MocciosE» corresse, in tono offeso.
Vegeta emise un grugnito.
«Non mocciosI» continuò la bambina. «Io mica faccio amicizia con dei maschi» aggiunse, come se trovasse raccapricciante la sola idea.
Per un istante rimase in silenzio, corrucciata, quindi si mise seduta e, con la testa ciondoloni su una spalla, ripartì tenacemente all’attacco: «In braccio!» reclamò. «In braccio, in braccio! Non è giusto che tu mi sollevi solo quando hai voglia» si lamentò.
Vegeta sbuffò, girando un’altra pagina del giornale. «È giustissimo, invece» ribatté, senza staccare gli occhi dall’articolo che si trovò davanti. «Va’ da tuo fratello».
Il tono era decisamente quello di un invito a smammare il più in fretta possibile.
Bra indugiò per qualche istante. Poi, seppur a malavoglia, dovette riconoscere la sconfitta, almeno per quel momento.
Appoggiando le manine al pavimento per tirarsi in piedi, borbottò qualcosa tra sé e sé, quindi corse fuori dal salotto e percorse velocemente il corridoio, sino a sgattaiolare nella stanza di Trunks.
Il giovane sedeva davanti al computer, digitando in fretta alcune parole.
Bra rimase a guardare per un po’, chiedendo come il fratello facesse a non annoiarsi davanti a quello schermo pieno di scritte incomprensibili.
Senza voltarsi, il ragazzo domandò: «Che ci fai qui?»
A quel quesito, la bambina sobbalzò, colta alla sprovvista. Eppure era certa di essere stata fermissima… Per un istante, confusa, si chiese come il fratello l’avesse individuata, poi le venne in mente che doveva aver percepito la sua aura.
«Papà non mi voleva prendere in braccio, allora sono venuta da te» spiegò, in tono petulante.
Zampettò sino alla sedia del ragazzo e appoggiò la mano contro il fianco del fratello, sporgendosi in punta di piedi per spiare con curiosità lo schermo del computer. «Cosa fai?» domandò.
«Una ricerca» rispose Trunks, criptico, senza voltarsi verso di lei.
La bambina si accigliò. Nessuno la guardava, in quella casa, si disse, profondamente offesa.
Quasi avesse captato il suo pensiero oltraggiato, Trunks finalmente si girò verso di lei, e la esaminò con i propri occhi cobalto. «Magari giochiamo più tardi» propose, affettuosamente.
Bra mise il broncio.
«Non hai qualche amico da invitare?» le chiese il fratello, prima di voltarsi di nuovo verso il proprio portatile.
A quelle parole, il viso già scuro di Bra si rabbuiò ulteriormente. «Anche tu!» sbottò. «Già ha sbagliato papà» aggiunse, scuotendo la testolina azzurra. «Io non ho amici maschi!» esclamò quindi, pestando i piedi per sottolineare il concetto.
Trunks si voltò a guardarla, divertito. «E perché?» le domandò, indulgente.
«Perché sono scemi!» rispose Bra, con veemenza. «Si scaccolano, mi fanno schifo!» sostenne quindi, le guance paonazze. «E poi rompono le bambole e i peluche» aggiunse, in tono risoluto.
«Oh, grazie» disse Trunks, ironico. «Ti sembra che io faccia tutte queste cose?» le domandò quindi, scrutandola.
La bambina lo guardò per un momento, quindi scosse la testa con decisione. «Tu sei l’unico maschio intelligente» dichiarò, sicura. Parve riflettere un attimo. «Ma anche il papà lo è» aggiunse, fedelmente.
Trunks non contestò, ritornando alla propria ricerca. «Dopo giochiamo» promise, riprendendo il mouse.
Bra annuì e si allontanò, rimuginando sulla stupidità degli altri maschi.
  
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