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Autore: DreamWriter    07/08/2014    4 recensioni
[STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA. Mi scuso con tutti coloro che la seguivano, ma al momento non ho ispirazione per continuarla]
C'era una volta una città piena di magia, in un mondo in cui la magia non esiste.
Storybrooke.
Terra di principesse, pirati, regine e streghe.
Terra di uomini e donne che devono sempre scontrarsi con il cattivo di turno per mantenere il bene.
Terra di uomini e donne che devono superare i loro demoni interiori per essere felici.
Terra che ora, misteriosamente, inizia a riempirsi di neve e ghiaccio.
- «Bene. Andiamo a fare pupazzi di neve, Swan!» - [Dal I capitolo]
Capitoli:
-When the days are cold (Emma, Killian)
-When your dreams all fail (Robin, Regina, Marian, David, Emma, Killian, Henry)
-With the beast inside (Rumple, Belle, Robin, Marian, Henry || Emma, David, Killian, Walsh)
-We still are made of greed (Emma, Killian, David, Whale, Walsh || Zelena, Regina delle Nevi)
-This is my kingdom come (Henry, Robin, Marion, Belle, Rumple || Emma, Walsh, Killian, David)
*Ambientata subito dopo la 3x22*
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Elsa, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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WHEN THE DAYS ARE COLD

«When the days are cold
and the cars all fold
and the saints we see
are all made of gold..
» 

[“Quando I giorni sono freddi
e le carte sono piegate
e i santi che vediamo
sono tutti fatti d’oro..”] 

~Demons, Imagine Dragons

 

Una volta gli era stato detto che il cannocchiale è un prolungamento dell’anima, perché permetteva agli occhi di osservare anche i più piccoli particolari, di fargli propri e rielaborarli.
Killian non amava queste definizioni così poetiche, ma concordava con l’utilità del cannocchiale!

«Un giorno anche tu ne avrai uno, Swan!» piegò la bocca in un sorriso e posò il cannocchiale nelle mani della bionda, approfittandone per sfiorarle i capelli con l’uncino.
Emma non rispose, limitandosi a rigirare il cannocchiale tra le mani e provando a osservare l’orizzonte, come aveva appena fatto il pirata. Tuttavia si sentiva goffa, sentiva lo sguardo del Capitano su di sé e sapeva che lui stava sicuramente ridendo sotto la barba nel vedere quella scena.
Infatti il commento sarcastico di Killian non si fece attendere «Ma guardatela: la figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro che si improvvisa pirata! Ricordami di riferirlo a tuo padre: sai, credo che a David possa far piacere sapere che sua figlia predilige la vita di mare a quella in un castello!» una risata incorniciò quelle parole e Killian cercò di strappare il cannocchiale dalle mani di Emma.
«Oh, non dubito che lo farai…» Emma scansò facilmente la mano di Killian e continuò a stringere il cannocchiale, accennando un sorriso «…ultimamente tu e mio padre trascorrete fin troppo tempo insieme!». Prima che il pirata potesse tentare un nuovo attacco, la Salvatrice gli restituì il cannocchiale e incrociò le braccia, scrutando il mare solo con i propri occhi.
«Cosa vorresti insinuare, Swan? Tuo padre è un uomo sposato!» le risate di Emma e Killian si fusero in una sola e, pochi secondi dopo, le braccia del Capitano cingevano le spalle della sua fidanzata.
Emma posò sulle labbra di Hook un rapido bacio, per poi ritrarsi dall’abbraccio e rubare nuovamente il cannocchiale «Ah-ah! Mai abbassare la guardia, Jones! Questo non lo insegnano ai pirati?».
«E alle principesse non insegnano le buone maniere? Mai ritrarsi dopo un bacio!» Killian intrappolò nuovamente Emma tra le sue braccia e avvicinò la sua bocca a quella della donna, cercando di rubarle un altro bacio. Ma la mano di Emma lo bloccò e lei si scansò, questa volta senza alcun sorriso.
«Non sono una principessa…» Emma si irrigidì e il suo tono di voce divenne più brusco.
C’erano parole che ancora le facevano male e frasi che non dovevano essere pronunciate. Non davanti a lei.
Hook roteò gli occhi e cercò di sdrammatizzare la situazione con una buffa smorfia sul viso, ma questo contribuì a rendere ancora più cupa l’espressione di Emma.
«Era solo una battuta. Un tempo avevi più senso dell’umorismo!» il pirata allargò le braccia, senza smettere di sorridere.
«Oh, ma ce l’ho ancora: altrimenti come avrei fatto a stare con uno come te?» Emma cercò di mantenere duro il tono di voce, ma un piccolo sorriso finale la tradì.
«Aye! Complimenti Swan: riesci a fare battute anche peggiori di quelle di tuo padre!» Killian incrinò lo sguardo e si lasciò andare ad una smorfia che dipinse il suo viso in una maschera di sarcasmo. «E comunque, principessa o meno, non avresti dovuto ritrarti da quel bacio: dovresti darmene almeno altri due per rimediare!» il pirata ritornò all’attacco, ma Emma lo deviò nuovamente spingendolo via. Killian perse l’equilibrio e cadde dritto a terra, accompagnando la discesa con parole incomprensibili rivolte alla donna.
«Jones, comincio a pensare che dovrei essere gelosa del pavimento: non perdi occasione per finirci addosso!» la Salvatrice compì il suo dovere aiutando il fidanzato a rimettersi in piedi, non senza mostrare un sorrisetto vittorioso.
«Continua ad allenarti Swan: la gara di barzellette è tra soli due giorni e pare che tuo padre sia molto agguerrito. Se continui di questo passo ti farai battere senza troppi complimenti!» Killian si massaggiò la spalla e diede una rassettata al vestito, fingendosi offeso.
«Continui a nominare mio padre: allora non devi proprio odiare le sue battute se non perdi occasione per ricordarle!» Emma scoccò al pirata un altro mezzo sorriso e prese in mano il cellulare che squillava, rispondendo alla chiamata.
«Robin…novità? Noi abbiamo perlustrato la zona del porto, abbiamo anche dato un’occhiata verso il mare, ma la situazione è tranquilla. Forse fin troppo..» la Salvatrice corrugò la fronte ascoltando le parole di Robin al telefono e sgranò gli occhi senza riuscire più a pronunciare altro.
Dall’altro capo della cornetta, la voce metallica di Robin Hood stava sicuramente rivelando qualcosa di estremamente importante.
Quando Emma terminò la chiamata non aveva più alcuna espressione decifrabile sul volto.
«Cosa ti ha detto?».
«…ghiaccio…».
Killian inarcò un sopracciglio, mentre Emma prese fiato e tornò ad avere un viso più normale.
«Ghiaccio, Storybrooke si sta riempiendo di ghiaccio» la donna deglutì, spostando lo sguardo oltre il porto «Robin ha detto che dove sono loro è tutto innevato. A breve la neve scenderà anche qui…».
«Siamo quasi in estate!» protestò il pirata.
«Siamo a Storybrooke: succede anche questo» Emma scosse la testa, mentre iniziava a collegare tutti gli indizi che avevano avuto prima di recarsi al porto.
C’era stato Pongo che aveva iniziato ad abbaiare verso il cielo e Ruby che aveva sentito col suo fiuto ‘qualcosa di freddo’.
C’era stato il vecchio taglialegna che era entrato nella locanda di Granny avvolto da una giacca pesante, urlando che quella città diventava sempre più strana.
E poi c’era stato il piccolo Roland che aveva svelato a suo padre di aver visto un enorme ‘uomo di neve’ mentre giocava in giardino.
In pochi gli avevano creduto e tra quei pochi c’era stato Henry «Bisognerebbe dare retta a Roland e indagare un po’!» aveva suggerito pieno di eccitazione per quella che si prospettava una nuova avventura.
Senza dimenticarsi di aggiungere che anche a lui nessuno aveva creduto quando aveva cercato di far capire a tutti che erano vittime di una maledizione della Regina Cattiva.
Henry aveva saputo usare le giuste parole ed era riuscito a convincere i grandi a intervenire.
Ecco perché Emma e Killian si trovavano ad ispezionare il porto.
Ma a quanto pare quello era uno dei pochi posti ancora al sicuro.
Killian non riuscì a trattenere uno dei suoi soliti sorrisi sprezzanti.
«Dimmi Swan: quanto tempo è passato dall’ultimo pericolo in città?».
Emma rimase in silenzio, ripensando alla sera prima e a quel bizzarro viaggio nel tempo che lei e Killian avevano vissuto.
«Nemmeno ventiquattr’ore, Killian…».
«Bene. Andiamo a fare pupazzi di neve, Swan!».

   
 
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