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Autore: menestrella 07    13/09/2008    2 recensioni
Ecco la mia prima fanfic relativa al mondo del pattinaggio... e della pasticceria! Prima parte conclusa!
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sette

Ossigeno

 

 

 

Lo dicono anche i proverbi: tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

Nel caso di Emma, però, a stare bello spaparanzato tra il suo consenso al progetto Mondiali e la sua effettiva partecipazione c’era Tobias. In compagnia di Maristella.

 

 

Il periodo che la separava dall’inizio della competizione si profilò immediatamente come il più duro, sportivamente parlando, della sua giovane vita. A partire dal momento in cui il suo allenatore appese vicino allo stereo del palazzetto un calendario che teneva il conto dei giorni che la dividevano dallo short program, ribattezzato per l’occasione C-day, ovvero Chocolate day. Il significato di quella espressione le apparve chiaro quando Tobias le strappò dalle mani una barretta di Kit-Kat: fino ad allora della cioccolata non avrebbe potuto sentire neppure il profumo.

 

 

E pensare che, all’inizio, non ci aveva dato un gran peso, pensando che se la sarebbe cavata comunque grazie al suo lavoro di pasticcera. Peccato che dopo le prime due ore di allenamento aveva compreso che alla Medaglia non ci avrebbe messo più piede fino al termine della gara.

 

 

Non c’è molto altro da dire. Nei due mesi successivi Emma visse per pattinare... e pattinò per vivere, considerato che il minimo sgarro alla routine di allenamenti studiata con scientifica crudeltà da Tobias lo avrebbe costretto, a suo dire, a mettere fine all’esistenza della sua pattinatrice. Senza rancore.

 

 

Fortunatamente Emma ricevette l’appoggio di tutto il paese, semplicemente entusiasta di poter ammirare una concittadina in diretta tv. Anche se ad orari proibitivi per chi crede ancora nell’efficacia di un buon riposo notturno.

 

 

Tra coloro che si dimostrarono maggiormente disponibili vi furono i giocatori di hockey, che ridussero al minimo indispensabile il loro tempo sul ghiaccio, nonostante Emma li avesse implorati di pretendere per i loro allenamenti il sabato sera, in modo da concederle almeno una serata libera a settimana. Ma si sa... tempus fugit. O, come diceva Tobias quando si intrufolava in camera sua alle quattro del mattino, “chi dorme non piglia medaglie”.

 

 

L’unico conforto le veniva dalla sicurezza che presto tutta quella fatica sarebbe finita: avrebbe dovuto tenere duro fino al long program e poi avrebbe potuto riposarsi. Per sempre. Almeno così le piaceva pensare.

 

 

In realtà non aveva ancora le idee chiare su cosa avrebbe fatto dopo i Mondiali. Non tanto perché Tobias le aveva categoricamente proibito di pensare, reputandolo un inutile spreco di energia, ma perché sapeva già che quella di Tokio sarebbe stata la sua ultima brutta figura o, come diceva agli altri per non scatenare polemiche, la sua ultima gara. Che direzione avrebbe preso la sua vita subito dopo era difficile da prevedere: la telefonata di Callegaro non era mai arrivata, perciò doveva dimenticare il progetto di studiare cucina a Venezia.

 

 

Per quanto la amareggiasse, la pura verità era che al di là di focaccine e flying camel spins non c’era molto altro che sapesse fare. Ma nessuna delle due strade sembrava al momento percorribile.

 

 

Peggio di lei, se possibile, stava solo la sua coreografa Maristella. In apparenza, infatti, in quanto braccio destro di Tobias, si comportava come un aguzzino, raddoppiandole a tradimento le ore da trascorre col tutù; tuttavia, alla prova dei fatti, era la più stressata di tutti: il tabaccaio di via Martiri le aveva rivelato in gran segreto che il suo consumo di sigarette si era semplicemente quintuplicato nelle ultime settimane, tanto da trasformarla in una specie di ciminiera ambulante.

 

 

Il fatto era che Maristella era la sua coreografa da anni ma, visti i suoi mediocri risultati, non aveva mai dovuto impegnarsi troppo. L’idea di dover preparare in così poco tempo una coreografia da presentare ad una competizione internazionale l’aveva completamente traumatizzata, al punto da farle abbandonare la sua dieta a base di tisane al sedano in favore di una quotidiana e abbondante razione di pane e nutella, il cui potere consolatorio è noto ad ogni ragazza.

 

 

L’impegno di Maristella si era reso indispensabile dopo che Emma aveva rivelato a Tobias la sua ferma intenzione di gareggiare ai Mondiali con un nuovo programma lungo: con una eloquenza insospettata aveva perorato la sua causa per giorni, lamentando l’inconsistenza del suo LP precedente che, oltre a basarsi sulla musica più che abusata della Madama Butterfly, non teneva conto dei nuovi elementi di salto che intendeva proporre.

 

 

Naturalmente le obiezioni mosse da Maristella e Tobias, circa la possibilità di aggiornare il vecchio programma con i suoi recenti acquisti tecnici, erano più che plausibili, ma Emma fu irremovibile: sarebbero andati in Giappone con un nuovo programma lungo, oppure non ci sarebbero andati affatto. Questo era il suo speciale regalo per loro.

 

 

Certo la ragazza si rendeva conto del polverone da lei suscitato, ma fu solo quando vide Maristella guadagnare due taglie nella stessa settimana che decise di scendere a patti, dichiarandosi pronta ad ascoltare i loro consigli. Nei giorni che seguirono fu sottoposta ad una vera e propria bombardata telematica, arrivando ad ascoltare anche cento mp3 al dì, ma nulla le sembrava fare al caso suo. Maristella e Tobias avevano gusti musicali opposti ma su un requisito erano d’accordo: la musica del nuovo programma avrebbe dovuto essere orientale. Solo così Emma, pattinatrice peraltro sconosciuta, avrebbe potuto conquistare la simpatia del popolo ospitante.

 

 

Con l’aiuto di Carlotta, Vivi e Giovanni, isolò alcune melodie che le sembravano adattarsi meglio al suo stile. Ma c’era sempre qualcosa che stonava, qualcosa che irrimediabilmente mancava. Secondo Tobias si trattava del tempo. Messa perciò alle strette, Emma si impose di prendere una decisione e, attivando la modalità casuale nel suo I-pod, scelse per il nuovo programma una brano della colonna sonora del film Memorie di una geisha, che non aveva neppure visto al cinema.

 

 

La prospettiva la atterriva. Come posso pattinare su una musica di cui non conosco la storia? si chiedeva. La situazione non migliorò quando di fatto conobbe la storia, dopo averne noleggiato il dvd. Quella vicenda non la rappresentava. Pertanto andava scartata.

 

 

Quando comunicò la notizia ai suoi allenatori Maristella collassò in una risata isterica, mentre Tobias prese a calci il capitano della squadra di hockey, che si trovava in pista per studiare qualche nuova strategia per la partita imminente. Ne derivò uno scontro titanico, da cui uscirono entrambi pesti e malconci.

 

 

La soluzione le si presentò inaspettatamente, proprio quando aveva quasi perso ogni speranza. Emma si era rinchiusa nella sua stanza insieme a Carlotta per guardare i loro video di pattinaggio preferiti, che ripercorrevano la storia dei campionati mondiali degli ultimi anni. La sua amica aveva espresso la pretesa di ricevere, in cambio di tutto il supporto che le aveva sempre offerto, l’autografo dei suoi eroi, possibilmente corredato da una dedica personalizzata.

 

 

«Già ti vedo avvicinarti a Stravinskji» incominciò ridendo, dopo aver osservato a lungo il poster dell’atleta dalla zazzera bionda appeso all’armadio, «con quel suo cipiglio inarrivabile!».

Emma arrossì impercettibilmente, prima di unirsi all’amica in una risata liberatoria.

 

 

Avvicinarmi a Stravinskji... Naturalmente non lo avrebbe confessato neppure sotto tortura, però la possibilità di ammirare dal vivo lo zar del ghiaccio di incontrarlo magari, anche se solo di sfuggita aveva giocato un ruolo non così piccolo nella sua decisione finale di affrontare quell’avventura nipponica.

 

 

«E voglio anche una foto» diceva intanto Carlotta. «Senza di te, mi raccomando.»

«Morirei piuttosto che chiedergli un autografo, lo sai!»

«Cosa?! Non lo faresti neppure per la tua migliore amica?!» la rimproverò lanciandole un cuscino.

 

 

Successe tutto in un baleno. Emma scartò il cuscino volante che si infranse sul comodino facendo precipitare il carillon regalatole dalla nonna quando era bambina. Carlotta fece per raccoglierlo, porgendo miliardi di scuse, ma l’amica la fermò, tutta intenta ad ascoltare la musica soave che quel piccolo oggetto così caro diffondeva per la camera.

 

 

«Secondo te che cos’é?» domandò Emma, dopo qualche minuto di silenzio.

Carlotta ci pensò un po’ prima di esprimersi.

«Sembra un rondò» disse incerta. «Perché me lo chiedi?»

 

 

Per tutta risposta, Emma sorrise di gioia.

 

 

 

~ * ~

 

 

 

«Ecco» annunciò la mattina dopo, porgendo un cd masterizzato a Tobias. «Ho trovato la musica del lungo!»

Il suo entusiasmo non svanì neppure di fronte ai grugniti emessi dall’allenatore mentre le note del rondò si spandevano per tutto il palazzetto.

 

 

«Rondò?» chiese perplesso.

«Esatto.»

«In Giappone?!»

«...»

Ora l’idea non le sembrava più tanto geniale. Però non poteva tirarsi indietro.

 

 

«Beh... perché no?»

«Vuoi avere una sola minuscola possibilità in questi campionati?» le domandò esasperato Tobias.

«Io non ho una possibilità. Neppure minuscola» precisò Emma.

«E allora facciamoci ridere dietro, no?!» sbottò ancora l’allenatore.

 

 

«A me piace.»

L’intervento di Maristella era giunto al momento propizio, visto che la ragazza era rimasta a corto di argomenti.

«Davvero?» domandò Tobias brusco.

 

 

«Sto pensando al Carnevale, sontuosi balli in maschera, Giacomo Casanova...»

L’immaginazione di Maristella volò rapida sulle ali del tempo, mentre al suono di quella musica antica iniziava a muoversi in maniera sinuosa sul ghiaccio, tra i fischi di approvazione della squadra di hockey, riunita sugli spalti.

 

 

«Così più che altro pensa a Veronica Franco...» suggerì Carlotta, che aveva preso posto accanto a Giovanni.

«Chi era Veronica Franco?» chiese Liendermann.

«... Ehm ... Una bravissima poetessa» chiarì la ragazza, dopo un istante di esitazione.

«C’è dell’altro, vero?» le domandò piano Emma avvicinandosi.

 

 

Poiché l’amica annuì sagacemente, Emma preferì bloccare sul nascere quella follia di cui non conosceva ancora la portata.

 

 

«Cancella Veronica Franco!» intimò pertanto alla coreografa.

«Oh, andiamo, Emma! Ascolta questa musica. Possiamo tirarne fuori un pezzo così sexy...» protestò Maristella.

«Non voglio fare una coreografia sexy!» si ribellò ancora la pattinatrice.

«Cancella il sexy» la appoggiò Tobias, a sorpresa. «Non ne sarebbe capace...»

 

 

La ragazza gli sferrò un’occhiataccia, ma preferì non ribattere, contenta che per una volta lei e Tobias si trovassero d’accordo. Sebbene per motivazioni diverse.

Capita l’antifona, Maristella si immerse in un lavoro frenetico quanto ispirato ed in pochissimo tempo riuscì ad allestire una coreografia di grande complessità tecnica, che però stranamente si segnalava soprattutto per una caratteristica.

 

 

«È molto dolce» notò subito Tobias, non appena Maristella la eseguì in palestra. E se se n’era accorto lui, c’era da sperare che questo dettaglio non sarebbe passato inosservato.

«Mettici un po’ di malinconia nella parte in calare...» consigliò Carlotta, che aveva seguito attentamente lo sviluppo del nuovo programma. «Nei lenti possiamo ricordare la fine del sogno della Serenissima.»

«Alla faccia dell’intellettualismo! Se mettiamo in pista un programma simile, i russi ci incoroneranno con l’alloro!» aveva esclamato l’allenatore, mentre la ragazza si precipitava sul ghiaccio a complimentarsi con lui per il riferimento colto.

 

 

 

~ * ~

 

 

 

Consolidare la coreografia fu impegnativo. Impadronirsi dei nuovi passi ancora di più. Gli allenamenti divennero sempre più estenuanti, tanto che la stessa Maristella un giorno si consultò con Tobias sulla possibilità di concedere ad Emma una piccola pausa.

 

 

«Non c’è tempo» sentenziò l’allenatore e la ragazza non replicò. Il count-down per i Mondiali era già iniziato e lei non vedeva l’ora che arrivasse la data del fatidico programma corto, che l’avrebbe automaticamente portata a metà dell’opera.

 

 

Enorme fu quindi la sorpresa quando Tobias la convocò in pista per una seduta di allenamento extra, destinata ad illustrarle il programma per la sua esibizione. E lei che pensava di non doverla neppure preparare, un’esibizione.

 

 

«Credi davvero che io possa piazzarmi fra le prime sei al mondo?» gli chiese dubbiosa, non appena lo raggiunse al palazzetto.

«Sì, se le prime dodici cadono un paio di volte ciascuna» le rispose Tobias, dopo una rapida riflessione.

 

 

«Non parteciperò mai al Gala» replicò Emma. «Quindi, perché sprecare altra energia?»

Ma non ci fu verso di convincere Tobias. Sarebbe andata in Giappone con tre programmi, anche se con tutta probabilità ne avrebbe eseguiti solamente due.

 

 

La cosa più tragica fu che Tobias si era messo in testa di preparare una esibizione nuova di zecca; idea davvero assurda, considerate tutte le storie che aveva fatto quando Emma aveva preteso un nuovo libero.

 

 

Quando arrivò in pista, un venerdì mattina, notò subito la strana aria di complicità che si era instaurata fra Tobias e Maristella, che non le lasciava presagire nulla di buono.

«Davvero, ragazzi» tentò, «sapete come si dice, no? Non mi sembra il caso di mettere altra carne sul fuoco!».

 

 

Ma Tobias non volle sentire ragioni. I suoi occhi quella mattina avevano un’espressione tutta particolare, difficile da definire.

«Ci permetti almeno di fartela vedere?» le domandò scocciato. «Maristella c’ha lavorato tutta la notte!»

 

 

Beh, certo, messa in questi termini... Un po’ di rispetto lo doveva pur dimostrare.

 

 

Fu dunque con una grande curiosità che Emma si accomodò a bordo pista, i piedi già avvolti negli scarponcini che penzolavano dalla balaustra. Quando scorse Tobias disporsi in posizione al centro dello specchio di ghiaccio restò senza parole. Aveva davvero intenzione di eseguire l’esibizione?! Da quanto tempo non lo vedeva impegnarsi così tanto nella preparazione di una gara?

 

 

Pochi istanti ancora e la sua curiosità fu soddisfatta. Maristella azionò il lettore cd e nello stadio si diffusero le note di una canzone che non aveva mai sentito prima, ma le cui parole si rivolgevano dritte al suo cuore.

 

 

Don’t give up... You are loved...

 

 

I movimenti di Tobias sul ghiaccio erano fluidi e scandivano perfettamente il ritmo della musica; l’unica nota stonata, a volercela proprio trovare, era data dal fatto che il suo allenatore si limitava ad accennare i salti, abbozzando un flip dove Emma immaginava di poterne eseguire uno triplo, o rivolgendole un’occhiata significativa dove sapeva di poter piazzare una combo 3-2. Ma più di così, non poteva pretendere.

 

 

L’esibizione che Tobias e Maristella avevano allestito per lei era splendida. Per come le piaceva interpretarla, era il loro regalo. L’unico dubbio che le faceva nascere riguardava la sua reale capacità di eseguirla senza cedere a lacrime di commozione.

 

 

«Ti sembra buona?» le chiese alla fine il suo allenatore, ostentando indifferenza. «Maristella ed io abbiamo pensato ad una canzone che potesse adattarsi alle tue caratteristiche...»

«Ai suoi sentimenti, vorrai dire!» lo corresse la coreografa, alzando gli occhi al cielo.

 

 

Ma Emma interruppe subito il loro battibecco, lanciandosi in pista per abbracciarli.

 

 

 

~ * ~

 

 

 

Ed eccoci alla fine di questo capitoletto, che conclude la prima parte. Nella seconda, a breve in linea (o almeno spero, dipende dal tempo e dall’ispirazione ^ ^), vedremo Emma alle prese con la competizione che attende e teme con uguale trepidazione, ove incontrerà e si scontrerà con nuovi personaggi.

 

Sperando che continuerete a seguire le avventure della mia pattinatrice/pasticcera (e pasticciona!), ringrazio coloro che hanno letto e recensito!

Un grazie particolare a Lady_me, che a quanto pare è diventata una lettrice affezionata di questa storia! Grazie per il sostegno! ;) Tra parentesi: sono contenta che ti piaccia Tobias! Temevo di averlo reso un po’ troppo burbero!

 

Grazie ancora a tutti!

 

Menestrella 07

  
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