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Autore: claudineclaudette_    14/09/2008    0 recensioni
Questa è una raccolta di storie. Storie di persone che hanno visto la distruzione del loro mondo e che si sono ritrovate nella Città di Mezzo.
Ogni persona ha la sua storia da raccontare...e il modo in cui ha affrontato il disastro.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts
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Prima storia
I. Un luogo senza luce

E’ buio. E’ tutto buio qui.
Seara dice che non bisognerebbe stare al buio, ma ho troppa paura per muovermi.
Qui sono al sicuro. Continuo a ripetermi. Qui non mi troveranno.
Sono in un vicolo, una casa abbandonata, un vecchio magazzino.
Non importa il luogo, basta che loro non mi trovino.
Da quando siamo in questo posto… hanno cominciato a morire tutti, uno dopo l‘altro. Jacob, Polly e Maria. Maria era mia sorella.
Eravamo degli squatter a casa, lo siamo anche qui. Forse peggio perché non sappiamo cosa aspettarci… O forse sarebbe meglio dire “non so” cosa aspettarmi.
Se Lucas non torna vuol dire che è stato ucciso anche lui…
Mi rannicchio senza nemmeno accorgermene. Ancora ora, dopo tanto tempo, riesco ancora ad illudermi che sia tutto solo un sogno. Un orribile, lunghissimo sogno da cui mi sveglierò un giorno…
E quelle orribile creature nere…
Nere…nere… E’ tutto nero anche qui.
Ricordo bene quando sono apparse la prima volta. Ce lo ricordavamo bene tutti. Dopo qualche giorno ne avevamo parlato, per essere sicuri di non essere pazzi. Forse sarebbe stato meglio.
Essere pazzi intendo.
Ci trovavamo in una casa, tutti e sette. Eravamo quello di più simile a una famiglia che potevamo immaginare. Dei fratelli.
E quello sembrava essere un periodo felice dopotutto. C’era la casa, ed era tutta nostra!
Ero stato io a trovarla, mentre vagabondavo per il quartiere alla ricerca di qualcosa da mangiare, e ci eravamo trasferiti lì alla velocità della luce.
Solo dopo un po’ sono arrivati i problemi.
Era nell’aria, diceva Jacob. Qualcosa di brutto e oscuro era nell’aria… e si agitava. Non riusciva a stare fermo, guardava ogni secondo fuori dalla finestra, si rifiutava di svolgere la sua parte.
Era l’undici marzo quando il mondo finì. E non sto usando una metafora.
Ci trovavamo al buio, tutti e sette… e delle strane…cose, si materializzarono intorno a noi. Sembravano invisibili, se non per gli enormi occhi gialli che ci fissavano ondeggiando a destra e a sinistra. Maria urlò quando riuscì a vederne uno attraversare uno spiraglio di luce proveniente da fuori la finestra.
Poi la terra cominciò a tremare.
Potevo sentire il pavimento cedere sotto i miei piedi, le pareti crollare…e poi cominciarono le urla. Urla di terrore…con un gesto temerario mi affacciai alla finestra e vidi la città… l’immensa metropoli invasa da quei mostri dagli occhi gialli.
E le persone fuggivano.
Urlavano.
Una di quei mostri si gettò in avanti contro Lillian.
La mia Lillian, la bella Lillian… quel tipo di persona che ti immagini a studiare ad Harvard oppure Yale. Era la mia ragazza.
Cercai di raggiungerla, ma ero troppo lontano. L’unica cosa che potei fare fu gridare il suo nome.
Fu Jacob allora a saltare avanti, a farle da scudo. Quella creatura gli squarciò il petto e ne divorò il cuore…poi il corpo di Jacob svanì, come se si stesse sciogliendo in niente.
Ma Lillian è salva! Pensai meschinamente.
La cercai con lo sguardo, la chiamai…ma era scomparsa anche lei.
Scomparsa? Morta. Morta come Jacob.
Loro due furono i primi.
Poi tutto scomparve e ci ritrovammo in un vicolo. Non era la nostra città. Non era il nostro mondo.
Fu Maria la prima a capirlo e quando lo disse ad alta voce, infranse ogni nostra folle speranza di esserci sbagliati.
Ci nascondemmo in un magazzino abbandonato…
A turno, decidemmo di uscire per cercare da mangiare o cercare aiuto, senza allontanarsi troppo.
Uno dopo l’altro sono morti.
La prima fu Polly. Poi venne Maria.
Eravamo rimasti in due. Seara ed io, quando lei decise di andarle a cercare! Diceva che non potevano essere morte. Che forse avevano trovato un posto sicuro e che non riuscivano più a tornare indietro per avvisarli!
Tra noi era sempre stata la migliore per uscire in quelle esplorazioni mortali.
“Camminate dove la luce è più intensa. Ne hanno paura…e se anche decidono di attaccarvi li vedrete meglio”.
Non è più tornata nemmeno lei.
Sono sette giorni ormai.
Il giorno dopo la sua scomparsa sono corso fuori dal magazzino e mi sono infilato in un altro, lontano dal primo e ben nascosto, nel caso quelle creature avessero scoperto il nostro nascondiglio.
Non ho più avuto il coraggio di uscire dopo quella volta e credo di stare cominciando lentamente a morire di fame e di sete.
Meglio così che divorati da quei mostri.
Orribili.
Piccoli, neri striscianti… che strisciano, strisciano, strisciano intorno a te sibilando a bassa voce.
Mi prendo la testa tra le mani e scoppio a piangere. Mai in tutta la mia vita ho avuto tanta paura.
Lillian, quanto vorrei che Lillian fosse qui con me…
No! penso poi con orrore. Non vorrei mai che Lillian sperimentasse questo terrore…
Comincio a dondolarmi sul posto avanti e indietro, ho scoperto che riesce a calmarmi, almeno un pochino.
Spero di morire presto. Non voglio che mi trovino…non voglio che mi uccidano…
E intanto sento gli occhi farsi pesanti. Tra poco mi addormenterò, dormo molto in questi giorni…spero di non risvegliarmi…
   
 
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