#
2 – I
tried to find the sound
Rientri a grandi
passi nella
stanza in cui ti sei preparata per il giorno che doveva essere il
più
importante della tua vita.
Adesso non vedi
l’ora di
levarti quel vestito e tutto quello che rappresenta.
Hai portato con
te Martha e
Alexis che, disperate, ti aspettano nella stanza accanto.
Lei hai dovute
portare via di
peso mentre i vigili del fuoco cercavano di domare le fiamme e gli
uomini della
Scientifica si occupavano di raccogliere i pezzi
dell’automobile e di fare i
dovuti rilievi sull’asfalto.
Ti senti
meschina ma non vuoi
stare con le due donne.
Non senza unirti
a loro nella
disperazione. Non senza almeno avere delle risposte, delle certezze.
Siete ancora in
attesa di
sapere se l’uomo che tutte e tre amate sia davvero in
quell’auto.
Te lo sei
ripromessa. Non ti
saresti lasciata coinvolgere dalle emozioni.
Non ti puoi
permettere di
pensare alla morte di Castle nemmeno per un secondo o non riusciresti
mai a
trovare il responsabile.
Non riusciresti
nemmeno ad
alzarti dal letto. A mangiare. A dormire. A respirare.
Un leggero
bussare ti impedisce
di iniziare a spogliarti.
Alexis si
avvicina con gli
occhi gonfi pieni di lacrime e quando ti vede con ancora
l’abito bianco addosso
scoppia di nuovo a piangere.
Senti il tuo
cuore contrarsi e
gli occhi inumidirsi.
No,
nessun cedimento, Kate!
“Alexis...”,
le dici tornando
lucida.
“È
morto... è morto, Kate...
papà è morto...”, biascica la ragazza
tra i singhiozzi.
Respiri a fatica
cercando di
non perdere il controllo anche tu.
La abbracci,
almeno questo non
puoi evitarlo e dolcemente la conduci fuori, nell’altra
stanza con Martha
“Datemi solo un paio di minuti per cambiarmi”, dici
ad entrambe.
Richiudi la
porta alle tue
spalle e ti ci appoggi.
Non
piangere.
Continui a
ripetertelo. Devi
restare concentrata.
Hai
un
serial killer da prendere.
Annuisci davanti
allo specchio
in accordo con i tuoi pensieri.
Non
piangere.
Scorri con forza
la cerniera
sul fianco dell’abito.
Ti chini in
avanti per
accompagnare il vestito a terra e una lacrima sfugge al tuo controllo.
Non
piangere. Non ti serve a niente!
Scalci il
vestito lontano da
te, assieme a quella piccola goccia impudente che non ti ha voluto
ascoltare.
Allontani anche
le scarpe
bianche restando in biancheria intima.
Ti avvicini allo
specchio e ti
togli gli orecchini di Martha.
Non
pensare al momento in cui te li ha dati!
Troppo tardi.
Altre due lacrime
ignorano il tuo volere.
Ti pulisci il
volto ma solo per
dar spazio ad altre goccioline.
“No”,
ti rimproveri, già con la
voce strozzata.
Decidi di
ignorare le lacrime,
ma mentre sciogli l’acconciatura e liberi i capelli sulle
spalle ti accorgi di
stare singhiozzando.
No,
no,no...
Ma è
inutile. Sei riversa sul
lavandino del bagno che ti ha prontamente sorretto e poi piano ti
accasci a
terra.
Piangendo.
Gridando. Invocando
un Dio che con te non ha mai avuto pietà.
Speravi di non
provare più
nulla del genere dopo la morte di tua madre ed invece sei punto e a
capo.
Ci hai provato a
tornare la
Beckett di una volta ma non hai tenuto conto del fatto che
l’uomo che ora hai
perso ti ha cambiata per sempre.
Non sarai mai
più la stessa
persona di prima.
Non sei
più in grado di
accantonare i tuoi sentimenti in un angolino.
Senti solo male.
Male proprio
lì. Al cuore.
Forse
è anche per questo che
non ti accorgi di non essere sola in quel momento; che qualcuno
è entrato e si
è inginocchiato accanto a te.
Il dolore che
provi pensando a
Rick è così grande che quel piccolo pizzicore al
collo non è nemmeno degno di
nota.
Ti immagini una
vita vuota e
buia senza di lui. Ed è proprio il buio quello che poco alla
volta ti circonda
nella sua morsa, fino a farti perdere i sensi.
Ivi’s
corner:
Non avrete
davvero creduto che
sarebbe stato così facile per Kate rialzare il muro e
ignorare i suoi
sentimenti, vero?
Più
li rinchiudi e più quelli riaffiorano,
mia cara.
E adesso?
Stay tuned,
guys! Questa pazza
pubblica a tradimento, quando meno ve l’aspettate :-D
Buon ferragosto
e buon weekend
lungo a tutti :-*