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Autore: Maia_Auro    20/08/2014    2 recensioni
Pur vivendo nella Grande Mela, Aurora è una ragazza semplice: ama leggere, disegnare e danzare. Di carattere timido, le persone più importanti sono la sua famiglia, Kristopher e le sue migliori amiche Chelsea e Tamara; tutto sembra andare bene ma dopo una serata in discoteca niente sarà più come prima... Persino le sue migliori amiche, di cui Aurora si è sempre fidata, sembrano avere un enorme segreto...
Ispirato a "Città di Ossa"
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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«Mi raccomando, comportatevi bene» disse per l’ennesima volta la mamma
«Certo» risposero in coro. Le tre ragazze uscirono di casa, emozionate per la serata. Aurora però continuava a sentirsi strana, era certa di aver visto la fata ma non poteva essere reale, non esistono! Eppure… percepiva il mondo in modo diverso. Stava forse impazzendo?
«Come mai sei così taciturna stasera?» le chiese Chelsea
«Niente, ero sovrappensiero»
«Ci stai mica nascondendo qualcosa? Tipo l’uscita con qualcuno?» aggiunse Tamara punzecchiandola con il gomito tra le costole, Aurora scoppiò in una risata e dimenticò le sue preoccupazioni sulla sua sanità mentale.
«Oh mai dai ragazze, se ci fosse veramente un ragazzo ve lo avrei già detto da un pezzo. Siete o non siete le mie migliori amiche?»
Si abbracciarono in mezzo alla strada sulle strisce pedonali intralciando il traffico, un tassista iniziò a suonare il clacson.
«Ma si dia una calmata!» Chelsea non era una ragazza molto paziente, si infiammava subito
«Che ne dici  invece di fermarlo e farci portare in biblioteca? Sono già stanca!»
Aurora seguendo il consiglio di Tamara fece segno all’auto di fermarsi, salendo videro il tassista chiaramente scocciato per l’intralcio
«Ci può portare alla Mid-Manhattan Library?»
«Certo» e scoppiarono tutte a ridere.
In biblioteca non c’era molta gente, giusto qualche studente costretto a studiare per gli esami di ammissioni al collage, ma giovani della loro età che venivano a leggere per il puro piacere di farlo non c’erano; le tre ragazze sapevano di non essere come me loro coetanee, anche a loro piaceva lo shopping e parlare di ragazzi, però apprezzavano molto i libri e stare semplicemente insieme, in silenzio, a leggere. Tamara adorava i libri particolari riguardanti miti e leggende mentre Chelsea preferiva classici drammatici in cui il protagonista moriva o doveva affrontare mille insidie prima di giungere al vero amore, diceva di non accontentarsi del solito “e vissero per sempre felici e contenti”, Aurora invece non aveva un genere, lei leggeva ogni tipo di libro ma alcune volte si faceva influenzare dai gusti delle amiche.
Quella volta, Tamara aveva scelto un libro che collegava gli extraterrestri agli essere sovrannaturali come lupi e vampiri, sulla sedia saltellava facendo ondeggiare i suoi morbidi ricci e mettendosi a ridere ogni tanto senza dare una spiegazione. Chelsea invece era seduta con la schiena dritta e le braccia perfettamente incrociate appoggiate di fronte a se leggeva il suo libro preferito “Il ritratto di Dorian Grey”, era già a metà ; Aurora aveva deciso di strafare affrontando circa 1238 pagine di horror con “IT”, seduta sulla punta della sedia tirata indietro, le gambe che continuavano ad agitarsi come piccoli terremoti e il mento appoggiato su un braccio mentre con l’altro teneva ferma la pagina.
Il tempo volò, la bibliotecaria arrivò avvisando le giovani dell’imminente chiusura, misero i libri nelle borse e se ne andarono ridendo allegramente per essere le ultime ad uscire.
«Allora domani che si fa?» chiese Tamara attorcigliandosi un ricciolo intorno al dito
«Io domani pomeriggio ho lezione di danza come sempre»
«Giusto Auro, da che ora a che ora?»
«Più o meno dalle 14 fino alle 16 e poi se volete sono di nuovo tutta vostra»
«Ti accompagneremo e poi ti passiamo anche a prendere» disse Chelsea aggiungendosi alla conversazione, da quando erano uscite dalla biblioteca era distratta ma Aurora guardandosi intorno con la coda dell’occhio non aveva visto altro che negozi chiusi, locali e i soliti abitanti di New York. Aurora si scostò una ciocca di capelli dal viso sistemandola dietro l’orecchio e si mise ad osservare i suoi piedi calpestare la strada, erano diventati d’un tratto così interessanti, le guance le colorarono un poco «Non dovete per forza seguirmi sempre. Non voglio essere stressante. Voi siete più grandi, magari avreste piacere a fare cose con quelli della vostra età»
«Non pensarlo nemmeno! Sei la nostra migliore amica e se te lo diciamo è perché ci faceva piacere, non perché sei un peso!» rispose Tamara leggermente indignata, era così buffa quando cercava di fare l’arrabbiata, la maggior parte delle volte però finiva col ridere e le spuntavano le fossette ai lati della bocca.
«Ogni tanto sei veramente tonta!» Chelsea invece era la solita sorella maggiore, spesso prendeva in giro Aurora solo perché era la più piccola delle tre ma quando era il momento di proteggerla non si tirava mai indietro, Aurora trovava ingiusto essere trattata da piccola ma con Chelsea non c’era molto da obiettare, o così o così.
 

   
 
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