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Autore: simply_me    18/09/2008    4 recensioni
Pairing: TamaHaru
Questa ff parte da dopo gli eventi del ch 55 Si ricollega anche in parte al ch 56.
Quali potrebbero essere le reazioni di Haruhi e Tamaki? cosa accadrebbe adesso?e con gli altri?
Piccolo appunto:riaggiornato capitolo 7, mancava tutto un pezzo su Haruhi, non so perchè ma non me l'ha caricato ;__;
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Haruhi Fujioka, Hikaru Hitachiin, Tamaki Suoh
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Raccontare per bene. Sta bene?

 

“Dopo le lezioni, prima di andare da Haruhi… vorrei che mi raccontassi del tuo litigio con Hikaru. Vorrei che mi raccontassi tutto… devi dirmi tutto quanto Kaoru, tutto.”

Difficilmente aveva sentito quel tono nella sua voce.
E mai, mai le sue orecchie erano state le uniche a udirlo, mai finora.

Chissà? Forse era proprio questo il motivo per cui aveva sentito le gambe tremargli a quella richiesta.

Non era preparato ad agire da solo, non su questo punto, non ancora.

Certo, sapeva che sarebbe stato inevitabile, prima o poi.
Lo aveva sempre saputo, da quando aveva deciso di mettere in scena tutta quella storia, da quando aveva capito che era necessario per Hikaru.
Ma adesso si sentiva… davvero… solo.

Non che non riuscisse a comprendere che comunque, nonostante tutte le parole che Hikaru gli aveva rivolto qualche giorno prima, un momento come questo sarebbe dovuto pur arrivare.
Al contrario: non aveva fatto altro, fino a quel giorno, che ripromettersi di accettarlo con estrema serenità… senza troppa sofferenza, insomma, e di gioirne, se possibile.

Ed era proprio quello che aveva voluto fare di mattina, solo che…

Parlare adesso a Tamaki senpai, raccontagli, essere proprio lui a dirgli che Hikaru… non ce l'avrebbe mai fatta da solo.

-  Hikaru… - sussurrò appena, quasi volesse richiamare a sé il fratello.

Sospirò, lanciando una rapida occhiata ai due banchi vuoti accanto al suo.

Era davvero singolare che il Lord chiedesse questo proprio adesso che lui si era allontanato, che lo aveva lasciato solo.

Beh! Forse questa era la sua condanna.
In fondo, era stato lui volerlo, no?
Era stato lui a premere gli eventi perché una cosa del genere accadesse.

No, sarebbe accaduto comunque.
Doveva accadere.

Era sempre stato il loro desiderio.
Tamaki senpai, l'Host Club, Haruhi, lo stavano solo rendendo possibile.

Non era una condanna in fondo, era un'opportunità.
Un punto di partenza per un mondo più aperto, più vasto.

Si, forse anche per lui questo era un punto di partenza.
Cominciare ad agire da solo, indipendentemente da Hikaru, non restare lì indietro a guardare le sue spalle allontanarsi, ma muoversi anche lui, a modo suo, assumendosi le proprie responsabilità.

Anche lui doveva cominciare a crescere, dopotutto.

Ne avrebbe affrontato le conseguenze.
Avrebbe parlato col Lord, sinceramente, anche rischiando di prendersi una bella strigliata.


-  H… Hikaru? - domandò sorpresa – che ci fai qui a quest'ora? –

Una visita inaspettata: non aveva idea di quale motivo lo spingesse lì.

Gettò un'occhiata alle sue spalle: non riuscì a vedere Kaoru.

Oltretutto solo.
Che fosse successo di nuovo?

-  Te l'ho detto poco fa: sono venuto avere come stavi. – gli sentì rispondere.
-  Ma… non dovresti essere all'Ouran? –


Sbuffò seccato.
Era appena cominciata, lui era appena arrivato e lei, invece che esser contenta che fosse andato a trovarla, se ne stava intontita sulla porta e a poco non gli faceva una ramanzina.

-  Come non detto. Me ne vado –


Che avessero litigato nuovamente?

-  Ah! No! – esclamò – Aspetta! – aggiunse afferrandolo per un braccio.

Da quando era entrata all'Ouran li aveva sempre visti assieme, eccezion fatta per il finto litigio e per qualche giorno prima.

Non era stato finto però, quello recente.
Qualunque cosa fosse accaduta, temeva, forse era ancora lì, non era scomparsa del tutto, nonostante avessero già fatto pace.
Se fosse stato così allora…

Voleva fare qualcosa.
Anche un po' per riscattarsi, poiché non era stata in grado di fare nulla prima.
Non voleva più… sentirsi a quel modo.

Avvertì il rumore di passi che lentamente risalivano i gradini della costruzione.

-  Hikaru… perchè non entri un attimo? – chiese.

Se davvero voleva scoprire qualcosa, non era il caso di farlo sulla soglia.
Meglio sedersi dentro e parlarne con calma.


Con lei così aggrappata, un'espressione che lo esortava a rimanere, poteva davvero andarsene?

No, non era così, lo sapeva bene.
Sarebbe rimasto comunque, anche se lei lo avesse mandato via, perchè voleva rimanere.

D'altronde era il minimo che potesse fare, invitare a entrare qualcuno che era stato così gentile da venirsi a informare della sua salute personalmente!
Eh si! Glielo doveva.

Beh! Che fosse stata l'una o l'altra, non aveva importanza: gli bastava poter passare del tempo con lei.

Annuì sorridente, entrando in casa con apparente disinvoltura.


Abbassò lo sguardo, osservando con leggero stupore la penna ricadutagli sul quaderno.

Mosse le dita della mano, cercando apparentemente di sgranchirle, per quanto sapeva non fosse necessario. Le sue mani erano perfettamente a posto. Solamente… non riusciva a spiegarsi per quale motivo avesse già fatto cadere la penna una ventina di volte quella mattina.

Se non le avesse contate non ci avrebbe creduto neppure lui.
Venti circa dall'inizio delle lezioni e la quarta in quell'ora.

Un'ora tra le più lunghe della sua vita, come, temeva, sarebbero state anche le poche rimanenti.

Sorrise amaramente, nascondendosi dietro al ciuffo biondo.
Per quanto si stesse sforzando di prestare attenzione, di comportarsi in maniera del tutto serena, questa volta non gli era così apparentemente facile come al solito.

Chissà? Forse perchè a differenza del solito la sua reazione era stata del tutto inconsueta.

A dire il vero il suo primo istinto era stato quello di urlare, precipitarsi in aula da Kyoya e lamentarsi platealmente, sostenendo a spada tratta la necessità e l'urgenza di salvare Haruhi dalle grinfie di quello sconsiderato di un gemello.
E lo avrebbe anche fatto, se solo l'immagine di Haruhi che gli accennava il litigio non gli fosse apparsa innanzi agli occhi.

Proprio per questo si era fermato.
Improvvisamente era scattato qualcosa dentro di lui, qualcosa che gli aveva fatto collegare il breve racconto di Haruhi, quel differente colore dei capelli tra i gemelli e la risposta di Kaoru di poco prima.

I gemelli avevano litigato, della ragione Haruhi era ancora allo scuro e i senpai non ne avevano fatto parola neanche con lui.
Non che avesse mai preteso una loro chiamata in quel momento, d'altronde erano convinti del fatto che lui fosse in Francia, ma sperava che almeno adesso qualcosa sarebbe saltata fuori.
Certo, era pur vero che lui di fatto non aveva chiesto finora, ma riteneva che se fosse stato necessario lo avrebbero comunque informato.

Beh! Forse non lo ritenevano necessario proprio perchè Hikaru e Kaoru avevano comunque fatto pace.
Ma… avevano mantenuto chiome differenti, avevano accennato al voler essere diversi e Hikaru quella mattina era andato da Haruhi da solo, senza Kaoru soprattutto.

Ed era proprio questo il punto: poteva davvero essere una pura coincidenza?

Era come se un impercettibile campanello d'allarme avesse cominciato suonare al ricordo dell'espressione di Haruhi e delle sue parole e da allora non avesse più smesso.
Era solamente una sensazione, una stupida sensazione, ma aveva avvertito quasi come il suggerimento che il fatto che Haruhi non ne fosse tuttora a conoscenza potesse implicare che forse proprio lei ne fosse stata la ragione.

Se fosse stato così allora, il recente atteggiamento di Hikaru, il fatto che lui fosse andato da solo a casa di Haruhi… allora forse questo avrebbe potuto significare che…

Si grattò la nuca, nel tentativo di cacciar via questi pensieri così sconclusionati.

Sospirò, riafferrando la penna: un'enorme differenza dagli assurdi pensieri entusiasti della mattina, dalla felicità illogica di poche ore prima.
Come se una pioggia di catrame gli fosse improvvisamente piombata addosso.

Eh?!
Perché adesso pensava una cosa simile?

Scosse il capo.
Strinse con forza la matita tra le dita, osservando il volto imbronciato di Kuma-chan su di essa.

Comunque… non era il caso di pensarci adesso.
Si, non era il caso di allarmarsi a questo modo prima di sapere.

Doveva solo aspettare, ancora un paio d'ore.
Sarebbero finite presto, forse.


Guardò la superficie liscia del tavolino al quale ormai era rannicchiato da ore.
Era già da un bel pezzo che avvertiva una leggera tensione, ma non per la posizione salva spazio suggeritagli tempo fa dal Lord in cui si era costretto a rimanere.

Non riusciva a credere che fosse così difficile parlarle, trovare un argomento, insomma, che potesse permetter loro una conversazione più lunga di quattro o cinque battute.

Eppure al club ne era sempre stato in grado.
E dire che le clienti non gli importavano neppure!

Beh, forse era proprio per questo che era così facile con loro.

A dire il vero, anche con Haruhi c'era sempre riuscito.
Solo, adesso, tutti e due soli… non era in grado di farlo.

Parlarle del tempo?
Chiederle della sua salute?
Chiederle di Ranka-san?
Tutti argomenti già trattati.

Chiederle dei suoi studi?
Che cosa ridicola!
Erano compagni di classe, lo sapeva benissimo come andava.

Picchettò con la mano un paio di volte la superficie del tavolo.

Che cosa poteva dirle?
Di cosa potevano parlare loro due?

Se solo ci fosse stato Kaoru… di certo avrebbero trovato qualcosa di cui parlare tutti assieme.

A pensarci bene, finora, c'era sempre stato Kaoru con lui, a sostenerlo.
Forse era stata una pessima idea andare da Haruhi senza di lui…

Certo che però anche lei poteva sforzarsi un po'!
Che eroina non collaborativa!

-  Hikaru… - si sentì chiamare – tu e Kaoru… va tutto bene? –

Batté le palpebre sorpreso.

-  Eh? –
-  Si. Voi… non avete litigato di nuovo? Vero? –

Esitò un attimo nel risponderle.

-  Hmm… No… perchè? – le chiese.


Già, perchè?
Era del tutto assurdo che lei di punto in bianco gli facesse una simile domanda.
Forse era soltanto perchè, dalla volta scorsa, le era rimasto il timore che non riuscisse a capire, a fare nulla.

Però, se non avevano litigato…

-  Ma… allora… Kaoru? – chiese non senza un pizzico di esitazione.


Era quello il motivo allora: era preoccupata.
Se finora era stata più taciturna del solito era proprio per quello.

Beh! Effettivamente era insolito vederlo in giro senza il fratello e, effettivamente, non conoscendo la situazione, Haruhi non poteva che temere che avessero di nuovo litigato.

Sorrise: era gentile da parte sua preoccuparsi, gli piaceva che si preoccupasse.
Rise.

-  Kaoru è a scuola. Sul serio Haruhi, non abbiamo litigato. –
-  Hmm… -
-  Non è che ogni volta che non stiamo assieme vuol dire che abbiamo litigato! – esclamò seccato – E poi… prima o poi… dovevamo… cominciare. – aggiunse timidamente.
-  Eh? –

Rimase in silenzio, accennando un sorriso impacciato.

Non era certo facile spiegarle una cosa del genere.
Si era anzi ripromesso di non parlarne, perchè era troppo presto.
Dopotutto non sapeva neppure come affrontarlo.
Però anche lei… poteva sforzarsi di capirlo!
Come faceva a dirle che…

-  Meglio così… - le sentì dire.

Si sorprese nel notarle quell'espressione rassicurata sul volto.
Possibile che si fosse preoccupata per loro sino a questo punto la volta scorsa?

-  Haruhi… tu…eri così… - prese a chiederle timidamente.

Non sapeva se gioirne o esserne in imbarazzo.
Lo metteva a disagio.

-  Beh! Non c'era poi bisogno che ti preoccupassi così! – disse fingendo indifferenza per nascondere l'imbarazzo.


Gli sorrise.

Era vero in fondo, o almeno così lo riteneva.
Se tutto si era risolto adesso, non aveva motivo di preoccuparsene ancora.

Tuttavia era proprio la sensazione che aveva avuto del loro litigio, la portata della gravità di esso, ancor più accentuata dalla mancanza di consapevolezza che la bloccava.
Avrebbe voluto essere in grado di capirlo, non poteva fare a meno di desiderarlo.

-  Tu e Kaoru… - cominciò a parlare – quando litigate io… - si fermò un istante - So bene che siete diversi, per quanto abbiate gusti simili… e immagino che tra fratelli possa capitare che si litighi, però… voi due... quando litigate… come l'altra volta io… non vi capisco… non so che fare. – aggiunse scoraggiata più parlando tra sé e sé che con lui.


Trattenne il fiato per un istante.
Sinceramente, non era capace in quel momento di definire le sue emozioni.
Gioia, imbarazzo, senso di colpa… non riusciva a capire quali tra queste prevalesse.

-  Har… - cominciò a chiamarla istintivamente
-  A volte vorrei essere come Tamaki senpai…. - le sentì sospirare distrattamente.
-  Eh? –


Si, davvero lo voleva essere.
Essere capace come lui di comprendere quando ai propri amici occorreva davvero qualcosa.
Un po' come aveva fatto per Kyoya senpai alla gara sportiva.
Capace di riuscire a interessarsi dei problemi degli altri, di riuscire a sollevarli e dare loro una via d'uscita, senza che questi gliene parlassero o gli chiedessero aiuto.

-  Lui… è un perfetto idiota. – riprese a parlare – è esageratamente narcisista e ha tutte quelle idee strampalate su come sia la vita di noi gente comune, ma… ha qualcosa, un cuore… capace di comprendere l'animo degli altri più di quanto io stessa riesca a immaginare. Si preoccupa degli altri… senza che questi glielo chiedano e riesce ad aiutarli, coinvolgendoli nelle sue idee del tutto folli ma che alla fine li fanno sorridere… nonostante proprio lui stia… - si arrestò di colpo, pensando a quello che Tamaki senpai aveva vissuto e stesse ancora attraversando – nonostante che… -

Si interruppe, notando Hikaru alzarsi di scatto al suo fianco.

-  Uh? – accennò.

Appena in tempo.
Che le stava prendendo?
Perchè si era messa a parlare di Tamaki senpai?

-  Oh! Hika… -
-  Io... – lo sentì dire a voce alta interrompendola, poi con più calma – io… ecco… mi chiedevo se ci fosse qualcosa di cui hai bisogno. –


Non era riuscito a farne a meno.
Nonappena si era accorto di quell'espressione, così dolce, nel parlare del Lord, non aveva resistito.
Aveva desiderato era alzarsi e scappare, non sentire Haruhi parlargli di lui, non proprio a lui, non proprio ora che aveva pensato a quanto era stata dolce a preoccuparsi per loro.
Non voleva sentire.
Era crudele da parte sua, non voleva sentirla.

Poi però si era reso conto che poteva sembrarle uno stupido, a mettersi in piedi così all'improvviso mentre stavano parlando tranquillamente.
E come se non bastasse l'unica idea idiota che gli era venuta in mente era chiederle se avesse bisogno di qualcosa!
Idiota!

-  Voglio dire… - riprese con leggero imbarazzo - Kaoru e i senpai verranno qui tra non molto, quindi… mi chiedevo se potessi andare a prendere qualcosa per te, prima che loro arrivino. Ecco… insomma… questo. –
-  Uh? – le sentì esclamare – Ah! – la vide fermarsi un istante a riflettere - No, non credo di avere bisogno di nulla. – le vide battere le palpebre prima di sentirle aggiungere - Ma perchè vengono tutti qui? –
-  Eh?! – esclamò perplesso – Perché ti vogliono fare visita tutti quanti, no? Che razza di domande! – esclamò ridendo.

In fondo era sempre la solita, totalmente disinteressata a venire coinvolta nelle loro stramberie.

Però… nel parlare del Lord… no, basta.
Non doveva pensarci.

-  Allora, c'è nulla che posso prendere prima che arrivino gli altri? – riprese a chiederle – Haruni! Non avrai mica intenzione di offrirci qualcuna di quelle bevande plebee che non hanno alcun sapore! -


Lo guardò storto per un breve istante, poi sospirò rassegnata al pensiero che anche quel pomeriggio non avrebbe potuto riposare in pace.

A ben pensarci non lo avrebbe fatto comunque.
Se di mattina Hikaru non avesse bussato sarebbe rimasta tutto il tempo a crogiolarsi sull'idea di lei che per Tamaki senpai…

No, che andava pensando!
Non era così, non poteva, era assurdo!

-  Haruhi? - la richiamò.
-  Uh? –
-  La spesa… non sta bene non ascoltare quando uno parla, non lo sai? –
-  Eh? Ah! Si… la spesa… - la sentì rispondere riconcentrandosi - credo che un buon the basti, penso che Honey senpai porterà qualche dolce. Ah! Ci vorrebbe anche una zuccheriera, considerato che ieri Tamaki senpai l'ha rotta. Ma non prendere nulla di troppo costoso. –
-  Non preoccuparti per il prezzo… il the lo offro io e la zuccheriera… la faccio ripagare al Lord. Dopotutto è il minimo che possa fare ripagarla dopo avertela rotta. – aggiunse con un pizzico di malignità.

Le vide battere le palpebre perplessa, senza aggiungere nulla.

Prima di voltarsi per un attimo non potè fare a meno di chiedersi che cosa stesse pensando poco prima, quando si era distratta. Pazienza!
Sarebbe saltato fuori prima o poi, no?
E poi, mica poteva preoccupasi di ogni sua azione!
Era da paranoici, paranoici!

-  Beh! Meglio che mi sbrighi, manca poco più di mezz'ora all'orario di uscita degli altri… nel frattempo a te conviene riposare. - aggiunse prima di aprire la porta e uscire richiudendosela dietro.


Vide la porta chiudersi dietro le sue spalle.

Lanciò una rapida occhiata all'orologio alla parete.
Mancava davvero poco alla fine delle lezioni.
Tra non molto avrebbe visto tutti quanti, tutti, anche Tamaki senpai.

Sentì le guance arrossarsi ancora una volta.

Doveva essere uno dei sintomi della febbre.
Meglio sdraiarsi un po' prima che gli altri arrivassero.



Percorreva il corridoio in silenzio, in compagnia dei senpai, allontanandosi dall'aula di musica.

-  Kyo-chan… - sentì il più basso dei tre cominciare a chiedergli – Tama-chan… andrà tutto bene, vero? –

Difficile rispondere con certezza a quella domanda.
L'espressione di Tamaki, mentre poco prima aveva detto loro di andare avanti, che lui e Kaoru li avrebbero seguiti da Haruhi dopo non molto, era stata diversa.

Poche volte lo aveva visto parlare a quel modo e, soprattutto, poche volte lo aveva visto agire come quella mattina.
Certo, apparentemente era stato il solito idiota, ma il suo modo di sorridere era stato… diverso.

Anche quel fare cadere la penna così spesso, quel fastidioso rumore sordo che era venuto fuori dal suo banco per tutta la mattina, quel continuo vederlo scuotere il capo...
Difficile non accorgersene.

D'altronde era stato in grado di intuirlo subito, che qualcosa era diverso, nonappena lo aveva visto rientrare da quella sua spedizione in prima A, prima ancora che cominciassero le lezioni.

Eppure sino a che non si era reso conto, come i senpai, dell'assenza di Hikaru a pranzo, sino a che non aveva notato lo sguardo di Tamaki, indirizzato a Kaoru, di poco prima e il tono della sua voce mentre diceva loro di andare avanti, non aveva ben compreso cosa.

Adesso però tutto gli era più chiaro.
C'era qualcosa che Tamaki voleva sapere dal più cortese dei gemelli, e di certo era legata all'assenza del meno cortese dei due, assenza che lui stesso poteva ragionevolmente pensare fosse legata a qualcun altro.

E chi, se non Haruhi, era in grado di provocare inconsapevolmente tutto questo?

Si risistemò gli occhiali scivolati lungo il naso.

Se solo Tamaki fosse stato in grado di comprenderlo…

Da tempo i sentimenti di Hikaru per l'unico membro femminile dell'Host Club non erano più un mistero né per lui, né per senpai.
Solo Tamaki sembrava del tutto incapace di rendersene conto.

Che fosse finalmente successo?
Che avesse finalmente compreso?

Beh! Ad ogni modo la conversazione con Kaoru sarebbe potuta essergli illuminante, senza alcun dubbio.

E, non poteva negare, anche lui nutriva una discreta curiosità per quali ne sarebbero stati i risvolti, considerati i sentimenti che attribuiva con relativa sicurezza all'amico nei confronti della ragazza.

Sarebbe stato interessante, senza alcun dubbio.
Un piacevole diversivo da quelle ricerche che finora lo avevano condotto a un vicolo cieco.

Accennò un sorriso al piccolo senpai, prima di chinare il capo per annuirgli.

- Andiamo, Honey -senpai? - gli domandò proseguendo a camminare.

Vide il senpai annuirgli ancora incerto pur seguendolo mentre svoltava l'angolo del corridoio.




Osservò l'orologio a pendolo sulla parete.
Da quanto tempo erano lì in silenzio?
Probabilmente i senpai erano già partiti in auto, allontanandosi dall'istituto.

Spostò lo sguardo su Tamaki senpai.
Non riuscì a fare a meno di indietreggiare di un passo.
Mai lo aveva visto quell'espressione così seria, quello sguardo così attento.

Ne aveva paura?
Sinceramente… un po'.

Quello che al momento si trovava innanzi non era il solito Tamaki-senpai, il solito Lord idiota iperottimista. Era un ragazzo maturo e attento, aldilà di quello che mai si sarebbe aspettato che fosse, aldilà di quello che avrebbe mai pensato di fronteggiare.
Anche il tono della sua voce prima, mentre diceva ai senpai che li avrebbero raggiunti dopo, era stato diverso dal solito, non sopra le righe come durante i suoi esilaranti sfoggi di principesca cavalleria, ma pacato e grave al contempo.
No, non era il senpai che loro conoscevano: quello che aveva davanti in quel momento era un ragazzo del tutto differente.

Deglutì.
Se solo Hikaru fosse stato lì ad aiutarlo!
Come, da dove avrebbe dovuto cominciare a raccontargli tutto?

Chinò il capo in silenzio.


Non sarebbe stato in grado di definire la propria espressione in quel momento, né il proprio stato d'animo.

Non che gli interessasse, a dire il vero: quello che gli importava era solamente sapere, rendersi conto se quel piccolo campanello d'allarme che tuttora sentiva martellare fosse motivato o meno.
Voleva capire, capire per bene.

Perchè il timore che Haruhi fosse coinvolta…

No, non era timore per lei, ma per lui stesso.
Perchè?

Doveva smetterla di pensare alle parole di Kyoya, alle strane idee e sensazioni che gli avevano fatto nascere.
Adesso basta. Doveva solo concentrarsi su quello che Kaoru gli avrebbe detto.

Lo guardò: indietreggiava di un passo, chinando il capo.
Possibile che fosse a disagio?
Non doveva…
Davvero incuteva una tale sensazione?
Non andava, così Kaoru non gli avrebbe raccontato.

Sospirò.

-  Senti Kaoru… - cominciò a chiedergli sorridente – perchè non provi a partire da un punto qualsiasi? –

Sperava di rassicurarlo.


Alzò il capo istintivamente.

Partire da un punto qualsiasi?
Si… ma quale?

No, doveva spiegare per bene, altrimenti il Lord… altrimenti tutto sarebbe stato…

-  I-io Lord… – provò a dire – credo di non sapere bene… No. Scusa… così non va. –

Doveva calmarsi, doveva essere se stesso, il solito Kaoru, doveva essere sincero.
Dopotutto si era ripromesso di muoversi anche lui no? Di fare il primo passo, no?

Coraggio, coraggio...

-  Tamaki senpai, ricordi a Karuizawa? Quando Hikaru e Haruhi sono usciti assieme? – riprese a raccontare.
-  Si… - gli sentì rispondere attento.
-  Quella volta… quella volta ti dissi che credevo fosse un bene che aumentassero le cose a cui Hikaru tiene. Io… sentivo che Haruhi sarebbe potuta essere una di queste –
-  … - lo vide attento concentrato.
-  Lei… è stata la prima a distinguerci da subito, a considerarci diversi… Per questo ha suscitato il nostro interesse. Così la abbiamo trasformata nel nostro giocattolo. – vide il senpai serrare la mascella – Ma Haruhi non è un oggetto. È una persona. E più stavamo con lei più lei… ci piaceva. Ai tempi di Karuizawa, nonostante già ritenessi che a Hikaru lei piacesse molto, non avrei davvero immaginato che potesse accadere… ma è successo. Col passare del tempo Hikaru, ma anche io… noi…ci siamo innamorati di lei! – esclamò.

Si fermò un istante, a guardare l'espressione del Lord.
Vide i suoi occhi spalancati guardare un punto imprecisato dietro le sue spalle.


Non riusciva a muoversi.

C'era qualcosa… quello strano nodo in gola che gli impediva di parlare… qualcosa che lo stava paralizzando.
Avrebbe voluto credere di aver sentito male, di aver frainteso, ma Kaoru era stato abbastanza chiaro.

Forse ci sarebbe stato qualcosa da dire, da chiedergli, ma non riusciva a pensare a nulla.
Era come se quel nodo, che gli paralizzava la gola, si stesse espandendo lungo tutto il suo corpo, penetrandogli pure il cervello.
Solo le orecchie erano ancora attive, pronte a ascoltare, per quanto in quella pausa sentisse come un martellare sordo su di esse.

Che gli stava prendendo?
Possibile che la sorpresa di questa scoperta gli provocasse una tale sensazione?
Avrebbe dovuto gioire del fatto che finalmente qualcuno era davvero entrato nel mondo dei gemelli… ma allora perchè avvertiva una tale tristezza?

Haruhi… Haruhi.
Perchè… proprio… lei?
Perchè lui…ora… così…?


Doveva continuare, doveva andare avanti e subito, prima che il Lord dicesse qualcosa, perchè non aveva ancora finito e non sarebbe stato più in grado di continuare, se lo avesse interrotto.
Lui… doveva raccontare per bene.

-  Io… - riprese a parlare – sono stato il primo ad accorgermene, il primo a realizzarlo. Ma per un po' ho accarezzato l'idea che mi potessi sbagliare e che quel sentimento non crescesse oltre quella dolce simpatia, che il nostro giocattolo potesse solamente entrare nella nostra sfera, nel nostro guscio, fondendosi con noi, diventando il nostro terzo… la nostra “sorellina adottiva”. - aggiunse fingendo di ridere, poi tornò serio – Ma Hikaru… lui non se ne rendeva conto, però… più passavano i giorni più se ne innamorava. E più in lui cresceva questo sentimento più io me ne accorgevo: lui… non stava bene così. Non riusciva capirlo, si domandava che cosa fosse a renderlo così nervoso, così… Ma io lo sapevo, lo sapevo bene: mentre io guardavo lui, i suoi occhi per tutto il tempo erano rivolti ad Haruhi. Anche lui era innamorato di Haruhi, anche più di me. –
-  Ed è questo il motivo per cui avete litigato? Per Haruhi? – gli sentì chiedere grave.
-  No! No, Lord, no. Io non ho litigato con Hikaru per Haruhi, ma perchè non sopportavo che lui mentisse. A me, ma soprattutto a se stesso. Quando lui l'ha capito, quando ha capito di amarla, quando ha capito che anche a me piaceva, Hikaru… ha mentito. Con indifferenza ha detto che sarebbe stato meglio lasciare le cose come stavano. Ma non era così.! Io lo so bene, lui ci stava male. Era una scelta sbagliata per lui. Non poteva ignorare i suoi sentimenti, non a causa mia. Io non voglio tenerlo indietro. È sbagliato. Non mi andava giù. –


Avvertì la sua voce tremare mentre pronunciava quelle ultime parole a capo chino e pugni chiusi .
C'era ancora una cosa che doveva chiedergli ancora, per quanto dentro sé preferisse non saperla.

- Kaoru… se tu sei innamorato di Haruhi… perchè non sei andato con tuo fratello oggi? Hai già rinunciato? Tu… ti stai sacrificando per lui? –

Gli vide alzare il capo.

- Non pensare, Lord, che io abbia deciso di nascondere i miei sentimenti, di reprimerli… Quando sono uscito con Haruhi, mentre pensavamo che tu fossi in Francia, le ho detto che mi piaceva, – lo vide sorridegli – ma dubito che lei lo abbia capito. Beh! Se la persona alla quale mi dichiaro non comprende i miei sentimenti, vuol dire che non gli interesso, no? –

Lo vide sorridergli dolcemente, poi gli sentì aggiungere sereno:
- Ma c'è una cosa che avevo già compreso, prima ancora di dichiararmi. Per me, la persona che conta più di tutti non è Haruhi… è mio fratello Hikaru. E quindi una storia tra me e Haruhi non sarebbe mai potuta nascere. –


Lo osservò un istante.
Non riusciva a decifrare la sua espressione, non riusciva a capire cosa stesse pensando.


Probabilmente, agli occhi di Kaoru, la sua era un'espressione intontita.
In realtà non sapeva che dire, che pensare.

Quel campanellino non era solo un'illusione: Hikaru era innamorato di Haruhi e adesso era con lei.
Chissà, probabilmente presto si sarebbe dichiarato.

Avvertì una improvvisa stretta al cuore.

Reazione illogica…

Per quanto Hikaru non primeggiasse tra le sue simpatie di certo voleva davvero bene ad Haruhi e avrebbe fatto di tutto per renderla felice, se lei avesse accettato.

Se lei avesse accettato…
Perché era questo il pensiero che lo feriva di più?
Perché il pensiero di Haruhi con Hikaru, Haruhi forse innamorata, gli faceva così male?
No. Non aveva motivo di non gioirne…no?

Anche Kaoru… si meritava un incoraggiamento.
Si sforzò di sorridere, per lui.

-  Sei stato bravo… - gli disse – sei stato davvero bravo Kaoru. Sei cresciuto tanto, - gli si avvicinò mettendogli una mano sulla spalla – bravo. –


Lo vide toccargli la spalla sorridente.
Probabilmente avrebbe dovuto gioire di quel complimento, di quel sorriso, però…
No, non andava bene.

Certo, lui tifava per Hikaru, Hikaru era suo fratello, ma…

Afferrò la mano del Lord, ancora sulla sua spalla.


Lo vide assumere un'espressione seria, attenta.
Che gli prendeva?

- E a te sta bene? – gli sentì chiedere – A te sta davvero bene così, Lord? -




nota dell'autrice: pensavate che questa ff fosse finita nel dimenticatoio? fosse stata abbandonata? NO, tranquili non è così...
Ho solamente avuto tanti e tanti casini, nonchè un momento di crisi... che dura ancora...che schifo!
Bè! comunque... adesso son tornata... e non ho intenzione di non completare questa ff...
come ben sapete gli sviluppi in giappone di HC son un pò diversi da questi... soprattutto da come li svilupperò io... direi che si è trasformata in una what if... spero solo di mantenere IC i personaggi...
vi dò appuntamento al prox capitolo...
Bye! (^__^)/

  
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