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Autore: Xandalphon    28/08/2014    4 recensioni
Terza classificata al contest "Summer in Love" indetto da Tomoko_chan sul forum di EFP.
Hanabi è cresciuta ormai, diventando una kunoichi temuta. Ma c'è una cosa che ancora non è riuscita bene a capire. Per quale diavolo di motivo Naruto e Hinata non si sono messi ancora insieme? Cosa celano quei due tardoni del suo sensei (sì, avete capito bene!) e di sua sorella?
(NOTA IMPORTANTE: sebbene ci siano delle somiglianze, questa mini-long NON rappresenta un possibile futuro di "A new generation".)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Han, Hanabi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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II – Un desiderio vecchio di cinque anni

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Hanabi si svegliò di colpo nel cuore della notte, sudata, ansimante e con uno strano senso di oppressione al petto. Doveva aver avuto un terribile incubo, ma il ricordo era svanito come una fuggevole nuvola nel cielo terso appena aveva ripreso completamente coscienza. Aprì le serrande della sua camera, permettendo ai raggi della luna di entrare, assieme ad un lieve alito di vento, che lenì, in parte, la ferocia della calura estiva. Mentre si perdeva in contemplazione del cielo notturno, si rese conto di due fatti a dir poco sorprendenti. La prima era che di colpo il braccio e le costole non le facevano più male. Sembrava che nella notte fosse avvenuto un miracolo e lei ora fosse perfettamente sana. La seconda era che il vaso dei desideri era completamente sparito dalla mensola. Eppure avrebbe giurato di non averlo nemmeno toccato.

 

Se avesse osservato con maggiore attenzione, avrebbe notato che in quella camera c'erano parecchie altre cose fuori posto, a cominciare dalla quantità di polvere sul pavimento e ragnatele sul soffitto.

 

Ma così non fu e presa da una strana inquietudine, si infilò vestiti e sandali e uscì dalla finestra, nella speranza che godere per un'oretta della Konoha by night le conciliasse il sonno.

 

Per la precisione, un posto in particolare della Konoha by night. Eh, già perché M.me Terakawa, nei week end estivi, teneva aperto tutta notte.

 

Se mi beccasse in giro il baka sensei direbbe che sono la solita ingorda… Com'è che aveva detto l'ultima volta? “Poi non dare la colpa a me se da qui a dieci anni ti chiameranno 'la Hyūga culona'”. Bella predica da uno che ha la dieta meno variegata dell'universo!

 

Arrivata però a destinazione, si accorse con sommo stupore che c'erano giusto un paio di cosettine, che non quadravano. Ovvero, che dove avrebbe dovuto esserci l'edificio della gelateria, c'era un cantiere, con tanto di pile di mattoni e pietre accatastate qua e là. E, ora che ci dava un occhio, l'intera morfologia del quartiere era... Beh, diversa. Ovunque c'erano pile di detriti, con edifici o mezzi distrutti o ancora in costruzione. Sembrava quasi che...

 

Che il tempo si fosse fermato all'indomani della grande guerra!

 

No, per gli dei, figuriamoci se è possibile... Sto sognando, deve essere per forza così. Adesso mi do' un pizzicotto e mi sveglio...

 

Con fare dubbioso si torturò le guance per cinque minuti buoni, senza alcun risultato rilevante se non quello di raggiungere un livello di arrossamento del viso degno dei momenti migliori di sua sorella.

 

Ancora piuttosto frastornata, il suo sguardo cadde su un volantino pubblicitario appeso ad un portone. Reclamava la prossima apertura di nuovi negozi, ma non era quello l'importante. L'importante era la data che recava in calce.

 

Il giorno ed il mese erano giusti, ma era l'anno che era sbagliato. Era stata catapultata al 4 luglio di cinque anni prima.

 

Per quanto assurda potesse essere come ipotesi, ogni nuovo indizio che notava era una conferma di quell'agghiacciante conclusione. Ma come cazzo ci era finita, indietro di cinque anni?

All'improvviso le venne una subitanea, quanto istintiva illuminazione. O, forse, si sarebbe dovuto più che altro parlare di ricordo.

 

Quello era stato un giorno particolare. Era il giorno in cui aveva superato quel fottutissimo test con i suoi compagni di squadra. Ancora oggi, a distanza di anni, vedere dei campanelli in giro le metteva un forte senso di nausea...

 

Chiunque avesse inventato quella forma di supplizio per i genin doveva essere un pazzo sadico. E, naturalmente, altrettanto sadico chi decideva di applicarlo a degli arroganti ragazzini freschi d'accademia. Come Naruto, ovviamente.

 

Era tornata a casa con dei lividi in posti del suo corpo che prima nemmeno conosceva e, non meno importante, il morale sotto le scarpe. Il suo orgoglio Hyūga era stato brutalmente spezzato da uno che aveva sempre creduto fosse un semplice idiota patentato con i capelli ossigenati. E invece aveva capito di essere lei l'idiota, con il suo stupido orgoglio e la sua stupida arroganza!

 

Era il giorno in cui era rinata. Non era stato facile ingoiare un rospo del genere, ma una settimana dopo, che lo volesse o meno, era già una ragazzina diversa. E, per di più, totalmente entusiasta e fedele al proprio nuovo maestro.

 

Ma quali dei avevano voluto che fosse rispedita proprio a quel giorno della sua vita, e per quale assurdo motivo?

 

Pensando che la cosa la potesse aiutare a trovare una risposta, si sforzò nuovamente di richiamare alla memoria quei giorni lontani. Dopo un po', le saltò alla mente un particolare, apparentemente insignificante, i larghissimi sorrisoni di Hinata. Com'è che era così felice? Ah, certo, perché la settimana successiva sarebbe dovuta andare al lago con il sensei. Poi però, per qualche arcano motivo il week-end era saltato, col risultato che per mesi interi temette che sua sorella avrebbe potuto saltarle addosso e tentare di mangiarle il cervello, dal tanto che le sembrava un anemico cadavere vivente.

 

Un momento. Pausa. Time-out.

 

Perché il week end saltato? All'epoca non le era sembrata una cosa particolarmente importante, ma ora che ci pensava... Oh no... Non sarà stato che...

 

NON ERA POSSIBILE!

 

Cazzo. Era la settimana in cui avevano deciso di imprimergli il sigillo. Doveva essere così. Per forza.

 

Hinata l'aveva saputo. E DI SICURO l'aveva detto al baka sensei. Che, DI SICURO, si sarà incazzato come una bestia, se lo conosceva bene. Da lì, quel dannato patto che lui e sua sorella avevano fatto per preservarla da una vita da canarino in gabbia.

 

Certo, ora cominciava a capire. Tutta colpa del dannato vaso. Aveva espresso il desiderio di 'dare una piccola possibilità di felicità alle due persone che amava di più al mondo'. E lui aveva esaudito.

 

Certo che gli artefatti mistici sono davvero stronzi. Già che ci sono, i casini non possono risolverli subito? No, ovvio. Per poi perdersi il gusto di giocare con la vita delle persone? Figuriamoci!

Ma se così stavano le cose, lei cosa avrebbe dovuto fare, per cambiare la storia? Non ne aveva davvero la più pallida idea...

 

No, forse una sì, tanto per iniziare. Una piccola piccola.

 

Trovare il modo di anticipare il tanto agognato week end al lago. Così, se le cose fossero andate comunque male, almeno i due piccioncini avrebbero potuto godere di un vero appuntamento ufficiale, giusto?

 

Mentre rimuginava su queste cose, prese per inerzia la via di casa. E si rese conto troppo tardi che uscire da villa Hyūga sarebbe stato molto più facile che rientrarci.

 

“Alt! Chi va là? Identificati!”

 

Merda. merda e ancora merda. E' ovvio che non possono riconoscermi... Per loro sono una bimbetta tredicenne!

 

“Sì, scusate... Sono Hana... ko Hyūga, sì.”

 

“Hanako? Mai sentito questo nome. Parola d'ordine, subito!”

 

E chi cazzo se la ricorda la parola d'ordine di cinque anni fa? Dai, cerca di ricordare... Sarà una delle solite stronzate di Otō-san, per cui non dovrebbe essere troppo difficile...

 

“Ahem... 'i fuochi d'artificio sono portatori di eleganza1'?”

 

“Ok, puoi passare. Ma non uscire di nuovo senza il permesso di primo livello dopo il tramonto, mi raccomando!”

 

L'aveva scampata... Per ora.

 

Grazie, oh grande Hashirama, per la gran botta di culo... Ma adesso? Intrufolarsi nella vecchia camera di Hinata potrebbe non essere semplicissimo. Oh, beh, sono o non sono il famoso Shiroi me no Akuma2?

 

Fortuna che con gli anni aveva imparato l'arte dell'improvvisazione da un impareggiabile maestro dell'imprevedibilità, altrimenti dopo soli pochi minuti Hanabi sarebbe stata catturata e rinchiusa in una cella molto umida, molto buia e molto, molto profonda.

Rischiò di farsi scoprire per tre volte, ma alla fine ci riuscì. La finestra della vecchia stanza di Hinata nee. Entrò di soppiatto, facendo attenzione a non provocare il minimo rumore.

 

Ma c'era una cosa su cui, nemmeno con baka-sensei, Hanabi la raccontava del tutto giusta. Non era completamente vero che dopo Naruto, il teme, Tsunade e Sakura veniva lei, in quanto a forza. A seguito di frenetici e durissimi allenamenti dopo la guerra, c'era un altro shinobi in circolazione che era arrivato ad essere pari a lei, forse anche più forte. Per quanto pochi lo sapessero, visto che apparentemente era un'amorevole kunoichi che lavorava come sensei all'accademia ninja. Si chiamava Hinata Hyūga.

 

Hanabi si trovò un kunai puntato alla gola ed uno sguardo duro che aveva visto pochissime volte in vita sua.

 

“Buonasera... Hinata-nee...”

 

“Chi sei? Perché ti trovi in camera mia? Cercavi un obiettivo facile cui rubare il byakugan? Se è così, spiacente di deluderti.”

 

Oh merda, è la volta che Hinata mi ammazza per davvero. Non che non me lo meriti, ma magari vivere un altro giorno non mi farebbe schifo...

 

“Ahem... No, Hinata-nee. So che ti sembrerà assurdo crederlo ma...”

 

“Perché continui a chiamarmi come se fossi tua sorella? E perché possiedi l'abilità innata degli Hyūga!?”

 

“Ecco, ci sarebbe una risposta molto assurda e molto folle ad entrambe le tue domande... Sempre che tu sia disposta a crederci...”

 

“Forza, allora, parla!”

 

“Beh... Sono tua sorella Hanabi e... Vengo dal futuro. Cinque anni avanti, per essere precisi.”

 

Per favore non svenire. Per favore non svenire. PER FAVORE NON SVENIRE!

 

Hinata non svenne, per somma gioia di Hanabi. In compenso però, tutto quel che riuscì a dire fu un:

 

“Eh?”

 

“Ok, ok, lo so che può sembrarti una cazzata, per cui permettimi di dimostrarmelo: sul seno sinistro hai una piccola voglia triangolare. E a meno che non mi celi un'oscura vita notturna da ballerina di lap dance, non credo che l'abbia mai vista nessuno a parte me.”

 

Se non è svenuta prima, mi sviene adesso. Cavolo, ma di tutti i suoi segreti, proprio quello che considera più imbarazzante doveva saltarmi in mente?

 

“Ma-ma tu come fa-fai a...”

 

“Te l'ho detto, sono tua sorella Hanabi. Alla tua età, s'intende.”

 

“Ma-ma Hanabi-nee non è co-così... E' gentile, educata, composta...”

 

“Ehi! Scusa se crescendo sono diventata un incasinato concentrato di scurrilità! Ma guarda che non è mica tutta mia la colpa! Cinque anni con quel baka di Naruto come sensei esigono il loro tributo, dopo tutto.”

 

Suo malgrado, dopo quell'esternazione, Hinata non poté fare a meno di lasciarsi scappare una risata. Sì, dopo tutto, poteva anche essere vero...

 

Abbassò lentamente il kunai e le disse, acquistando finalmente quel suo tipico caldo sorriso in grado di fondere il diamante: “Sei diventata veramente bellissima, Hana-chan... Ma-ma come è stata possibile una tale magia?”

 

Bellissima? Io? Meh, Hinata-nee, non cambierai mai... Avrai parole gentili per tutti persino al tuo funerale.

 

Hanabi assunse un'espressione dubbiosa. Da dove avrebbe potuto cominciare? Prese un bel respiro prima di cominciare l'intera storia del sigillo e del patto, ma una perentoria voce, dentro di lei disse: Non ti è consentito impedire ciò che è stato compiuto per amor tuo. Non ti è consentito cambiare la storia in tale grado.

 

Perfetto! Adesso sento le voci nella mia testa! Adesso chiedo ad Hinata nee una camicia di forza e sono pronta per un viaggetto di sola andata al manicomio...

 

Sono lo spirito che tu hai evocato. Non ti è consentito impedire ciò che è stato compiuto per amor tuo. Non ti è consentito cambiare la storia in tale grado.

 

E ti pareva. Chissà perché la presentivo, una fregatura del genere... Ok, ok, ho capito, signor spirito del vaso! Quindi, che dovrei fare, sentiamo?

 

Consentire a chi per amor tuo ha agito, di provare per un poco la gioia della vita senza sacrificio.

 

Ma vi fabbricano criptici e sibillini, o lo diventate a forza di non avere un tubo da fare, voi spiriti?

No, ho capito, lascia perdere. Mi inventerò qualcosa. Rompicoglioni...

 

“Hana – chan, tutto bene? Per un'istante mi sei sembrata spaesata...”

 

“Naah. Tranquilla Hinata-nee, è che non so bene nemmeno io come ci sono finita qui. Comunque, di una cosa sono assolutamente convinta: tu e il baka sens... Ahem, cioè, volevo dire Naruto san, dovreste anticipare il vostro primo appuntamento.”

 

“E per quale motivo tanta urgenza?”

 

“Diciamo che nel futuro da cui provengo, per una serie di 'impegni' la vostra allegra gita salterà e... Passerà molto, molto, molto tempo(vaso di merda che mi costringi a dire palle ad Hinata!) prima che possiate avere una appuntamento vero.”

 

“Ah... Capisco.” L'espressione di Hinata sembrava diventata all'improvviso quella di un cucciolo di foca davanti ad un inuit con la fiocina. Con voce flebile aggiunse: “Ce – Ce – C'entra Sakura chan, vero?”

 

“Eh? NO! Ma cosa mi vai a pensare, Hinata-nee! La str... Sakura chan sta con il teme, figurati. Giuro! Fidati, farò in modo che tu abbia la vacanza che desideri. Lascia fare alla tua sorellina-temporaneamente-coetanea, ok?”

1E' un gioco di parole basato sul significato dei nomi delle figlie di Hiashi, dato che Hanabi significa “fuochi d'artificio” e Hinata “porta del sole” o, appunto, “portatrice di eleganza”.

2Shiroi mei no akuma: Demone dagli occhi bianchi. A quanto pare la nostra eroina in battaglia dev'essere diventata terrificante...

  
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