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Autore: violet_w90    28/08/2014    0 recensioni
Percy e Aurey: Come si sono conosciuti? Com'è nato il loro amore? Storia di due giovani, che nel periodo più buio delle loro vite, trovano reciproco sostegno. Dal primo capitolo: Non sentendo alcuna risposta, Audrey risuonò sperando con tutta se stessa, che si trattasse del ragazzo moro e non di quello spocchioso dai capelli rossi, che non salutava mai.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Audrey, Percy Weasley | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La Tana, un nascondiglio sicuro

La prima cosa che Audrey sentì, quando loro atterrarono, fu il rumore delle sue scarpe contro l’acqua, seguito dal gracidio di qualche rana. Alcuni schizzi le inzupparono i Jeans, altri invece le entrarono dentro i calzini bagnandole i piedi. Percy era così preoccupato, all'idea che quelli del Ministero potessero averli visti, che aveva sbagliato il luogo in cui voleva apparire.
“Oh accidenti. Scusa non volevo atterrare proprio nello stagno.” Si scusò lui uscendo nervosamente dall’acqua e aiutandola a fare altrettanto.

Audrey si guardò intorno, davanti a lei c’era una casa in pietra fatta a più piani. Era la casa, sempre se così si potesse definire, più strana che avesse mai visto. Era evidente che varie stanze, fossero state aggiunte col tempo e che la struttura si reggesse in piedi grazie solo ad un incantesimo. Ben cinque comignoli spuntavano dal tetto rosso. Sulla sinistra, c’erano dei resti di legno di quello che probabilmente doveva essere stato un vecchio capanno. C’era un’insegna sbilenca, anch’essa mezza distrutta, nel giardino frontale, ma la scritta era ancora ben visibile e diceva: La Tana. Nome appropriato pensò lei.
“Che posto è questo?”
“Qui è dove sono cresciuto con i miei fratelli. E’ la casa dei miei genitori. Al momento è disabitata i miei l’hanno abbandonata dopo che è stato divulgato il loro arresto. Quelli del Ministero l’hanno già controllata, quindi per un po’ qui staremo al sicuro.” Entrambi sussultarono nel sentire un grido acuto e squillante alle loro spalle. Percy estrasse subito la bacchetta.

“Sembra che qualcuno ci abbia seguito.” Disse Audrey alzando gli occhi al cielo e scorgendo una civetta.
“Hermes. Gli avevo detto di non farlo.”
“Dev’essere una civetta molto affeziona a te. Ma come faceva a sapere che saresti venuto proprio qui?” Domandò lei.
“Ah…non ne ho proprio idea.”
“Percy che non sa darsi una risposta. Scommetto che è la tua prima volta!” Hermes volò intorno a Percy per un po’, per poi poggiarsi sul cartello sbilenco della Tana. Il ragazzo puntò la sua bacchetta per aria, incominciò a lanciare alcuni incantesimi di protezione.
“Davvero divertente. Meglio proteggerci prima che ci trovi qualcun altro che non sia una civetta. Protego Totalum, Salvio Hexia, Repello Babbanum…” Audrey si avviò verso la porta in legno e l’aprì. La casa era completamente sottosopra. Vari mobili erano rovesciati a terra, segno che quelli del Ministero, avessero cercato di trovare qualche indizio su dove i famigliari di Percy potessero essersi nascosti. Anche la ragazza levò la bacchetta e la puntò contro la stanza.

“Homens Revelio.” Niente accadde. La casa era completamente deserta. Puntando nuovamente la bacchetta verso la stanza questa volta pronunciò un incantesimo per riordinare. I mobili e tutti gli oggetti sparsi per terra si spostarono per tornare al loro posto originario.
“Non sono mai stato bravo negli incantesimi domestici.” Disse Percy comparendo improvvisamente alle sue spalle. “Non entro qui dentro dallo scorso Natale. E di certo non è stata una visita di piacere.” Lo sguardo del ragazzo si fece nostalgico. Quanti ricordi affiorarono nella sua mente… Percy diede un’occhiata alla parete dove si era sempre trovato l’orologio, che indicava dove ogni membro della famiglia si trovasse, ma esso non c’era. Sua madre doveva aver deciso di portarlo con sé.
“E’ una casa decisamente strana. Mi piace.” Il ragazzo sorrise al commento.
“Non avevo dubbi. E comunque piace anche a me.” Era la verità. Nonostante gli scontri degli ultimi anni con i suoi famigliari, Percy aveva sempre pensato, che quello fosse stato un ottimo posto in cui crescere. Audrey posò la borsa sul tavolo e andò verso le scale.

“Sono sempre state così instabili queste scale?” Chiese lei. Le sembra di sentire un cigolio ad ogni scalino che faceva.
“Fin da quando me ne ricordo, ma puoi stare tranquilla. Hanno retto a ben sette figli, due dei quali si chiamavano Fred e George.”
“Sai io mi ricordo di loro. Quand’ero all’ultimo anno hanno cercato di imbrogliare il calice di fuoco con una pozione invecchiante.”
“Tipico di loro e poi com’è finita?” Anche se il ragazzo già se lo poteva immaginare.
“Si sono ritrovati con due lunghe barbe da vecchio.” Percy non riuscì a trattenere una risata.
“Questo è il bagno.” Disse lui aprendo una porta al secondo piano. “Tutte le altre invece sono le stanze dove dormivamo noi. Posso farti una domanda?"
“Si, certo.”

“Con chi sei andata al Ballo del Ceppo?”
“Con il mio ragazzo, Owen Stevens, ma non è stata una gran serata.” Owen Stevens quel nome l’aveva già sentito.
“Come mai? Sempre se posso chiedere.”
“Oh…Piton ci ha sorpreso mentre ci imboscavamo in un cespuglio di rose e ci ha tolto dei punti e messo in punizione. Non è stato piacevole considerando anche il fatto che eravamo entrambi mezzi svestiti e stavamo per…”
“Si ho capito grazie.” Disse freddamente Percy, sbattendo con troppa forza la porta del bagno. I due continuarono a perlustrare le stanze. Arrivarono fino a quella dell’ultimo piano, dove Audrey fu sicura di sentire degli strani rumori al di là delle pareti. L’intera soffitta era tappezzata di poster e carta da parati arancioni. Anche quella camera era sottosopra, segno che quelli del Ministero avessero cercato qualcosa anche lì.

“Aspetta Owen Stevens non è uno dei due battitori che gioca nei Puddlemere United?”
“Si è proprio lui, ma tranquillo è più di un anno che non stiamo più insieme." Era stata lei a lasciarlo dopo aver scoperto che lui la stesse tradendo con una delle sue tante ammiratrici. "Credo che dormirò nella stanza al secondo piano, quella con il poster di Gwenog Jones. Perché fai quella faccia?”
“Perché hai scelto l’unica stanza in cui non ci dormiva un ragazzo. Quella era la stanza di mia sorella Ginny.”
“Quindi anche tua sorella è tifosa delle Holyhead Harpies?”
“Anche? E io che pensavo che tu tifassi per i Puddlemere United.” Commentò lui seccamente.
“Oddio non ci posso credere sei davvero geloso di uno che non vedo da più di un anno?”
“Io non sono geloso! Forza sarà il caso di andare a cercare qualcosa da mangiare.”

“Fermo, credo che dovrei farlo io. Tu vivevi qui, la gente potrebbe riconoscerti.”
“No scordatelo è troppo rischioso.”
“No, non lo è. Lo sarebbe molto di più se ci andassi tu. Io non sono mai stata da queste parti, darò meno nell’occhio nel caso qualcuno mi vedesse.” Disse lei prendendo la borsa e dirigendosi verso l’uscita. “Tornerò il prima possibile.” Percy non fece in tempo a protestare ancora, che Audrey se ne era già andata. Riuscì solo a gridarle di stare attenta. Hermes entrò dentro casa e si posò sul tavolo.
"Mi dispiace Hermes, ma non ho portato con me la tua gabbietta." Disse lui all'uccello. Guardandosi intorno, il ragazzo notò una vecchia fotografia poggiata sopra il camino. La foto mostrava lui e i suoi fratelli quando erano piccoli. Ginny nella foto avrà avuto non più di due anni. Il ragazzo non poté far a meno di chiedersi dove potessero essersi nascosti, magari a casa di qualche membro dell’ordine, oppure da qualche vecchio amico, o forse a Villa Conchiglia.

E se fossero proprio in quel luogo? Villa Conchiglia era un Cottage di proprietà dei Weasley, situata in Cornovaglia. I suoi genitori ci aveva pure vissuto per un periodo insieme a Bill e Charlie. Per quel che ne sapevano quelli del Ministero, la casa era deserta e in rovina da anni, quindi poteva anche essere, che avessero deciso di andare lì. Percy guardò fuori dalla finestra. Audrey ci avrebbe messo un po’ prima di tornare e lui voleva scoprire se avesse ragione.
Quando il giovane si smaterializzò su una spiaggia della Cornovaglia, il ragazzo era sicuro che quello fosse il posto giusto, ma del Cottage non c’era ombra. Poteva esserci solo una spiegazione possibile: qualcuno aveva usato un Incanto Fidelius. Questo significava che i suoi famigliari si trovassero in quel posto. Percy attese nella speranza di vedere qualcuno, ma dopo venti minuti che attendeva seduto sulla spiaggia, si arrese decidendo di tornare indietro. Se solo avesse aspettato qualche minuto in più…

“Bill che cosa sussede?” Chiese Fleur andando vicino al marito, che osservava la spiaggia deserta.
“Non lo so. Per un attimo mi è sembrato di vedere…” Mio fratello Percy, ma non poteva essere vero. Eppure quei capelli rossi, quegli occhiali… sembrava proprio lui. “Niente. L’avrò solo immaginato.”
“Ma di chi stai parlando?”
“Mi è sembrato di vedere mio fratello Percy, ma è impossibile, insomma perché mai dovrebbe farsi vedere, quando non si è nemmeno presentato al nostro matrimonio.”
“Oh…Bill sono sicuro che ci sarà una spiegazione per quello.”
“Si…forse.” Ma era evidente, che il ragazzo ne dubitasse. Fleur abbracciò il marito e i due rimasero lì fuori per un po' a guardare le onde del mare infrangersi contro la costa, mentre Percy già se ne era ritornato alla Tana.

“Ho preso tutto quello che ci serve. E’ tutto qui dentro.” Disse Audrey mostrando la borsa a Percy e poggiandola sul tavolo. “Stai bene? Hai un’aria strana.”
“Si è solo che se penso che questa mattina mi trovavo al Ministero e adesso sono qui con te.” Disse lui, decidendo di raccontarle solo una parte di ciò che lo tormentava.
“Vedrai andrà tutto bene.” Disse lei perdendogli istintivamente la mano. Percy annuì stringendogliela forte. Intanto quelli del Ministero, facevo rapporto sulla sparizione del ragazzo, dopo aver messo a soqquadro il suo appartamento, senza però aver trovato niente di utile.

Note: Ecco finalmente il nuovo capitolo della mia storia. Scusate se ci ho messo tanto, ma come già scritto sono stata in scozia (posto davvero magico) e non ho avuto occasione di scrivere.


 
  
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