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Autore: Ossimoro Vivente    30/08/2014    3 recensioni
E' molto raro che non due,ma tre anime siano in perfetta sintonia tra di loro. Un esempio lampante sono,per l'appunto, Death the Kid e le sorelle Thompson.
Questa fan fiction scaverà più affondo sulla storia di come è nata la fiducia reciproca in questo trio di personalità così diverse tra di loro. Anche perchè Liz e Patty da piccole non hanno mai avuto un passato così normale da trasformarle nelle sgangherate teppiste che sono state.
Ho sempre adorato il modo in cui si rapportano tutti e tre i personaggi. Sembra un legame d'amore fraterno. In cui gli uni mantengono una certa pazienza con i difetti degli altri e viceversa,ma senza litigare mai veramente e promettendo sempre comprensione e fiducia reciproca.Credo sia uno dei rapporti migliori che esistano.
Prima fan fiction in assoluto.
Prima volta che scrivo su efp.
E mi sto cagando sotto dall'emozione.
Quindi, spero vi abbia interessato, e buona lettura!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Death the Kid, Liz Thompson, Patty Thompson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PROLOGO
Taylor Thompson.
Una delle solite donne illuse e sognatrici d’amore che cascava a ogni tranello che si fosse camuffato di abiti firmati, modi romantici, sguardi affascinanti, e che emanavano tanto profumo di soldi.
Lo stesso dolce odore che segue la più stupida delle mosche, fatto per appiccicare le sue zampette in quelle che sono le impazienti fauci di una pianta carnivora.
Ci cascava sempre. Odiosamente.
Ogni. Stramaledetta. Volta.
Anche lei era un’arma. Molto all’avanguardia, direi.
Era un vero e proprio fucile americano a cui noi decisamente facevamo un baffo. Un m4 perfetto in ogni tiro.
E anche lei viveva nelle più sciatte strade di New York, spassandosela ingoiando anime con qualcuno a maneggiarla, e scippando a più non posso chi le capitava procurandosi i soldi per qualsiasi altra cosa le servisse. Molte volte si “offriva” a chi, al contrario di lei, aveva i soldoni, cose che avrebbe voluto ovviamente in cambio dopo l’”uso”.
Taylor aveva due “opzioni ” a riguardo:
-Quello di farsi usare spudoratamente come arma;
-Quello di farsi usare spudoratamente come oggetto sessuale.
Ma, come ti avevo già detto: lei ci cascava.
Cascava alle finte avance di chi voleva sfruttarla, cascava ai loro occhioni languidi, e all’illusione che almeno uno di loro l’avrebbe amata veramente.
I ricconi se ne approfittavano e lei non faceva che la figura della credulona.
Fu così che veniva solo presa, usata, privata delle anime che aveva catturato e gettata in continuazione. Tradita quasi ogni volta e, costretta così a camminare per strada senza alcun tipo di ricompensa, in tasca, nello stomaco, o in petto.
E la cosa che più la frustrava era non avere nessun maestro d’armi affidabile che avesse potuto almeno aiutarla a vendicarsi contro quei sadici maniaci che l’avevano solo umiliata.
Inoltre non poteva neanche difendersi, sola contro il mondo intero. Sì, perché anche se sei un’arma, anche un fucile calibro 5,56, senza un’anima che sia in sintonia con la tua, e che ti maneggi a dovere, sei solo inutile, specialmente quando non c’è nessun altro a farti compagnia, come un amico, o una sorella, come nel mio caso.
Taylor continuava a fare i suoi sbagli riempiendo il suo cuore di illusioni, per poi svuotarlo tutto in una volta all’istante. Ma in ogni caso non aveva scelta. Le poche volte che riusciva ad essere ricompensata erano indispensabili per sopravvivere in quei bui vicoli newyorkesi scordati dal mondo intero.
Nonostante tutto non riusciva a badare al desiderio che un giorno avrebbe avuto un maestro d’armi che fosse stato sulla stessa lunghezza d’onda della sua anima, e che l’avrebbe amata davvero. Per sempre. (Sì, come Marie, ma questo è decisamente diverso)
Non successe mai.
Taylor aveva perso definitivamente le speranze solo quando, a sedici anni, rimase incinta.
 
Sì, nel suo ventre c’erano ben due feti.
Sì, quei due feti eravamo noi. Che sorpresa illuminante!
Alla crescita di quel pancione la nostra giovane madre era disperata: lei non ci voleva. Le davamo fastidio. Questo l’ho sempre saputo.
Voleva ritornare “giovane”, voleva fare le sue scorribande per la città, voleva essere libera… Ma che razza di libertà era quella?
In realtà era stata vincolata da una vita, e solo avendo avuto noi si era resa conto che ci stava dentro fino al collo.
Era troppo tardi per abortire: notò la sua tragedia solo vedendo la sua pancia che si gonfiava come un pallone, e le nausee sempre più frequenti non le davano pace. Nella povertà e nei malfamati vicoli in cui si trovava non poteva neanche saperlo prima. Così solo una cosa le venne in mente:
-Non vedo l’ora di liberarmele dal corpo. Al resto ci penserò dopo.-
Nella disperazione si era affidata a un’associazione di volontari per i senza-tetto, come ce n’erano tante a New York.
Così nascemmo.
Io per prima, dopo cinque minuti mia sorella.
Rispettivamente chiamate Elizabeth e Patricia. Altra sorpesa illuminante.
Ancora mi chiedo perché ci abbia chiamate con nomi così “aristocratici”. Mi viene più facile pensare che fosse stato una specie di augurio per una vita migliore. Augurio forse non tanto sentito da nostra madre per noi, ma pur sempre un augurio.
Ma non essendo per nulla “aristocratiche”, anche se comunque desiderose di esserlo, io e mia sorella ci facilitammo la vita chiamandoci semplicemente Liz e Patty. Mamma no. Non lo fece.
Cognome: ovviamente Thompson. Altra sorpresa illuminate.
Comunque, sì, era quello di nostra madre: come avremmo mai saputo il cognome di uno che poteva essere facilmente una qualche sorta di mafioso che se l’era già svignata da qualche parte?
Dopo la nostra nascita, quello che Taylor pensò stavolta fu:
-Non vedo l’ora di sbarazzarmi di loro. Al resto ci penserò dopo.-
Taylor cercò di “mantenerci” alla ben che meglio, con trattamenti al limite del superficiale, per 11 anni. Riferendoci un carattere instabile e lunatico, e trattandoci a volte come se fossimo i suoi due tesori, e a volte come vera e propria spazzatura.
Da un po’ aveva lasciato l’associazione di volontariato. Poi ebbe qualche soldo non legale; quel poco per prendere un aereo e lasciare definitivamente New York.
Senza di noi.
E a quel punto immagino un’altra volta quello che pensava:
-Non vedo l’ora di lasciarmi tutto alle spalle e cambiare vita. Al resto ci penserò dopo.-
Ricordo perfettamente come ci aveva prese per il culo.
Ci fece sedere sulle scale di uno dei soliti vicoli isolati in cui stavamo, parlandoci in uno dei suoi periodi “allegri” con testuali parole:
-Vi compro qualcosa qua vicino e torno.-
“E  torno”…
Il bello è che restammo ad aspettare come due cretine fino a sera. E il meglio era che dovevamo aspettarcelo dopo averle visto tutti quei soldi in tasca per la prima volta.
Nonostante la paura del buio che soprattutto io avevo in gola, la cercammo in tutti i negozi vicini. Ma erano già ovviamente chiusi, ed era sparita.
Non c’era dubbio: ci aveva abbandonate, quella bastarda.
Patty, che aveva mantenuto una certa speranza nella ricerca, cominciò a piangere.
Tentavo di calmarla, di dirle di smetterla anche se pure io volevo piangere ancor più forte di lei. Mentre le stringevo la mano dicendole che sarebbe andato tutto bene  non riuscivo a essere convincente. Avevo gli occhi lucidi e la mia voce si fece sempre più rauca. Patty continuava a piangere imperterrita, e io ridussi la mia voce a suoni sconnessi e fiati interrotti, ormai rassegnata. Ebbi una paura folle all’improvviso, peggio della fobia del buio, e a quel punto mi salì un singhiozzo che non potevo più sforzarmi di trattenere.
Scoppiai in lacrime in modo più infantile e forte di mia sorella in mezzo alla strada deserta.
 
 
-Adesso sei contento?-
-Non molto… Però ho risolto i miei dubbi-
-Quali dubbi?-
-Sul vostro bilanciamento-
-…Ma di che farnetichi ogni volta?!-
-Avete subìto troppo male. Dovete capire cos’è il bene, e adesso so come aiutarvi: troverò il vostro bilanciamento.-


Angolo autrice o che dir si voglia xD : ammetto che la cosa mi fa molto strano: scrivere su un sito in cui le persone potranno leggere quello che scrivi intendo. Quindi spero davvero che vi soddisfi come primo capitolo e che vi interessi. Per chi avrà deciso la malsana idea di seguire questa storia lo ringrazierò di cuore,di mente di corpo e di tutto in primis! Ma premetto che i capitoli non usciranno uno al giorno o uno a settimana,perchè ho appena cominciato questa storia cartonata soltanto 4 giorni fa ( bella copia,rilettura e migliore copia della bella copia inclusa xD ) quindi non assicuro tempestività.
Detto questo,spero ancora che vi piaccia e che recensiate in tanti! Bella!
   
 
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