«Facciamo il punto della
situazione, ti va?» propose Aya a Mikiru, dopo aver lanciato nel cestino
l’ennesimo contenitore di caffè Starbuck’s.
«E se invece andassimo a casa a
riposarci un po’?»
«Tu vai pure Mikiru, io
preferisco rimanere qua… andrò a casa più tardi…»
«Aya, sono le 3 del pomeriggio,
sono 12 ore che sei in piedi! Cosa aspetti a dormire un po’?»
«Mikiru, davvero! Andrò a casa
alle 6, così cenerò con calma e poi mi riposerò…»
«Allora sto con te, così
ceniamo insieme… avanti, cosa volevi puntualizzare?»
«Dunque- esclamò la mora
alzandosi in piedi e dirigendosi verso una lavagna bianca e prendendo un
pennarello –abbiamo una vittima apparentemente senza nemici, un assassino
apparentemente senza movente e nessun indizio concreto…»
Scrisse quelle tre frasi in tre
colonne separate da una netta linea rossa, poi si voltò verso la collega con
aria affranta:
«È il caso del secolo, quello
che ci permetterebbe di salire di grado, dobbiamo impegnarci… innanzitutto
stiliamo una lista di possibili sospetti e relativo movente…»
«Dimentichi che ognuno dei suoi
colleghi della nazionale ha un alibi perfetto: erano tutti insieme…»
«Tranne i coniugi Matsuyama…»
«Non trovo nessun movente
plausibile, Aya…- disse la castana, sfogliando i dati che si era appuntata sul
taccuino –I Matsuyama si sono sposati due anni fa, in Hokkaido. Ozora e la sua
fidanzata erano presenti alle nozze, e la Nakazawa era addirittura testimone
della sposa. Ti do ragione sul fatto che possa essere stata una donna, ma prova
a pensare: e se fosse stato un uomo che ha voluto depistare le indagini?»
«Per adesso muoviamoci sulla
pista della donna, ma non tralasciamo niente.»
«Le donne da sospettare allora
sono: Matsuyama Yoshiko, Misugi Yayoi e Ishizaki Yukari…»
«E Nakazawa Sanae…»
«Anche lei? Ma l’hai vista?
Quella donna è distrutta dal dolore, Aya!»
«Te l’ho detto, non dobbiamo
tralasciare niente…»
«E quella ragazza che è
arrivata dopo? Quella che ha raggiunto il gruppo stamattina… se non vuoi
tralasciare niente devi scrivere anche lei…» ironizzò Mikiru.
«Hai ragione! Si chiama… si
chiama…»
«Sugimoto Kumi…» mormorò la
castana, sospirando.
Osservarono insieme la lavagna:
Aya scosse la testa e si voltò verso l’amica.
«Mikiru, dobbiamo interrogare
gli amici più intimi di Ozora, quelli che lo conoscevano da più tempo e che
avevano rapporti di amicizia con lui. Non tutti quelli della squadra erano amici
intimi.»
«So che Misaki Taro era il suo
più caro amico… aggiungi anche Wakabayashi Genzo, Ishizaki Ryo, Izawa Mamoru
e Morisaki Yuzo…»
«Ma tu come fai a sapere queste
cose?»
«Sai che adoro il calcio: è
stato facile scoprire le squadre in cui sono cresciuti i vari calciatori, è
bastata una ricerca su internet.»
«Sei diabolica!» la prese in
giro Aya, sedendosi alla sua scrivania che era dirimpetto a quella di Mikiru.
«Vuoi che li convoco per oggi
pomeriggio?»
«Per adesso convochiamo solo
Misaki e Wakabayashi. Sarà interessante sentire cos’hanno da dirci. Se non
sbaglio Wakabayashi è quello che mi ha aggredito verbalmente stanotte.»
«Capiscilo, era sotto shock…
non massacrarmelo, che ci sono i Mondiali quest’anno!» ironizzò la castana.
§§§
«Posso sapere per quale motivo
sono stato convocato? Per caso sospettate di me? Devo chiamare il mio avvocato?»
«Non si scaldi, Wakabayashi-san,
si tratta solo di un colloquio informale…- rispose Mikiru sedendosi davanti a
lui –Io e la mia collega, l’agente Yamamizu, vorremmo solo porLe qualche
domanda sul passato della vittima…»
«E per quale motivo avete
chiamato proprio me?»
Aya si avvicinò e si sedette
accanto a Mikiru:
«Non è stato difficile scoprire
il passato della vittima: una semplice ricerca ci ha permesso di scoprire che
lei e Ozora eravate amici di vecchia data.»
Con quella frase, l’orgoglio e
la maschera di arroganza di Wakabayashi caddero, rivelando un uomo distrutto dal
dolore.
«Arrivò a Nankatsu l’anno
prima che unificassero le squadre delle scuole per partecipare al campionato
nazionale: già dalla prima occhiata capii che lui era diverso, lui ci sapeva
fare col pallone, e temetti che sarebbe stato un degno rivale. Fu così, perché
fu il primo a riuscire a segnarmi un goal da fuori area, impresa tutt’ora
difficile.»
«Era nata quindi una sorta di
rivalità?» lo incalzò Aya, mentre Mikiru continuava a prendere appunti.
«Una sana e semplice rivalità
sportiva, che svanì poco prima che partecipassimo al campionato. Tsubasa era
una persona leale e sincera, difficilmente si riusciva a portargli rancore.
Era… era un pezzo di pane, un uomo che si faceva voler bene da tutti…»
«Che mi dice della fidanzata,
Nakazawa Sanae?»
«Quando eravamo piccoli Anego
era un vero maschiaccio, seguiva tutte le partite della Nankatsu e guai a chi
osava dire qualcosa di storto sulla squadra. Credo che per lei sia stato un vero
e proprio colpo di fulmine, per Tsubasa. Quando lui è partito per il Brasile
per seguire il suo sogno lei era… era distrutta dal dolore, stava malissimo,
ma non si è mai lamentata, non ha mai detto niente che potesse impedire a Ozora
di realizzarsi come calciatore. Lei era lì che lo aspettava, e nel frattempo ha
continuato gli studi per crearsi un futuro. Quattro anni fa, dopo il Mondiale,
lui le ha detto che aveva ottenuto un ingaggio a Barcellona e le ha chiesto di
trasferirsi da lui; fu il coronamento del loro sogno d’amore, mancava solo il
matrimonio, ma credo che fosse questione di tempo… Tsubasa amava le comparsate
dopo i Mondiali…» ammise con un sorrisetto mentre la sua mente vagava nei
ricordi.
«Wakabayashi-san, Lei sa se
Ozora aveva dei nemici, o se qualcuno ce l’aveva con lui?»
«Tutti i “nemici” di Tsubasa
erano a livello calcistico, temibili avversari che combattevano per la vittoria,
ma si tratta di calciatori ad alto livello, non farebbero mai una cosa del
genere…»
«Chi sapeva che Ozora era ancora
in albergo, quella sera?»
Wakabayashi ci pensò un po’
poi rispose:
«Beh, noi tutti… poi i suoi
genitori, credo… non saprei, insomma, eravamo amici…»
«Un’ultima domanda,
Wakabayashi-san: Lei ha un’idea su chi potrebbe essere stato?»
Un sorriso serafico si formò
sulle labbra del SGGK:
«E lo chiedete a me? Siete voi
che dovete trovare il colpevole! Comunque no, non ho nessuna idea…»
«La ringrazio, Wakabayashi-san-
lo congedò Aya alzandosi –La pregherei di rimanere a disposizione…»
«E chi si muove? Non ce ne
andremo finché non scopriremo chi è stato…»
§§§
«Misaki-san, La ringrazio per
essere venuto.»
«Se posso essere utile alle
indagini, ben volentieri…»
Il volto del giovane era tirato:
era evidente che il sonno l’aveva abbandonato e che il dolore per lui era
molto forte. Nonostante questo cercava di dimostrarsi forte, forse per aiutare
Sanae a sopportare la perdita.
«Misaki-san, in che rapporti era
con la vittima?»
«Eravamo molto amici… direi
che il legame che ci univa era quasi fraterno… Tsubasa è stata la prima
persona che ho incontrato quando mi sono trasferito a Nankatsu, con mio padre…
sa, io e lui viaggiavamo molto per via del suo mestiere, così io non facevo in
tempo a fare amicizia che già dovevo ripartire, e non avevo trovato nessun
amico sincero.»
«Con Ozora fu diverso? Perché?»
Mikiru si sentiva una stronza a fare quel genere di domande, ma il suo mestiere
le imponeva di vagliare tutte le possibilità concrete.
«Tsubasa era un ragazzo d’oro,
sincero e leale: era impossibile serbargli rancore, tutte le rivalità…
sportive naturalmente… erano riservate al campo da gioco. Chiunque lo
incontrasse sul suo cammino non poteva fare a meno di… di volergli bene…»
Una lacrima scese lungo la gota
del calciatore, al che Aya si alzò e gli porse una scatola di Kleenex e un
bicchiere d’acqua.
«Grazie…- mormorò Misaki,
bevendo un lungo sorso del liquido fresco e cristallino –Vede, agente Yamamizu,
Tsubasa aveva molti rivali sul campo, ma nella vita tutti gli volevano bene.
Questo glielo posso garantire.»
«Capisco… so che la Nakazawa
ha aspettato a lungo prima che la vittima si decidesse a rendere ufficiale la
loro unione.»
«Sì, ma era tipico di Tsubasa:
mi ha sempre detto che teneva tantissimo a Sanae, ma non era disposto a
trascinarla in giro per il mondo. Voleva stare con lei solo quando avrebbe avuto
la certezza di stabilità, sia calcistica che economica, e il Barça per lui era
l’occasione d’oro.»
«Ozora al Barcellona e lei al
Jubilo Iwata, se non sbaglio… questo non Le creava un po’ d’invidia?-
Mikiru cercò di tastare la situazione dal punto di vista delle invidie
–Insomma, in Nazionale eravate la Golden Combi, mentre a livello di club Ozora
era valutato di più rispetto a Lei…»
«Mi trovo molto bene nella mia
squadra, non sento il bisogno di cambiare, e soprattutto non potevo che essere
felice per il mio migliore amico. Non sono invidioso, non è un difetto che mi
si addice.» rispose Taro pacatamente.
«Signor Misaki, Lei si è fatto
un’idea? Intendo… secondo Lei, chi è stato?»
«Mi piacerebbe molto poterLe
risponderle, ma purtroppo non lo so… non ho idea di chi sia stato a… a…»
«Va bene così, Misaki-san…
Rimanga in città, potremmo riconvocarLa se ci saranno sviluppi.»
«Assolutamente. Arrivederci,
agenti.»
«Siamo al punto di partenza, Aya…
e la questione principale è sempre quella…»
Chi
ha ucciso Ozora?
Rieccoci qui, con le nostre due detective alle prese con i primi sospetti per raggiungere la verità. Devo dire che sono stata brava a nascondere gli indizi se ancora nessuna di voi si azzarda a fare delle ipotesi, eheheh... è altresì vero che siamo ancora agli inizi, i primi "veri" interrogatori sono appena stati svolti, e la verità è lungi dall'essere svelata!
E
ora passo ai ringraziamenti di rito:
picciottina75: Felice di aver realizzato i tuoi "sogni più
reconditi" XD Non sei l'unica ad essere felice della scelta della vittima,
che ripeto è stata CASUALE (*schivo fucilata di Only*) Come vedi oggi, come
tutti i sabati, torno ad aggiornare! Grazie per avermi dedicato un po' del tuo
tempo, spero continuerai a seguire la mia storia!
Eos75: non sei l'unica a schivare gli oggetti lanciati XD Spero che la
mia storia continuerà a piacerti, grazie per aver recensito!
Silen: sono davvero contenta che i miei personaggi originali abbiano
sortito l'effetto sperato, e tranquilla che tra pochi capitoli scopriremo cosa
nasconde il passato di Aya... o no?? Autrice malefica... intanto continuate a
spremere le meningi per scoprire chi è stato! Grazie per seguirmi
costantemente!
Melanto: Temevo ti fossi scordata di me SIGH... scherzo ovviamente, spero
che la storia risulti di tuo gusto, anche perché ancora non so cosa ne salterà
fuori! Chissà... grazie mille per l'attenzione che mi dedichi! SMACK
Berlinene: grazie per i commenti che mi hai rilasciato "in
privato"!
Alla
prossima!
Sakura