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Autore: Vane Joe Armstrong    10/09/2014    0 recensioni
Avete mai pensato ad un modo per sconvolgere la vostra vita ? Ad un modo per allontanarvi un po’ dai problemi quotidiani ? O avete mai pensato, semplicemente a cambiare aria ? Bhè io si…ed è più o meno quello che sto facendo.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il mese di Maggio era trascorso in fretta. Eravamo già a Giugno. Il 9 precisamente.
Avevo passato settimane fantastiche in compagnia di Paul,John,George e Ringo. L’indomani loro sarebbero partiti per l’Inghilterra…ciò significava che questo era l’ultimo giorno che passavo in loro compagnia.
Quella mattina era particolarmente fredda,sebbene fosse Giugno. Mi svegliai presto e Jim e Jodie erano già a lavoro. Quella mattina aveva tutta l’aria di essere una mattina autunnale,sembrava una di quelle mattine in cui ti svegli presto per andare a scuola ma non ci vuoi andare,preferiresti passare tutta la mattinata nel tuo soffice e caldo letto. Sembrava una di quelle mattine d’autunno…quando sei nel tuo letto e senti il vento che soffia,che accarezza le foglie e scuote gli alberi. Mi sentivo così quella mattina. Ero incapace di pensare,incapace di affrontare la realtà. Mi sentii autunno quella mattina.
Mi alzai lentamente dal letto e mi avvicinai alla finestra. Il cielo era cupo e coperto da nuvole grigie e vaporose. Il sole dormiva ancora e sembrava che quella mattina non avesse intenzione di svegliarsi.                      
Il cielo,che mi soffermai ad osservare,trasmetteva una tale quiete che mi fece per poco,credere di essere ancora tra le braccia di Morfeo. Lo osservai attentamente quel cielo. Grigio. Del tutto grigio. Difficile credere  che un colore come il grigio possa essere fonte di pace e tranquillità. Forse non è un colore così  spregevole come credono gli altri. Forse iniziava a piacermi. E in quella mattina,mentre la città ancora dormiva,il cielo con quel suo grigio,scuro e opaco rifletteva il mio stato d’animo. Ero tranquilla come le nuvole ma triste come il grigio che colmava l’azzurro del cielo.
Restai ancora pochi istanti ad osservare la quiete del paesaggio che mi stava davanti.
Preparai un The caldo e decisi cosa avrei indossato quella mattina.
Sussultai,quando sentii il suono del telefono che squillava,che improvvisamente interruppe il silenzio nella quale era immersa la casa. Alzai la cornetta e bisbigliai un “Pronto?”
La voce che rispose dall’altro capo della cornetta era senz’altro la sua. L’avrei riconosciuta tra mille. Era la voce di Paul.
“Sei già sveglia ?”
“Si..”
“Perché parli piano ? “ disse Paul ridacchiando.
“Ehm…non ci avevo fatto caso…sai qui è tutto così tranquillo”
“Come mai sei già sveglia ?”
“Non riuscivo più a dormire…e tu ? “
“Bhe io sto sistemando le ultime cose,per evitare di dimenticare qualcosa,sai com’è”
“Ah..capisco..”
“E’ bello sentire la tua voce la mattina,mi mette allegria..” disse Paul ridendo.
“Posso dire la stessa cosa…senti Paul..”
“Non adesso Emm…”
“…”
“Ci vediamo tra un po’…passo a prenderti io,okay ?”
“…certo” dissi,riattaccando la cornetta del telefono.
Ero triste. Dovevo ammetterlo a me stessa. Sapevo che mi sarebbero mancati,ma che più di tutti mi sarebbe mancato Paul.
Avevo un nodo in gola che non riuscivo a mandare giù e i miei occhi si inumidirono.
Non potevo…non adesso! Feci un lungo respiro e cercai di calmarmi. Sarebbe passato,come tutto del resto.
Mi guardai allo specchio,asciugai le poche lacrime che avevano rigato il mio volto e feci un sospiro. Avevo gli occhi rossi e lucidi,le guance infiammate e i ricci in disordine..come mio solito!
Legai i capelli e rinfrescai lei mie guancie e i miei occhi con dell’acqua gelida. Dopo pochi minuti riuscii a calmarmi. Cercai di pensare ad altro,pensai al fatto che sarei partita anche io,che sarei tornata a casa e che avrei riabbracciato i miei genitori e i miei fratelli.
Tornai in camera mia e indossai velocemente un paio di pantaloncini bianchi,una canotta nera e degli infradito,anch’essi neri.  Dato che non avevo nulla da fare,pensai di riordinare la mia camera.
Rifeci il letto e sistemai le mie scarpe e le mie borse che erano sparse qua e là per la stanza.
Dopo pochi minuti,il campanello suonò. Doveva essere Paul.
Corsi ad aprire la porta.
“Ciao” disse Paul con un sorriso raggiante.
“Ciao,entra..” dissi io ricambiando il sorriso.
Paul entrò,si girò verso di me e mi abbracciò.
“Mi mancherai tanto..” disse lui a voce bassa.
Ricambiai l’abbraccio. I suoi abbracci erano quei tipi di abbracci che ti fanno sentire protetta,al sicuro. Respirai piano,per paura di interrompere quel momento,per paura di fare rumore. Una cosa stupida,insomma. Ma..desiderai che quel momento,quell’attimo..non finisse mai. Sentii il suo profumo era dolce,buono come sempre. Poi sollevai lo sguardo verso il suo.  Erano forse…. i suoi occhi. Davano speranza,come fossero luce nel buio. Mi piaceva il suo scrutare attento in ogni dettaglio. Mi piaceva il fatto che nei suoi occhi vedessi il mio cuore.
“Anche tu..” sussurrai io,trattenendo le lacrime.
Mi sciolsi dall’abbraccio,sapevo che non avrei retto per molto.
“Allora che facciamo oggi ?” dissi io cambiando argomento e facendo un finto sorriso.
“Quello che vuoi” disse lui dolcemente.
“Ti va,se andiamo a fare due passi al porto ?”
“Certo andiamo,più tardi raggiungeremo gli altri..anche perché stanno ancora dormendo”
“Forse è meglio se prendo un ombrello..sai il cielo non promette bene” dissi io guardando fuori.
“Si,ti conviene” rispose lui.
Presi la borsa e l’ombrello e chiusi la porta di casa.
Così mi incamminai verso il porto con Paul che mi offrì il suo braccio.
“Anche il cielo è triste oggi..” disse Paul guardando il cielo.
“Già…perché te ne vai tu..o meglio perché i Beatles vanno via..” dissi io ridendo.
“Che posso dirti ? Abbiamo questo carisma e questo potere” disse lui ricambiando la risata.
“Poco modesto Mccartney,poco modesto.”
“Come sempre” disse lui sorridendo.
“Quando tornerò in Italia dovrò rincominciare a frequentare il liceo” dissi io sbuffando.
“Poi studierai medicina e poi diventerai una dottoressa” disse lui ridacchiando.
“ Già, e poi verrò in Inghilterra a farti qualche puntura”
“Per carità,mai sia”
“Pff…hai paura delle punture” dissi io ridendo.
“Tu hai paura del buio” disse lui punzecchiandomi.
“Ma cosa centra ? Dillo che odi le punture”
“Va bene,va bene,lo confesso” disse lui alzando le mani in segno di resa.
“Carissimo,quando sarai in Inghilterra dovrai scrivermi eh”
“Certo,lo farò…dovrai scrivermi  anche tu. E dovrai raccontarmi tutto.”
“Io ti racconterò della scuola e tu della tua band “ dissi io fantasticando.
Continuammo a fantasticare a ridere e a scherzare per un po’. Il sole era ancora coperto dalle nuvole e la città,ancora deserta. Si udivano tuoni,in lontananza e ogni tanto si vedevano fulmini e saette.
Dopo poco delle gocce bagnarono la mia fronte.
“Credo che stia per piovere Paul,ho sentito delle gocce”
“Che sarà mai un po’ d’acqua..” disse lui sollevando le spalle.
“Non credo sia un po’ d’acqua..sta iniziando a piovere forte” dissi io ridendo.
“Finirà..prima o poi”
“Non credo..”  dissi guardando il cielo grigio.
“Credo che dovremmo usare l’ombrello”
“Ma va ? Che scoperta emozionante Mccartney!”
Aprimmo l’ombrello ma non servì a molto. La pioggia era molto forte e noi ci bagnammo comunque.
“Come avrebbe detto il mio professore di latino “ dissi io ridendo.
“Qua sta venendo giù il mondo…altro che cani e gatti” disse Paul.
“Che sarà mai un po’ d’acqua gne gne gne” dissi io imitando le parole pronunciate da Paul poco prima.
“Pff…ma smettila” disse lui ridendo.
“Per colpa tua ho i capelli bagnati..e non parliamo poi dei miei vestiti” dissi io toccandomi i capelli.
Continuava a piovere e io e Paul cercammo riparo,anche se ormai eravamo fradici dalla testa ai piedi.
“Che tempaccio!” dissi io,sbuffando.
“Dirlo,non farà passare la pioggia” disse lui ridendo.
“Perché non andiamo a casa ? Almeno ci cambiamo…tanto siamo già bagnati,un po’ d’acqua non cambierà la situazione” proposi.
“Sì,andiamo a casa mia..speriamo che gli altri si siano svegliati” disse Paul.
Iniziammo a correre sotto la pioggia come due matti, e nel silenzio di quella mattina riecheggiavano le nostre risate.
Dopo circa 10 minuti,finalmente arrivammo a casa di Paul.
Entrammo,e la casa era immersa nel più totale silenzio…capimmo allora,che gli altri stavano ancora dormendo.
“Vieni..” disse Paul prendendomi per mano .
Mi trascinò nella cucina.
“Aspetta,vado a prenderti un asciugamano” disse lui,camminando cercando di non fare rumore.
“Va bene ti aspetto qui”
Dopo poco Paul tornò in cucina con due grandi asciugamani.
“Ecco,prendi”
“Grazie” dissi io afferrando l’asciugamano.
“Accidenti sono tutto bagnato” disse lui.
“Non dirlo a me” dissi io ridendo.
“Tu sei messa peggio,i tuoi ricci sono diventati lisci” disse,ridendo anche lui.
Cercai di asciugarmi al meglio i capelli,con l’asciugamano,anche se non servii a molto.
“Vuoi cambiarti ? Ti presto una delle mie maglie” disse Paul che si era appena cambiato.
“Ehm..si grazie,inizio ad avere freddo”
Paul mi diede una delle sue maglie,l’afferrai e mi diressi in bagno per cambiarmi.
Tolsi gli indumenti fradici mi asciugai ancora e infilai la maglia di Paul. Per evitare di bagnare anche quella,strizzai i capelli e li legai.
Uscì da bagno e tornai in cucina dal Paul.
“Grazie per la maglia,mi sento già meglio” dissi io sorridendogli.
“Figurati” disse lui ricambiando il sorriso.
Fuori pioveva ancora. E di tanto in tanto si udivano tuoni in lontananza.
Paul era seduto sul divano e mi invitò a sedermi accanto a lui. Iniziai a tremare nuovamente,avevo ancora freddo.
“Vieni qui,ti riscaldo io” disse lui allargando le braccia.
“Brr…grazie,come sei caldo tu” dissi io poggiando la testa sul suo petto.
“Dire che sei fredda è un eufemismo” disse lui ridendo.
“Che simpatico”
“Chissà cosa farai domani a quest’ ora..” disse lui.
“Probabilmente mi starò strappando i capelli per la tua assenza” dissi io ridendo.
“Già,lo credo anche io”
“Ma sta zitto” dissi io spingendolo.
“Sai anche tu che sarà così” disse lui ridendo.
“L’importante è crederci” dissi io guardandolo.
I suoi occhi si persero nei miei per qualche istante e sul suo viso si accese il suo dolce sorriso.
“Cosa c’è ?” dissi io distogliendo lo sguardo dal suo,arrossendo e sorridendo lievemente.
“Sei più carina quando sorridi” disse lui sollevandomi il viso con la mano.
Arrossii.
“Grazie” mormorai timidamente.
“Perché parli piano ?” disse lui guardandomi le labbra.
“Gli altri dormono..” dissi,mentre il mio cuore iniziava a battere forte.
Seguirono alcuni minuti di imbarazzante silenzio. Il mio cuore batteva sempre più forte e sentivo le mie guancie prendere fuoco.
“Emm…” disse lui avvicinandosi alle mie labbra.
Sentivo il suo profumo. Il suo cuore che batteva. Il calore del suo corpo. Le sue mani sui miei fianchi.
Stava per baciarmi,ma qualcosa o qualcuno catturò la nostra attenzione e immediatamente ci allontanammo. E quel bacio che tanto avevo atteso e che tanto avevo desiderato non ci fu.
 
 
Salve a tutti,lo so che non pubblico da più di un mese,è imperdonabile! E per ciò vi chiedo scusa.
E che tra un impegno e l’altro non ho mai avuto tempo di completare il capitolo. Spero che voi,miei cari lettori stiate bene. E’ possibile che all’interno del capitolo ci siano errori grammaticali,ciò perché non ho avuto tempo di correggerlo! Ergo,fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo,mi piacerebbe conoscere le vostre impressioni e magari anche qualche suggerimento sulla storia. Ah un’ultima cosa,in bocca al lupo a tutti quelli che hanno o che inizieranno la scuola nei prossimi giorni.
Un bacio e un abbraccio dalla vostra Vane <3
   
 
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