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Autore: Lexy    30/09/2008    8 recensioni
Ispirata da "The Dark Knight", i criminali di Gotham decidono di unire le loro forza sotto il segno dell'ingiustizia con lo scopo di sconfiggere Batman. Ma cosa accadrà davvero? BatmanXJoker EnigmistaXJoker. Leggete e commentate!
Genere: Dark, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Giusto perchè si sappia ma anche, perchè no, per fare un po' di conversazione, volevo informarvi che questa fanfiction è ispirata a The Dark Knight con un piccolo cambiamento. L'aggiunta di alcuni dei personaggli del fumetto, e il fatto che Due-facce NON è morto! A mio parere non sarebbe dovuto morire neanche nel film, ma vacci a capire!

Naturalmente non guadagno nulla da questa fanfictions, e non posseggo i diritti per nessuno dei personaggi utilizzati in essa.

Buona lettura!

XxX.SilverLexxy.XxX

Capitolo 1:
La Lega dell'Ingiustizia.

Ho appena fatto il mio ingresso nei bassifondi di Gotham City; devo ammettere che si tratta di un luogo davvero pericoloso per chiunque non sappia come muoversi in certi ambienti dove si poteva davvero incontrare di tutto, dal semplice drogato in crisi di astinenza che ti punta una siringa alla gola, al membro di una banda criminale intento a chiedere il racket nei negozi del quartiere... in qualche angolo leggermente più appartato e buio, qualche prostituta si scalda battendo i piedi a terra, e producendo così un eco di tacchi tutto intorno a lei.

In questo sfacelo mi aggiro io, e chiunque abbia la sfortuna di incontrarmi sul suo cammino, ricorderà l'evento come la notte in cui aveva visto aggirarsi solo la metà di un corpo umano, che nonostante fosse stato tagliato per tutta la sua lunghezza e possedesse perciò una sola gamba, fosse capace di aggirarsi tranquillamente per il quartiere;
avvicinandosi di più comunque, si accorgerebbero che sono solo le tenebre a giocare di questi miraggi e che in effetti sono solamente di un uomo in giacca e cravatta, la metà bianca del mio abito gessato si vede chiaramente nella notte, mentre l'altra metà nera si perde completamente in essa.

Improvvisamente, una voce da uno dei vicoli laterali mi fa voltare tanto è carica di arroganza; in altre circostanze non mi sarei neanche voltato, ma questa sera ho tempo, e mi sento anche piuttosto nervoso.

"Hei, amico! Che modo buffo hai, di vestirti! Vai in giro imitando quel cazzone di Due-facce?"

Non gradisco il suo tono ed ancor meno mi piacciono le sue parole; lo guardo nella sua pateticità, i suoi vestiti almeno quattro taglie più grandi gli scendevano sul corpo in maniera ridicola. Non che abbia nulla contro il rap underground, ma a pelle quel tipo di persone tendono ad irritarmi. Decido di giocare un po' con lui prima di andare avanti con i miei affari.

"Amico. Tu invece, vai imitando la faccia della stupidità? Devo dire che ti riesce benissimo."

La frase, seppur semplice risposta ad una provocazione, e pronunciata con tutta la calma di questo mondo, non manca di irritare il giovane come se fosse stata un ceffone in pieno viso; staccandosi con uno scatto violento dal muro del vicolo cui si era appoggiato, nella sua mano già potevo vedere il riflesso della luce di un lampione su di una lama, e dal suo viso carico d'ira le labbra mi lanciano queste parole

"Adesso tira fuori il portafogli, o ti apro un buco in pancia che ti faccio uscire le budella!"

Osserva con soddisfazione la mia figura bicolore alzare una mano verso il cielo, mentre l'altra lentamente si appresta a raggiungere la tasca interna della mia giacca, ma per estrarne un semplice mezzo dollaro d'argento, e non il portafogli, su cui sperava di mettere le mani.

"Temo di avere solo questo per te."
"Stai scherzando vero? Se non tiri fuori la grana, giuro che ti squarto come un capretto!"
"Vediamo..."

Rispondo, pensoso. Poi sistemo il mezzo dollaro sul dito indice, portando sotto di esso il pollice, e faccio saltare la moneta nell'aria  per poi riprenderlo al volo sul palmo della mano. Immediatamente chiudo il pugno attorno all'oggetto, stringendolo forte per un secondo e sentendolo freddo nella mano. Poi apro le dita, e vedo la faccia proposta dal caso atraverso il lancio della mia moneta. Il ladro fa un passo avanti, dimostrando la sua scarsa intelligenza, per guardare anche lui la faccia della moneta. Testa. Ma quel lato della moneta è annerito.

"Non hai avuto molta fortuna."

Dico semplicemente, e poi tutto si svolge con tale rapidità che il bandito praticamente non si accorge di nulla; la mano priva di moneta scivola abilmente all'interno della giacca, e poi un suono sordo e breve, un colpo di pistola con silenziatore, riecheggia per la zona semideserta. Il brigante cade in avanti, una pozza del suo stesso sangue si allarga sull'asfalto, mentre il ragazzo scalcia in preda alle convulsioni.

"Che peccato." Commento prima di voltarmi e dirigermi verso la porta di un vecchio locale la cui insegna recita "The Ambassador"; noto che l'esteriore è certamente malandato, coi suoi muri di mattoni imbrattadi di graffiti e coperti dei resti di manifesti strappati. L'interno però è, seppure non brillante, almeno accogliente.

Ci sono cinque tavoli quadrati, ognuno col suo porta tovaglioli ed una piccola candela colorata; le pareti tappezzate di una carta da parati giallognola, molto casalinga, ed infine il bar con il proprietario inespressivo intento a preparare un cocktail. Termino la mia osservazione del locale prendendo nota dell'uscita di sicurezza dietro il bancone, e mi dirigo verso una piccola saletta attigua, che il proprietario elogia chiamandola ostentatamente "privè".

Nel privè c'è un solo tavolo a sei posti, di cui quattro già occupati dal gruppo più strano e pericoloso mai incontratosi nello stesso posto a Gotham City; io ho la sfortuna di conoscerli tutti, ed è appunto per questo che giungo a prendere tutte le precauzioni del caso, se qualcosa andasse storto durante quello strano incontro. Mentre muovo i suoi passi verso quell'unico tavolo, elaboro un piano mentale per difendermi in caso di attacco o per attaccare tutti senza rischiare di restarci secco.

Calcolo che inpiegherei più o meno quaranta secondi per raggiungere il quartiere, passando per l'uscita di sicurezza. Poi, osservo attentamente i presenti.

Davanti a me, seduto con la schiena verso il muro e il viso verso la porta in modo da avere la visuale su tutta la stanza, c'era Pinguino; basso e deforme, vestito nel suo solito frack, con l'ombrello appoggiato al suo fianco, contro il muro. So che quell'ombrello dall'innocente apparenza è in realtà un'arma da cui guardarsi bene. L'uomo uccello sta fumando tranquillamente una sigaretta attraverso l'elegante bocchino, ed alza un solo sguardo su di me, senza dire nulla.

Al suo fianco, notai un uomo alto, dai capelli neri lunghi fino alle spalle e con addosso uno spolverino, aperto a rivelare sotto di esso degli abiti regolarmente verdi; l'Enigmista non alza lo sguardo neanche una volta, ma si è accorto ugualmente della nuova presenza nella stanza. Tiene lo sguardo fisso sulle cinque carte che tiene in mano, ha l'aria impensierita.

Davanti a lui, coinvolto nella partita di poker, sedeva Joker. Avrei potuto riconoscerlo ovunque coi suoi capelli verdi e l'eccentrico modo di vestire. A volte mi stupisco di come tutti noi amiamo la nostra eccentricità al punto da rinunciare all'anonimato perfino in mezzo alla gente. Non posso certo biasimare Pinguino o anche me stesso, che non riusciremmo a passare inosservati neanche se lo volessimo, col nostro aspetto. Ma Joker e l'Enigmista sono tutto un altro conto.

A capotavola invece stava seduto lo Spauracchio. L'unico del gruppo che poteva veramente vantarsi di riuscire a passare inosservato fino al momento di colpire, in cui solitamente indossa sulla testa un sacco di tela. Ho sempre apprezzato il suo modo di lavorare e la sua ossessione per la paura. Si vedeva chiaramente che in passato era stato uno studioso, e lo rispetto. Ovviamente questo è anche il caso dell'Enigmista ma a volte i suoi piani troppo sbarazzini e le sue insensate sfide di intelligenza a Batman tendono a spiazzarmi.

Joker invece è tutto un altro conto. Ogni cosa che fa non ha mai ha uno scopo materiale. Adora le esplosioni ed i coltelli, ma la cosa che più mi spaventa di lui è che conosce fin troppo bene la mente delle persone che ha attorno, al punto di saperle senza neanche che se ne accorgano. Quando stende un piano, spesso include anche se stesso come pedina attiva della partita, mettendo la sua vita a repentaglio come se non contasse nulla. Decisamente, il primo della lista di criminali di Gotham City con cui non vorrei avere nulla a che fare. Tutto è oscuro in lui, sia il passato che il presente ed il futuro.

Quando prendo posto nel posto libero al fianco di Joker e davanti a Pinguino, quest'ultimo è il primo a parlare.

"Ben arrivato, Due-facce. Credo che ora possiamo iniziare la nostra piccola assemblea!"
"Deduco quindi che sei stato tu a chiamarci qui." Dice la voce inespressiva dell'Enigmista mentre prende due carte dalle cinque che ha in mano per cambiarle.
"Esattamente. Volevo parlarvi di un problema che ci sta affliggendo peggio della peste!"
"Lasciami indovinare... -sorrise distrattamente Spauracchio- Batman?"
"Esattamente. Signori, vi ho chiamati qui per farvi notare i nostri fallimenti contro quel pipistrello!"

Mi volto verso Joker, che con una sonora e sincera risata rompe il clima di gravità regnante nella stanza. Poi, mostrandp il suo tris di re all'enigmista dice, chiaramente divertendosi alle spalle di tutti noi

"Non c'era certo bisogno di un'assemblea per farci notare ciò!"
"Effettivamente siamo stati presi a calci abbastanza da ricordarlo bene, Pinguino." Aggiunge l'Enigmista, mostrando a Joker un full di donne.

"Se mi consentite di terminare il discorso, arriverò subito al sodo. Bisogna unirsi per sopravvivere."
"Unirsi? -stavolta fui io a parlare per la prima volta dal mio arrivo- Unirsi? Guardati intorno, Pinguino..."
"Lo faccio. E vedo tante menti criminali individualiste e perennemente dietro le sbarre di Arkham!"
"Anche se decidessimo di unirci, cosa ne ricaveremmo? Non ci fidiamo neanche l'uno dell'altro!" Decido di puntualizzare.
"Capisco il tuo punto di vista, Due-facce ed è per questo che propongo questo accordo in serietà e per raggiungere un obiettivo comune a tutti noi."
"In serietà, dici? E credi che anche se, per esempio Joker, ci giurasse solennemente di non uccidere o fare del male a nessuno di noi, poi non cambierebbe idea appena una delle voci che sente nella testa gli suggerisse che sarebbe divertente?"

"Insomma, stai dicendo che il problema è Joker." Mi risponde l'Enigmista, mischiando ancora una volta il mazzo di carte.

Lo guardo mentre le sue mani separano abilmente il mazzo, per poi mischiarlo con un talento da croupier; trovo molto strano questo suo intervento diretto, quando solitamente Enigmista è una persona quieta che preferisce ascoltare e capire, piuttosto che inserirsi nei discorsi. E poi, perchè chiedere una cosa del genere? Quale potrebbe essere il suo interessamento? Decido di rispondere seriamente alla sua domanda, e vedere dove vuole arrivare.

"Sinceramente? Sì. Posso credere alla tua parola, a quella di Pinguino e anche quella dello Spauracchio! Ma Joker è una cosa diversa."

"Ohhh. -Dice Joker con l'espressione fintamente meravigliata.- Mi sento ferito." Conclude, atono mentre taglia il mazzo.

"Prima di decidere chi sta dentro e chi resta fuori, Pinguino, spiegaci la tua idea nel dettaglio!" Si intromette lo Spauracchio, innervosito dal piccolo diverbio, temendo evidentemente, che potrebbe precludere ogni tipo di trattativa immediata.

"La mia idea è semplice. Sarebbe come un patto di alleanza, di mutuo soccorso, e soprattutto di pace tra di noi. Ci incontreremmo periodicamente per discutere i nostri piani, metterci daccordo, appianare eventuali divergenze... -pronunciando quest'ultima frase, lancia uno sguardo in direzione mia e di Joker- e sostenerci sempre e comunque nella battaglia contro Batman, in modo da non doverlo mai affrontare da soli. Ci aiuteremmo a vicenda nei nostri propositi, ed eventualmente anche nelle evasioni."

"Effettivamente -dice la voce ironica dell'Enigmista- sarebbe un sollievo non dovermi più ritrovare da solo, nel pigiama del manicomio di Arkham, per le strade di Gotham ad ogni singola evasione."
"Ehhh... -riprende il discorso Joker- una macchina riscaldata con una bottiglia di vino rosso sul sedile posteriore. Potrei anche svenire per questo."

Lo vedo ridacchiare, ma cosa più sospetta, l'Enigmista ricambia con un mezzo sorriso mentre distribuisce le carte. Qualcosa stava accadendo tra quei due e mi inquietava; il loro modo di far notare che non avevano mai avuto bisogno di nessun aiuto per evadere, significava forse che non erano interessati alla proposta di Pinguino? Avevano forse già qualcosa in mente per conto loro? Mentre pensavo queste cose, la voce dello Spauracchio si fece sentire nuovamente.

"Tagliate corto con l'ironia! A me sembra un buon piano!"

Dice, zittendoci tutti e puntando lo sguardo su Pinguino. Il suo modo di parlare e di insistere perchè si prenda presto una decisione stava probabilmente ad indicare che era un pessimo periodo per i suoi affari; Spauracchio è quello che tra tutti noi ha sempre avuto meno potere contro l'uomo pipistrello, una volta che quest'ultimo capì il suo modus operandi e trovò il modo di contrastare i suoi pericolosissimi gas.

"Anche a me. -decido di spalleggiarlo, ma continuo ad esprimere la mia opinione, osservando Joker- anche se continuo a dire che c'è una pecca."
"Smetti di preoccuaprti di Joker! -mi ritrovo ancora una volta ammonito dall'Enigmista, che sbattendo sul tavolo una semplice coppia di dieci, senza neanche guardarmi, conclude dicendo- A lui ci penso io."
"La mia balia? -risponde il clown, sbattendo le ciglia come una ragazzina innamorata- Come sei dolce, Nigmy!"
"Ci pensi tu, come?"

Si sbriga a domandare Spauracchio, ora anche lui insospettito dal comportamento del re degli indovinelli. Anche Pinguino, noto, ha lo sguardo fisso sull'uomo in verde, in attesa di una spiegazione plausibile anche se in fondo tutti noi già avevamo capito tutto ma non volevamo pensare ad un'ipotesi tanto mostruosa quanto quella che l'Enigmista si apprestava a spiegarci. Lo vedemmo posare tranquillamente le carte sulla tavola, accantonando il gioco per un po', e poi, dopo averci guardati tutti con volto inespressivo, disse

"Il fatto è, miei cari compagni criminali, che trovo furba la vostra idea di unirci per essere più forti; tant'è vero che un pensiero simile già circolava da tempo nella mia testa, e non solo nella mia. Durante il mio ultimo soggiorno ad Arkham, usai tutto il tempo libero che avevo a disposizione analizzando tutti i miei fallimenti, ed accorgendomi di quanto un aiuto esterno al momento giusto avrebbe potuto invece cavolgere le sorti a mio favore. Troavai un pensiero simile in Joker, e decidemmo di unirci per essere più forti. Evademmo, e da allora sono passati quattro bellissimi ed incensurati mesi."

"Saranno cinque il tredici di questo mese. -Sentii Joker precisare, e quando lo guardai mi irritai vedendo che mi sorrideva- come vola il tempo!"
"E stavamo anche pianificando una bella cenetta a lume di camndela per celebrare il nostro sesto."
"Bisogna celebrare certe cose, dico io! Oppure il romanticismo va a farsi benedire, e si scivola nell'abitudine."
"Corretto. Una cena a lume di candela davanti ad una bella cassaforte. Solo che quando la candela si consuma..."
"Boom!"

Joker ri mette a ridere, evidentemente al pensiero di adoperare la sua amata dinamite in un contesto simile ad un appuntamento romantico. Ha sempre adorato i doppi sensi e le rappresentazioni melodrammatiche. Sposto lo sguardo sull'Enigmista, quasi con la speranza che rivelasse un assurdo scherzo, invece lo vedo alzare le spalle e dire con tutta la naturalezza di questo mondo

"Se al mio partner piacciono i fuochi d'artificio, io lo accontento... li trova così romantici!"

La cosa mi irrita nel profondo, e con la rabbia che mi sorge da dentro le viscere, ribatto in modo tagliente.

"Secondo me, stare quattro mesi a contatto con Joker ti ha fatto male. Molto male."

Ma nessuno della coppia mi risponde, così ancora una volta Spauracchio fa sentire la sua preoccupazione per il risultato di una discussione che così tanto gli stava a cuore. Sporgendosi sul tavolo per fissare i due alleati, la voce leggermente tesa, insinua il suo timore.

"Quindi, se formassimo una lega tutti insieme, correremmo il rischio che voi due facciate il doppio gioco con noi altri!"
"Sarebbe un rischio, sì. -risponde serafico l'Enigmista- Ma almeno ora sapete che prendiamo entrambi seriamente patti di questo tipo."

"Facciamo così. Chiunque voglia far parte di questa lega da me proposta, alzi la mano, e decideremo la nostra base operativa."

Propone Pinguino, e la sua mano è la prima a scattare in aria, seguita poi da quella di Spauracchio e dell'Enigmista, che poi allunga la mano ad afferrare uno degli esili polsi di Joker, e lo costringe ad alzare la sua mano insieme agli altri. Solamente io mi mostro ancora indeciso, ma alla fine anche io cedo alle lusinghe di potere che un patto simile sussurrerebbe agli orecchi di qualsiasi criminale; anche la sua mano si alza.

La "Lega dell'ingiustizia", come poco più tardi decidemmo di chiamarla, era ormai stata fondata.


FINE Capitolo 1.

Con la speranza che vi sia piaciuta e di ricevere qualche recensione! Alla prossima!
XxX.SilverLexxy.XxX


  
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