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Autore: DamnedLuna    21/09/2014    2 recensioni
La storia è ambientata sette anni dopo la sconfitta di Hades. Seiya e i suoi compagni sono divenuti Santi D'Oro ma da soli non possono certo costituire una nuova generazione. Le armature d'oro, d'argento e di bronzo rimaste vuote stanno cercando nuovi eredi, e tra questi vi è Kalliope, giovane sacerdotessa istruita da Mu e amica del fratello Kiki.
Tutto comincia con Shun di Andromeda, tento a recuperare la ragazza per conto di Saori Kido al fine di farle da maestro e renderla un'aspirante cavaliere. Kalliope è l'ultima persona al mondo assieme a Kiki a saper riparare le armature, e la sua incolumità dovuta alla mancanza di un'armatura la rende un'appetibile bersaglio agli occhi di un nemico sconosciuto che, troppo debole per attaccare Athena e i suoi Cavalieri, ha bisogno di qualcuno che sappia donargli nuova forza.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Kalliope aprì lentamente gli occhi. Era così stanca, così dolorante...
Poggiò una mano sulla nuca ed emise un verso di dolore.
Poi si alzò di scatto.
Un ragazzo dall'aria spavalda e molto tranquilla sorseggiava del caffè e la guardava con un'espressione curiosa. Indossava una canotta rossa aderente e dei blue jeans: un abbigliamento moderno, insomma.
Aveva lo sguardo sveglio e i capelli in disordine, ma i suoi occhi lasciavano intuire una saggezza fresca e giovane acquisita in breve tempo e grazie ad una grande forza d’animo.
Kalliope avvertì subito un Cosmo molto forte, un Cosmo simile a quello del ragazzo che era entrato nel tempio. Si guardò di fretta intorno. Era seduta su un piccolo divano, dinanzi a lei il ragazzo, una piccola televisione, un tavolino con sopra un vaso colmo di fiori e svariati poster appesi alle pareti della stanzetta. Subito si allarmò.
"Chi siete voi? Dove mi trovo?! Sono lontana da casa, lo sento! Voglio andare via..!"
"Ehi, ehi, calma!" tentò di rassicurarla Seiya. "Una cosa alla volta, rilassati, non c'è niente da temere."
Kalliope, intimorita dalla forza del Cosmo del giovane, si fece piccola, piccola sul divano.
"Mi chiamo Seiya. Sono il Cavaliere d'Oro del Sagittario, ex portatore dell'armatura di Pegasus. E' stato il mio caro amico Shun a portarti qui, credo che tu sappia già il motivo, vero?" Si presentò il ragazzo.
Kalliope annuì lentamente.
Allora era tutto vero. Lei era ormai lontana da casa, impotente e decisamente avvilita e contrariata.
Dunque, se quello che aveva davanti non era Aiolos di Sagitter, una nuova imminente generazione di Santi d'Oro poteva essere l'unica spiegazione a tutto ciò.
Kalliope sapeva solo che la Sacra Armatura del Sagittario era la più forte delle Armature d'oro, anche più potente di quella del maestro Mu, e che a causa di questa sua potenza era stata oggetto di furti e trafugamenti da parte di diverse forze maligne, tra cui Arles.
Il ragazzo tranquillo dall'aria allegra che aveva di fronte non poteva certo essere un cavaliere qualunque, per aver ereditato proprio quell’armatura, e il Cosmo molto potente era solo un importante indizio.
"Quindi questa è Nuova Luxor?" Chiese la fanciulla, rassegnata, sospirando. Abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi per trattenere lacrime di rabbia, tanto era affranta.
"Beh, questa è casa mia, ma sei a Nuova Luxor!" confermò il ragazzo, sorridendole.
"Voi dite di essere un Santo d'Oro, allora conoscete sicuramente il grande Mu dell'Ariete." affermò Kalliope.
"Cerco che sì. Il Grande Mu è stato un ottimo amico e compagno di battaglia, davvero un grande uomo" Confermò solennemente Seiya.
"Ci potete mettere le mani sul fuoco." disse lei. "Allora, conoscerete anche Kiki, suo fratello?" domandò.
Seiya annuì. “Eccome se lo conosco, da quando era ancora un mocciosetto!”
"Vi prego, ditemi dov'è!" implorò Kalliope.
Il giovane le rivolse un sorriso caloroso.
"E' proprio dietro di te!"
Kalliope si voltò di scatto, e colui che vide era proprio Kiki, ormai cresciuto. Aveva un'aria molto matura, ma nonostante la serietà e la mitezza che emanava, Kalliope non potè fare a meno di saltargli al collo, e lo strinse forte.
"Non mi hai nemmeno percepito, sciocchina..." la rimproverò Kiki, e poi arrossì.
Seiya sorrise. Quella che il giovane Cavaliere del sagittario si trovò di fronte era una scena idilliaca piena di affetto e commozione.
Kalliope piangeva debolmente sulle spalle dell'amico ritrovato, mentre gli occhi di Kiki tremavano.
Seiya si allontanò. "Vi lascio un attimo soli." Disse. "Kiki, spiegale tutto tu, se hai bisogno di me, mi trovi alla palestra di casa Kido. E' ora di dare a tutti gli altri aspiranti cavalieri la notizia che l'ultimo di loro è arrivato!"
Kiki annuì, e strinse forte Kalliope.
"Mi sei mancato così tanto..."sussurrò la ragazza. “In poco tempo sei cresciuto proprio tanto, si vede già solo guardando i tuoi occhi…”
"Anche tu, Kalliope. Sono molto contento che le stelle ti abbiano scelta, sai... Anche se magari non erediterai quell'armatura, sarai comunque vicina a me."
Kalliope si staccò, e fissò negli occhi l'amico.
"Kiki, io non diventerò un Cavaliere…. Io voglio continuare a fare il mio dovere, a fare le veci di tuo fratello. Voglio imparare a riparare ogni tipo di armatura, a guarire i feriti e i malati, e voglio proteggere la nostra gente... Quei pochi che sono rimasti, sparsi per il Tibet e la Cina, meritano la mia protezione e il mio sostegno nel caso di bisogno, lo sai…"
"Kalliope, sono le stelle che ti hanno scelta." le ripeté Kiki. "Non puoi venire meno a questa vocazione, Athena ti guiderà. Andrà tutto bene, vedrai, ci sarò io con te."
"Se la metti così, amico mio, non posso che accettare, ma promettimi che continuerai ad insegnarmi ciò che tuo fratello Mu non ha potuto farmi imparare." raccomandò Kalliope.
Kiki annuì e i due si strinsero di nuovo.
"Vieni, andiamo da Seiya. Insieme raggiungeremo Shun e ti presenteremo a Saori, la dea Athena."
Kalliope, sconcertata, seguì Kiki, che chiuse a chiave la casa dell'amico Seiya, e si diressero verso il palazzo di casa Kido.
 
Il palazzo della dea Athena era imponente come il suo nome.
Maestoso, si stagliava in alto nel cielo sereno di Nuova Luxor.
La facciata frontale era così sfarzosa, moderna e impeccabile che Kalliope non potè are a meno di aprire leggermente la bocca per lo stupore. In alto, prima di una gigantesca balconata eburnea, c’era un’enorme vetrata circolare raffigurante la Ruota dello Zodiaco. I dodici segni erano dorati, la pietra sulla quale erano incisi era blu come la notte. Grandi balconate bianche adorne di fiori si stendevano ad ogni piano del palazzo, su ogni facciata, e tutte le facciate erano costituite da mattoncini rossi. Il tetto bianco come le balconate e le finestre imponenti bordate in ferro battuto rendevano il palazzo un simbolo di ricchezza, grandezza e potenza, nonché un’opera degna di nota anche per l’estetica e il buon gusto.
Un edificio degno della moderna dea Athena insomma.
Eppure, nonostante quella meraviglia dell’edilizia davanti ai suoi occhi grandi e verdi scuri, Kalliope avvertì subito la mancanza delle mura povere, semplici e luminose del suo caro tempio nel Jamir.
“Bello, vero?” disse Kiki. “ Pensa che è molto cambiato dalla prima volta che vi sono stato. Allora ero ancora un bambino… Mio fratello mi aveva spedito qui per tenere sotto controllo i progressi di Seiya e i suoi compagni quando erano ancora cavalieri di bronzo, e per assistere Shiryu nella guarigione… Si era accecato con le sue stesse mani per salvare i suoi amici, sai. Shiryu è un uomo d’onore, come tutti i suoi compagni.”
Kalliope non sapeva nemmeno chi fosse quello Shiryu, figurarsi i suoi compagni.
Si limitò ad annuire e a commentare il gesto nobile dello sconosciuto balbettando: “Ammirevole…”
“Prima di conoscere Saori, ti presenterò i tuoi futuri compagni. Alcuni potresti non trovarli simpatici, ma è tutto da vedere” la rassicurò Kiki.
Kalliope prese la mano dell’amico e  la strinse forte.
“Se ci sei tu con me posso andare dove vuoi e conoscere chi vuoi, ma ti prego, non lasciarmi sola col Cavaliere d’oro che mi ha portata qui. Potrei maledirlo!” gli raccomandò la ragazza.
“Kalliope, sbagli a pensare male di Shun” la rimproverò. “Lui è il più sensibile e generoso dei santi d’oro odierni, e non è stato divertente per lui portarti via. E’ un bravo ragazzo, d’animo nobile e limpido.”
“Che ha l’animo limpido non c’è dubbio” bofonchiò Kalliope. “Ha letteralmente sabotato l’allarme di tuo fratello. Ha scavalcato una finestra del tempio con così tanta facilità che ho temuto il peggio, e infatti eccomi qua.”
“Non essere prevenuta, coraggio…” tentò di placarla il ragazzo. “Ti troverai bene qui, troverai molte persone su cui contare.”
“Sicuramente.” Concluse la ragazza in tono aspro.
Pensava che avessero fatto il lavaggio del cervello al suo amico. Non vedeva l’origine della positività e della devozione ad Athena,  colei che le aveva portato via l’amato maestro. Se fosse stata lei la sorella di Mu, pur di non seguirne le identiche orme ed essere devota ad una perfetta sconosciuta, si sarebbe nascosta per tutta la vita, persino lontano dal Jamir.
Mentre pensava, Kalliope si rese conto di essere arrivata a destinazione.
“Qui si allenano tutti i nostri compagni” esordì Kiki. “Anche tu ti allenerai qui. Non so chi potrebbe essere il tuo maestro, dal momento che Ikki della Fenice non è ancora tornato, potrebbe essere lui ad addestrarti.
L’armatura della Fenice non era ignota all’udito di Kalliope: il suo maestro le aveva insegnato che quella è l’unica armatura che può evitare la riparazione. Solamente se il Cavaliere che la possiede è troppo debole per ripararla da solo, essa ha bisogno della mano esperta di un riparatore, altrimenti è in grado di rigenerarsi per conto proprio, così come la creatura magica di cui porta il nome è in grado di risorgere dalle proprie ceneri.
  
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