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Autore: MadaraUchiha79    24/09/2014    2 recensioni
Una volta sporcata un anima non può essere mondata.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Madara Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nessun contesto
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-Le sue condizioni non migliorano nemmeno un po'.-
 
Rin fissava il vuoto. Non vedeva nient'altro che il riflesso dei suoi pensieri e le mille ipotesi che si facevano strada nella sua mente. 
 
-Ci avevano avvertito sulla possibilità che il recupero fosse piuttosto lento.-
-Lo so.-
-E allo stesso modo ci hanno avvertito che è possibile che quel recupero non avvenga.-
 
Rin rimase in silenzio alle parole di Shisui. Per lei, lui non era altro che uno sconosciuto che non sentiva sul cuore il peso di quella situazione. Tentò di stringere in gola quelle parole brusche. Ci riuscì per qualche manciata di minuti ma non resistette oltre.
 
-Ovviamente tu riesci a vederla nel mio stesso modo. Tu non provi niente per lui. Tu non sei che un estraneo che si interessa della vita di Obito solo per seguire l'etichetta! Neanche lo conosci e già fai la parte al suo capezzale! Vattene di qui! Non voglio un ipocrita al mio fianco e Obito non se lo merita! -
 
Shisui comprese che le parole di Rin derivavano dalla disperazione,tuttavia non potè far a meno di sentire il dolore di quel tono pungente. Era vero. Lui era stato decenni lontano dal fratello minore ,tuttavia si era allontanato per un motivo che combaciava con il profondo amore fraterno per Obito ancora debole e indifeso.
 
-Ovviamente non contrasterò bruscamente le tue parole,comprendo il dolore che provi. L'unica cosa che ti invito a fare è considerare il fatto che non sai nulla di me. Che non conosci il mio rapporto con mio fratello e soprattutto che non sai che cosa ha scatenato la mia lunga assenza. Quindi, per piacere, non infierire e non sperare in un mio allontanamento.-
 
Il passo era serrato. Era come se corresse verso l'esterno per raggiungere una fonte d'aria pulita in grado di farla respirare a pieni polmoni. Strinse entrambe le mani alla balaustra che recintava la discesa delle scale esterne. Quello che Madara aveva detto non poteva essere vero. Era impensabile il fatto di vendersi l'anima e collaborare con un uomo che fino a pochi giorni prima e forse anche in quel momento architettava di annientare tutta la famiglia Uchiha e affini. E poi, quel sorriso ironico dipinto sul volto di Madara, quasi provasse piacere di vivere quella situazione così particolare e priva di logica le aveva riportato alla mente il lato pessimo del suo uomo. Allungò una mano all'interno della tasca dei pantaloni e strinse il telefono cellulare. Riflettè su quello che stava per fare ed esitò,tuttavia dopo una manciata di secondi, estrasse il dispositivo dal suo nascondiglio e compose il numero dell'unica persona che sembrava non essere in accordo con quel piano assurdo. Una volta presa la linea, ci vollero pochissimi istanti prima di ricevere risposta.
 
-Dobbiamo impedire questa follia.-
 
 
-Allora,Deidara, ora che siamo comodi e lontani da orecchi indiscreti, ti rivelerà il motivo del mio caloroso benvenuto a te riservato.-
 
Izuna parlava mantenendo un sorrisetto finto dipinto su quelle labbra carnose e ben disegnate. Deidara aveva già notato qualcosa di diverso in lui e compreso che la situazione era nettamente finita in suo svantaggio,ma aveva deciso di non dar a vedere la sua preoccupazione. Sorrise di rimando e prese parola con tono sicuro.
 
-Non che mi dispiaccia,mh! Mi fa piacere essere calcolato per più di quello che sono. Direttamente dal fratellino di uno dei boss più influenti di Tokyo, nonchè mio ex datore di lavoro. Odio rimanere sulle spine. Dimmi tutto,mh.-
-Quanta fretta! Tuttavia sono felicissimo che la mia visita ti faccia piacere, almeno fino ad ora. Ti renderà meno amaro il boccone che dovrai ingoiare, Deidara-san. Akane, andiamo al vecchio garage in disuso. Ho bisogno di parlargli con calma e di essere sicuro che non scappi.-
 
Akane accese il motore dell'auto scura,e dopo essere partita lentamente, accelerò in direzione della sua meta. Sorrideva anche lei dello stesso sorriso di Izuna, quell'espressione del volto sadica che si dipinge quando l'adrenalina derivata dall'attesa di un gesto che procura dolore inizia ad annebbiare la ragione. Deidara dal canto sui continuava a sorridere in contrasto con la preoccupazione che provava. 
 
-Scappare? E chi scapperebbe di fronte ad un moccioso?-
-Chi ha morso la mano di chi gli dava da mangiare.-
-Non mi piacciono le tue metafore,mh!-
-Neanche a me piacciono i traditori che abnegano la causa per cui hanno combattuto a rischio della vita,solo per una manciata di yen in più.-
-Che stai dicendo,mh? Io non ho tradito nessuno! Sto vivendo la mia esistenza da uomo libero nella ricerca della forma d'arte suprema!-
 
Izuna scoppiò a ridere chiudendo gli occhi e batte le mani più volte. Quello fu un comportamento che fece alterare Deidara. Detestava immensamente chi irrideva il suo zelo per la ricerca artistica e Izuna sapeva bene che farlo innervosire lo avrebbe portato a parlare a sproposito. Il giovane Uchiha si spostò leggermente ad osservare il paesaggio che correva veloce all'esterno dell'auto. Erano quasi arrivati a destinazione. 
 
-Lo hai sentito , Akane?? È una commedia!-
-Forte e chiaro, Izu-kun!-
 
Anche lei non riusciva a trattenere le risa, e di proposito dava ad esse più tono.
Deidara perse il controllo e iniziò ad urlare contro quei due.
 
-Ridete pure, mocciosi irrispettosi! Tra non molto tempo sarete costretti ad assistere alla forna d'arte definitiva! Quella che ferirà la terra e la memoria in maniera evidente e indelebile! Verrò ricordato per anni per aver dato vita all'opera d'arte più estrema e impressionante che si possa immaginare! Il vostro terrore! Le urla dei superstiti semi carbonizzati saranno il mio manifesto artistico definitivo! A breve la mia arte accoglierà il supremo e voi ne sarete parte con la vostra paura e la vostra successiva morte!-
 
Gli occhi di Deidara erano sgranati e l'espressione d'ira era stata sostituita da un sorriso bramoso. Il suo intero volto era mutato in una maschera di follia. Follia che non gli fece nemmeno realizzare il fatto di aver confessato dettagli segreti. Il sorriso di Izuna si spense in qualche istante e fu sostituito da una rigida espressione. 
 
-No. Tu non andrai da nessuna parte. Non accadrà mai quello che hai detto.-
 
Il motore si spense mentre Izuna continuava a fissare in silenzio lo sguardo sovreccitato di Deidara. Gli occhi dell'Uchiha si assottigliarono quasi a voler ferire Deidara con lo sguardo.
 
-Troppo tardi moccioso! Troppo tardi!!!Ho già svolto il mio compito! E anche se mi ammazzassi ora, non avrei di che lamentarmi!! Hai detto che mi sono venduto per pochi yen, ma non è così. I soldi non mi interessano! Volevo solo questa grande opportunità! Mh! Per me non è importante nessun valore, nè materiale, nè etico. Ciò che mi motiva è il mio amore per l'arte!-
-Non mi interessa che cosa ti motiva a vivere. Sei l'unico a sapere con precisione che cosa succederà a Tokyo e sei l'unico a conoscere cosa potrebbe impedirti di realizzare il tuo folle piano.-
 
Questa volta fu Deidara a scoppiare a ridere.
 
-E che cosa ti fa pensare che te lo dirò, moccioso? -
-C'è un mio amico che saprà farti cantare. Lo conosci molto bene. A lui non resiste nessuno.-
-Hidan? Ahaha credi che le sue torture mi spaventino?-
-No. L'unica persona che temi e rispetti. È lui che ti farà parlare.-
 
Deidara smise di ridere all'istante. Rimase in silenzio,fissando Izuna con gli occhi sgranati.
 
-E Madara Uchiha ha inviato te da sola, essendo ben conscio che io to consideri una mia nemica alla sua stregua? Beh ma di cosa mi stupisco? Io e lui siamo fatti della stessa pasta. Tutti coloro che collaborano con noi non sono che pedine prive di alcun valore alle quali assegnamo un ruolo ben preciso. E poi, in queste situazioni si sacrifichino quelle pedine dal ruolo inutile. Deve ritenerti priva di valore senti ha inviata come messaggera presso il suo più acerrimo nemico. Povera Yoake. Per me eri quasi una figlia e ora non sei che un indolore sacrificio.-
-Non mi interesso di affetti improbabili nati dall'interesse. Ho già i miei punti di riferimento e non necessito altro. -
-Capisco. Se a te sta bene così, non è un mio dovere farti cambiare idea. Ognuno sceglie il suo posto a suo rischio e pericolo.-
 
Qualcosa fece brillare gli occhi di Orochimaru. Provava una certa soddisfazione nel sapere che il suo acerrimo nemico si era rivolto a lui strisciando e con esso si era avvicinata a lui anche quella figliola prodiga che aveva abbandonato il suo posto privilegiato al fianco degli Hebiyama con tanta determinazione. Non si sarebbe aspettato nulla di meglio. Quel sorriso malsano e lo sguardo fisso su quello di lei significavano un chiaro e palese "te l'avevo detto, piccola ingrata pentita." 
 
-E tu stai rischiando di morire.-
-Se vuole uccidermi, morirò soddisfatta con la consolazione di aver provato.-
 
Un rumore di passi si avvicinò ai due e uno sguardo profondo ma soprattutto familiare si posò fisso sugli occhi di Orochimaru,attirando la loro attenzione.
 
-È bello rivederti,Uchiha Itachi. Dovevo aspettarmi che non avresti abbandonato i tuoi propositi. Dopotutto dicono che tu sia il più corretto nella vostra famiglia di scialbi impulsivi.-
-Non abbandono mai i miei propositi e non cambio mai fronte. Infatti mi duole portare avanti questo ingrato compito affidatomi da mio zio. Non sono pienamente d'accordo con le sue scelte, ma di sicuro avrà avuto i suoi motivi. È più esperto di me in questo campo lercio di cattive intenzioni. -
-Ma che cosa spinge Madara ad un suicidio assistito come questo? Una collaborazione porta ad esporsi troppo nei confronti dell'alleato. Madara mi esporrà il fianco e io non esiterò a colpirlo.-
-Anche lei scoprirà il fianco, Hebiyama,e i traditori fanno una brutta fine, soprattutto in alleanze fragili.-
-Io so far vedere solo ciò che voglio, Uchiha Itachi.-
-E noi sappiamo vedere oltre quello che appare,Orochimaru.-
-È inutile proseguire un dialogo con te. Sapresti controbattere ogni mia affermazione in modo definitivo. -
-Allora è possibile fissare un incontro per discutere dell'accordo?-
-Come vedi io apro la mia casa a tutti . L'unico problema è che chi non mi aggrada non ne esce. Anzi, stavolta farò di più. Riferisci al tuo sfregiato zio che lo attendo per cena. Oltre lui invito tutti gli altri superstiti. Non sia mai che si offendano.-
 
Itachi non lasciò trasparire nulla dal volto, nemmeno un poco di quello sdegno che si agitava dentro di lui. Dopo aver poggiato una mano sulla spalla di Yoake, estrasse il telefono dalla tasca e chiamò il numero di suo zio.
Uno o die squilli e l'altro rispose.
 
-Mi stavo decisamente annoiando, Itachi. Pensavo che Hebiyama vi avesse già ammazzati.-
-Non sono in vena di umorismo nero,zio. Dovresti ringraziarmi e anche molto. Il signor Hebiyama ha accettato di discutere con te questa sera, a cena. Dietro ad un cortese invito siamo tutti invitati presso la sua residenza.-
-Carino. Soprattutto il fatto che ci inviti a casa sua. Vuole metterci in trappola, come il serpente che conduce le prede nella sua tana in cui si muove padrone. Dovevo aspettarmelo, visto che sono stato io a richiedere l'incontro. Molto bene, digli che non mancherà nessuno di noi. Non siamo così codardi da tirarci indietro. -
-Riferirò. A questa sera. Credo che noi saremmo costretti ad attendervi qui.-
 
Itachi aveva notato il radunarsi di cinque uomini attorno a lui e Yoake. Non sarebbe stato loro concesso di allontanarsi da quella casa. Erano la garanzia di Orochimaru che avrebbe spinto Madara a venire a tutti i costi. Dopotutto Itachi era sicuramente il più utile degli uomini al suo servizio. Per anni Orochimaru aveva sperato di aggiungerlo alle sue fila,ma senza successo.
Questo aveva provocato in Hebiyama un infinito desiderio di distruggere quel ragazzo fin troppo brillante. Un nemico così abile e perspicace costituiva un fastidio ancora maggiore rispetto a Madara stesso.Lo avrebbe ammazzato subito, ma quel briciolo di curiosità sulla storia di Nagato Uzumaki lo tratteneva dal farlo. Se Madara si era mosso in quel senso, la situazione poteva essere problematica anche per l'Impero di Hebiyama.
 
 
Quando ripose il telefono rimase un attimo ad osservare il vuoto. Il suo sguardo era divenuto stranamente livido. Era quel lato di se che aveva deciso di non mostrare a nessuno per quel lasso di tempo. Come gli altri sentiva il peso di quella situazione e per di più si sentiva responsabile di altre vite rispetto alla sua. Almeno di un'altra. Una piccola vita che ancora non si era ancora manifestata a quel mondo di merda in cui era costretto a vivere. Era preoccupato sul futuro che gli avrebbe lasciato. Si chiedeva se l'avrebbe mai visto nascere. Chiuse gli occhi e si impose di sorridere di quel sorriso ironico e malevolo che lo caratterizzava agli occhi degli altri. Si avviò verso l'armadio e cercò il suo vestito più bello e costoso. Si sfiorò i capelli ancora bagnati dall'acqua della doccia. Era ancora troppo presto per vestirsi. 
 
-Zio.-
-Sasuke, buon pomeriggio. Mi fa piacere vederti, l'unica cosa è che avresti dovuto bussare o al massimo salutarmi.-
-Non ho tempo per l'etichetta. Lo sbirro è alla porta, lo faccio entrare?-
-Quale dei tre?-
-Hashirama.-
-Sì. Fallo entrare.-
-E poi zio...-
-Dimmi.-
-Dov'è Itachi?-
-Da Hebiyama.-
-Che cosa? Come hai potuto mandarlo da Orochimaru ? Lo sai che potrbbe ammazzarlo!-
-Io non ho mandato Itachi da Orochimaru. È voluto andare per conto proprio,-
-Dovevi impedirlo!-
-E pensi che lui mi rispetti? Che segua le mie istruzioni?Gli ho sconsigliato di seguirla ma lui lo ha fatto comunque. Non posso strappargli l'amore dal cuore. Se fossi stato al suo posto lo avrei fatto. Ovviamente tu non puoi capirlo, Sasuke. E ora fainentrare Hashirama. -
-...Andrò da loro.-
-Non ci pensare.-
-Non puoi darmi ordini.-
-Ho promesso ad Itachi di non farti ammazzare. E così sarà. Disobbedisci a me ,vai contro la volontà di Itavhi, se vuoi, ma a costo di farti sparare ad una gamba, non ti concederò di fare la fine di Obito. Resta qui ed evitami lo scoccio di trattenerti.-
 
Sasuke non rispose e si diresse alla porta per far entrare Hashirama. Quest'ultimo si avviò a passo veloce verso la stanza di Madara dopo aver salutato il giovane. Bussò alla porta aperta.
 
-Avanti,Hashirama. Che cosa ti porta qui in qiest'orario inutile?-
-Stavo pensando a quello che stiamo per fare. -
 
Madara lo fissò con uno sguardo di sufficienza prima di iniziare ad attaccarlo verbalmente. 
 
-Così poco vale la vita della tua defunta moglie che già esiti?-
-Non credo che distruggere Nagato la riporti in vita.-
-E che vorresti fare? Proporgli una tregua?-
-Disarmarlo.-
-E pensindinpoterlo fare con il dialogo?-
-Sarebbe un tentativo. Ci sono leggi che potrebbero limitarlo.-
-Leggi? Leggi?? Ma per favore, Hashirama. Hai deciso di ricorrere alla vendetta, ti sei alleato con me per poterlo fare e adesso mi stai riferendo che vuoi tirarti indietro?-
-Avete scelto un cammino pericoloso. Seguendo questa strada è possibile che di voi non rimanga più nulla e tutto sarebbe a causa della mia disperazione...-
-Ahahahaha ma quanto ti senti importante tu? Io non lo sto facendo per te! Ti sto aiutando ma abbi fede, non combatto per te, ma per salvare la mia famiglia, i miei interessi e il mio nome. Non combatto nemmeno per la città o per la nazione. Me ne frego! Per me, quella gente che tu proteggi limitando il crimine non è che denaro. Le tue motivazioni sono state moneta di scambio per le informazioni preziose che mi hai portato. Hashirama, quanto sei ingenuo! L'uomo si aggrega per interessi comuni, non per compassione. L'amicizia spesso si basa su questo, e la nostra non fa differenza.-
-Una volta non la pensavi così, Madara. Non credo nemmeno ad una parola di quello che dici.-
-Una volta molte cose erano diverse. Non avevo ancora lasciato per strada tanti ricordi. Non ero un uomo ma un ragazzo. Col crescere, la maggior parte dei mortali cambia, Hashirama. Ci aono pochi che come te fanno eccezione. Sei fortunato. Preoccuparsi per gli altri è bello e vivere d'anima si dice che renda le persone immortali nella memoria. Non sei tagliato per seguire la mia strada, ma non hai idea di quanto ti ammiri. Sai? Avresti dovuto essere tu ad avere un figlio e una famiglia ampia come la mia da dirigere. Non avresti deluso così tante persone in una volta e avresti tramandato qualcosa di molto diverso dal sangue. Sei talmente buono che nonostante io ti abbia sempre messo i bastoni fra le ruote, tu continui a preoccuparti per me. Ogni volta mi stupisco di come possa esistere una creatura come te. 
Non lasciarti contaminare da questa merda di vita che mi tocca portare avanti, Hashirama. Torna a casa, al tuo ufficio e al tuo lavoro. -
-Mi dispiace Madara. Non sono il tipo da abbandonare un amico in difficoltà. Non sono adatto a questa vita e sono troppo ingenuo per la tua realtà ma questo non cambia che tu e Tenzen mi stiate molto a cuore. Non mi tirerò indietro e farò la mia parte come so fare. Anche se dici di essere cambiato e di avvicinarti alle persone per interesse, le tue azioni parlano d'altro. Vedo da lontano che il tuonsguardo non è quello che di solito mi rivolgi. Ti conosco così bene da notare quel tono di tristezza che nascondi nel profondo dei tuoi occhi. Soffri più di quanto vuoi dirmi. -
-Sei diventato psicanalista oltre che poliziotto? Non ho tempo per discutere oltre, Hashirama. Devo vestirmi. Ho una cena a casa del mio peggior nemico. Devo essere impeccabile, almeno se mi ammazza, mi trovano pronto per il funerale.-
 
 
Parcheggiò l'auto all'esterno del garage dalla saracinesca arrugginita.
 
-Ti nascondi bene, Sensei.-
 
Sussurrò Tsuya tra se e se mentre scendeva dall'auto. Chiuse la portiera e si avviò verso l'entrata . Fece uno squillo al cellulare dell'altro e !a saracinesca si aprì giusto il poco necessario a farla entrare, per poi richiudersi alle sue spalle. L'interno del garage era oltremodo diverso da come si presentava fuori. Gli strumenti erano tutti nuovi di zecca o tenuti benissimo e le auto lucide come specchi. La luce bianca ne evidenziava ogni dettaglio delle varie decorazioni. L'attenzione di Rasetsuya però fu catturata da un insieme di voci conosciute.
 
-Una forma d'arte che si annulla portando con se chi dovrebbe averne memoria è un'indecenza , Deidara. Mi meraviglia il fatto di aver combattuto al tuo fianco donandoti dettagli che hai sfruttato contro di tutti. La menzogna non è un fattore molto memorabile e rende la tua vita più inutile di quanto non fosse già. -
 
-Il mio concetto di arte è diverso dal tuo ! Mh! Nemmeno il fatto che mi abbiano legato qui è molto artistico, non ti pare?-
-No infatti sarebbe stato meglio che ti dessero da mangiare ai porci. Pensa, scompariresti in pochi istanti e lo faresti così bene da non lasciare traccia, anzi, ti trasformeresti in feci suine! Raggiongeresti una massima espressione in quel modo no?-
-Non prendermi in giro, Sasori no Danna! Mh! Liberatemi!-
-Prima devi dirci come fermare l'esplosione e poi ti libererò da questo mondo. -
 
Rasetsuya si avvicinò con passo veloce al piccolo gruppo formato da Akane, Izuna, Sasori e Deidara. 
 
-L'esplosione? -
-Tsuya-nee!-
-Tsuya-senpai?-
-Buon pomeriggio, Rasetsuya-Kohai. Ho avuto un imprevisto che presto risolveremo. Riguardo all'altra follia ho già un modo per limitare i danni.-
 
 
L'auto scura si fermò di fronte all'ampia e barocca cancellata che dava accesso alla villa di Hebiyama. Scesero in tre e lentamente si avviarono all'entrata. Il rumore dei passi sull'imbrecciata si faceva più vicino finchè la porta sorvegliata da due uomini in nero non si aprì, rivelando tre volti noti agli occhi dell'impaziente Orochimaru Hebiyama.
 
-Buonasera Madara. Ti trovo piuttosto malconcio dall'ultima volta. Mi delude che siate venuti solo in tre.-
 
-Le esplosioni fanno danni irreparabili, ma il fatto di non avere quest'occhio mi ha reso l'altro più capace e per questo devo ringraziarti. Non dartene pena, gli altri arriveranno a scaglioni. Tutti sono consci che la tana del serpente è troppo stretta e piena di insidie. -
  
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