Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D.
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Autore: Xenebe    26/09/2014    1 recensioni
"Nothing Personal" (Niente di personale): Coulson e Skye stanno scappando dal Pulmino a bordo di Lola...
"E proprio mentre si volta per tornare nella cabina di pilotaggio, lo vede. La mano di Skye che, a causa della grossa forza di resistenza dell'aria, scivola via da quella di Coulson.
Non ci pensa nemmeno, è automatico indossare il paracadute e lanciarsi; talmente automatico da non pensare che Skye non vorrà il suo aiuto, che si divincolerà, che proverà a toglierselo di dosso in ogni modo. È talmente automatico che non pensa alle conseguenze."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Jemma Simmons, Leo Fitz, Skye, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Shield_BML_00 Eccomi! Scusate il ritardo!

Annuncio: credevo di riuscire ad arrivare più in là con la storia prima che iniziasse la s2 di questa bellissima serie, ma lo studio mi sta uccidendo, quindi ho bisogno di specificare che la trama di questa storia è stata ideata prima dell'escita della 2x01 quindi non ci sarano spoiler riguardanti la seconda serie, almeno non intenzionali, i produttori potrebbero sempre avermi hackerato il tablet e copiato la mia trama XD A parte gli scherzi, se dovesse esserci qualche sviluppo in comune con la serie è esclusavamente da imputare alle possibilità dei personaggi, così come sono stati presentati e costruiti dalla Marvel.
Come sempre ringrazio alla mia amica e beta artemide88 e vi lascio alla lettura.















Capitolo 2
“I'm bound by the life you left behind”*







Ward è via da più di tre ore ormai. Non vorrei, ma sono preoccupata: stiamo scappando dall'HYDRA, mi ha detto. Potrebbero averlo trovato? Non gli farebbero mai nulla. Non a lui. Non al soldatino di Garrett. Ma mi sento inquieta lo stesso.
Mi rannicchio su quell'enorme letto, stringendo le ginocchia al petto. Non so che fare, non ho la forza di credere di nuovo in lui; la realtà è che vorrei ma non posso, o forse non vorrei nemmeno perché è anche troppo facile non farlo. C'è una sola cosa che è semplice: odiarlo, essere furiosa con lui. È più difficile farlo se non è qui a prendersi i miei insulti, se sono preoccupata per la sua incolumità.
Mi alzo di scatto e mi precipito alla porta, prima di cambiare idea. Appena aperta sono a dir poco confusa. Ward è lì, seduto a terra, appoggiato al muro di fronte alla mia/nostra porta e mi guarda. Non ho mai visto un volto così tormentato, le ginocchia solo piegate e sostengono le braccia che altrimenti ricadrebbero a terra. Quando il suo sguardo sale nel mio, diventa incredibilmente triste ed implorante. È automatico per me inginocchiarmi accanto a lui e sfiorargli una guancia. Come un riflesso in condizionato. Come la memoria muscolare in chi soffre di amnesia.
Quello che non mi aspetto è che, dopo essersi voltato verso di me ed avermi osservato attentamente, mi baci. Disperatamente. Mentre dai suoi occhi cadono calde lacrime. Ricambio il bacio, esitante, perdendomi per un attimo. Come se non fosse successo niente, come se tutto il resto del mondo non esistesse, ma è sbagliato e dopo qualche secondo mi sottraggo. Non è giusto.
Restiamo in silenzio per diversi minuti.
"L'HYDRA ci cerca, hai detto? È meglio rientrare.", mi alzo e mentre sto varcando la vostra porta mi rendo conto che lui è ancora lì, fermo, immobile, che mi guarda. Torno indietro e gli tendo la mano, lui la prende e si alza. Rientriamo in silenzio nella suite, mentre mi chiedo dove, negli ultimi minuti, sia finito tutto il mio odio.


Ora siamo in camera ma non è cambiato molto, il silenzio regna sovrano.
Sono di nuovo rannicchiata sull'enorme letto e lo osservo mentre collega un minuscolo dispositivo ad un portatile nuovo di zecca.
-Questa camera è enorme...-, non l'ho perdonato, niente affatto, e non mi fido di lui. Ma odio questo silenzio teso. Parlare è meglio, posso rilassarmi, fingere di essere me stessa, mentre continuo ad odiarlo, perché sono stanca mentalmente e almeno la finzione può aiutarmi. Vorrei chiudere gli occhi e riaprirli su un mondo, uno scenario, diverso. Uno in cui l'HYDRA non esiste, in cui non devo mettere in discussione questi mesi, i migliori della mia vita, e soprattutto i miei sentimenti; uno in cui non devo fare attenzione ad ogni mia mossa, in cui posso dormire tranquilla, perché tanto a pochi metri da me c'è il mio A.S. pronto a darmi una mano, a proteggermi in ogni modo. Un mondo in cui la cosa peggiore che mi sia capitata, da quando ho questa nuova famiglia, sia essere stata ferita da Ian Quinn.
-Sì, è la più grande che hanno.-, risponde alzando la mano e muovendo le dita per mostrarmi la vera sul suo anulare sinistro,-Non hai notato la tua?-
Mi guardo la mano. È vero, c'è una fede all'anulare. Ma è leggerissima, molto più leggera che se fosse d'oro. Sin troppo leggera, chiaramente falsa. Solo poche ore fa avrei fatto qualche battuta sul nostro sembrare un coppia, cercando di metterlo in imbarazzo. Ora so che è solo un espediente tattico.
-È la suite "luna di miele": siamo il signor e la signora John, inglesi, in luna di miele qui a New York.- mentre spiega il suo accento diviene un perfetto accento londinese, automaticamente sorrido e lui mi fa l'occhiolino. Poi mi rendo conto che è sbagliato. Questo mio rilassarmi, questa finzione che mi sono imposta, mi sta facendo comportare come se potessi davvero fidarmi ancora di lui.
Mi alzo e lo raggiungo per capire che sta facendo. Non ha ancora finito di collegare quel micro aggeggio al computer. Quando mi avvicino al tavolo dove sta lavorando vedo il suo distintivo, ha completamente rimosso la parte in pelle con un coltello, probabilmente con la stessa semplicità con cui ha rimosso dal suo cuore e dalla sua mente i mesi passati insieme.
Lo prendo e lo osservo.
-Il mio distintivo dello S.H.I.E.L.D.-, spiega.
-Lo vedo.-, annuisce e senza guardarmi continua.
-Dentro c'era un localizzatore, in modo che Garrett sapesse sempre dove fossi: l'ho fatto cadere in acqua poco dopo averti salvata.-, lo dice come se fosse logico, come se dovessi essergli grata. Prendo una sedia e mi siedo accanto a lui.
-Posso chiederti una cosa?-
-Dipende, Skye...-, ignoro volutamente il sottinteso... per un attimo, voglio sperare solo per un attimo, che sarà completamente sincero con me: in realtà però so che nemmeno lui può assicurarmi una risposta. Una sincera per lo meno.
-Sei mai stato davvero un agente dello S.H.I.E.L.D.?-, finalmente mi guarda, bloccando per un attimo tutto quello che sta facendo.
-Sono stato reclutato direttamente da Garrett in riformatorio...-
-Quindi no.-, concludo, secca.
-In realtà dopo il suo addestramento ed essere entrato nell'accademia dello S.H.I.E.L.D., l'unica cosa che dovevo fare era diventare un buon agente. Quindi sì, sono stato per gran parte della mia vita un agente dello S.H.I.E.L.D., almeno fino alla battaglia di New York.-, distolgo lo sguardo da lui.
-Da allora invece hai solo voluto prenderci in giro...-, nella mia voce c'è tanta amarezza, forse in questo momento non m'interessa nemmeno fingere di essere forte.
-Skye non è così, lo sai. È vero, sono stato mandato per scoprire la verità su Coulson e mi sono guadagnato la vostra fiducia sul campo per questo, ma poi ero io... Quello che viveva con voi, quello che giocava a battaglia navale o a poker, quello che ti allenava... Ero io Skye, non era tutto falso. Solo io...-, la sua voce si affievolisce, come se si fosse reso conto per la prima volta di quello che ha fatto. Come se finora avesse considerato il suo ruolo, se stesso, solo un particolare trascurabile, perdonabile.
Sento il suo sguardo su di me. . Sospira.
-Per quanto può valere, è la prima volta che non volevo portare a termine la missione: tradirvi, abbandonarvi.- lo guardo negli occhi per la prima volta dal nostro scontro sul Pulmino.
-Non vale nulla, perché alla fine l'hai fatto, ci hai traditi... Anzi, sai cosa? È anche peggio perché significa che qualcosa per te abbiamo significato, che forse hai provato dei sentimenti per noi...-, vuole parlare, forse difendersi o ribadire che i suoi sentimenti per me sono veri, non mi interessa,-No, risparmiati le spiegazioni o le parole in tua difesa. Qualsiasi cosa provassi per noi, per me, l'hai distrutto per sempre, non esiste più, Ward.-
Deglutisce e torna al suo lavoro, in silenzio.
Mezz'ora dopo mi comunica con il tono con cui non si rivolgeva a me da mesi, quello semplicemente freddo, concentrato ed efficiente, che ha finito: ora possiamo contattare Coulson senza essere intercettati dall'HYDRA.










* My immortal, Evanescence







Il prossimo capitolo avrà ancora come titolo un altro verso tratto da "My immortal".


   
 
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