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Autore: shasti9x    21/10/2014    3 recensioni
Sposata con Lee Joon, un marito combina guai ma che amo più di qualunque altra cosa al mondo.
La mia amica Shailene è sposata con Seungho e quei due sono simili da far paura. G.O, Mir e Thunder entreranno in scena aumentando decisamente i momenti di spensieratezza, di "disagio" e di forte amicizia tra i personaggi.
Una storia leggera, comica e divertente, ma con con degli attimi pieni di sentimento, di lacrime, di angoscia e di grande amore.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cheondung, G.O., Lee Joon, Mir, Seungho
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Con gli occhi chiusi e con il viso appoggiato alla sua mano, sento le lacrime infinite attraversarmi le guance. Sento il respiro interrotto dai miei singhiozzi, il cuore in fiamme e avvolto da un’atmosfera fitta di emozioni che si contrastano tra di loro. La sua mano è calda, delicata e fragile tra le mie. La tengo stretta, ma con delicatezza, diffondendole calore. Come se volessi proteggerla. Come se volessi proteggere lui. 
Il tempo attorno a noi sembra essersi fermato e ancora una volta mi trovo in un mondo in cui ci siamo solo io e lui. E’ sempre così, quel mondo che è sempre pronto ad accoglierci insieme, quel mondo che sa regalarci i colori che riescono sempre avvolgerci in tutte le loro sfumature, qualsiasi sia la situazione.
Nonostante mi senta del tutto persa in quel mondo, dove sto cercando di fuggire dai cattivi pensieri, non mi sfugge affatto la percezione della sua mano che si stringe debolmente alla mia. Nonostante fosse appena percettibile, l’ho sentita più di qualunque altra cosa mi stesse circondando in questo momento. Di scatto alzo la testa e lo guardo. Ciocche di capelli mi si appiccicano sulle guance bagnate, ma ciò non impedisce ai miei occhi, seppur velati di lacrime, di vederlo. E’ ancora con gli occhi chiusi, ma noto che le sue palpebre si stanno leggermente muovendo. Trattengo il respiro e rimango immobile a guardarlo in allerta, con l’ansia, in attesa che possa aprirli. Vedendo che non c’è riscontro con il passare dei secondi, lo chiamo.
-    A-..amore?- sussurro. -amore, mi senti? - gli stringo la mano tra le mie senza
distogliere lo sguardo dal suo.
Con la mia voce, leggermente comincia ad aprire gli occhi e io sento il mio cuore battere all’impazzata. Nel momento in cui li socchiude, li porta lentamente verso la mia direzione fino ad incrociarli con i miei. Sorpresa da quel contatto, rimango con gli occhi sgranati a guardarlo. Una lacrima scorre sul mio viso e lo guardo ancora incredula. Mi guarda anche lui con debolezza, seguendo con lo sguardo quella lacrima che gradualmente sta attraversando il mio viso. Rimango immobile, incapace di reagire o di dirgli qualcosa. Sono in allerta, in attesa che possa dirmi qualcosa. I suoi occhi tornano sui miei e mi guarda profondamente. Quegli sguardi che solo lui mi sa fare. Quegli occhi, gli unici che mi sanno amare. Quegli occhi che si stanno perdendo completamente nei miei. Lentamente, le sue labbra cominciano ad allargarsi e vedo quelle fossette crearsi delicatamente su quel suo dolcissimo visetto. Spontaneamente, il sorriso si allarga anche a me e le lacrime cominciano a scendermi ininterrotte dagli occhi, attraversandomi il viso e cadendo sulle bianche e delicate lenzuola. La voglia di piangere forte torna di nuovo ad impossessarsi di me. 
-    Amore…- comincio a singhiozzare- Ho… ho avuto una paura grandissima… io… io…-
Non riuscendo più a trattenermi, lascio cadere di nuovo la testa sulla sua mano scoppiando a piangere. A piangere senza freni, senza sosta... sentendo il cuore scoppiare da un momento all’altro nel mio petto. 
Questa volta invece sono lacrime che sprizzano di gioia, di sollievo… e dalla consapevolezza che senza di lui non posso vivere. 



-    Dai questa è l’ultima! -
-    Lo hai detto anche per le precedenti tre cucchiaiate- allontana il viso dal cucchiaio che gli sto porgendo.
-    Dai questa è davvero l’ultima! Anzi, guarda- gli avvicino il piatto – ne mancano giusto due o tre! Finiscila così ti riprenderai più facilmente- gli avvicino di nuovo il cucchiaio.
-    Ma- allontana di nuovo la testa – amore basta, sto scoppiando, non ce la faccio-
Gli faccio il broncio guardandolo con aria triste e lui sospira. Non resiste quando lo guardo in quel modo, infatti sta evitando il mio sguardo. Mi metto davanti a lui, senza cambiare espressione. Mi guarda un po’ e distoglie lo sguardo. Non mi muovo. Dopo un po’ riporta lo sguardo sul mio e sospira.
-    E va bene. Finiamola questa minestra- apre la bocca.
Il sorriso ritorna sul mio sorriso e felicissima riempio di nuovo il cucchiaio e lo avvicino alle sue labbra. Lo guardo felice mangiare, finalmente si è deciso. Gli sono stata un po’ addosso come faccio di solito, ma sono riuscita a convincerlo a mangiare qualcosa. 
-    Non ti senti più forte ora? – sorrido riempiendo di nuovo il cucchiaio.
Annuisce per accontentarmi e io scoppio a ridere. 
L’ora di cena è arrivata velocemente e si è visto come nel frattempo le condizioni di Joon siano migliorate. Ha ancora mal di testa per via della forte botta, ma grazie ai medicinali lo sente sempre di meno. Hanno deciso di tenerlo ancora in ospedale per un po’, per accertarsi che non ci siano altri problemi e per garantirci la sua perfetta guarigione.
Poco dopo essersi svegliato, Seungho e Shailene sono tornati a casa per mettere a posto le cose, è un peccato perché era tutto pronto per il pranzo che dovevamo passare tutti insieme felicemente.
G.O, Thunder e Mir sono rimasti ancora un po’ fino a quando hanno visto che Joon si stava pian piano riprendendo. Si è visto quanto erano sollevati e felici di vederlo sorridere e parlare, quasi come se nulla fosse successo.
Quando finisce la minestra, gli pulisco le labbra e poso il piatto sul comodino accanto. Mi avvicino a lui e lo guardo negli occhi sorridendo. Sorride anche lui e mi guarda profondamente. Le nostre mani spontaneamente si incrociano e avvicino il mio viso al suo, posando la mia fronte sulla sua e sentendo su di me il suo dolce e caldo respiro. E’ un attimo magico che ci fa entrare in una sintonia pazzesca, diventiamo una persona sola. Chiudendo gli occhi, poso le mie labbra delicatamente sulle sue e la nostra stretta di mano si fa ancora più forte. Neanche fosse la prima volta, sento il cuore cominciare a battermi all’impazzata e le farfalle muoversi scatenate e senza controllo nel mio stomaco. Gli lascio un bacio. Due, tre e poso la mia testa sul suo petto, stringendolo forte a me e sentendo il suo forte calore. Sento tutto il mio amore scoppiare in petto per lui.  Le sue braccia si stringono attorno a me e tra i capelli mi lascia un dolce bacio, per poi appoggiare la testa alla mia. So bene che ha gli occhi chiusi e si sta rilassando, proprio come sto facendo io. Gli lascio un bacio sul petto e di risposta lui me ne lascia due sulla fronte. Sorrido e mi sento ancora una volta amata. Sento il mio forte amore per lui scoppiarmi in petto.
Alzo la testa e lo guardo ancora negli occhi.
-    Sei bellissimo amore, lo sai? - sussurro.
Sorride e mi accarezza i capelli. A volte non parliamo, ma i nostri gesti e i nostri sguardi sono in grado di andare aldilà di ogni parola. Continua ad accarezzarmi dolcemente i capelli guardando anche quelli con amore e alzandomi il viso con la mano, si avvicina per baciarmi di nuovo. 
Chiudo gli occhi pronta a ricevere le sue labbra, ma veniamo interrotti da una porta che si apre. Ci giriamo di scatto.
-    Oh… S-scusate, non volevo interrompervi-
Mir è fermo sulla soglia a guardarci, leggermente in panico sentendosi un intruso. 
-    Cheolyong ah- dice Joon guardandolo – Ti ho mai detto che sei un guasta feste? - 
Scoppio a ridere e lo rimprovero.
-    Ciao Miru, entra pure-
-    E dai hyung, non potete mica sbaciucchiarvi tutto il tempo qui in ospedale- dice entrando e posando il mazzo di fiori sul comodino.
Avvampo di colpo e abbasso lo sguardo, mentre Joon lo guarda a denti stretti facendosi sfuggire un “aish, quel ragazzo…”.
Porto lo sguardo sui fiori e i miei occhi si illuminano immediatamente. Joon lo nota e sorride. Mi alzo e raggiungo il comodino e mi abbasso ad annusarli chiudendo gli occhi.
-    Ma è un bellissimo profumo- dico innamorata tenendo una rosa in mano.
-    Sempre meglio delle rose di certi ex- dice lanciandomi un’occhiata, ricevendo di risposta una mia occhiataccia. 
-    Sono proprio state scelte con cura Miru, si vede che ci tieni al tuo hyung- cambio discorso prendendone una in mano e sedendomi sul letto accanto alla sedia dove è seduto lui.
-    Ecco, fagli notare anche tu le attenzioni che gli dò – mi risponde.
-    Yah, chi è stato ad andare personalmente a comprarti i manga quando sei stato ricoverato? Eh? -
-    Oh, vero hyung… quello è stato un gesto indimenticabile- ride – Erano volumi che avevo già letto, ma ho apprezzato tantissimo il gesto-
Joon sbuffa e prende il cellulare in mano. Vedo che entra nei siti di ricerca e comincia a scorrere le notizie a suo nome. Legge i commenti dei fan e un sorriso comincia ad abbozzarsi sul suo viso, un sorriso leggermente dispiaciuto.
-    Sono stati davvero tutti preoccupati per te- sorrido portando una mano sulla sua gamba-  e ora sono sollevati nel sapere che ti stai riprendendo-
Continua a scorrere mantenendo quell’espressione.
-    I fan stavano impazzendo e aspettavano solo di avere notizie a riguardo… gli articoli erano dappertutto e non riuscivano a capire in che condizioni era esattamente- dice Mir
Mi vengono i brividi ripensando a me nelle stesse condizioni.
-    L’importante che il peggio è passato… - dico guardando Joon.
-    A proposito, vi devo ancora dare il latte fresco che mio papà ha portato- Mir interrompe il silenzio.
-    Oh, giusto- rido 
-    Domani mattina lo porterò qui-
-    Fantastico, così preparerò una tazza calda a Joon! Sarà un ottimo risveglio per lui- sorrido guardandolo.
-    Aish, sono geloso. Voglio avere anche io una moglie che si prende cura di me in questo modo-
Scoppio a ridere.
-    Vedrai che il momento arriverà anche per te. Hai così tanta fretta? -
-    Siete voi che me la fate venire- sbuffa
-    Comincia a darti da fare allora e cerca seriamente-
Fa una pausa riflessiva.
-    Pensandoci però, forse è un po’ troppo presto per quel passo… -
Alzo gli occhi al cielo e poi gli tiro una sberla.
-    Yah! Che ti prende ora?! - si lamenta portandosi la mano alla spalla.
-    Lo vedi?! Siete sempre così voi maschi! Nel momento di affrontare le cose con serietà, vi tirate subito indietro!  –
Mi aspetto una risposta da parte di Joon che si sente preso in causa, ma non arriva nulla. E’ ancora immerso nella navigazione con il cellulare in mano e non ha fatto caso al nostro discoro. Curiosa allungo la testa per vedere cosa sta guardando e a bocca aperta lo guardo di traverso.
-    Che cosa stai guardando? – domando fissandolo. 
-    Uhm? – alza subito gli occhi vedendomi lì immobile a fissarlo con un’espressione che forse non avrebbe mai voluto vedere – E-ecco… sono le foto del nuovo servizio di una mia ex collega, mi aveva chiesto di dare un’occhiata-
-    Ah sì? Te lo aveva chiesto lei? –
Mi guarda quasi terrorizzato. Il mio tono di voce lo terrorizza.
-    B-... beh…s-sì… -
-    E dimmi un po’, ti aveva chiesto di guardare questo servizio di lei mezza nuda? –
-    Beh… - guarda il cellulare con aria perplessa- Non ne sono sicuro, mi aveva chiesto qualche settimana fa di guardare il suo ultimo servizio e… magari questo è semplicemente uno nuovo, non quello di cui mi parlava-
Porto gli occhi al cielo a denti stretti e prendo un profondo respiro. Deglutisce e mi guarda spaventato, sa che faccio così quando cerco di mantenere la pazienza ormai persa. Mir guarda da lontano in panico, con espressione da “è meglio non intromettersi”
-    S-… se vuoi possiamo guardarle e commentarle insieme- cerca di rimediare
-    Yah!!- grido e alzo la mano pronta a colpirlo. Chiude gli occhi e io mi fermo all’ultimo guardando la sua testa ancora fasciata. – Aish! - mi alzo e mi dirigo fuori dalla stanza.
-    E-ehi.. ehi amore, fermati!- lo sento chiamarmi.
Stringo i denti e mi allontano a passi veloci. 
Idiota.
Si è approfittato della mia distrazione con Mir per andare a guardarle? Non stava mica leggendo i commenti dei fan? 
Stringo i pugni e sento il cellulare vibrare.
Controllo. E’ lui.
Sospiro e chiudo la chiamata. 
Chiama di nuovo. 
Lascio suonare a vuoto mentre percorro i corridoi dell’ospedale. 
Chiama. Ancora. 
Aish, conoscendolo sarebbe in grado di chiamarmi fino allo sfinimento. Porto gli occhi al cielo e rispondo.
-    Amore? Ehi amore, dove sei? Dai, ti prego torna… ne riparliamo, ma torna-
Sospiro. Nel momento in cui faccio per rispondere, vedo il manager Kevin venirmi incontro.
-    Oh- guardo il cellulare e metto subito giù – Buonasera, oppa- mi inchino a lui sorridendo.
Mi viene incontro ricambiando il sorriso.
-    E’ bello rivederti. Come stai? Tutto bene? -
Annuisco. 
-    Ora che so che Joon si sta riprendendo, mi sento molto meglio- sorrido.
-    Direi che è un sollievo per tutti. E’ ancora in stanza? –
-    Sì, è lì con Mir! –
Sento il cellulare vibrare di nuovo e vedo il manager che getta un’occhiata al cellulare. Ridacchia.
-    Ti ho vista prima… ti ha fatto per caso arrabbiare di nuovo? -
Sbuffo e poi rido.
-    Vedi, lo sapevo… gli avevo detto di non farti arrabbiare. Ora gli tirerò qualche parolina-
-    Ci pensi lei, mi raccomando- dico ridendo.
-    Contaci- sorride ancora – Ora vado da lui… tu non vieni? O l’ha combinata grossa questa volta? – dice con voce leggermente severa.
Rido ancora.
-    No arrivo, me ne approfitto solo per prendergli un tè caldo… non vorrei prendesse freddo-
-    Aigoo… voi donne vi arrabbiate come delle iene, ma questo non permette alla rabbia di sfiorare il vostro cuore-
-    Non si sa se prenderlo come un pregio o un difetto- rido.
-    E’ un dilemma, vero? – ride anche lui – Allora ci vediamo dopo, intanto ci parlo io- ammicca e si allontana.
-    A dopo, oppa! –
Mi giro dirigendomi verso il bar dell’ospedale. Sento il cellulare vibrare di nuovo, chiamata in arrivo.
“Amore”.
Sorrido teneramente. 


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Spesso mi trovo a guardare il passato e a sorprendermi di quanto il destino abbia intrecciato tra di loro molti cammini che mai avrei immaginato di percorrere. Nulla è stato pianificato, nulla è stato segnato come obiettivo, eppure il tutto si è trovato a formarsi con tale spontaneità che sembra quasi irreale. Che la leggenda del filo rosso sia vera? Che dalla mia nascita il filo rosso mi abbia legata costantemente a lui nonostante fosse stato dall’altra parte del mondo? 
Il destino è qualcosa di incredibile. 
Il nostro primo incontro è stato del tutto casuale, come poteva succedere a me poteva succedere a qualsiasi altra persona. 
Ho sempre portato un’immensa passione per la recitazione e il mio sogno è sempre stato quello di poter essere la protagonista di un film, recitando un personaggio unico che avrebbe fatto parlare di sé per molto tempo. Ricordo quando già da piccola avevo uno spirito critico, guardavo i film e mi trovavo a pensare “se fossi nel regista, avrei fatto diversamene quella scena”. Mi trovavo anche a riprovarla davanti allo specchio, sentendomi soddisfatta del risultato. 
In Corea purtroppo la possibilità di poter recitare su grandi schermi era piuttosto difficile per via del fatto che non ero coreana. Cercavo di fare ciò che potevo, ovvero, qualche comparsa di qua e di là. Ho dovuto frequentare alcuni corsi di recitazione per poter imparare i toni da usare, per poter allenare la lingua, avere dimestichezza con il loro modo di esprimersi e di comportarsi. E’ stata un’esperienza decisamente costruttiva e mi ha aiutata molto ad inoltrarmi nella loro coltura. 
Ogni giorno sfogliavo gli annunci e facevo provini su provini, seppur per personaggi quasi neanche secondari, personaggi che si limitano ed essere delle semplici comparse. 
Quella volta mi sono trovata a fare il provino per un film che vedeva la presenza di attori molto importanti che lo avrebbero di conseguenza portato alla proiezione sul grande schermo. Ero molto agitata e continuavo a ripetermi “devo mostrarmi preparata su qualsiasi cosa mi chiedano di fare”. Facevo avanti ed indietro aspettando il mio turno, sospiravo profondamente per scacciare il nervosismo e cercavo di isolarmi dagli altri per tenermi concentrata. C’erano diverse ragazze straniere che, una dopo l’altra, entravano ad affrontare il provino. 
Quando è arrivato il mio turno, ho cominciato a sentire le mani tremare, ma mi sono fatta forza e sono entrata. Mi sentivo sotto pressione e nonostante avessi fatto diversi provini, quello in particolare mi spaventava molto. Mi sono presentata alla giuria, mi hanno fatto qualche domanda e mi hanno poi chiesto di interpretare alcune scenette. Mi sono esibita con il dialogo che ci hanno assegnato da imparare prima di entrare e potevo vedere i leggeri sorrisi abbozzati sui loro visi per le mie espressioni e i toni che usavano. Sembravano sorpresi nel vedere che non me la cavavo male con la lingua. Ho dovuto poi improvvisare alcune scenette che mi assegnavano al momento e alla fine, con un inchino umile, sono uscita dalla stanza. 
Sono stata contattata il secondo giorno con la notizia che mi ha cambiato la vita: “Sei stata selezionata per il ruolo di Samira, complimenti”. Credo di aver riletto quella notizia decine di volte prima di rendermene davvero conto. E’ stato il primo passo che ha cambiato la mia vita. 
Dopo qualche settimana mi sono presentata sul set per poter girare le mie scene. Era una giornata abbastanza fredda e io ero lì da sola, senza qualcuno su cui appoggiarmi. Ero davvero molto agitata e preoccupata, ma cercavo di tranquillizzarmi leggendo e rileggendo diverse volte la mia parte. La scena da girare al mattino è stata conclusa con successo e mi aspettava la seconda che si sarebbe svolta la sera stessa. Sono rimasta sul set tutto il giorno ad osservare le altre riprese e cercavo di imparare prendendo esempio. E’ stata un’esperienza indimenticabile per me, era tutto così magico e straordinario, mai avrei immaginato di poter assistere a qualcosa del genere. Gli attori erano bellissimi e molto professionali, inoltre erano anche molto gentili con me e quando mi incrociavano si inchinavano umilmente. 
Ero seduta a cenare rileggendo il mio copione quando ho visto un van nero avvicinarsi al set attirando l’attenzione dei presenti. Da lontano guardavo curiosa mangiando il mio panino, con il copione sulle ginocchia. Membri dello staff hanno cominciato a scendere da quel van e mi chiedevo chi fosse la celebrità all’interno.
Qualche secondo dopo è sceso lui.
Posso giurare di aver sentito il mondo attorno a me fermarsi per un attimo. Non distaccavo gli occhi da lui e non riuscivo nemmeno a spiegarmi il perché. Continuavo ad osservarlo, con il panino in mano che si stava raffreddando. Lui sorrideva e salutava tutti, la sua espressione era visibilmente stanca, ma quel sorriso era in grado di nascondere ogni traccia rimpiazzandola con serenità e dolcezza. I suoi tratti mi erano famigliari, ma non riuscivo proprio a ricordare chi fosse.
Chiedendo poi di lui, mi è stato detto che era Lee Joon degli MBLAQ, un gruppo musicale formato da cinque membri. Non seguivo molto la musica e quindi non riuscivo a collegare la sua immagine a quella del gruppo, ma se fosse stato un attore lo avrei riconosciuto di sicuro visto che guardavo tutti i film e seguivo quasi tutti i drama. Mi è stato detto che era più un attore emergente, ma che aveva già mostrato le sue doti in diversi lavori, come per esempio in Ninja Assassin. Un film che avevo visto.
“Oh, ma quindi lui sarebbe il piccolo Raizo…”.
Era l’unica immagine che avevo di lui.

La sera stessa ho avuto modo di interagire per la prima volta con lui. Ci siamo salutati educatamente e ci siamo brevemente presentati. Non dimenticherò mai la prima volta che i nostri occhi si sono incrociati. 
In attesa che lo staff preparasse il set, ci siamo messi dentro al bus a ripassare le nostre scene. Era su qualche sedile dietro di me, ma continuavo a gettargli delle occhiate curiosa. Era estremamente concentrato e leggeva attentamente il suo copione. Sul suo viso si vedeva chiaramente la stanchezza, ma sembrava esserci abituato. Quando notavo che il suo sguardo si stava per spostare, riportavo immediatamente gli occhi sul copione. Ad un certo punto mi sono decisa di concentrarmi completamente e mi sono inoltrata del tutto nel copione. Nell’autobus c’era silenzio, si sentivano solamente le voci esterne dei membri dello staff e i rumori provenienti dalla costruzione del set. 
Ad un certo punto mi sono trovata di fronte ad una difficoltà, c’era un scena che non riuscivo proprio a capire. Continuavo a leggerla e a rileggerla, ma non riuscivo a comprenderla a pieno. I miei occhi sono tornati quindi di nuovo su di lui, completamente concentrato. Eravamo solo noi due, anche se ogni tanto membri dello staff entravano a sistemare trucco ed acconciature, e ho pensato fosse il caso di provare a rivolgermi a lui chiedendogli aiuto. Dopo essermi schiarita la voce, l’ho chiamato con incertezza e lui si è girato subito verso di me. Mi guardava gentile e disponibile, quindi gli ho letto la battuta spiegandogli il problema. Con parole chiare e spiegazione impeccabile, è riuscito a farmi capire il cuore della scena e sono riuscita a comprendere subito. L’ho ringraziato diverse volte e lui con un bellissimo sorriso mi ha detto che era stato un piacere. Piena di imbarazzo, sono tornata a leggere il copione. Sentivo ogni tanto i suoi occhi su di me, ma cercavo di pensare che era solo una mia illusione. 
Arrivata ad un’altra scena, ho trovato un altro problema che non riuscivo proprio a capire e stavo cominciando ad andare in panico. L’ho guardato di nuovo e mi sono chiesta se era il caso di chiedergli o meno di nuovo aiuto, non volevo scocciarlo. Pensandoci però, sono arrivata alla conclusione che forse era meglio evitare di fare figuracce di fronte al regista e agli altri presenti. Schiarendomi di nuovo la voce, mi sono scusata e l’ho chiamato. Era concentrato, ma mi ha guardata subito e mi ha sorriso per tranquillizzarmi vedendo la preoccupazione sul mio viso.
Mi ha aiutata di nuovo, il suo modo di spiegarsi mi ha affascinata tantissimo perché riuscivo benissimo a spiegarsi e a rendere la scena più semplice di quanto pensassi. 
Il tempo passava ed entrambi eravamo concentrati sul copione. Avevo poche battute rispetto alle sue, ma cercavo di concentrarmi, portandomi avanti anche con le successive.
Mi stavo per strappare i capelli quando mi sono trovata di fronte ad un’altra scena complicata. “Ma cosa mi sta succedendo?”
L’ho guardato di nuovo e non mi sarei mai permessa di interromperlo di nuovo, ma stavo andando in crisi. Sicuramente avrebbe pensato che sono una fallita e si sarebbe chiesto come mi abbiano selezionata per un film così importante.
Leggevo e rileggevo e nel frattempo continuavo a sentire il suo sguardo su di me. Mi sono messa a riflettere “fallita… è meglio che lo pensi di me questo ragazzo che non vedrò mai più o i registi e lo staff che si faranno una cattiva idea su di me?”
Dopo qualche minuto, ho deciso di buttarmi. Al massimo mi avrebbe mandata a quel paese. 
Chiudendo gli occhi e respirando profondamente, l’ho chiamato di nuovo. “Ehi.. scusami, g-giuro che questa è l’ultima volt-“, non ho avuto tempo di continuare che sono stata interrotta dal suo forte sospiro quasi scocciato. Si è alzato di scatto e io sono rimasta a fissarlo con gli occhi sgranati terrorizzata. Ha attraversato il corridoio a passi svelti ed ero convintissima sarebbe uscito dall’autobus. Inaspettatamente però, ha attraversato appena quei pochi metri che ci separavano e si è seduto nel sedile accanto al mio. Lo guardavo confusa e perplessa mentre sistemava il suo copione.
“Forse è meglio così, non credi?” mi ha detto guardandomi sorridendo.
Credevo che il mio cuore stesse per scoppiare in quel momento, mi sono presa un tale spavento che mi sono istintivamente portata la mano sul cuore sospirando di sollievo.
Per tutto il tempo abbiamo ripassato insieme trovandoci bene, si è creata subito sintonia tra di noi… ridevamo scherzavamo e pian piano abbiamo superato entrambi l’iniziale timidezza. Era molto prudente e rispondeva gentilmente e con disponibilità ai miei dubbi, cercava di spiegarmi le scene aiutandomi tantissimo nelle mie parti. Era serio e ripeteva le mie battute, recitandole con tanto di espressioni, senza vergognarsi. E’ da lì che ho capito quanto tenesse seriamente alla recitazione. 
E’ stato quello il nostro primo vero approccio ed è davvero incredibile che quella non sia stata l’ultima volta.
Tuttora il mio sogno di poter recitare non si è mai dissolto, spesso a casa ripasso con Joon i suoi copioni e lo aiuto con le battute. E’ bello vedere quanto si sente a mio agio con me e quanto quelle esercitazione gli siano sempre di aiuto.
Una volta stavamo provando insieme una scena in cui il suo personaggio doveva ammazzare una ragazza. La scena prevedeva di sbatterla al muro per poi strozzarla. Un dettaglio abbastanza scioccante.
Quella volta Joon mi ha stretta forte per le braccia e mi ha spinta al muro, ma invece di portare le sue mani al mio collo, ha portato le sue labbra sulle mie e mi ha baciata dolcemente. 
Ricordo benissimo il sapore di quel bacio.
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La luce chiara del sole si fa spazio nella stanza illuminandola completamente mentre i suoi dolci e delicati raggi scaldano leggermente qualsiasi cosa sfiorino in questa fredda mattina. Chiudo gli occhi e mi assaporo quei raggi caldi e delicati che si sono posati delicatamente sul mio viso. 
E’ ormai passata una settimana e oggi finalmente Joon potrà lasciare l’ospedale dopo aver ricevuto la conferma di essere del tutto fuori pericolo. Ovviamente non riprenderà subito il suo lavoro, avrà del tempo per potersi riposare fino a riprendersi completamente. E’ un sollievo, così potrà prendersi una pausa dopo tanto tempo. Un impegno tira sempre l’altro e spesso non trova occasione per potersi riposare per bene. Lui era già pronto per tornare al lavoro, non voleva interrompere le riprese e fermare l’andamento del film per colpa sua, il direttore però ha dovuto obbligarlo a restare a casa dicendogli che aveva ormai già cambiato la sua schedule spostando così ad altri giorni le sue riprese. Gli sono stata immensamente grata. La testardaggine di Joon e il suo senso di responsabilità lo avrebbero portato a tornare oggi stesso sul set, ma sono contenta così. Penso che d’ora in poi sarò sempre terrorizzata quando dovrà lasciarmi per andare a lavorare… non vorrei mai che gli accadesse di nuovo una cosa del genere. Seppur non fosse stato un infortunio del tutto grave, io non accetterei nemmeno un graffio sulla sua pelle…
Sospiro e continuo a piegare i vestiti e a raccogliere le sue ultime cose dalla stanza. Dopo aver sistemato il tutto, mi metto la giacca e aspetto che esca dal bagno. 
Dopo essersi fatto una veloce doccia, esce con le ultime cose in mano che subito metto in borsa.
-    Come va amore? Non ti ha fatto male la testa sotto l’acqua? – gli accarezzo i capelli.
Ammetto di essere stata preoccupata tutto il tempo, temevo che potesse sentirsi male. Ricordo benissimo quella volta in cui mi sono sentita male sotto la doccia per via della febbre. Ero riuscita a mettermi in tempo l’accappatoio e ad uscire, ma non mi ci è voluto molto per crollare e perdere completamente i sensi.
Lo guardo preoccupata e lui mi prende la mano baciandomela dolcemente. 
-    Sto bene, principessa-
Gli sorrido dolcemente, felice di vederlo così.
-    Allora, è tutto pronto? –
Annuisco.
-    Tutto pronto. Non ci rimane che uscire di qui- mi avvicino a lui ed incrocio le mie mani alle sue.
-    Vero, eh? - sorride e mi bacia la fronte – Così insieme possiamo andare in un posto lontano da qui- sussurra avvicinando il suo viso al mio.
Ridacchio alludendo che si stesse riferendo al “nostro mondo”.
-    Ci sta già aspettando con le porte spalancate- sussurro a mia volta lasciandogli un bacio dolce.
-    Già…- mi bacia - Io però mi sto riferendo ad un altro mondo- mormora sulle mie labbra.
-    Uhm? – dico tra un bacio e l’altro.
-    Potremmo finalmente…- i baci si fanno più passionali -…esplorare altri mondi- continua-
-    Con noi le sorprese di certo non finiscono- ridacchio muovendo dolcemente le mie labbra sulle sue.
-    Sarà una vacanza bellissima- sussurra sorridendo sulle mie labbra.
Mi fermo e mi allontano guardandolo. 
-    Vacanza? – chiedo perplessa.
Annuisce guardandomi e sorridendo felice. 
-    Di quale vacanza stai parlando? – 
-    Prenotiamo il volo più vicino e fuggiamo da qui- avvolge le sue braccia attorno al mio busto e mi tira a sé. 
Scuoto la testa.
-    Sei impazzito, in questa situazione non vai da nessuna parte-
-    Ma come… non vuoi una vacanza con me? - mi guarda perplesso.
-    Certo che la voglio, ma hai bisogno di assoluto riposo. Questa idea te la devi togliere subito di mente-
-    Ma…- 
-    Potremmo farla benissimo a casa questa vacanza. Insomma, il nostro mondo non ti basta? - lo guardo preoccupata.
Sorride ancora dolcemente e mi tira a sé stringendomi tra le sue braccia. 
-    Ti stai preoccupando per nulla-
-    Ma…-
-    Sssh, niente ma. Pensaci. E’ una delle poche occasioni per andarci insieme- sussurra stringendomi di più.
-    Però… non voglio che ti affatichi…-
-    Non sarà così, vedrai- mi lascia un dolce bacio sulla spalla accarezzandomi i capelli.
Sospiro. 
Tanto lo so che a questo punto continuerà ad insistere finché non accetterò.
Un giorno perderò la testa per colpa sua. Non che non l’abbia già persa. 
E va bene Joon. Che vacanza sia.



-------------TO BE CONTINUED-----------
  
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