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Autore: RomanticaLuna    22/10/2014    1 recensioni
Una nuova avventura, o per meglio dire disavventura, vede come protagonisti i Maghi di Fairy Tail. Un delitto viene commesso a Magnolia e la sospettata è proprio la Gilda più famosa e casinista. Riusciranno i nostri giovani Maghi a risolverlo per riabilitare il nome di Fairy Tail e far tacere tutte le malelingue?
Buona lettura ;-)
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loke, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7-GRAZIE, FAIRY TAIL!

 
 
Lucy entrò piano in quel luogo consacrato, osservando le lapidi disposte ordinatamente. Non c’era nessuno oltre a loro. Sospirò piano ed avanzò di qualche passo.
Dietro di lei, Loki e Natsu si guardavano senza capire le intenzioni della loro nakama. Era forse impazzita? Perché li aveva portati fino a lì? E poi, perché si erano fermati al negozio per prendere quei mazzi di fiori che ora dovevano portarsi tra le braccia loro due? In più, lo Spirito Stellare si domandava anche perché Lucy non avesse permesso alla dolce e splendida cameriera di seguirli. Insomma, era un suo compito badare alla bambina e poi gli sarebbe piaciuto poter continuare la loro conoscenza!
Lucy si fermò causando un tamponamento a catena, che le fece perdere l’equilibrio. Per fortuna che il braccio libero dell’amico Drago fu pronto a sorreggerla! Ogni volta che succedeva, ad ogni missione o in Gilda, si meravigliava dei riflessi pronti di Natsu!
“Perché ti sei fermata così?” le fecero notare i due. Lei, senza nemmeno aprire bocca, si portò l’indice vicino alla bocca, per farli stare zitti. Dopotutto, erano in un luogo sacro, possibile che loro non capissero di avere rispetto per le anime che riposavano?
No, decisamente non lo capivano! Il Dragon Slayer aveva ricoperto i pugni di fuoco pronto a distruggere tutto e si mise ad urlare come un ossesso contro l’amica che lo aveva zittito. E Loki fece la parte dell’offeso e cercò di farsi perdonare agli occhi della padrona stringendola per la vita con un braccio.
Fu così che entrambi si ritrovarono stesi a terra, l’uno con un bernoccolo in testa e l’altro con il segno rosso e pulsante della mano di Lucy sul viso.
“Siamo in un cimitero. Abbiate rispetto per coloro che dormono!” spiegò la ragazza massaggiandosi la mano nivea.
“Ma se sono morti!” ringhiò Natsu, ricevendo in cambio un’occhiataccia dell’amica. Di una di quelle che se avessero potuto ti avrebbero fulminato all’istante! La Maga dovette ringraziare Loki per la quiete che si creò dopo quelle poche parole. Lo Spirito sapeva cosa stava passando per la testa della bionda, forse per il legame magico che condividevano o forse perché era comunque più intelligente e sveglio di Natsu. Lucy li vide scambiarsi un’occhiata carica di parole, ma non ne udì neanche una. Prese uno dei due mazzi di fiori dalle braccia dei due “colleghi” di sventura e si avvicinò ad una lapide bianca e pulita. A terra era stata posata una rosa rossa ed il disegno di una rondine in volo. Un quadretto conteneva la fotografia di una donna castana, quasi bionda, gli occhi che sembravano due smeraldi scintillanti, le labbra rosse e ridenti che mostravano i denti perfetti. Non si vedeva il busto perché era stato tagliato, ma Lucy non ebbe problemi a riconoscere in quell’immagine la stessa donna che stringeva la piccola Angy sorridente. Posò i fiori a terra, con delicatezza, guardandosi intorno con la coda dell’occhio. Come tutte le tombe che appartenevano alle famiglie nobili, anche quella della signora Fleur aveva una grande statua che si innalzava sopra di essa, come per farle ombra. Raffigurava un angelo, le ali spiegate, la veste mossa ed il volto gentile. Era inarcato in avanti, come per fare un inchino, e teneva un braccio teso. In parte ad esso, la ragazza notò un cespuglio di fiori rossi che nascondeva una grossa crepa nel muro che cingeva l’intero cimitero. Quel lato della terra consacrata si appoggiava ad una grande montagna arida e sassosa. Era un panorama mozzafiato per gli occhi, perché le sue pietre bianche come la neve risplendevano sotto il sole, creando piccoli scintillii, come se fossero ricolme di diamanti. Lucy ricordava le leggende di quella montagna. Sua madre le raccontava quasi ogni sera, ridendo delle espressioni della figlioletta che pendeva dalle sue labbra. Si sedette, appoggiando la schiena contro il muro, vicina a quel cespuglio morbido che non emanava nessun odore.
“Sai, alcuni pensano che questa montagna sia abitata da gnomi e fate che, in gran segreto, lavorino le pietre apposta per farle scintillare” sorrise al pensiero, senza accorgersi che i suoi nakama si guardavano allibiti, chiedendosi il perché di quelle parole al vento. Con chi stava parlando? Era impazzita totalmente? Loki si alzò lentamente per avvicinarsi all’amica e controllare le sue condizioni, ma fu trattenuto dal Mago del Fuoco, che scosse la testa. Cosa stava succedendo in quel cimitero? Perché i suoi due nakama erano diventati d’un tratto così strani? Nascondevano qualcosa che lui ancora non riusciva a capire, ma cosa?
Lucy continuò con il suo monologo “Una leggenda dice che nei tempi passati molti uomini si avventurarono su di essa per poter estrarre dalle pietre i diamanti, ma che nessuno di loro fece mai ritorno. La gente si spaventò e si diffuse la voce che la montagna era stata maledetta o che c’era una creatura magica e maligna che la difendeva! Voci che trovarono fondamenta solide viste le diverse caverne che si possono vedere anche da lontano. Ricordo che quando mia madre mi portava qui per dire una preghiera a mia nonna, mi nascondevo sempre in una di esse. Era solo un cunicolo minuscolo, ma era ben nascosto e nessuno mi trovava se volevo stare sola. Però non riuscii mai ad incontrare quell’antica creatura di cui parlavano le leggenda. Gli unici abitanti di quelle piccole caverne erano i vermi” con sommo piacere sentì un debolissimo “Hic”, segno che la sua voce veniva effettivamente ascoltata. Senza urlare estrasse una delle sue amate chiavi ed aprì il portale del piccolo Plue, sentendo poi un urlo vero e proprio quando lui strusciò all’interno del nascondiglio.
“Brutta oca scema! Cosa volevi fare, uccidermi?” urlò isterica la voce di una bambina.
“No di certo, siamo venuti a prenderti per riportarti a casa!”. Non credeva nemmeno lei di essere stata tanto gentile nel pronunciare quelle parole. Però le faceva tenerezza quella piccola creatura che vedeva rannicchiata in fondo al cunicolo, prima nascosto dal finto cespuglio.
“Io non vengo da nessuna parte insieme ad un’oca come te!” rispose secca quella, creando un brivido che percorse la colonna vertebrale della bionda.
Fece un profondo respiro e riprese a parlare, “Ah, per me non c’è nessun problema, fai quello che vuoi! Però così fai del male solo a te stessa e non cambia nulla!”
“Cosa può saperne una come te? Tu hai i tuoi amici ed una vita splendida!”. La voce proveniva da lontano, era bassa, quasi fosse un sussurro, ma Lucy riuscì a distinguere perfettamente il suono dei singhiozzi, seppur sommessi.
“Hai ragione, in parte. E’ vero, io ho i miei amici, ora. Ma prima ero come te. La mia famiglia era ricca, ero figlia unica e come tale sono stata educata per diventare la proprietaria di grandi beni. Ma dopo la morte di mia madre, diventai sola e triste, e pensavo che non sarei più stata felice.
“Anche io ho perso la mia mamma quando ero poco più piccola di te. Ero molto legata a lei. Eravamo una famiglia felice, prima. Ma quando lei se n’è andata, mio padre ha iniziato a non curarsi più di me. Ora so che non riusciva a capacitarsi della morte di mia madre e non riusciva a fare il padre perché gli faceva troppo male. Non l’ho mai perdonato per questo e anche dopo che sono scappata da casa e ho trovato una nuova famiglia, ho continuato ad odiarlo. Ma ora ho capito che continuando ad odiare mio padre non riavrò mai indietro mia madre, che sto solo perdendo un altro genitore”
“Zitta! Tu non sai niente di me! Sei solo un’oca senza cervello!”
“Era molto bella, la tua mamma” sospirò la giovane Maga, senza arrabbiarsi, con il tono dolce che aveva tenuto per tutto il pomeriggio. “Tu le somigli molto”
Silenzio. Sembrava quasi che tutti e quattro stessero tenendo il fiato, imitando gli abitanti di quel luogo. Poi si sentì il rumore dei sassolini che rotolano e la testolina della piccola Angy sbucò dal buco nel muro. Aveva le guance e gli occhi rossi e gonfi, il vestito macchiato e strappato e stringeva tra le braccia tremanti il piccolo Plue.
“Ah, ora ho capito perché non tornavi più da me!” sorrise Lucy, accarezzando lo Spirito e sorridendo alla piccola, sempre imbronciata.
“Da…davvero anche la tua mamma è morta?” chiese incerta, dopo l’ennesimo singhiozzo. La bionda annuì, sorridendo e aprendo le braccia. Come le sembrava fragile quella bambina! Aveva quasi paura che si potesse spezzare da un momento all’altro, come un cristallo che cade sul pavimento dopo esser sopravvissuto a diversi colpi.
“Anche la tua mamma era bella come te?”. Lucy si aspettava che la piccola ereditiera avrebbe accettato l’offerta di pace, ma di sicuro non avrebbe mai sospettato che le avrebbe rivolto quella domanda.
“Si, direi di si. Ti va di vederla?” le accarezzò dolcemente i capelli, lisciandoli tra le sue dita come ricordava faceva sua madre quando lei aveva paura. Sentì il capo di Angy muoversi su e giù, segno che quell’idea la allettava. Fecero una piccola preghiera davanti alla lapide della bella signora Fleur, sorridente e serena. Tutti e quattro si alzarono da terra contemporaneamente, ma né Natsu né Loki si avvicinarono all’amica, che ora stringeva amorevolmente la mano della bambina. Capivano entrambi che quello era un momento tutto loro e che non sarebbero dovuti intervenire, così rimasero qualche decina di passi indietro, limitandosi ad osservarle.
“Ne, Nee-san, ma quei due sono i tuoi fidanzati?”. Una piccola ed innocente frase bisbigliata in gran segreto alla nuova amica, che bastò per far arrossire la bionda. Natsu la guardava, divertito dall’espressione confusa che era comparsa sul volto della sua nakama ed un sorriso gli si inarcò sul viso.
Lucy, sorpresa sia per il nuovo nomignolo che per la domanda, si voltò di scatto verso il Mago che si trovava alle sue spalle. Sapeva che l’orecchio fine del Dragon Slayer aveva captato quella domanda, lo capiva anche dal sorriso timido che gli era spuntato. Arrossì ancora di più, nella ricerca frenetica di qualcosa da dire.
“No, sono solo i miei nakama” dei nakama a cui sono molto legata, pensò intanto, cercando di nascondere le nuove emozioni.
“E allora perché sei diventata tutta rossa? Ti piace uno di loro?”. La Maga rimase di sasso. Quella piccola peste stava cercando di metterla in imbarazzo con la sua curiosità!
“B..bé…N…non…non sono rossa! Ti…ti stai immaginando cose che non ci sono!” quasi l’urlò, tappandosi la bocca subito dopo, dandosi mentalmente della stupida. “E comunque, da quando mi chiami nee-san? Non ero un’oca bionda, per te?” cercò di cambiare argomento.
La bambina rideva, compiaciuta di quella risposta, di quella reazione. Ora doveva solamente capire chi fosse tra i due il ragazzo della sua nuova Nee-san. Quello con i capelli rosa no, era già il suo! E l’altro non era un brutto ragazzo, anche se continuava a tenersi stretti gli occhiali da sole anche ora che si stava per mettere a piovere.
“Bé si…sei una nee-san oca e bionda!” rise ancora, stringendo di più la mano della Maga degli Spiriti.
“Vieni, siamo arrivate” bisbigliò la bionda, indicando una lapide bianca su cui si innalzava un bellissimo Arcangelo che suonava la tromba. “Lei è la mia mamma”
La piccola sciolse la stretta dalla mano della più grande e si avvicinò per poter esaminare la piccola immagine della donna. “Le somigli” disse soltanto, prima che una lacrima sfuggisse al suo controllo.
Anche Lucy guardò in direzione della tomba. Era da tanto che non andava a trovarla. Da quando suo padre aveva venduto la villa ed aveva dovuto trasferirla nel cimitero comune. Sentì una fitta al cuore, ma si trattenne dal piangere. Il suo compito era quello di far forza alla piccola Angy e non poteva cedere ai suoi sentimenti. Indietreggiò e si voltò verso Loki che, con un sorriso dolce sulle labbra, le allungò il mazzo di fiori.
Ciao mamma, mi manchi tanto, sai? Vorrei che fossi qui con me, in questo momento. Vorrei poter ridere ancora con te e presentarti i miei amici. Hai visto come è cresciuta Angelica? Si è fatta bella, vero? Spero che tu sia fiera di me. Ti prego, stammi vicina e proteggimi da lassù.
Posò i fiori e piano si diresse verso l’uscita di quel luogo stracolmo di lacrime.
“Somiglia un po’ anche alla mia mamma, non trovi?” chiese d’un tratto la ragazzina. L’altra si girò, le fece l’occhiolino e con un sorriso le disse “Già!”. Un gesto che fece ridere di nuovo la bambina, ma che rese ancora più confusi i due Maghi, che si guardarono negli occhi senza capire niente di quella storia.
Poi se ne andarono, diretti verso casa Fleur.
 
“Vi avevo detto di non tornare più!” urlò il padrone di casa, vedendosi ricomparire alla porta i tre Maghi di Fairy Tail. “Ora chiamo le guardie del Concilio, così imparate a prendervi gioco delle persone!” si avviò a passi lunghi e ben distesi verso la Lacrima che teneva sul tavolino di vetro, ma Natsu lo precedette, bloccandogli la strada. “Cosa state facendo, piccoli disgraziati? Levati di lì!”. Inutili furono i tentativi di spostare il Mago dai capelli rosa, immobile e con le braccia incrociate davanti al petto muscoloso.
“Mi dica, signor Fleur. Prima che il Concilio venga interpellato, non ha nulla da dirci sulla scomparsa di sua figlia?” disse Lucy, il tono controllato, l’espressione dura.
“N..no! Ve l’ho detto! Siete stati voi, è colpa vostra! Tutta colpa vostra! E ora giustizia sarà fatta, verrete messi in prigione! Tutti e due…tre…” con uno scatto si fermò davanti a quell’individuo elegante, con i capelli tendenti al rossiccio e gli occhiali da sole neri. Da quando era lì? Balbettava. Quel ragazzo gli metteva i brividi e non riusciva più a parlare.
“Ha perso le parole?” chiese Loki, beffardo.
“Chi è questo qui? Non c’era l’altra volta!” riuscì infine a dire. La mascella dello Spirito del Leone si spalancò di colpo, bloccandosi a pochi centimetri dal pavimento.
Lucy si scrollò, preferendo non rispondere a quella domanda. Tornò a guardare fisso negli occhi il padrone di casa, prima di assumere un’espressione di vittoria. Allungò un braccio, un gesto concordato in precedenza con Angy. Proprio lei, infatti, con il vestito bianco immacolato che avevano comprato per strada, entrò con passo sicuro, affiancandosi ai Maghi. L’espressione sbalordita del gentiluomo bastò per confermare le parole che la piccola le aveva detto, la confessione che le aveva fatto durante il tragitto.
Con uno scatto il nobile raggiunse la figlia e la stritolò in un abbraccio soffocante, dimenticandosi di avere compagnia.
“Dov’eri finita? Ero stato chiaro, dovevi rimanere nella casetta in montagna! Mi hai fatto preoccupare!”
Fu un bisbiglio impercettibile, che il suo orecchio non riuscì a distinguere. La giovane bionda si girò verso il Mago del Fuoco, la cui espressione di rabbia le assicurò che non si era perso nemmeno una parola.
“Papà, ora dimmelo! Perché volevi far andare in prigione i Maghi di Fairy Tail? Loro sono stati così buoni con me! E nee-san mi ha raccontato delle storie molto divertenti!”. Angy guardò di scatto la ragazza, che le sorrise. Notò che con una mano teneva il polso di quello che considerava il SUO amato ragazzo dai capelli rosa e, con un’espressione imbronciata, si scrollò il padre di dosso e si diresse sicura verso di loro.
“Lascialo andare, lui è mio, non lo toccare, oca bionda!”.
L’aveva chiamata di nuovo in quel modo odioso e sentiva le dita formicolare intorno al polso di Natsu. Avrebbe volentieri usato quella mano per schiaffeggiare la piccola peste, invece che dover bloccare la furia distruttiva del compagno. Inspira, espira, Lucy, calmati! Si impose. Con un’occhiata eloquente fece capire all’amico di calmarsi e nello stesso istante in cui lo lasciò, la bambina gli saltò al collo. Bene, almeno non avrebbe dovuto sorbirsi le sue lamentele da piccola innamorata. Spostò la sua attenzione sull’uomo che stava sgattaiolando via. Il signor Fleur aveva aperto la porta, sicuro che avrebbe potuto farla franca. Sentì solamente l’aria spostarsi di fianco a sé e poi un botto. Ci vollero diversi minuti prima che Lucy capisse cosa fosse successo. Natsu si era mosso rapidamente, aveva raggiunto il nobiluomo e l’aveva steso in un solo movimento. Ora, ghignante, lo teneva bloccato con il peso del suo corpo, seduto comodo sulla schiena del povero malcapitato. Angy rideva della scena, anche se era un po’ preoccupata per il padre semi-svenuto.
“Vedi, papà, ora hai fatto arrabbiare Fairy Tail!”
“Tsk” riuscì solamente a dire lui, divincolandosi e cercando di alzarsi.
“Allora, perché ha cercato di screditare il nome di Fairy Tail?”. Natsu guardava il viso che compariva sotto al suo braccio, in attesa di una risposta.
“Ma chi se ne frega di una Gilda di Maghi!” sbottò quello, tappandosi la bocca subito dopo.
Lucy rise. Gli altri, invece, rimasero interdetti di fronte a quelle parole.
“Ma…ma allora perché volevi mandarli in prigione?” domandò ancora Angy, gli occhi ricolmi di lacrime.
La Maga degli Spiriti Stellari si schiarì la voce. Era finalmente arrivato il suo momento. Ora si che si sentiva esattamente come Lidia quando si accingeva a spiegare l’intricato caso, fino a mettere tutti di fronte alla più evidente delle soluzioni. Gli altri la guardavano mentre si gongolava e si atteggiava a grande ispettore.
“Non cercava di mettere nei guai Fairy Tail” pausa ad effetto in cui tutti gli occhi erano puntati su di lei “Gli bastavo io. Non è vero, zio Klaus?”. Ora, alla mascella di Loki che sfiorava il pavimento, si aggiunsero quelle di Natsu ed Angy, che continuavano a spostare lo sguardo dalla ragazza all’uomo, senza un attimo di tregua.
“Co..come zio?” si schiarì la voce Loki, sistemando l’articolazione uscita di posto con la mano.
“Il mio papà non si chiama Klaus, si chiama Wainn!” urlò Angy, strozzando ancora di più il Mago del Fuoco, che aveva assunto una colorazione verdognola.
“Si. All’inizio non ti ho riconosciuto, quando ci hai parlato del lavoro, intendo. Sei cambiato molto da quando ti ho visto l’ultima volta. Ero solo una bambina, allora, ma tu eri più alto. Eri giovane e bello, gentile e divertente. Hai fatto qualche intervento, scommetto! Con la Magia medicale ormai si può fare di tutto!”
Mentre parlava, notò che il suddetto zio Klaus venne alzato da terra per il colletto della giacca e buttato malamente sul divano da un Natsu alquanto innervosito. Lucy ipotizzò che la bambina che non accennava a staccarsi da lui cominciasse ad irritarlo.
“Brava. E come hai capito che ero io? È da un po’ di tempo che Klaus Fleur è scomparso dalla circolazione”
“Si, da quando tu e papà avete litigato. Aveva capito che tu…” si bloccò, istintivamente. Cercò di comunicare a Natsu tramite gli occhi, ma lui non riusciva a comprendere. Poi, colta da un’idea improvvisa, sussurrò di portare via la bambina, in modo che solo lui potesse sentirla. Lui la guardò un po’ spaesato, ma poi acconsentì e chiese alla piccola se aveva voglia di giocare in giardino. Richiesta che suscitò una grande felicità nella contessina, che si catapultò fuori tirandosi dietro il povero Mago.
“Ma che ragazza di buon cuore, ti preoccupi di una bambina che nemmeno conosci! Non è un segreto che fossi innamorato di tua madre. Si, sin dai tempi in cui lavoravamo tutti insieme alla Love&Lucky mi ero innamorato di Layla. Era una donna splendida, intelligente e spettacolare sotto tutti gli aspetti. All’epoca io e Jude eravamo legati da un’antica amicizia che risaliva ai tempi dell’infanzia. Ma quando vidi che anche lui si interessava a Layla iniziai ad allontanarmi da lui, studiando un modo per poter fare innamorare lei di me! Ma alla fine vinse lui, come in ogni altra cosa. Io dovetti accontentarmi della sorella minore di lei, Leanne”
“Che parolona, accontentarsi! Zia Leanne era una donna splendida, dolce e gentile, intelligente ed educata. Non capisco ancora come possa aver acconsentito a sposarti!” sbottò Lucy, guardando in cagnesco l’uomo. Si ricordava di sua zia. L’aveva vista spesso a casa, era raffigurata in molte fotografie che prendevano polvere in soffitta, gliela descriveva sua madre. Ricordava che erano molto legate, Layla e Leanne. Erano considerate due vere bellezze, nel paese in cui erano cresciute. Due diamanti, brillanti, perfetti, bellissimi! Sua madre le aveva raccontato che Leanne era stata costretta a sposarsi con Klaus Fleur dai genitori, ormai in bancarotta. Non avrebbero più potuto occuparsi di lei e volevano assicurarsi che la loro ultima figlia fosse maritata ed economicamente sicura come la maggiore. Però, ogni volta che la zia andava a trovarli a casa, vedeva nei suoi occhi quel velo di tristezza e solitudine, nonostante si fosse abituata e si, forse anche infatuata del marito. Le si ripresentò in mente anche l’immagine dell’ultima volta in cui aveva visto Leanne. Lei era ancora piccola, aveva si e no sei anni. Sua madre era morta da qualche mese e la zia era andata alla villa Heartphilia per poter stare accanto a lei. Fu in quella stessa occasione che partorì. Non aveva mai visto un bambino così piccolo e brutto in vita sua. Tutto pieno di sangue, la pelle raggrinzita, la vocetta già fastidiosa.
Dopo quella volta, Klaus e Jude avevano litigato più del solito e Lucy non poté più vedere la zia perché il padre la rinchiuse nella villa.
La giovane si riprese quando un braccio le cinse la vita. Ma questa volta non era Loki, come si era aspettata. Lui era scomparso, probabilmente il suo potere magico si era consumato ed era tornato nel mondo degli Spiriti. Il braccio che la teneva ancorata alla realtà era quello di Natsu.
“Hai sentito tutto, non è vero?” gli chiese in un bisbiglio. Si toccò la guancia, era umida. D’istinto si sfregò gli occhi. Non si era neppure resa conto di essersi messa a piangere. Lui la strinse ancora più a sé.
“Dov’è Angy?”
“In camera sua con la cameriera. Era stanca”
La giovane Maga riuscì ad alzare nuovamente lo sguardo e lo puntò verso il fantomatico parente, ancora disteso sul divano, la testa tra le mani.
“Come hai potuto fare finta che tua figlia venisse rapita? Non sai cosa le hai fatto? Hai riaperto in lei una ferita profonda, l’hai fatta sentire ancora più sola!”
“Non ho potuto fare altrimenti. Ero sicuro che Jude sarebbe arrivato in tuo soccorso, per tirarti fuori dai guai, insabbiando tutto come faceva sempre. Volevo provare a fargli perdere un po’ dell’orgoglio degli Heartphilia! Vendicarmi di lui e del fatto che mi aveva rubato la donna!”
Fu un gesto veloce quello che ne seguì. Un rumore che riecheggiò per la stanza. Il volto girato dell’uomo assunse un’espressione divertita, mentre la guancia gli pulsava, rossa per il colpo che gli aveva sferrato Lucy.
“Sei proprio come tua madre. Metti sempre in gioco i tuoi sentimenti” sorrise. Poi la guardò negli occhi “Bene, ora chiamate pure il Concilio. Non ho più niente da perdere, sono pronto per la prigione”
La ragazza si trattenne per non mollargli un altro schiaffo. “Non chiameremo il Concilio. E se dovessero chiedercelo, diremo che Angy era scappata di sua iniziativa. Prenditi le tue responsabilità, per una volta. Fai il padre!”
Dopo quelle parole, si girò e si diresse verso l’uscita. Sperava con tutto il cuore che da quel giorno in poi la piccola Angy sarebbe stata felice con quel padre ora un po’ più cosciente di ciò che stava perdendo. Pregava la madre e la zia di vegliare su di loro e proteggerli.
“E comunque…mia madre mi ha sempre raccontato una storia diversa sul vostro rapporto. Mi disse che un giorno, dopo il lavoro, tu sparisti e tornasti solamente un anno dopo, trovando i miei genitori già sposati e in attesa di un bambino. Alla mia nascita conoscesti zia Leanne che ti fece compagnia e ti restò accanto, cosciente del tuo amore per sua sorella” si schiarì la voce.
“Ci vediamo” mosse la mano in segno di saluto, il marchio di Fairy Tail sembrava brillare di fronte a quel tramonto che portava la parola “fine” ad una giornata piena di paura ed emozioni contrastanti. Un tramonto che poneva fine alle inquietudini e alle falsità. Il nome degli Heartphilia era stato riscattato, ma, cosa più importante, tutti avrebbero avuto fiducia in Fairy Tail di nuovo! Sorrise Lucy, osservando quel tramonto, passeggiando sul viale di ciottoli che portava al cancello di quell’immensa villa. Si sentì chiamare e si girò di scatto.
Angy si stava sbracciando dal terrazzo della sua camera, felice come non mai.
“Addio nee-san, ci vediamo presto! Addio Natsu-nii, tratta bene la mia nee-san! Grazie di tutto, Fairy Tail!”
 
Tornarono alla Gilda solo a pomeriggio inoltrato del giorno dopo, esausti e ancora un po’ scossi per il pericolo appena concluso, per le infamie da poco screditate. Magnolia sembrava silenziosa, quasi disabitata. Possibile che fossero ancora tutti spaventati da loro? A pochi passi dall’entrata incontrò Natsu ed Happy, che la salutarono l’uno con un sorriso a trentadue denti e l’altro offrendole un pesce.
“Volevo venire anche io, siete stati cattivi a non portarmi! E poi…Lucy è strana oggi…” continuava a bisbigliare il gatto, svolazzando qua e la per non essere preso dalle mani della Maga, in cerca di vendetta per quelle parole.
Varcarono insieme la soglia di casa, pronti a raccontare tutta quella stramba avventura ai loro nakama, rassicurandoli sul lieto fine.
Silenzio.
Poi urla.
Tante urla che si univano, che li accoglievano.
Sorrisi, risate, braccia che li stringevano. Pacche calorose, abbracci stritolatori.
Mira-san, con un bicchiere in mano, le mostrava il solito sorriso, accompagnato dalla solita frase “Okaeri”. Si, erano tornati ancora una volta.
D’un tratto vide uno striscione che ondeggiava sopra la sua testa. Diceva semplicemente Grazie, Fairy Tail!
In un tavolo contro la parete, un po’ distaccati dagli altri, due figure attendevano pazientemente. Lucy salutò Levy prima di andare da loro. “Lu-chan, sapevo che ci saresti riuscita! È come nel tuo libro! Hai risolto il caso insieme ai tuoi due fidati compagni!” urlò eccitata. Il libro. Si, quel libro da cui era partito tutto, che aveva dato loro sicurezza di riuscire a portare alla luce la verità nascosta, di riuscire a portare a termine quel caso avvolto nel mistero.
“Si, Levy-chan! Scusami, ora devo andare un attimo da quelle due persone là! Parliamo dopo, giuro!” le sorrise, abbracciandola.
Come aveva sospettato, i due ospiti sconosciuti altri non erano che quei parenti lasciati da poco.
“Siamo venuti a ringraziarti di persona” iniziò zio Klaus. Sembrava diverso..era diverso. Era alto, magari un po’ stempiato, ma sempre un bell’uomo, come quello che Lucy ricordava da bambina. Il viso dolce e ben rasato, persino le rughe erano sparite! Possibile un cambiamento così radicale? In una sola giornata era diventato tutt’un'altra persona! Lucy era rimasta a bocca aperta.  Probabilmente, capendo i pensieri della nipote, l'uomo sorrise, annunciando "Questa è la mia magia: la Metamorfosi!" e le fece un esempio allungando il collo di un metro e mezzo, allargando una mano fino a farla sembrare un piccolo lenzuolo e rendendo il naso rosso.
“Ho seguito il tuo consiglio e mi tengo stretto ciò che mi è rimasto. Non voglio perdere anche lei!” un altro sorriso. Tutti e due sorridevano. Angy si guardava intorno. Sapeva che stava cercando Natsu con gli occhi. Ma lui si era già tuffato in una nuova rissa con Gray, non sarebbe potuta andare da lui, in quel momento.
“E poi dovevamo chiedere scusa a Fairy Tail” aggiunse la bambina.
“Ma quando siete arrivati?”
“Questa mattina. Siamo partiti con la carrozza mooolto presto per farti una sorpresa! Ma poi tu non arrivavi più! Hai dormito fino a tardi, vero?” le puntò il dito contro Angy “Insieme al mio Natsu, magari! Di la verità, nee-san!”
Lucy arrossì, cercando di placare le urla della piccola peste che attirava su di sé gli sguardi curiosi dell’intera Gilda. Possibile che riusciva sempre a crearle qualche problema quella bambina?
Riuscì a sentire anche la voce di Gajeel che chiedeva all’amico di rissa se fosse vero, che aveva dormito con la Bunny Girl. Odiava quello stupido soprannome!
Vide Angy cercare qualcosa in tasca, la lingua tra  i denti, l’espressione concentrata.
Tese il pugno verso la ritrovata cugina e, con gli occhi da cucciolo che chiedevano perdono, la aprì. Ingarbugliata, trovò la sua catenina. Con un sorriso di gratitudine si girò tra le dita l’anello della madre.
“Mi…mi dispiace” sembrava triste, la piccoletta, non conosceva ancora questo lato del suo carattere “L’ho vista nel tuo borsone e mi piaceva. E così l’ho presa”. Lucy stringeva i pugni, ma si era ripromessa di dare il buon esempio, quindi si trattenne da qualsiasi atto di rabbia.
“Non pensavo ci tenessi. Sembrava un banalissimo anello senza valore! Mi spiace di averti messa nei guai…” non continuò. Ora grosse lacrime scendevano sulle sue guance. La giovane Maga si addolcì, arrivando persino a sorridere, ma quando vide quella scintilla brillare negli occhi della contessina, dovette costringersi a trattenere il pugno.
“Sei un’attrice nata…ma non me la dai a bere!” disse a denti stretti
Angy scoppiò a ridere “Ma se ci eri caduta come una pera cotta! Ho visto che stavi per abbracciarmi!”
Di nuovo cercò di contenere la sua ira. Non poteva picchiare una bambina di fronte a tutti i suoi nakama…l’avrebbero presa per un mostro!
“Avete intenzione di rimanere a lungo?” chiese, cercando di mantenere un tono gentile, ma non riuscendoci. Aveva quasi paura della risposta. Temeva un si!
“No…ma Magnolia è molto carina, pensavamo di rimanere giusto una settimana per visitarla. Così magari riusciamo a conoscerci meglio!” rispose l’uomo, con un sorriso. Un incubo. Si, quello era un incubo. Un altro!
***
 
L'angolo di *L*

Woooooooooooooooo!!!!!!!!! Lungo, lunghissimo capitoloooooooo!!!!!!! Coooooomunque......chi ha tirato il pomodoro? Bastardo mi si è splaccicato tutto in faccia!!
Ehi, tu, non ci provare!! Non si può tirare frutta/verdura che pesi più di qualche grammo!!
No, comunque....sono riuscita ad arrivare alla fine!!
Siate sinceri,  chi si aspettava un finale del genere? Iooooooooo no!
Però...però bo, non so più cosa stavo scrivendo....è arrivata mia mamma ad interrompere i miei pensieri... -.-
Vaaaaa beh....ora che sto obbrobbrio ha avuto la parola fine (a no, aspetta, non l'ho ancora messa!!)...in ogni caso....ora che la mia storiella raccapricciante è terminata, spero che non mi uccidiate a bastonate!! Devo ancora cercare di togliere rimasugli di pomodori, insalata e verdure varie (che non saprei nemmeno nominare) e smacchiare la mia adorata felpina bianca (solo io sono così scema da presentarmi in una piazza piena di inferociti fans armati di frutta e verdura marcia vestita di bianco)....si comunque...qualcuno mi consiglia un buon antimacchia?? =)
Vaaaa bene, ho sparato abbastanza stro....cavolate!! =)
Un bacione a tutti, credo che questa sia la prima e ultima volta che rovino questa bellissima family con le mie vomitevoli idee!! Ma resterò a leggere, in ogni caso!! =)
Oyasumi minna!! 
Luna-chan
 
 
FINE
  
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