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Autore: Defendmeharry    27/10/2014    0 recensioni
Attorno ad Hazel era tutto tranquillo, si sentiva soltano il rumore della natura; le foglie che si muovono accompagnate dal vento che leggere sbattono tra di loro e cadono, le poche persone che passano in quel parco dietro la scuola che Hazel frequenta, calpestano le foglie ormai cadute al suolo, ricreando quel rumore che la ragazza tanto ama.
Hazel ha un diario con sè, lo porta dentro il suo zaino tutte le volte che esce di casa, quel diario è sempre con lei. Alle tre del pomeriggio quando ormai le lezioni sono finite, si siede nella panchina di sempre dove riesce a concentrarsi, e scrive.
Hazel non è una ragazza popolare, è una ragazza semplice, una ragazza che vive nell'ombra, una ragazza che nessuno nota. I suoi genitori si chiedono cosa abbia di tanto speciale quel diario che Hazel ha sempre con sè. Non se ne separa mai e la maggior parte del tempo sta sul letto a scrivere sulle pagine scure di quel libriccino riciclato.
Hazel scrive di qualcuno. Qualcuno che non l'ha mai notata ma che lei tanto ammira.
E se colui di cui Hazel scrive si scopre essere molto simile a lei? Un ragazzo silenzioso, cupo e misterioso
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Michael doveva essere vendicato." sussurrai, quasi pentito del modo rude che avevo usato per far capire ad Ashton che doveva mantenere le distanze da me.
Poi ci ripensai e non feci che ripetere nella mia testa che era l'unica causa della morte di Michael. 
"E sono stato troppo buono." dissi e conclusi pensando ad alta voce. 
Mi girai verso Hazel che mi guardava perplessa come sul punto di fare mille domande a cui non avrei risposto, confusa e allo scuro di tutto, di ogni pezzo del mio passato e di quello di Michael. 

"No, non hai capito niente Ashton, devi stare lontano da me. Devi stare lontano da Hazel. Hai fatto già abbastanza e non ti sei nemmeno scusato."  

Ricordai le parole che avevo sputato dalla rabbia fuori dalla mia bocca. 
Ricordai di aver pensato che proteggere Hazel sarebbe stata la cosa giusta da fare. 
Ricordai di averlo pensato anche quel giorno quando quei tre ragazzi la disturbavano e quando incerta la vedevo varcare l'ingresso della scuola con lo sguardo sulle scarpe che avanzavano una dopo l'altra. 

"Luke." sussurrò cercardo di farmi svegliare dai miei pensieri e lo fece. 
"Mi dispiace." pronunciai, non distolsi lo sguardo da Hazel che accigliata mi guardava. 
"Per cosa?"
"Che tu abbia visto questa parte di me." 
Ero fiero di aver provocato del male ad Ashton come lui ne aveva fatto a me ma allo stesso tempo ero dispiaciuto perchè Hazel aveva assistito alla scena. 
"Che ha fatto Ashton di sbagliato per ricevere questo?" mi chiede scontrosa lei questa volta. 
Avevo pensato tanto a come rispondere a quella domanda in quelle settimane e sapevo che sarebbe arrivata e che non sarei più dovuto scappare. Dovevo restare, mantenere la calma e parlarne. 
"Ha ucciso indirettamente Michael." 
parlai piano, Hazel si girò di scatto verso di me e socchiuse la bocca con gli occhi grandi spalancati e il respiro che sembrava esserle stato sottratto tutto d'un colpo. 
"Michael è morto per overdose, Ashton era il suo procuratore ma anche un suo amico. Così lo considerava." dissi riassumendo milioni di parole al minimo indispensabile sperando di essere stato conciso e di non ricevere più domande. 
"Ashton fa uso di droghe?" parlò con la voce tremante e il viso pallido. 
"Si, ne fa ancora uso." ammetto dopo aver pensato per un attimo al viso scavato e rovinato di Ashton. 
Non parlò più per un po'. 

"Ashton gli ha solo rovinato la vita, l'ha manipolato e condannato ad una morte precoce e terribilmente solitaria. Michael aveva perso tutti i suoi amici, nessuno voleva più parlare con lui se non io e Calum. Quando si ritrovò da solo e pensò di non avere più nessuno che lo proteggesse, si chiuse in se stesso e cominciò a pensare che l'unica fonte di salvezza era Ashton, in qualche modo. Che fosse il suo unico vero amico." parlai di getto e senza fermarmi un attimo, Hazel ascoltava immobile nel suo lato di panchina, impercettibile il movimento delle sue palpebre e il leggero rumore del suo respiro. 
Non aveva intenzione di parlare così continuai io. 
"Un giorno molto vicino alla sua morte, Michael si sentì male, cominciò a urlare in preda al panico, era sdraiato per terra e perdeva sangue dal naso. Ashton era ai piedi del letto che sorrideva alla scena completamente preso dall'effetto della droga. Quando cercai di alzarlo per poggiarlo sul suo letto, piansi e cercai l'aiuto di Ashton ma quando mi girai era già andato via. Fu l'ultima volta che piansi." dissi sincero guardando gli occhi di Hazel rossi e gonfi di lacrime. 
"Hazel." sussurrai avvicinandomi a lei cincendo con la mia mano la sua spalla stringerndola sotto la mia presa, cercando di farle capire che tutto andava bene, che era tutto apposto. 
E capì che niente era okay quando sentì una lacrima rigare il mio viso. Cercai di asciugarla in fretta con la mano libera sperando che Hazel non la vedesse. 
"Non hai più pianto?" chiese cercando di trovare un po' di fiato. 
"No." risposi io, e mi resi conto di aver detto una bugia perchè in quel momento l'unica cosa che avrei voluto fare era piangere ogni lacrima persa e recuperarle tutte una per una. 
Ma non lo feci, rimasi fermo in quella posizione e dimenticai il pensiero di piangere. 
"Ashton ha avuto quello che merita." soffia fuori dalle sue labbra. 
Sfioro i suoi capelli intracciati nelle mie dita morbidi e confortevoli. 

"Michael era bravo a suonare la chitarra e sapeva anche cantare. Mi ha insegnato lui a suonare e mi incoraggiava sempre nel cantare perchè diceva che ero bravo." 
pensai ai miei piccoli ricordi e sognai di svegliarmi con un'amnesia in quel preciso istante. 
"Sai anche cantare?" disse lei guardandomi negli occhi entusiasta. 
"Penso di si." annuii verso di lei sorridendo. 
"Cantami qualcosa." disse ritornando a poggiare la sua testa sulla mia spalla. 
"Non credo di volerlo fare." ammisi ad Hazel e a me stesso. 
Annuì senza chiedermi altro. 
"Lui era davvero bravo in molte cose, prima che conoscesse Ashton, giocava a rugby ed aveva vinto tantissime coppe e medaglie, era uno dei migliori a scuola e dei più popolari. Aveva tante cose in più di me, i miei genitori erano fieri di lui." 
Ricordai i volti contenti dei miei genitori quando Mike era ancora vivo e provai puro sconforto quando mi passò per la testa l'immagine di mamma e papà che piangevano sdraiati sul divano. 

"Non importa quante medaglie vincerai o quanti bei voti riceverai, sei una brava persona a prescindere da queste cose, Luke." 
Non mi convinse così scossi la testa. 
"E se tu non mi avessi raccontato queste cose? Se non mi avessi protetta? Forse proprio adesso, in questo momento Ashton stava cercando di persuadere anche me." ammise ad alta voce i suoi pensieri e mi guardò sincera. 
"Non sono una brava persona." parlai ridacchiando un po'. "Sto solo cercando di non mettere altre persone nei guai." ritornai serio. 
"Sei una proprio brava persona." mi sorrise. 

  
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