Striped Lobster
Nono (e ultimo)
capitolo:
la fine delle vacanze
Solo verso le tre della
mattina l’acqua inizia a cadere più piano, per poi fermarsi del
tutto, io ho passato le ultime ore a chiacchierare con l’incartapecorito
che mi racconta dei suoi figli, mentre mi prepara una dopo l’altra
cinque granite. Adesso quando mi muovo mi sento nella pancia un
incredibile rumore di risacca. Non mi sento tanto bene, tutto quel ghiaccio mi
fa venire delle fitte atroci allo stomaco.
Ma di certo queste fitte
non sono peggiori di quella che mi provoca l’apparizione di Simone
dall’altra parte del bar.
E incredibilmente si
avvicina. Mi guarda, e io scoppio a ridere, ma subito mi copro la bocca, non mi
sembra carino ridere di come è conciato.
“Fa così
tanto ridere?” fa lui aspro, mentre fa segno al barista di preparargli
una granita alla menta(come si fa a bere una cosa che
sa di dentifricio?). l’incartapecorito si
lamenta del fatto che i giovani d’oggi non hanno rispetto, per poi
passare a dire che non ci sono più le mezze stagioni eccetera eccetera.
Ha la faccia truccata,
con fondotinta a quintali per coprire tutti i lividi, che suppongo gli abbia
fatto Matteo, non vorrei essere cattiva, ma forse un po’ mi fa piacere.
Però poi mi viene di nuovo tristezza. Perché ha preferito
E inevitabilmente,
stupidamente, inaspettatamente glielo chiedo. Una di quelle cose che servono
esclusivamente per tirarsi la zappa sui piedi”Perché hai preferito
lei a me?”.
Lui mi fissa, poi dopo un
attimo di silenzio nel quale è affondato nei miei occhi azzurri “
perché vedi…Santa è una”, non fa in tempo a finire la
frase perché un bagnino urla “Baldracca!!!”
all’indirizzo di Claudia che ha vinto altri 100 euro ai dadi. Lella
applaude allegra ed euforica.
Mi annoto mentalmente di
andare più spesso al bingo con lei.
Simone si schiarisce la
voce “Allora dicevo…” continua “ Santa è una
vera donna…tu…”. Non lo voglio sentire, non lo voglio sentire
e gli tiro una sberla per zittirlo, mentre corro via piegata a mezzo per il mal
di stomaco. probabilmente in tempi normali non gli
avrebbe fatto nulla, ma adesso col volto, diciamo tumefatto dai colpi di Matteo
non è subito sano.
Mi accascio su un tronco
umido dietro al bar ai confini della pineta, c’è un incredibile
odore di pioggia.
Mi stringo la pancia, non
so se sto più male per le granite, o per Simone. Sento dei passi che si
avvicinano, mi volto:Matteo che mi guarda.
“Hai parlato col
maledetto?” chiede , non riesco a vedergli la
faccia, mentre l’incartapecorito abbassa tutte le serrande del bar, il
campeggio dopo il tifone sta andando a dormire.
Annuisco con gli occhi
pieni di lacrime, non vorrei pianger, però…lo sto facendo. Lui mi
abbraccia.
“Non ci
pensare…lui… lui…” non sa che dire, allora
arrampicandosi sugli specchi cambia discorso.
“Tu non sai quanto sei
inconsapevolmente amata”, lo fisso negli occhi.
“Ti vogliono tutti bene… non vedo perché tu ti debba
preoccupare per quel bagnino truccato” fa, e sembra sincero.
Guardandomi le scarpe
dico “Con tutto questo zucchero mi stai facendo venire il diabete”
dico prima di girarmi, e finisco per appoggiare le mie labbra sulle sue.
Inaspettatamente. Ci guardiamo.
“Non volevo
baciarti sulle labbra, solo che ti sei girata” spiega lui.
“Potevi prendere
meglio la mira” sentenzio io acida.
“Ma che ne sapevo
io che ti saresti girata scusa!” continua, a quel punto vorrei ribattere,
ma corro dietro un albero e rimetto le granite.
Matteo ride allegro sul
tronco ammuffito. “Una volta per uno eh?” ridacchia e se ne va,
alludendo a quando ieri ha rimesso tutta la vodka. Mah, sarà sfiga, ma
faccio anche la figura dell’alcolista.
Non passo molto tempo da
sola nella pineta, anche perché mi fa una discreta paura. Ma forse avrei dovuto rimanerci ancora un po’, perché
quando arrivo alla mia tenda, mi viene data una bruttissima notizia.
La metà delle
tende dello Striped Lobster
sono rase al suolo
e fuori dalla mia dimora a pois c’è un capannello di
sfollati con in mano i propri effetti personali.
“Che fate
qui?” chiedo brusca al Greco con in braccio il
suo sacco a pelo ordinatamente ripiegato.
“Mi
trasferisco da voi. La mia
tenda è immersa nel fango, invece la vostra zona di terra è
decisamente asciutta.” In sincronia alziamo la
testa per guardare la tettoia che ha montato il padre di Lella sulla nostra
tenda.
“Il padre di Lella
è una persona molto accorta” ribatto io non sapendo cosa dire,
mentre attorno a noi iniziano ad affollarsi Dio, Matteo e il Cavaliere.
“E voi?”
domando sapendo già la risposta , purtroppo.
“Veniamo a dormire
qui!” risponde il Cavaliere sibillino, come se la nostra tenda a pois
fosse una reggia, e non un ammasso informe di stecche e teli.
Sento che mi sta venendo un ulcera.
Non è umanamente possibile dormire in otto
in una tenda da quattro, avevo
pensato dieci minuti fa, prima di aver visto le straordinarie doti di
contorsionismo dei miei coinquilini, il Cavaliere si è strategicamente
appostato accanto a Lella, che non pare averlo notato, Dio sta facendo da
analista a Claudia, il Greco è sdraiato in posa plastica con la mia testa
appoggiata sulla pancia, e Dea è stata messa a dormire con i piedi fuori
dalla tenda in modo che non buchi di nuovo il materasso.
È solo quando sono
già nel dormi veglia che vedo una figura
indistinta, ma riconoscibilissima, che sguscia nella nostra tenda rintanandosi
tra le braccia del Greco. Non ho la forza di arrabbiarmi o inasprirmi e per
tutta risposta mi addormento.
Strizzo gli occhi. Tutti questi
rumori umidi e sospiri mi hanno svegliato. Qualcuno mi dorme su una gamba, e a
me vengono i crampi (ahhhia!!)
.
Mi alzo in piedi di scatto per
allungare il muscolo e sbatto la testa contro il ferro di struttura. (Ahia ancora!).
Siamo in troppi in una tenda da
quattro. Decisamente troppi.
Chi cavolo ha avuto l’idea di
venire in campeggio? E fortuna che mi dovevo rilassare!
Tra l’altro è pieno di
zanzare, una mi passa di fianco all’orecchio,la
schiaccio. Maledetta succhiasangue!
Di nuovo i rumori umidi che mi hanno
svegliato, e che sembrano non infastidire nessun altro a parte me.
“Ma
insomma voi due! Che schifo!” sbraito
mentre scavalco qualcuno, che al buio non riconosco, diretta fuori dalla tenda.
Il Greco mi afferra per una caviglia mentre passo affianco alla sua testa.
“Dai
Dafne, non fare così...”io tiro dritto e lui molla la presa
continuando a guardarmi mentre scosto il telo intenzionata a uscire.
Anche
Subito fuori finisco con i piedi nel
fango.
Me li guardo. Sì, sì
... sono proprio tutta infangata. E mi sono anche schizzata il pigiama.ma insomma, il padre di Lella aveva messo la tettoia, allora
perché ora è tutto bagnato e infangato?
Io voglio tornare a casa!
Perché diamine ho accettato di venire qui!?!
Una tenda sovrappopolata, Simone, Panino, il Greco con
Perché non sono stata
fulminata all’istante;quando ho anche solo avuto
l’idea di accettare?
“ Sei finita nel fango Dafne
tesoro?” mi chiede una voce melodiosa alle mie spalle.
Alla luce fioca del lampione ci
metto un secondo ad analizzarla.
Fuma seduta su uno sgabello, coi
piedini intrappolati in un paio di sandali tacco dodici, addosso
un pigiama di seta viola scuro, e un caschetto di capelli liscissimi e
corvini.
Che immagine tipica.
Solo Dea potrebbe fumare vestita in
tacchi e pigiama. Lei non si è sporcata di fango uscendo. Probabile che
sia un elfo. Eh, che invidia...
“Sì, mi sono sporcata
tutta, Dea”dico un po’ affranta scacciando una zanzara dal mio
collo.
“E’ stato il tuo
amichetto animatore insieme alla sua banda di bagnini...hanno
riempito la nostra zona di terra con acqua e zucchero...pare che attiri le
zanzare sai?” mi fa tranquilla mentre ne brucia una con
l’accendino,ma non le lo avevamo requisito? L’avrà rubato al
Cavaliere.
“Credo dovremmo vendicarci sai
Dafne tesoro?”continua con il suo solito tono mellifluo. Se fossi un uomo
non me la farei scappare nemmeno per sogno una ragazza del genere. Tacchi e
pigiama. Che classe!e che cretino che è stato quel Jhonny,
o come cavolo si chiama. Fortuna che c’è Dio a consolarla!
“Sì credo che dovremmo
proprio vendicarci domani...”.
Lei mi sorride. “Prima
e’ meglio che tu vada a prendere uno zampirone però Dafne
tesoro”.
Annuisco,non mi sembra il caso di farsi divorare
dagli insetti.
Riinfilo la testa
nella tenda.
“Ma basta voi due! Non avete
ancora finito? Ma che schifo!”
Non faccio in tempo a finire la
frase che vengo colpita da un termos in testa.
“HAI
FINITO DI FARE STO CHIASSO RAZZA DI
IDIOTA? ANCHE PRIMA NON FACEVI ALTRO
CHE URLARE!”ruggisce il signore della tenda accanto alla nostra.
“Ma signore prima non ero io!
Era la signora Randelli che si faceva la ceretta! E io...”
Voglio tornare a casa , voglio tornare a casa! E questa la
chiamate vacanza? Ho una tenda a pois sovrappopolata, il mare in riviera sembra
un minestrone di verdura e ho dei vicini con la coda di paglia che mi hanno
preso come capro espiatorio!!!
E pensare che qualche giorno fa ero a casa...
Passata
una nottata d’inferno mi sveglio con un bernoccolo, due idioti mezzi nudi
di fianco e il Cavaliere che mi usa come cuscino.
Per
finire in bellezza per tutta la tenda c’è un pestilenziale odore
di letame! Ma che schifo! Mi alzo ed esco trafelata con i muscoli indolenziti,
e fuori il tanfo peggiora. Sono le prime luci del giorno e un trattore sta
depositando davanti alla porta del bungalow dei bagnini ,
chili di letame, seguyendo le istruzioni dettagliate
di una sgargiante ed elegantissima Dea che gratifica l’attempato
coltivatore con uno dei suoi meravigliosi sorrisi.
“Per
servirla signorina” fa togliendosi il cappello. “Non so davvero
come ringraziarla signore!”
“Cosa vuole che sia per un po’ di
letame! Non ci concimavo
neanche una zolla di terra grande come il mio fazzoletto!!”
risponde l’agricoltore barbuto sminuendo il suo operato.
Sospiro,
Dea è sempre fin troppo piena di risorse.
Non
ci volle molto perché tutto il campeggio si accorgesse
dell’olezzo. Per primi i bagnini che finirono dritti dritti nel letame messo appositamente lì da
Dea.
“Credo
che il motivo di tutto quello zucchero e dell’acqua sia dovuto alla
gelosia di Simone che ha visto scappare la sua bella da Alexis!” mi fa
poco dopo Dea accendendosi una sigaretta sotto la tettoia del bar, mentre al maggior parte degli addetti ai servizi erano occupati a
ripulire il campo dallo stallatico.
Alzo
le spalle, credo che dovrei andare in bagno, mi alzo congedandomi educatamente
da Dea che non rimarrà di certo senza compagnia a lungo.
Inutile
dire che mi fermo prima di entrare, rumori molesti. Il Greco
e
Vado
a passo di marcia verso i rimasugli informi della tenda del Greco e
La
porto via e la scaravento nel primo bidone della spazzatura disponibile.
Maledetto libertino!
Poi
mi sfrego le mani e torno al tavolino con Dea attorniata da numerosi
corteggiatori.
Passano
circa due ore, quando il Greco si rende conto che la sua valigia si è
magicamente volatilizzata;
“è nel bidone, ce
l’ho buttata io!” spiego apatica, lui sta per ribattere rabbioso
quando si rende conto che è arrivato il camion della spazzatura che
vuole portare via i suoi preziosi effetti personali.
Si
ripresenta dopo poco particolarmente trafelato, ed esige una spiegazione
plausibile.
“Che
cavolo ti è saltato in mente, Dafne?” mi chiede con voce stridula
una volta che ci siamo appartati.
“E
a te come ti è saltato in mente di irrompere
nella mia vita, nella mia tenda e di fare i tuoi comodi con
“Ma
Dafne…” cerca di inizia a dire, so
già come finirà la frase e non lo voglio sentire!
“
Ma Dafne un corno !” ribatto io
decisa “Mi sono scocciata di come vi comportate tutti con me
e…”non faccio in tempo a finire di parlare che il Greco mi sbatte
dentro la sua automobile scassata.
“Che
vuoi fare ?” strillo io.
“Via”
mi risponde lui asciutto partendo a tutta velocità sul lungo mare.
“Non
mi puoi rapire” faccio io allacciandomi
tranquillamente la cintura di sicurezza.
“Ma
chi vuoi che ti rapisca!!!”
E
per una buona mezz’ora ce ne stiamo zitti con solo il rumore del motore
che rompe il silenzio, poi improvvisamente accosta accanto alla pineta. Frena,
mette il freno a mano, di slaccia la cintura e mi
guarda.
“Allora qual è il problema? Cos’è che ti
da tanto fastidio? Non mi puoi buttare al diavolo la valigia senza un maledetto
motivo!” dichiara
serio.
“Cos’è
questa passione che avete tutti per
Il
Greco sbuffa come se avessi detto una sciocchezza “Oh,
Non
voglio sentirglielo dire e lo interrompo “Sì lo so,
“No”
esclama Alexis trattenendo una risata “é…è…una
ragazza di facili costumi, diciamolo così…è ovvio che a noi
maschi interessi…è nella nostra natura”.
Lo
guardo torvo, andando avanti così si giustificheranno anche le guerre
fatte perché è natura dell’uomo essere bellicoso!
“Quindi
sei gelosa di me?” chiede tutto soddisfatto. Non ti darò mai
questa soddisfazione , maledetto Grecooo!!!!
“No,
mi da solo fastidio che si facciano certe cose nelle
vicinanze della mai chine sfera!”. Lui si mette a ridere.
“E
ho guidato per tutto questo tempo solo per sentir parlare di chine sfere
Dafne?” mi chiede ridanciano, ma sta ridendo di me?
“Sì. E piantala di ridere di
me!” sbraito esasperata. Lui continua a ridere, Santo cielo quanto
lo odio. Ma poi mi abbraccia e mi stampa un bacio sulla guancia.
“Stupida
Dafne!”
“Stupido
Greco”, e riparte.
“Santa
non è una di quelle persone di cui ci si possa innamorare, forse tu sì.. anche se dovrai fare fatica a trovare qualcuno
che ti sopporti!”.
“Ehi!”
ride, fa il simpatico, non è cattivo. Non so cosa pensare del Greco.
“Dovremmo
essere al campeggio a preparare le cose invece di stare qui a insultarci non
trovi? Dobbiamo sgombrare entro mezzo giorno”
Sono
euforica , non so perché.
Appena il Greco parcheggia Lella mi placca con la
forza di un giocatore di rugby “Dafne! Dobbiamo andare! O perdiamo il
treno!”
“Vi
accompagno io!” strilla il Greco dalla sua posizione di autista. Mentre
le mie amiche accolgono allegre la proposta buttandosi ad angelo sull’auto.
Caccio un urlo “Greco! Ingrana la quarta che si
parte!”
“Come faccio a partire con la quarta? Non prenderai mai la patente,
razza di idiota!” fa lui di rimando.
E
così partiamo tutti insieme, e più o
meno a metà strada il motore ci lascia a piedi, ma questa è
un’altra storia.
Ho deciso di unire gli ultimi due capitoli facendone uno solo. Non
so come è venuto, mi sembra tanto che la storia non finisca con un senso
logico. Stavo quindi pensando di fare un seguito intitolato “Siamo alla
frutta”, ma non sono ancora sicura perché ho notato un po’
di calo di ascolti. Ditemi voi se vi può interessare. E così arrivati alla fine delle
soffertissime vacanze devo ringraziare tutti voi per i commenti e
l’aggiunta tra i preferiti, per avermi dato la carica!!!Davvero
grazie mille a tutti per il sostegno siete stati meravigliosi!!! Alla prossima
Aki_Penn