Canada
A bassa quota
sulle isole maggiori, a nord del paese, non trovammo anima viva. La
zona era brulla e aspra e le temperature non erano di certo
favorevoli per una vita comoda. Kazuya non aveva lasciato al caso la
scelta del nuovo quartiere generale della Mishima.
Atterrammo su una
piccola isola senza nome, a largo della baia di Hudson. Fummo
costretti ad indossare dell'abbigliamento termico trovato nel jet per
non morire assiderati. Non penso di aver mai sentito tanto freddo in
vita mia.
Poco distante
dalla pista di atterraggio, una struttura apparentemente dismessa
torreggiava nel bianco manto ghiacciato dell'isola. Una colonna di
fumo rigava il cielo azzurro mentre una figura massiccia si fece
largo tra le macerie di quel luogo. Più si avvicinava
più si
potevano riconoscere i lineamenti del Devil. Gli occhi iniettati di
sangue, l'espressione fiera e il portamento di una creatura non del
tutto umana ma abbastanza da peccare di vanità di fronte al
nostro
piccolo gruppo esausto.
Vidi Raven
cambiare impercettibilmente espressione e capii che dovevo iniziare a
preoccuparmi. Xiaoyu alla vista di Devil Jin ebbe un crollo e Steve
rimase al nostro fianco mentre Hwoarang e Raven non si tirarono
indietro, avanzando in prima linea per contrastare la minaccia.
Raven scattò in
avanti per scagliare il primo attacco e prima che Hwoarang potesse
seguirlo, sentii la sua voce che gli suggeriva di prendere
dell'esplosivo da un capannone poco distante. Lo vidi correre
attraverso lo spiazzo deserto mentre l'altro dava inizio allo
scontro.
Ero paralizzata
dalla paura, quel mostro stava dando del filo da torcere ma non
potevo restare seduta a fare niente. Steve mi di diete una carezza
sotto al mento e partecipò al combattimento.
Fu in quel momento
che ebbi le forze per reagire. Ero determinata a combattere anch'io.
Portai Ling
all'aereo per metterla al sicuro e tornai fuori. Pochi minuti che
però bastarono per assistere inerme agli eventi che
seguirono.
Hwoarang aveva trovato un quantitativo di dinamite tale da poter far
crollare un intero grattacielo, pensò bene di preparare il
capannone
degli esplosivi come se fosse una trappola e attirare quindi il
mostro all'interno.
Un piano classico
che si può vedere in tutti i film, solo che quello non era
un film.
Raven venne
scaraventato da parte mentre Steve iniziava ad accusare la
stanchezza. Aumentai il passo, fino a correre verso il nemico. Sentii
Hwoarang richiamare l'attenzione di Devil Jin che ignorò sia
me che
Steve per cadere nella trappola.
Mi assicurai che
Steve stesse bene e raggiungemmo Raven, leggermente stordito.
Fissammo il capannone in silenzio, nel gelo quasi artico.
Sembrò tutto così
irreale, come in un sogno e poi, all'improvviso, l'esplosione.
Ci riparammo dai
detriti che vennerò sparati ovunque, una vampata di calore
ci
investì. Le sfumature scarlatte dell'incendio diedero colore
a quel
posto isolato.
Il mio cuore
accelerò il battito, di Hwoarang nemmeno l'ombra e io entrai
nel
panico. Steve mi fermò dal correre verso quell'inferno,
nella
speranza di vederlo uscire di lì senza un graffio ma sarebbe
stata
una scena da film e quello non era un film.
Lacrime calde
sgorgarono dai miei occhi, non riuscii a trattenermi. Gridai il suo
nome con tutte le mie forze e la mia voce mi sembrò quasi
sconosciuta. Steve mi teneva stretta tra le sue braccia e mi ripeteva
che non potevo andare da lui. Mi arresi dopo lunghi minuti di
disperazione.
L'incendio
continuò a bruciare a lungo e noi ci rifugiammo nell'aereo
per la
notte, ora che la minaccia era scomparsa, non sapevamo da dove
iniziare per continuare a vivere in quel nuovo mondo. Raven era
stranamente loquace, voleva sapere un mucchio di cose sul mio lavoro
alla G-Corp. senza però dare spiegazioni per tutte quelle
domande.
Il mattino
seguente venni svegliata dal forte rumore di elicotteri, raggiunsi
Steve e Ling fuori dall'aereo e vidi Raven in compagnia di Kazuya
Mishima.
La cosa mi sembrò
stranamente pericolosa e Steve sembrò concordare. Gli uomini
di
Kazuya ci circondarono, tenendoci nel mirino mentre Raven mi chiese
di consegnargli l'hard disk con tutti i dati che avevo rubato alla
G-Corporation.
Non ebbi molte
alternative, rischiavo di essere crivellata di colpi e con me anche i
miei amici. In ogni caso, con o senza la mia morte loro avrebbero
ottenuto ciò che volevano. Con la debole promessa che la
Mishima
Zaibatsu, controllata da Kazuya, avrebbe risolto il problema del
virus G nel mondo, consegnai l'hard disk.
La cosa peggiore
fu che a Kazuya non bastarono le mie informazioni, diede l'ordine di
portare via Ling. Raven era venuto a sapere della gravidanza,
probabilmente aveva origliato la nostra conversazione e aveva pensato
bene di riportare l'informazione al suo capo.
Kazuya Mishima si
sentì in potere di rivendicare quel bambino.
Tentammo di
ribellarci, inutilmente.
Vidi Ling venire
trascinata via, scalciando e urlando. Chiedeva aiuto e io non riuscii
a fare nulla.
Ancora oggi, dopo
anni dai fatti raccontati, i sensi di colpa non mi abbandonano. Pur
vivendo in questo piccolo avamposto immerso nella natura nei dintorni
di quello che un tempo doveva essere stato il Montana, con Steve e
pochi altri sopravvissuti, cerco ancora un modo per salvare Ling e
suo figlio dalle grinfie della Mishima Zaibatsu.