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Autore: panssj17    12/11/2014    2 recensioni
"...Quando Trunks me lo disse mi si gelò il sangue nelle vene...".
Breve fan fiction incentrata su Trunks e Pan con lievi accenni di Goten e Bra.
Niente sayan, niente sfere del drago e niente differenze di età.
I nostri amici sono persone comuni che si conoscono dall'infanzia all'interno di un collegio nel quale passano insieme i primi anni della loro vita. Poi, un giorno, i quattro vengono separati per un anno. Ecco come viene vissuta la cosa dalla nostra Pan. E' la mia prima fan fiction, siate clementi ;)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Goten, Nuovo personaggio, Pan, Trunks | Coppie: Bra/Goten, Marron/Trunks, Pan/Trunks
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Guardavo distrattamente le onde del mare mentre aspiravo un altro po’ di nicotina. Ero talmente concentrata sui miei pensieri che non mi ero neanche accorta che qualcuno mi aveva raggiunta e si era seduto proprio accanto a me.
- Da quando hai ricominciato a fumare? –
Era Trunks.
Erano le prime parole che ci rivolgevamo da quando, quella mattina, aveva deciso, senza nessun preavviso, di ricomparire nella mia vita. Aveva avuto anche il coraggio di portarsi dietro quella francesina, che per quanto volessi, non riuscivo ad odiare.
- Non credo siano affari che ti riguardino – la voce mi era uscita più acida e fredda di quanto avessi voluto, segno che non mi era affatto indifferente la sua vicinanza.
- Certo che è affar mio! Tu sei affar mio. -  Aveva abbassato il tono della voce mentre avvicinava le labbra al mio orecchio. Dio, era così sensuale… da quando Trunks Brief era diventato così sensuale? Ero sempre stata io la sensuale nella coppia, l’intraprendente. Lui invece era l’impacciato, l’imbranato ed era anche per questo che mi ero innamorata di lui.
- Che c’è, Son? Hai perso la lingua?-
- No! Non ho perso la lingua! E comunque ti sbagli, Brief! Non sono più affar tuo. Non lo sono ormai più da tanto tempo… - con la scusa di buttare fuori dai miei polmoni il fumo, sapendo che a lui dava fastidio, mi  allontanai leggermente.  Averlo così vicino mi procurava come una sorta di fastidio. Mi faceva male, ecco.
- Ed è per questo che indossi ancora la mia maglia per dormire? Scommetto che non ti sei neanche tolta la cravatta della mia divisa in collegio…giusto?- Nel dirlo mi si era avvicinato di nuovo.
- E’ l’abitudine. E poi lo sai che devo distinguermi dalla massa!
- Oh lo so bene, formica. Non sei mai stata per l’omologazione. Ed è uno degli aspetti che più mi piace di te...
- Non chiamarmi formica!- ero stata un po’ troppo brusca, forse.  Si era allontanato. - Per favore, Trunks.- avevo addolcito e abbassato contemporaneamente il tono.
- Non sei ancora pronta per parlare con me, vero? – Era bastato un attimo. Qualche tono più acuto della mia voce ed era tornato il Trunks di sempre. Aveva abbassato lo sguardo, proprio come aveva fatto mesi prima sua sorella. Che si sentisse in colpa per quello che mi aveva fatto? E allora perché mi aveva dimenticata così facilmente? Io non lo avevo fatto. Perchè non mi aveva richiamata per spiegarmi? Perché si era portato a casa quella biondina da quattro soldi?
- Trunks cosa vuoi che ti dica? Penso che tu possa immaginare come mi sia sentita nell’ultimo anno… - gli dissi senza guardarlo negli occhi
- Cosa c’è tra te e quello lì? – si stava riferendo a Zoro.
- Tanto per cominciare “quello lì” ha un nome. Si chiama Zoro… -
- Si, fa lo stesso. Allora? Cosa c’è tra te e…. Zoro? –
- Assolutamente niente. Siamo solo amici. INTIMI, ma siamo solo amici – avevo scandito bene la parola “intimi” in modo tale che capisse.
- Ci sei andata a letto quindi? – domandò così, a bruciapelo.
- Zoro mi è stato molto vicino negli ultimi mesi. È comparso nella mia vita quando più avevo bisogno di un amico. Non mi ha mai costretta a fare niente che non volessi. È sempre stato rispettoso nei miei confronti. Se avevo bisogno di una spalla su cui piangere la sua era sempre disponibile, se avevo bisogno di uscire a fare due passi, lui era sempre pronto ad accompagnarmi. E sì, scusa ma sono fatta anche io di carne. E  quando ho avuto bisogno di un paio di ore di svago lui non si è mai tirato indietro. Stiamo insieme dalla notte di Natale -  avevo chiuso un attimo gli occhi per gustarmi meglio l’ultimo tiro di sigaretta – Ho messo subito le cose in chiaro però. Solo conforto fisico. Io non avevo, né ho tuttora, la forza e la voglia di innamorarmi di qualcun altro. Lui ha capito ed ha accettato la cosa.
In quel momento il mio cellulare aveva iniziato a suonare, segno che avevo ricevuto un sms.
Era lui: *hai intenzione di rimanere tutta la notte di sotto a parlare con quel damerino o vieni a letto??*
Non era da Roronoa fare il geloso. Sapevo però che lo faceva per il mio bene a volermi allontanare da Trunks. Avevo ancora bisogno di tempo per riabituarmi all’idea che fosse tornato. Abituarmi all’idea che presto la dolce Marron sarebbe tornata in Francia e che io, finalmente, dopo un lunghissimo anno, sarei tornata alla mia vita di sempre. Ma ancora non ero pronta. Non ero pronta a perdonarlo. A perdonargli il fatto di avermi dimenticata così facilmente. Di aver permesso ad una qualsiasi biondina da strapazzo di mettersi tra noi due.
 - È lui, vero? Ti sta reclamando?
- Dovresti tornare dalla tua amata. -  la voce fredda e distaccata, mentre mi alzavo dagli scalini.
Non aprì bocca, si limitò ad alzarsi. Ora eravamo uno di fronte all’altra. Mi prese il viso tra le mani.
Dio, le sue mani.
Quanto mi erano mancate le sue mani in quei lunghi mesi. 
Mi specchiai dentro i suoi occhi cerulei.  Ad un certo punto, non capii neanche io come, ma sentii una sua mano intrufolarsi sotto la canotta. Si fermò all’altezza delle scapole e in un attimo mi ritrovai stretta  al suo petto.
Mi strinse forte e dopo avermi baciato il capo, proprio come fece la prima notte che dormimmo insieme, avvicinò poi le labbra al mio orecchio. Sentivo il suo respiro caldo sul collo. Un brivido scappò al mio controllo.  Aveva sorriso, lo stronzo.
- Formica, mi conosci troppo bene per sapere che è solo una la mia amata. E di certo non è Marron. Le voglio bene sì, è vero. Ma c’è solo una persona nel mio cuore. Mi sono comportato come uno stronzo e lo so. Non avrei dovuto permettere che si mettesse tra di noi, né tanto meno portarla qui e farvi conoscere. – mi stava stringendo più forte, come se avesse paura che potessi scappare – Ho sbagliato. Ho sbagliato tutto. E ti chiedo scusa. Tra qualche giorno Marron tornerà in Francia, non la rivedrò  più. Avrò tutto il tempo per farmi perdonare.  Te lo prometto.
Finalmente. Il mio Trunks era tornato. Senza dire niente mi staccai leggermente da lui. Gli sorrisi. Sorrisi come solo una ragazza innamorata del ragazzo che ha di fronte può fare.
- Dovrai impegnarti molto, lo sai vero?? -  scherzai.
 - Lo so, formica. Lo so. -  era serio.
A quel punto mi riprese il viso tra le mani e appoggiò le sue labbra morbide alle mie.
Ci scambiammo un bacio.  
Dolce.
Profondo.
Pieno d’amore.
 
   
 
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