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Autore: Serpeverde_    14/11/2014    1 recensioni
«Stagli lontano Lena, chiaro?»
«Non ti fidi di me Liam?»
«Non di te, ma di lui»
Lena avrà una vita difficile quando incontrerà il migliore amico del suo fidanzato.
Sarà Liam, dolce e premuroso
o Harry, misterioso e attraente
a rapirla completamente?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wrong Choices
Torta al cioccolato
 

Erano le sei inoltrate, il sole era già scomparso e il tempo non era certamente dalla mia parte.
Nuvoloso, instabile.
«Ley»
La voce di mia madre mi fece riprendere conoscenza, mi resi conto dopo di aver passato dieci minuti abbondanti a guardare fuori dalla finestra afflitta.
Forse ero ancora mentalmente triste per quello che mi aveva detto Liam, forse avevo solo voglia di starmene rinchiusa in camera con la musica nelle orecchie a pensare.
Perchè stare insieme se non si fida nemmeno della propria ragazza, ragazza sottolineiamo che lo ama da ben tre anni.
«Dimmi mamma» sbraitai buttandomi sul letto.
Sentii i passi di Emily Evans avanzare fino all'entrata della mia camera, e con uno schiocco la porta si aprì rivelando mia madre.
Capelli ricci neri, pelle bianca ma lucida e bella, occhi color miele, spalle dritte e sorriso vivace.
Sì, mia madre era davvero bella. Tanto che alle volte i miei amici credevano fosse mia sorella.
«Stasera – si appoggiò alla scopa che stava usando per pulire il pianterreno – tua sorella mi ha chiesto di preparare la torta al cioccolato, ma non ho gli
ingredienti. Potresti fare un salto al supermercato e comprarli?»

«Okey, nessun problema. Mi annoiavo a stare qua da sola» ammisi infilandomi le converse.
Mi volse un sorriso sincero prima di scuotere la testa e riprendersi «La lista è sul tavolo»
Annuii servizievole per poi sorpassarla e correre giù.
Due passi alla volta, trotterellando.
Afferrai il post-it giallo e con un gesto teatrale uscii dalla casa «Cinque minuti e torno»

uhlznpel

 

Scorsi la lista: cioccolato fondente.
Mi guardai attorno individuando la corsia giusta.
Spinsi il carrello con forza entrando nel reparto dolciumi : il peggior reparto del mondo.
Una specie di casetta di marzapane, attirava a sé le persone e non le lasciava più andare via.
Mi costrinsi ad attenermi alla lista, niente caramelle, niente nutella, niente marshmallows.
Strizzai gli occhi sorprendendomi di quanto fossi debole mentalmente.

 

Cioccolato fondente, guardai in alto.
Sperai profondamente che la marca che amava mia madre non fosse proprio quella sull'ultimo scaffale.
Cioccolato fondente lindt, diceva la lista.
Merda.
Come ci sarei arrivata lassù?
Guardai la base degli scaffali, mi avrebbe tenuto?
Dovevo per forza prendere quella confezione, mia madre era davvero molto pignola su quale prodotto usare e su quale marca adoperare.
Misi il primo piede sopra lo scaffale più basso, quello poco rialzato da terra.
Mi fermai un attimo per constatarne la tenuta, avrei scritto una lettera al capo di quell'impresa.
Come si poteva essere tanto stronzi da mettere dei ripiani così alti?
Appoggiai l'altro piede cercando di metterci meno pressione possibile, dovevo essere leggiadra come una farfalla.
Allungai la mano in alto, spinsi più che potevo.
Le dita sfiorarono la confezione ma non riuscivano a prenderla saldamente.
Perchè mia madre non mi ha fatta con il braccio più lungo e le gambe più alte?
Trattenni il respiro concentrandomi sullo stiramento dell'arto.
Stava cominciando a bruciare.
Un braccio dietro di me scavalcò la mia figura e prese saldamente l'ultima barretta di cioccolata.
Avevo un'espressione indecifrabile, un misto di rabbia, sorpresa e umiliazione.
Ancora in piedi sullo scaffale mi girai sconvolta verso il presunto 'ruba cioccolata degli altri'
«Ti sembra gentile fregarmelo davanti ai miei stessi occhi?»
Il ragazzo infilò la barretta nel mio carrello e mi aiutò a scendere.
Lo riconobbi: Harry.

 

«In realtà il mio era più un aiuto, ma interpretalo come vuoi» fece spallucce.
Afferrai l'impugnatura del mio carrello «Grazie»
Mi volse un sorriso per poi fare quella mossetta che ha fatto più di tre volte,due ore prima in stazione.
Scompigliarsi i capelli e poi posizionarli di lato.
 

Ripresi il passo sorpassandolo concentrandomi di nuovo sulla lista: zucchero.
«Perchè scappi?» domandò il riccio.
Di nuovo lui, ma non aveva altro da fare?
Afferrai il sacchetto di zucchero controllando i grammi dietro la confezione.
«Perchè mi segui?» affermai senza nemmeno girarmi di lato a guardarlo.
«Liam ti ha detto qualcosa su di me prima?» chiese perplesso continuando a fissarmi.
Mi fermai un attimo in mezzo alla corsia.
Sì, mi ha detto di starti lontano ed è proprio quello che sto cercando di fare.
«No» mentii scuotendo la testa.
Ripresi a camminare, ma lui non volle mollare.
Cercai la farina, non la trovavo.
«Tieni» disse passandomi proprio il sacchetto di farina 00 che mi serviva.

 

«Quindi stasera non verrai?» chiese Harry posizionando tutti i miei prodotti sul tappetino mobile della cassa. Per lo meno mi aveva aiutato con quel carico.
«Preferisco rimanere a casa» ammisi tirando fuori il portafoglio.
«Non ci credo – disse prendendo i due sacchetti di plastica e mettendoci dentro la spesa.
Lo guardai di traverso «Secondo me è Liam che ti ha costretto a rinunciarci» sentenziò lui.
Pagai e mentre il castano portava le buste piene, mi diressi verso l'uscita.
«E perchè avrebbe dovuto?» chiesi facendo la finta tonta.
Non gli avrei detto il motivo preciso per cui il mio ragazzo mi aveva imposto di non venire.
Mi fissò sorridendo «Facile – esordì – perchè ci sono io»

Sbuffai incredula «Sei pure modesto» affermai sarcastica.
Un vantaggio c'era nel averlo incontrato al supermercato: mi stava risparmiando la fatica di portare quelle buste da sola.
Lui almeno era forte, io mi sarei spaccata il braccio.
«Secondo me dovresti venire lo stesso» mi consigliò voltando l'angolo.
«e perdermi la torta al cioccolato di mia madre? Per questa volta passo»
Trattenne una risata sommossa, la sua voce era grave e ruvida.
Profonda ma limpida.
«Giustamente – dichiarò lui – avrei fatto lo stesso, ma sai loro si aspettano di vedermi dopo tanto tempo, devo andarci per forza»
Annuii comprensiva «Immagino ti siano mancati tutti»
«Molto – si limitò a dire – ma mi è mancata di più la parte di me che ho lasciato in questa cittadina»
Mi fermai in prossimità della mia villetta.
Frugai nella tasca.
Le chiavi.
Non le avevo prese prima di uscire di casa.
Mi voltai a guardare il riccio ancora con le borse in mano, per quanto muscoloso possa essere nemmeno un bodybuilder resisterebbe per tutto quel tempo.
Bussai più volte sperando che mia madre mi sentisse e che non avesse l'aspirapolvere acceso.
L'alta figura snella di mia madre fece capolino aprendo velocemente la porta d'ingresso.
«Giusto in tempo Lena, avevo appena messo a pre-riscaldare il forno» affermò sollevata.
Il suo sguardo passò da me a Harry.
Uno sguardo contrariato.
«E tu sei..?» chiese lei sporgendosi un po'.
«Oh lui è Harry, un amico di Liam» chiarii io ottenendo un suo sorriso come risposta.
«Buonasera signora» disse lui in tono reverenziale.

 

Mia madre si scostò dall'entrata «Entra caro, entra»
Sgranai gli occhi: alla faccia del 'stagli lontano'.
Lui abbassò la testa ed entrò in casa «Le appoggio qui?» domandò.
«Certo certo, dove vuoi» affermò indaffarata Emily.
Mi sentivo quasi un'estranea in casa mia, come si permetteva mia madre ad invitare sconosciuti in casa nostra?
«Quindi Harry, sai fare una torta al cioccolato?»
Dove voleva andare a parare mia madre?
Lui sorrise «Eccome»
«Io avrei da fare qualche faccenda ora, che ne dite se alla torta ci pensate voi due?»
No.
Assolutamente no.
È categoricamente fuori discussione.
«Con piacere» ammiccò Harry.
«Perfetto – esordì lei – non combinate disastri»
Prima di uscire mi fece l'occhiolino, ma lei se lo ricorda che sono fidanzata?

 

 

Dopo aver messo tutti gli ingredienti sul tavolo, da sola oserei dire, dato che Harry era troppo impegnato a seguire ogni mio movimento accompagnandolo con uno di quei suoi sorrisi snervanti; sospirai esausta buttandomi sul bancone.
Lo guardai strafottente mentre si sedeva su una sedia lì vicina.
«Tu lo sai che se ti vede Liam qui ti uccide a morsi?» chiesi retorica.
Lui prese la confezione di cioccolato e la aprì scuotendo la testa «Come sei stressante»
«Realista – lo corressi tirandoli un canovaccio – ora metti a scaldare quel cioccolato prima che te lo dia in testa»
Alzò lo sguardo fulminandomi coi suoi occhi verdi.
«Purtroppo non posso rimanere, dovrai arrangiarti»
«E allora perchè hai detto a mia..» mormorai sconvolta.
Trattenne una risata «Si chiama educazione»
Si alzò rimettendo la sedia a posto ma purtroppo – per quanto educato volesse sembrare – non mi avrebbe fatto andar via la smorfia stile sei-un-bugiardo dalla faccia nemmeno con la sua cortesia.
Ma nonostante tutto non era proprio quello che desideravo? Certo.
Fuori di casa, nessun problema.
Vedendo che non stavo replicando si girò, afferrò la sua busta e si diresse verso l'entrata «Prima o poi la voglia assaggiare quella torta» disse grave.
Annuii tenendo gli occhi fissi sul tappetino.
Sentii la porta aprirsi, entro pochi secondi sarebbe uscito. Che ingrata sarei stata? Sì insomma, dopotutto mi ha aiutato.
«Harry» gridai. Vidi la sua chioma ricomarire dal cornicione della porta «Grazie»
Un sorriso passò sul suo volto.
Ammettiamolo, aveva un sorriso invidiabile.
«A presto, Lena»

 

Il piano 'stagli lontano' era appena naufragato clamorosamente.



Hellopeople!
Okey sono terribilmente in ritardo, ma proprio terribilmente.
Mi dispiace ma l'importante è che sia qui, no?
Spero che questo capitolo vi piaccia, diciamo che può sembrare molto banale per alcuni ma 
io personalmente volevo per una volta immedesimarmi in una cosa più semplice.
Ci sentiamo alla prossima (tornerò sicuro hah)
Un bacione.
Serpeverde_
 
 
 
  
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