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Autore: GeorgiaRose_    15/11/2014    6 recensioni
Salve a tutti! Sono Martina Stoessel e ho 17 anni. In questo momento sono in aeroporto con mio padre… Ci stiamo trasferendo per l’ennesima volta a causa del suo dannato lavoro: il commercialista. Il mio rapporto con lui non è dei migliori, infatti litighiamo in continuazione, che sia per un motivo o per un altro.
Purtroppo mia madre è morta quando io avevo solo 4 anni, ed è stato da quel momento che mio padre è totalmente cambiato.
Questa volta andremo a vivere a Buenos Aires, mi ha sempre affascinato quella città e non vedo l’ora di vederla, sperando di incontrare persone simpatiche.
Sono al terzo anno di superiori e la mia nuova scuola si chiama “Istituto Baldracchieri”.
Bene! Questa è la mia vita e questa sono io!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Jorge si sveglia, sente agitazione. Ana è ancora seduta accanto a lui, ma Pablo, Felipe, Dean, e altri, vanno avanti e indietro per il corridoio, pensierosi.
-Che è successo?- Chiede ancora con voce assonnata.
-Pare che la situazione sia peggiorata.- Gli dice quasi in un sussurro Angela.
-Che significa?
-Non lo sappiamo. I medici sono entrati all’improvviso ed hanno serrato di nuovo la porta!- Gli comunica Ana.
Dopo diversi minuti, il medico esce da quella stanza.
-Che succede, dottore?- Gli chiede immediatamente Felipe.
-Non… Non ce l’ha fatta.
 
Jorge si sveglia di soprassalto. È stato solo uno stupidissimo incubo. Martina è ancora in quella stanza, ma non è morta, sta solo “dormendo”. La situazione è come l’aveva lasciata prima di addormentarsi: Ana accanto a lui, Felipe che va avanti e indietro, Dean in piedi, come anche Angela, Pablo e i ragazzi, mentre le ragazze sono sedute.
-Ci sono novità?- Chiede stropicciandosi leggermente gli occhi.
-No, Jorge. Hai dormito solo mezz’ora.
Il ragazzo annuisce, prima di alzarsi. È diretto verso quella porta che lo divide dalla sua fidanzata. Sta per entrare, ma si blocca. Si volta indietro, tutti lo stanno fissando.
-Scusate…- Dice prima di attraversare il corridoio ed uscire sul terrazzino.
-Proverò io a parlare con lui.- Comunica Dean agli prima di raggiungere Jorge.
-Che ti succede?- Gli chiede, accendendosi una sigaretta.
-A me? Niente…
-Perché non vuoi entrare in quella stanza? È come se stesse dormendo. Sai che lei ha bisogno di te adesso più che mai.
-No. Non voglio entrare.
-Perché ti dico una cosa e mi rispondi con un’altra? La verità è che sei un codardo. Lei è il tuo punto debole! Ti mostri forte all’apparenza, ma io so che dentro stai morendo. So che hai pianto, Jorge. E, credimi, lo farebbe anche lei nel sonno se venisse a sapere che non la stai supportando. Tu vuoi che si svegli, no?- Jorge annuisce, intimidito all’improvviso. –Bene! Per farlo devi entrare in quella fottuta stanza e parlare con lei. Devi avere coraggio! Magari non si sveglia perché non ti sente al suo fianco, come ti sentiresti se ti dicessero che è così, eh? Jorge nella vita bisogna provare! E se non va bene si riprova. Il risultato non è garantito a nessuno, ma per vivere bisogna provare. Mi hai capito?
Jorge ascolta attentamente le sue parole senza aprire bocca. Lo ascolta attentamente, sì, ma rimane concentrato su quelle parole che lo hanno colpito di più “Magari non si sveglia perché non ti sente al suo fianco”. Dentro di lui sente scattare qualcosa, è come un campanello d’allarme.
-Grazie.- Mormora, prima di rientrare e ritrovarsi in un millesimo di secondo di nuovo fuori quella porta.
Poggia la mano sulla maniglia fredda per poi guardarsi indietro. Tutti lo stanno di nuovo squadrando per capire se questa volta si tirerà indietro come la precedente, o se sarà abbastanza coraggioso da entrare. Be’, la risposta arriva poco dopo: Jorge apre la porta, per poi sparire.
SOTTOFONDO: https://www.youtube.com/watch?v=NG2zyeVRcbs
Lo spettacolo che si ritrova davanti è veramente orribile, il peggiore che abbia mai visto, probabilmente. La sua fidanzata è posta su un letto d’ospedale a destra della stanza, circondata da macchine di ogni tipo, tra cui Jorge riconosce quella del battito cardiaco che sembra andare regolarmente. Martina ha una benda sulla testa, e le macchine sono collegate, tramite dei fili trasparenti, al braccio e alle mani. La situazione è più o meno come quella descritta da Xabi una settimana fa.
Il ragazzo si avvicina al letto; sulla destra c’è uno sgabello sul quale si siede per poi afferrare la mano della ragazza e stringerla forte. È orribile non essere ricambiato in quella stretta.
-Ciao amore, sono io.- Sorride amaramente. –Sono Jorge… Ti devo chiedere scusa. Dean ha ragione: sono stato un codardo a non essere entrato. Ma sai, la realtà è che io non voglio che l’ultima vista che abbia di te sia in questo letto d’ospedale. Perché ho l’orribile paura che tu non ce la possa fare, e volevo ricordarti come la persona fantastica di una settimana fa, non avendo nella mente quest’orribile immagine di te. Sì, sono proprio un pessimista. Ma adesso che ti vedo, voglio dirti che io sono con te, che non ti lascerò, te lo prometto.- La prima lacrima inizia a scendere. Il solo pensiero di non poterla più toccare, non poterla più baciare, non poterla più accarezzare, non poter più cantare con lei, non poter più ascoltarla cantare, non poterla più abbracciare, non poter più fare l’amore con lei, non poter più ammirare quegli occhi o il suo sorriso, o anche non poterla più solamente guardare da lontano, lo distrugge. –Voglio dirti che ti amo e che devi essere forte, lo devi fare. Devi farlo in nome del nostro amore. Devi farlo per me. Sì, farlo per me. Perché io senza di te non so stare, davvero. Adesso sei qui e vederti così, davvero, mi si stringe il cuore. Non riesco...- Ha la voce strozzata da vari singhiozzi e da migliaia di lacrime che ormai gli rigano il volto. –Non riesco proprio. Ti prego, apri questi occhi. Fammi capire che ci sei, fallo per me o dovrò dire addio alla mia sanità mentale. Fallo per me.- Le lacrime sembrano iniziare a calmarsi. - È che non riesco ad immaginarmi senza di te, adesso. È che se penso a domani, ci sei anche tu... Fallo per me.- Si avvicina alla testa della ragazza per poi lasciare un bacio tra i capelli. –Ti amo.
La macchina del battito cardiaco inizia ad andare in tilt e in pochi secondi a Jorge viene chiesto di uscire da alcuni medici. Non sa che pensare, ma ubbidisce.
In quel corridoio c’è ancor più agitazione che nei giorni precedenti. Nessuno sa cosa stia succedendo dietro quella porta blindata. Quando finalmente, dopo circa una trentina di minuti, la porta viene aperta e tutti i medici ed infermieri escono.
Il medico si avvicina alla famiglia.
-Dottore come sta mia figlia?- Chiede nervosamente Felipe.
Ad Jorge sale il cuore in gola. Pensa a quell’incubo, sperando che l’esito non sia lo stesso.
-È fuori pericolo!- Sorride il dottore, provocandone uno anche sul volto di tutti i presenti.
Jorge si siede sulla sedia, con le mani tra i capelli, sorridendo. La sua Martina ce l’ha fatta. Ce l’ha fatta per lui.
-Si è svegliata. Riesce a parlare e sembra che il cervello non sia stato danneggiato in nessun punto. L’avevo detto che era lieve il colpo.- Sorride ancora il medico.
-Possiamo vederla?- Chiede Felipe.
-Certo, anzi, fate bene! Devo farle delle domande per assicurarmi che non abbia perso la memoria e mi servite anche voi. Seguitemi.
Il medico entra nella stanza che è abbastanza spaziosa, ma chiede a tutti di rimanere sull’uscio.
-Allora, il sono il medico Chaldez, tu mi sai dire il tuo nome?- Il dottore si avvicina a Tini.
-Martina…
Com’è bello risentire la sua voce. Tutti sono commossi.
-Bene! E quanti anni hai?
-17.
Martina sembra scombussolata. Si può capire. In più non ha più la benda alla testa.
-Perfetto! E sai perché ti trovi qui?
-Mi sembra un incidente. Una macchina…
-Come ti senti adesso?- Continua a chiedere il medico, alzandole il letto con il telecomando.
-Sono un po’ stanca e indolenzita, ma per il resto sto bene.
-E.. Loro li conosci?- Il medico indica gli altri presenti, facendo voltare Martina che sorride appena vede tutti lì per lei.
-Sì.
-E chi sono?
-Sono i miei amici, il mio fidanzato e la mia famiglia.
-Perfetto! Direi che ti ricordi tutto perfettamente!- Sorride il dottore. –Avete pochi minuti, poi potrà rimanere solo una persona. Ha bisogno di riposo.- Li avverte il medico prima di uscire.
-Ah, amica mia!- L’abbraccia Mercedes, seguita dalle altre e poi anche dai ragazzi, compreso Dean.
Poi tocca a Pablo, Ana, suo padre ad anche Angela. Martina si comporta come se quell’accaduto prima dell’incidente non fosse mai successo.
-E tu?- Chiede Martina ad Jorge.
Il ragazzo si avvicina lentamente per poi abbracciarla forte.
-Promettimi di non lasciarmi mai più!- Le dice.
-Mai più.- Sorride lei.
Troppo bello risentire il suo profumo, il suo corpo tra le sue braccia, la sua voce. Sembra quasi un sogno.
-Ti amo.- Le dice.
-Anche io.- Gli risponde ancora tra le sue braccia.
-Come ti senti?- Le chiede il padre una volta sciolto l’abbraccio.
-L’ho già detto. Sono un po’ intontita ma sto bene.
-Sei stata… cioè… in coma…- Balbetta quasi Felipe.
-Sì, lo so. Me l’hanno già comunicato, papà.
-Ehm, Tini, per quanto riguarda la situazione di Angela..
-No, papà.- Lo interrompe la ragazza. –Adesso sono stanca e non voglio pensare a niente. Riparliamone quando mi dimettono, vi prego.
Felipe annuisce.
-Jorge resti tu?
Il ragazzo annuisce, facendo sorridere la sua fidanzata.
-Tra un po’ vengo a darti il cambio, va bene?
-Sì, perfetto.
Jorge prende posto sullo sgabello, aspettando poi l’uscita di tutti. Quando i due ragazzi sono finalmente soli, il giovane le stringe la mano, questa volta è ricambiato, gesto che non gli fa togliere il sorriso dal volto.
-Mi sei mancata tanto.
-Anche tu, Jorge. Non ci crederai, ma, mentre “dormivo”, ho avuto come l’impressione di sentire il calore delle persone che mi circondavano. Ad esempio, se mio padre era accanto a me, lo sentivo. Se c’era Angela, sentivo Angela e così via. Non ti ho sentito fino a poco fa.
Jorge annuisce. Dean aveva ragione.
-Sì. Ti chiedo scusa, ma non ho avuto il coraggio di entrare. Ci sono riuscito solo oggi. Il fatto è che mi sono reso conto che tu sei il mio punto debole, è stato…
-Non pensiamoci più, Jorge.- Lo interrompe lei. –Adesso sto bene, tra non molto mi dimetteranno e torneremo alla vita di tutti i giorni.
-Promesso?
-Promesso.
-Ma quindi non sei arrabbiata?
-Parli.. Parli di Angela, giusto?
Jorge annuisce.
-Be’, Jorge non ho detto che ti ho perdonato.
-E quindi?
-E quindi, sì. Sono arrabbiata. Io davvero mi fidavo di te, Jorge. E mi hai nascosto qualcosa che dovevo sapere. Io davvero non posso credere che tu abbia fatto una cosa del genere. Mi hai tenuto all’oscuro…
-Sono stato obbligato.- La interrompe. –Non ho parlato solo perché mi hanno costretto. Credimi, io avrei voluto dirti la verità.
-Va bene, Jorge. Quello che ho detto a mio padre vale anche per te. Riparliamone quando tornerò a casa. Adesso sono stanca.
-Come preferisci. Ma adesso me lo dai un bacio?- Le chiede avvicinandosi.
-No. Te l’ho detto che sono arrabbiata. Non te lo meriti un bacio!
-Tanto so che non puoi resistermi.- Jorge si siede sul letto accanto a lei, per poi avvicinarsi ulteriormente. Si morde il labbro inferiore guardandole le labbra. Labbra che non bacia da una settimana.
-Invece posso resisterti.
-Puoi provarci, ma non ci riuscirai.- Le dice quando sono ormai a pochi centimetri di distanza.
-Ti amo.- Le sussurra per poi baciarla con amore. Lei non pone resistenza, anzi, risponde al bacio facendo sorridere il ragazzo sulle sue labbra.
-Sei bellissima.
-No. Specialmente adesso non lo sono per niente.
-Perché? Cos’hai adesso?
-Mi hai vista Jorge? Non mi lavo da una settimana.
-Sporca..- Le dice con voce roca ma allo stesso tempo scherzosa facendola ridere.
-È bellissima anche la tua risata.
-Tu sei bellissimo, Jorge.
-Anche questo è vero.- Dice, facendo ridere nuovamente la ragazza.
-La tua modestia mi commuove.- Gli dice prima di baciarlo.
-Non ho capito? Puoi ripetere?- Le chiede.
-Ho detto che la tua modestia mi commuove.
-No, questo l'ho capito. È quello che hai detto dopo...

Lei sorride per poi ribaciarlo.
-Non mi è ancora del tutto chiaro.
-Non ne hai mai abbastanza, tu!- Gli dice prima di riavvicinarsi e ribaciarlo.
Questa volta Jorge risponde con più passione. Quanto gli sono mancati questi baci.
-Di te e dei tuoi baci? Non ne avrò mai abbastanza. 


 

*Angolo autrice*
Ehi Ehi Ehi! Ce l'ho fattaaaa! Alèèèè!! Piaciuto questo capitolo? Aw, spero di sì! Abbiamo scoperto che era tutto un sogno di Jorge.. Secondo voi facevo morire la protagonista? lol Ringraziamo Dean che ha fatto ragionare Jorgito! 
Ok... Chi di voi non ha pianto quando Jorge ha parlato a Tini? Ma poi con quel sottofondo *--------* Sclero in tutte le lingue del mondo.
Infine particina Jortini, awawawawawawawawawaw. Ho detto che sono molto aw? Aw.
Il capitolo non è molto lungo ma spero vi sia piciuto lo stesso. Vi ricordo che ho l'influenza lol Vorrei anche dirvi che ormai mancano pochi capitoli... Eh, già! Non so ancora se il prossimo sarà l'ultimo + l'epilogo o se arriverò al trentesimo + l'epilogo, ma vi farò sapere lol
Anyway, vi ringrazio perché il capitolo precedente ha raggiunto 8 recensioni *-----------* Dolcesssssssaaaaaa (?) Siete dolcine, awaw
Per qualunque cosa, su twitter sono @Smile__Ever
Ciau bamboline (?)
Smack Smack. 

  
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