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Autore: Akeryana    18/11/2014    3 recensioni
[Dal capitolo 1]
Era sperduta nella neve e le vennero in mente le parole che un giorno sentì da una persona a lei cara, ma non riusciva a ricordarsi chi fosse.
"E' così fredda"
"La neve è candida"
"Cos'è qualcosa di candido?"
"Qualcosa di non rosso"
"E cos'è qualcosa di rosso?"
"Un mostro che succhia il sangue delle persone. Un mostro che ha sembianze umane."
Vide avvicinarsi un uomo....Con gli occhi rossi....
< Ciao bambina, posso succhiare il tuo sangue? >
L'uomo cercò di prenderla ma venne fermato da un...ragazzo.
< Leon >
***
"Un vampiro. Sono creature oscure a cui non bisogna avvicinarsi e se lo farai, verrai catturata...."
Il ragazzo si avvicinò a quell'innocente creatura porgendole la mano che lei afferrò e lui la strinse a se.
"Da quegli occhi"
***
< Adesso basta Diego! >
< No Francesca, io non mi arrendo! Dimmi perché non vuoi stare con me >
< Perché tu sei un vampiro e io odio i vampiri, sei fortunato a non essere ancora morto >
***
< Violetta, dicci che cosa sta succedendo! >
< I vampiri parlano da giorni di un peccato che tu e Leon avete commesso >
< Un peccato che se venisse scoperto, per me e Leon sarebbe la fine >
Paring: Leonetta, Diecesca, Fedemilla
Genere: Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le storie di vampiri e umani'
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Lo studio for Hope-La night class-La day class

 
 
Uno ad uno
I petali della rosa bianca si aprono.
Il ricordo di ieri è completamente svanito...
 
La scuola era piena di studenti umani vivevano in pace con i vampiri, anche se non sapevano chi fossero in realtà. Ludmilla, Violetta e Francesca, insieme a Pablo e ad alcuni professori, mantenevano il segreto.
Quel giorno la lezione era più noiosa del solito e le tre ragazze si addormentarono. Erano nell’aula degli strumenti e Beto stava spiegando come tenere una tromba e le ragazze erano sedute vicine. Ludmilla aveva la testa sulla spalla di Violetta, che aveva la testa sul braccio di Francesca che aveva la testa sulla schiena di Violetta. Quando la campanella suonò e le tre si svegliarono di botto candendo sul pavimento.
<<   Ragazze, dovete parlare con Pablo del fatto di restare sveglie la notte a sorvegliare i ragazzi della night class.
<<   Si, ci scusi Beto   >>    disse Violetta alzandosi per poi uscire seguita dalle amiche.
 
Come una strada attraversata dalla luce.
Il tempo si è fermato.
Le persone perse nei loro piccoli sentieri
sono rinate...
 
Francesca sbatté, con parte della sua forza, la mano sulla scrivania del direttore e dopo gli disse quasi gridando.
<<   Pablo mi stai ascoltando?!   >>   dopo abbassò il volume   <<   Dai a qualcun altro il compito di badare la notte a quei vampiri!    >>   
<<   In effetti Pablo, no che mi dispiaccia stare di più con Federico ma i miei voti ne risentono   >>   l’appoggiò Ludmilla messa vicino a lei.
<<   Ma ragazze voi sapete bene che la vera identità dei nostri cari vampiri deve essere segreta   >>  spiegò Pablo con aria sera, ma dopo fece un sorriso raggiante e disse    <<   E poi il mio cuore si riempirebbe di gioia se potessi affidare questo compito alle mie figliocce    >>  
Francesca sbatté tanto violentemente il pugno che quasi ruppe la scrivania e fece sobbalzare i tre in quella stanza   <<   Le sono molto grata per quello che ha fatto per me ma non credo di essere mai diventata la sua figlioccia   >>  
<<   Tu piuttosto Vilu, che sei veramente la sua figlioccia, non hai nulla da dirgli?   >>    le chiese la bionda.
<<  Emh…io credo che sia un piacere aiutare il direttore in questo modo   >>    rispose la ragazza solare come sempre.
<<   Si, certo   >>  ribatté Ludmilla   <<   Tu lo dici solo per passare più tempo con Leon   >>    
<<  No, ma cosa dici?!   >>   chiese la bruna avvampando sulla guancie.
<<    Ma come Vilu, tu e Leon non state insieme?   >>   chiese Pablo ingenuamente e, mentre Francesca e Ludmilla la guardavano divertite, lei chinava la testa imbarazzata.
 
Il tuo sorriso ha dissolto le nebbie del mio cuore.
Quante volte si è realizzato quel sogno?
Anche se un tramonto è abbastanza per te...
Le nostre ombre svanendo si sovrappongono.
 
Le tre erano davanti il cancello del dormitorio dei vampiri ad aspettarli e intanto i ragazzi umani si mettevano intorno ad aspettarli come se fossero delle star del canto, certo erano bravi a cantare ma come tutti quelli che entravano a far parte dello studio For Hope.
Violetta si mise di fronte il cancello con le braccia aperte e gridò   <<   Adesso basta! I ragazzi della night class devono uscire quindi tornate nel vostro dormitorio   >>   
<<   Si, certo. Così ti accaparri i ragazzi della night class   >>  ribatté una ragazza.
<<   Solo perché sei una guardiana non puoi comportarti così   >>    continuò un ragazzo.
La ragazza non ebbe il tempo di ribattere che il cancello si aprì e i ragazzi umani si misero in fila lasciandola lì come una scema. Dopo si spostò imbarazzata.
Uscirono i ragazzi: c’era Maxi, il vampiro più basso ma nelle sue vene scorreva sangue aristocratico, infatti i suoi parenti erano tutti aristocratici. Indossava sempre un cappello giallo, una felpa gialla, una canottiera nera, un paio di jeans e delle scarpe gialle. Aveva i capelli castani, corti e ricci, anche se erano coperti dal cappello, gli occhi castani scuri e la pelle bianca come la neve.
Poi Andress, non era molto sveglio ma era affidabile. Aveva i capelli neri e corti, gli occhi verdi e la pelle chiara come quella di Maxi. Indossava una maglia bianca con il colletto e le maniche viola, i jeans e le scarpe bianche.
Federico, il ragazzo di Ludmilla. Si erano messi insieme dopo un anno all’apertura dello studio. Era il nipote del più anziano vampiro, Antonio e aveva dei poteri da livello sei. Aveva gli occhi castano scuro e i capelli dello stesso colore con una sfumatura di biondo sul ciuffo e la pelle bianca come tutti i vampiri. Indossava una maglia bianche a righe nere orizzontali, dei jeans e delle scarpe nere.
Lara, l’unica ragazza vampiro nello studio, aveva una cotta per Leon, ma lui più di una volta le aveva detto che amava Violetta e per questo tra le due c’era rivalità. Aveva i capelli castani, lisci e lunghi tenuti sempre insieme in una coda e aveva la pelle bianca. Indossava sempre una tuta rossa con scarpe da ginnastica bianche.
Tomas, su di lui c’era poco da dire…l’avevano già incontrato in passato.
E infine Leon, anche su di lui non c’era nulla da dire.
Le ragazze ricominciarono a correre verso i ragazzi travolgendo Violetta. Lei cadde a terra e Lara le passò accanto ridacchiando della sua figuraccia.
Quando Leon le si inginocchiò davanti porgendole la mano   <<   Stai bene?   >>   le chiese.
Lei strinse la mano e si alzò   <<  Si, grazie   >>   rispose timidamente.
<<   Bene   >>   le mise una mano sulla guancia iniziando ad accarezzarla   <<   Ma fai più attenzione, non voglio che ti succeda qualcosa   >>   
Violetta avvampò e Leon le sorrise dolcemente.
<<   Leon, dobbiamo andare   >>    lo avvisò Maxi.
<<   Si, arrivo   >>   disse guardando l’amico per poi tornare nel nocciola della sua umana   <<   Allora…a stasera   >>   raggiunse gli altri.
<<   A sta-stasera   >>  
 
Senza distanza e infinita profondità.
Proprio come il destino
Le nostre mani si afferrano
Ancora e ancora...
Perdendo nuovamente...
 
Leon, Andress, Maxi e Federico stavano provando. Avevano appena finito le prove con la band. Erano nella sala teatro e a osservarli c’era solo Lara che fissava Leon.
Lui posò la chitarra e disse   <<   Ragazzi manca qualcosa   >>  
<<   Come un componente?   >>   propose Federico e Leon fece cenno di si con la testa.
<<   Ma chi potremmo scegliere?   >>   chiese Maxi.
<<   Che ne dite di Diego?   >>    propose Leon.
<<   In effetti non è solo bravo a cantare e suonare ma sembra anche molto appetitoso    >>   disse Andress e tutti gli occhi si puntarono su di lui.
<<   No Andress, a Leon interessa solo il sangue di Violetta   >>   si intromise Lara con un sorriso amaro.
<<   Si, hai ragione. Non metto in dubbio di desiderare non solo il suo sangue ma anche lei    >>   lo disse apposta per fare innervosire la ragazza, cosa che funzionò. Infatti lei prese la sedia e gliela lanciò contro.
Ma Leon la fermò con i suoi poteri. I suoi occhi divennero rosso cremisi e li puntò sulla sedia che rimase in aria per poi cadere quando gli occhi del vampiro ritornarono verde smeraldo.
Lara uscì infuriata mentre tutti gli occhi erano su Leon.
“Lara, prima mi dimenticherai e meglio sarà per te. Capisci…il mio cuore appartiene solo a Vilu”
 
E per caso ci siamo incontrati.
Questa notte trasformerà il domani in sera
e quei due cuori diventeranno uno solo.
 
 
Francesca stava facendo il giro di ricognizione, per essere certa che non ci fosse nessun umano che cercava di entrare.
Continuò il giro quando sentì dei passi dietro di se e si fermò, con uno scatto fulmineo prese la pistola e la puntò contro il suo avversario, che non era altri che…Diego.
<<   Francesca non sono un vampiro, sai che su di me quella cosa non ha effetto. Se vuoi proprio uccidermi almeno fallo con qualcosa di più efficace.   >>   disse Diego scherzando.
<<    Se avessi voluto ucciderti l’avrei fatto già da tempo.    >>    ribatté dandogli le spalle, ma fu un errore perché mostrò il suo collo…il suo gustoso collo.
Diego tremava, l’istinto represso stava prendendo il sopravvento, desiderava…con tutto se stesso…
<<   Ma puoi stare tranquillo che non ti ucciderò, perché sei un umano e no una di quelle bestie succhia sangue   >>    disse Francesca e a lui venne un tonfo al cuore.
<<   Ma almeno che tu non lo diventi sei al sicuro, vero?   >>   chiese scherzando ma non ricevette risposta.
Si girò e…non lo vide. Aveva detto qualcosa di sbagliato? Oppure semplicemente non gli interessava quando lui interessava a lei…
 
 
Uno ad uno
i petali della rosa bianca si aprono...
Il nostro amore durerà per l'eternità.
 
 
 
Vi mostrerò un sogno dolce la prossima notte.
 
 
AVVISO IMPORTANTE: Come ho detto nelle altre storia per un po’ non aggiornerò ma, come ho anticipato a pochi, tra poco anche la mia scuola occuperà e spero di trovare il tempo per scrivere perché anche a scuola avranno bisogno di me. Però continuerò. Promesso. Un beso.
  
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