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Autore: ellephedre    25/11/2014    15 recensioni
Scene correlate alla fanfic 'Oltre le stelle', un mio sequel della quinta serie.
1 - Una gita al mare - Le amiche di Usagi riusciranno a non far capire quello che sanno a Mamoru?
2 - Una cena in famiglia - prima cena a casa Tsukino con Mamoru e il padre di Usagi entrambi presenti. Finirà bene?
3 - Scoprire il potere - Usagi continua ad allenarsi con lo scopo di usare il proprio potere senza il cristallo d'argento
4 - Antichi litigi - Sono passati tre anni, ma Usagi ha ricordato ed è decisa a far pentire Mamoru degli insulti che le ha lanciato in passato.
5 - Troppi studio - Usagi si sta impegnando da morire per essere ammessa all'università e studia tutti i giorni con Mamoru. Lo stress si fa sentire...
6 - Sciolti - Mamoru non ha mai visto i capelli di Usagi sciolti dalle code.
7 - Temporale - Usagi e la sua inquietudine per le tempeste.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre le stelle Saga'
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Sciolti

 

 

Episodio 6 - Sciolti 

 

Erano biondi, morbidi, di solito profumati e lunghissimi. Ma Mamoru non li aveva mai visti completamente sciolti.

All'altro capo del tavolo Usagi smise di masticare il riso, divertita dalla sua attenzione. «Cosa c'è? Ho qualcosa nei capelli?»

«No. Pensavo che non li lavi mai a casa mia.»

Usagi rimuginò tra sé. «Già. Ma è un'operazione lunga e non molto divertente. Ne faccio il mio momento di relax personale.»

Per lui fu come una sfida. «Posso assistere?»

Lei non credette alle sue orecchie. «Ti interessa?»

«Mi è venuto in mente che non li ho mai visti fuori dalle code.»

«Davvero?» Usagi scoppiò in un sorriso. «Hai ragione! Be', i miei capelli sciolti sono come una specie di manto. Quando sono in vena mi metto a girare nella mia stanza e li faccio svolazzare in tondo, come una principessa.»

A volte lei parlava come se nemmeno lo fosse mai stata.

Usagi si stava mordicchiando le labbra. «Mi troverai molto diversa senza le code. Ma se vuoi vedermi...»

Lui annuì.

«Allora prepara un film.»

Cosa c'entrava la tv? 

«Ci metto tanto a pettinarmi. Di solito faccio partire una bella musicassetta romantica... e canticchio.»

Lui cercò di non sorridere.

«Vedi che mi stai già prendendo in giro?» Ma Usagi non era offesa, rideva con lui. «Okay, non conoscerai la tua Usagi in veste di cantante.»

«Ogni tanto canticchi anche qui» le ricordò lui.

«Eh, ma quando sono a casa da sola, e Luna non c'è, mi scateno in grandi interpretazioni!» Usagi portò alla bocca un inesistente microfono. «La-là! Non urlo solo perché se no mi sentono tutti.»

Lui cominciò a ridere tanto che gli vennero i crampi allo stomaco.

Usagi tirò fuori la lingua. «HMM! Dispettoso! Cattivo!»

«Voglio vederti!»

Lei scossa perentoria la testa.

Mamoru si calmò. «Ti prego. Per favore.»

Usagi era allegra. «Be'... se me lo dici mille volte...»

Così era esagerato.

Gli occhi di lei si accesero. «Te lo farò dire mille volte.»

«Ah, sì? Come?»

Lei si strofinò le mani. «Mi verrà in mente.»

Felice per la prospettiva, Mamoru tornò a mangiare.

  

Quel sabato sera Usagi era ufficialmente a dormire a casa di Rei - così aveva detto a sua madre ed era quello che la signora Tsukino doveva credere. Mamoru era segretamente convinto che Ikuko-san conoscesse la verità e l'idea lo rassicurava: gli sembrava di avere una sorta di approvazione per il tempo che passava con Usagi. La giornata piena che si concedeva insieme a lei - una volta ogni due o tre settimane - non nasceva da una completa bugia.

Anche quel sabato avevano trascorso il pomeriggio fuori, poi avevano scelto di cenare in casa. Erano le nove di sera e Usagi si preparava all'operazione di lavaggio della propria chioma.

«Mi dispiace» gli disse lei mentre approntava gli asciugamani. «Se devo fare questa cosa, non possiamo fare il bagno insieme.»

Era uno scherzo? «Perché?»

«Be', non riempirò la vasca d'acqua. Mi limiterò a fare una doccia rapida per poi lavare i capelli.»

Mamoru non capì. «Posso aiutarti.»

«Quello non si chiama aiuto, Mamo-chan.» Usagi ridacchiò e sollevò una coda. «Sai, c'è un motivo se questi sono così belli. Mentre li lavo mi ci dedico completamente, non posso distrarmi. Altrimenti li annodo, li tiro, oppure li lavo male.»

«Ah.»

Lei sorrise trionfante. «Preparo l'acqua calda per te? Dopo che avrò finito ci vorrà una vita per asciugarli. Mentre tu fai il bagno io starò qui col phon. Così non perdiamo tempo.»

Per cosa? Ma invece di domandare, Mamoru annuì.

Aveva chiesto lui di assistere a quel rito privato. Voleva osservarlo, perciò avrebbe lasciato a Usagi qualunque decisione.

  

Quando aveva comprato la casa, si era assicurato che la vasca da bagno fosse più grande di quella del suo precedente appartamento. Aveva pensato a se stesso - non era piacevole non poter allungare completamente le gambe mentre si rilassava nell'acqua calda - ma anche il pensiero di Usagi aveva avuto la sua parte. Ogni volta che lei dormiva a casa sua facevano la doccia insieme e quella era diventata una piccola e fantastica routine. Allargare l'esperienza a un bagno in due, in una vasca in cui non fossero schiacciati come sardine, non era una possibilità a cui lui aveva voluto rinunciare.

In quel momento Usagi era seduta su uno sgabello e separava le ciocche bionde con le dita, per asciugarle meglio. La maggior parte dei suoi capelli era avvolta in un grosso turbante. Dell'immagine che lei gli stava presentando per Mamoru era piacevole soprattutto il senso di intimità. Faceva un bagno e a pochi passi di distanza Usagi asciugava i capelli guardandosi allo specchio. Era come vivere già insieme a lei.

Non parlavano - Usagi non poteva sentirlo sopra il rumore del phon - e lui ne era quasi contento. Poteva osservarla mentre lei era assorta e concentrata.

Non è facile, sei sempre in movimento.

Usagi indossava un accappatoio rosa pallido, le gambe che uscivano dall'apertura tra i lembi. Con le ciabatte disegnava inconsciamente piccoli cerchi sul pavimento, le dita dei piedi che danzavano di vita propria. Lei spostò una ciocca di capelli sollevandola in aria, sopra la testa, per asciugarla con l'aria calda da ogni lato.

Mamoru le guardò il viso nel riflesso dello specchio. Usagi era cambiata molto, riuscendo a rimanere sempre uguale.

Le sue labbra erano identiche a quando lui l'aveva conosciuta, tre anni prima: rosa, un poco paffute, delicate nel disegno, sorridenti. Eppure, in qualche modo, erano diverse nella maniera in cui le stavano nel viso.

Osservando ancora, lui capì. I singoli tratti non erano cambiati. Era l'intero volto di lei a essere mutato nella forma, leggermente. Usagi aveva meno guance e il suo mento sembrava più sottile. Gli zigomi erano maggiormente visibili e il naso si era definito in angoli dolci, prima quasi inesistenti. Lei non era dimagrita, ma un po' di grasso infantile era sparito dalla sua faccia. Ora, più che graziosa, era bella, anche se per lui lo era sempre stata.

Lei spense il phon. «Mamo-chan?»

«Hm?»

«Se non ti muovi a uscire dalla vasca, non potrai aiutarmi a pettinare i capelli.»

«Eh?»

Lei si voltò. «Credevi di dover solo assistere? Non sai quante volte ho sognato che ci fosse qualcuno ad aiutarmi coi nodi. E ora...» Sollevò allusivamente le sopracciglia.

Sorridendo, Mamoru stiracchiò le braccia. «Esco.»

 

Sistemandosi sul divano, in salotto, Usagi lo invitò a sedersi accanto a lei. «Preparati» disse toccando i bordi dell'asciugamano che aveva sulle spalle. «Ci sei? Ta-da!» Fece ricadere sulla schiena, quasi fino al pavimento, tutta la massa di capelli che aveva tenuto raccolta, una lunga cascata dorata di morbidezza.

Toccandola, Mamoru si sorprese. Era più come una nuvola vaporosa, non esattamente ordinata.

«Hai visto? Per questo li tengo legati. Sciolti vanno dappertutto.»

Lei stava già separando le ciocche e lui si spostò in avanti, per guardarla in faccia.

Usagi sorrideva. Tirò via la frangia dalla fronte. «Senza questa mi riconosceresti ancora?»

«Sì.» Non potendo farne a meno, le diede un bacio veloce. Si prese un momento per osservare il modo in cui i capelli le cadevano ai lati del volto. «Così sei... più dolce.»

«Un altro motivo per legarli. Come faresti a resistermi altrimenti?» Usagi gli impedì di baciarla ancora spazzandolo in volto con un voluminoso ciuffo biondo. «Su, su, c'è da poco da scherzare. Al lavoro!»

Mamoru tenne in mano la ciocca che lei gli aveva passato.

Usagi lanciò un'occhiata alla tv spenta. «Oh, non hai messo il film.»

«Posso resistere senza.»

Divertita, Usagi contemplò la sua attenzione. «Cosa ti prende oggi? Non fai che... guardarmi.»

«Hm. È un problema quando ti guardo troppo, o troppo poco...»

Lei gli premette un dito sul petto, forte. «Ehi. Non mi distrai, sai?»

Lui si arrese. «Voglio solo guardarti.»

Usagi lo valutò. Nell'accorgersi dell'intensità del suo proposito prese colore sulle guance, giusto un poco. «Okay.» Cominciò a passare la spazzola sui capelli. Si dimenticò per diversi secondi di quelli che lui teneva in mano. «Ehm... se ci sono dei nodi, scioglili piano con le dita.»

«Di là ho un pettine.»

«Può aiutare.»

Mamoru andò a recuperarlo.

Di ritorno, più che osservare, lavorò. Divisi in due code i capelli di lei erano ordinati e gestibili. Sciolti, il loro reale volume si palesava in tutta la propria massa e difficoltà.

«Tua madre mi ha fatto vedere delle foto di quando eri bambina» le disse. Ricordava di aver pensato che Usagi fosse la fotocopia di Chibiusa. «Avevi già i tuoi...» Mini-odango. «Chignon.»

«Sono stati un'idea di mamma. Non so se avrei fatto crescere tanto i capelli se non mi avesse abituata a legarli qui dietro sulla testa così in alto. In questo modo sono comodi, non mi finiscono in faccia.» Per qualche momento Usagi non disse più nulla. «Alla fine, è tutta una grossa coincidenza, no? O forse destino.»

Mamoru non capì.

Usagi abbassò la spazzola. «Questa è la pettinatura della mia vita passata. Anche ora tenere i capelli così lunghi mi fa sentire... regale.»

Davanti al suo silenzio, Usagi spiegò. «Non lo faccio per questo. Amo i miei capelli così come sono, ma... Ti ho mai detto che dopo le battaglie più importanti, per qualche giorno, i capelli mi crescono più velocemente? Sono costretta a tagliarli da sola perché non arrivino fino al pavimento.»

«Non me l'avevi detto.» Perché?

Usagi scrollò piano le spalle. «Non avevo paura. Era bello sentirmi pervasa dall'energia che avevo usato, solo che... Non volevo che nessuno di voi si facesse troppe speranze.»

«Su cosa?»

Usagi era quieta. «Sulla possibilità che, per magia, diventassi una raffinata principessa. Andiamo, non ho nemmeno mai imparato a pattinare.»

Lei sceglieva di concentrarsi su quel particolare inutile? In ogni caso... «Nessuno di noi ti vuole più 'principessa', Usa.» Non pensavano a quella pettinatura come a qualcosa che la legasse al passato. Per tutti loro quei due chignon erano semplicemente una cosa da... Usagi.

Forse per lei era diverso, perché aveva visto quel modo di tenere i capelli su un'altra donna, la sua antica madre.

Usagi era assorta. «Il paragone non è inevitabile? Voglio dire... sono Serenity. Ho in me lo spirito di ciò che ero un tempo e sento che io e lei siamo uguali. Mi piace perché è stato come ritrovare una parte di me che non sapevo che mi mancasse, ma... Non ho i ricordi di Serenity, o le sue esperienze. Nel futuro verso cui andiamo sarebbe stato utile per me nascere più... regale. Più nobile.»

Era un discorso che Mamoru non poteva sentire. «Non so se mi saresti piaciuta.»

Usagi comprese le sue intenzioni. «Sì invece. Come Endymion ti sei innamorato di me.»

«Di Serenity. Io - Mamoru - ero interessato a una ragazza che mi faceva ridere.» Era nato anche lui diverso, forse apposta per incastrarsi meglio con lei.

Usagi aveva arricciato le labbra, indecisa tra un sorriso e una smorfia. «Sarebbe un complimento?»

«Sì. Mi facevi ridere così tanto che ti pensavo più di quanto fossi disposto ad ammettere.»

«Questo è bello.» Lei si girò per schioccargli un bacio sulla guancia. «Il tuo amore è basato sull'allegria.»

Su tante altre cose, troppe. Ma tornando ai capelli... «Questi sono solo tuoi, Usagi. Li sto ammirando per questo.»

Usagi rise. «Ammiri e non pettini. Non finiremo mai così.»

Concordando, Mamoru riprese a lavorare.

  

«Allora...» mormorò lui.

I capelli di Usagi erano asciuti, pettinati e legati in due code basse da un paio di fiocchi che lei aveva tirato fuori dalla borsa.

Sistemata contro la sua spalla Usagi guardava la tv, rapita da un film che avevano scelto per caso girando tra i canali.

«Aspetta...» Usagi si concentrò sul bacio tra i due personaggi della pellicola. Batté felice le mani. «Quanto mi piacciono queste cose!»

Lui era d'accordo: stava aspettando qualcosa di simile nella realtà, per loro due. «Non avevi detto che mi avresti fatto pregare?»

«Hm?»

«Prima. Poi abbiamo lavorato in tandem sui tuoi capelli per... be', per non perdere tempo.» Erano state le parole di lei.

Usagi sbatté ripetutamente le palpebre, per un attimo confusa. «Giusto. Hm... Finiamo di vedere il film.»

Mamoru attese con pazienza.

Ai titoli di coda, Usagi spense la tv. «Bella storia, vero?»

Lui annuì per riflesso: non aveva seguito molto la trama, ma non gli era dispiaciuto starsene tranquillo a guardare la televisione assieme a lei.

Usagi si era voltata per guardarlo. «Dobbiamo parlare, Mamo-chan.»

Interdetto dal tono serio, Mamoru ascoltò.

«Quando ti ho fatto quei discorsi invitanti... ecco, mi riferivo al futuro. Parlavo in generale. Non possiamo stare una sera senza pensare a certe cose? Non apprezzi la mia compagnia senza altri fini?»

Eh? «Ma...»

«Voglio dire, da quando la nostra relazione si è fatta così sessuale? Dov'è finita la dolcezza? Non è bello stare semplicemente insieme?»

Incredulo, Mamoru cercò i suoi occhi. «Non... Io-... Cosa

Usagi lo ammonì con un dito. «Dobbiamo risolvere. Cominciamo da questa notte.» Si alzò dal divano e camminò verso la stanza. «Dormirci su ci farà bene.»

Mamoru rimase a fissare la moquette. Prima di seguirla cercò di nascondere una tonnellata di confusione.

Da dove era saltato fuori quel discorso? Metà delle volte era stata lei a cominciare!

O lui davvero era stato troppo insistente? Aveva sbagliato da qualche parte? O Usagi era affetta da qualche momentanea crisi ormonale che-

Depresso cominciò a uscire dal salotto e la trovò in piedi sulla porta del corridoio. Lei stava provando con tutte le proprie forze a non ridere. «Ci sei cascato.»

Lui spalancò la bocca.

Usagi saltellò e corse in camera. «Ci sei cascato!»

Senza nemmeno pensare lui la inseguì. Rimbalzarono insieme sul materasso. «Era questa la tua idea?»

Giocosa, lei mantenne le distanze. «No, me n'ero completamente dimenticata! Ma tu hai sempre in testa la stessa cosa, buh! Così impari!»

«Io?!» Ridendo, Mamoru ricadde con la schiena sul letto.

Dopo un momento Usagi lo solleticò sulla faccia con la punta di una coda. «Ehi.»

Lui le sfuggì col naso.

«Guarda cosa faccio per farmi perdonare.»

Mamoru aprì gli occhi proprio mentre un fiocchetto gli cadeva sulla guancia. «Li sciogli?»

Lei annuì e gli riversò sul petto metà della propria chioma, salendogli sopra con le gambe, una da una parte all'altra dei suoi fianchi. Andò a slegare l'altra coda. «Dovremo stare attenti. Dovrai essere molto delicato con me.»

Lui la fece chinare in avanti. Coi suoi capelli si creò un meraviglioso rifugio biondo, con un vago profumo di fragola.

Usagi stava sbottonando piano il pigiama. «Ti piacciono?»

Come fa a essere una vera domanda? Non c'erano parole per esprimerlo. Si sollevò col torso, le prese la testa tra le mani. «Ti dimostro quanto.»

E per il resto della notte non parlarono.

 

Episodio 6 - Sciolti - FINE

 


 

NdA: Per l'idea, ringrazio due recensioni di EricaB e cri88 rispettivamente a 'Dentro di noi' e 'Red Lemon'.

Questa è una piccola storia che ho scritto un po' per esercizio, un po' perché quando ho una bella idea che mi ispira e fa contento qualcuno, sono felice di scriverla :)

Spero che vi sia piaciuta.

 

ellephedre

 

   
 
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