Fanfic su attori > Tom Hiddleston
Segui la storia  |       
Autore: NerdGirl_Marta    25/11/2014    1 recensioni
Quando fai di tutto per realizzare il tuo sogno può capitare che la vita ti sorprenda...accetta ciò che il destino ti regala e vivi l'occasione come un dono! Non puoi mai sapere cosa ti riserva il futuro...
Questa è una storia diversa, non vedrete mai un ''Tom'' che si innamora della protagonista...anche perchè la protagonista sono io!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 6 : A cena con Loki e Thor

 

Quando il taxi si fermò davanti all'edificio la premiere era già iniziata da tempo e l'attenzione della folla era completamente catturata dagli attori sul palco. Prima di entrare mi voltai nella direzione in cui stavano guardando tutti e mi accorsi che sull'enorme maxi schermo c'era il primo piano di Tom, sorridente come al solito, gli occhi luminosi e cristallini. Quanto era bello, ogni volta che lo vedevo mi saliva la pressione, nel suo smoking scuro riusciva ad avere una classe ed eleganza fuori dal comune. Non potevamo soffermarci troppo a guardare quindi entrammo subito senza che nessuno notasse la nostra presenza. I pass che ci aveva dato Luke erano neri, avevano solo la scritta dorata THOR3 sul fronte e un codice a barre sul retro, il bodyguard all'interno dopo averli visti al nostro collo ci domandò il motivo per cui eravamo li. Amy rimase spiazzata perché non capiva l'italiano ma ci pensai io a rispondere tranquillamente dicendo che eravamo ospiti del regista. Luke ci aveva addestrati a dovere e la mia bugia si dimostrò efficace permettendoci di entrare dietro le quinte della manifestazione senza problemi. Mi sentivo molto rilassata, avevo passato buona parte del pomeriggio nella enorme vasca a idromassaggio della nostra camera d'albergo. Quella suite era fantastica, aveva morbidi divanetti blu notte all'ingresso, una piccola cucina moderna e un tavolo di vetro al centro della stanza. La tv e il soggiorno erano sulla destra e comunicavano direttamente con la stanza da letto che aveva un enorme cabina armadio e il bagno in camera. Per me e Riccardo era come essere in una favola, non eravamo abituati a tanto lusso, molto probabilmente il costo di una notte in quella suite sarebbe stato l'equivalente di quello che avremmo speso per un intera vacanza. Mangiammo in camera, proprio come facevano nei film. Quel pomeriggio passato all'hotel mi sembrò un sogno, mi sentivo trattata come una regina e pensare che Tom viveva tutti i giorni in quel modo mi mise un po' di tristezza. Perché è bello finché rimane una novità ma quando diventa routine potrebbe essere un po' pesante da reggere, tutto troppo finto, troppo perfetto. Trovai lo stesso tipo di sfarzo anche nell'edificio adibito a dietro le quinte. A terra era stata stesa della moquette rossa, molto probabilmente per richiamare l'effetto tappeto rosso ma anche per impedire che gli ospiti, soprattutto le donne con i tacchi vertiginosi, potessero scivolare dato che il pavimento era completamente di marmo. Io, Amy e Riccardo indossavamo vestiti abbastanza informali, anche perché non avevo pensato di portare a Milano qualcosa di elegante per la serata visto che non mi immaginavo minimamente che sarei finita in quella situazione. Nonostante i vestiti poco appariscenti Amy spiccava, la si notava anche da lontano. Era raggiante nel suo maglioncino nero semplicissimo, jeans scuri e i capelli sciolti a circondarle il viso appena leggermente truccato. Era una ragazza molto semplice e simpatica, mi incuriosiva perchè in passato quando mi capitava di fantasticare su come potesse essere la donna perfetta per Tom non avevo mai figurato nella mia mente una persona tanto comune. Lei era bella si, e molto ma comunque riusciva con spiccata naturalezza a sembrare una persona normale tra tante. Trovammo la sala centrale praticamente deserta, la premiere era iniziata ormai da un ora e tutti gli attori, compresi gli assistenti e i giornalisti erano sotto o sopra il palco. Nella stanza c'erano solo tecnici e gente dello staff che andavano avanti e indietro intenti nel proprio lavoro come api operaie in un alveare. Ci sedemmo su un divanetto non molto distante dal tavolo del buffet, ricoperto da un sacco di cibo e champagne. Iniziai a parlare con Amy, ero molto curiosa di conoscerla e di sapere cosa avesse di così tanto speciale per conquistare il cuore di Tom. Mi raccontò un po' della sua vita a Londra, del libro che stava scrivendo e di come lei e Tom si erano conosciuti un anno prima. Mi disse che lei all'inizio non riusciva a stare con lui per colpa del suo lavoro, lei era abituata a storie “normali” quindi vivere una storia nascondendosi al mondo intero l'aveva sempre messa molto in soggezione. Mi disse però che dopo qualche mese Tom era diventato insistente, tornava a Londra anche solo per vederla per poche ore, tentò di conquistarla in tutti i modi finché lei non cedette alle sue lusinghe. Mentre mi raccontava della loro storia mi sentivo completamente catturata ed emozionata, venire a conoscenza di quel lato tanto personale e semplice di Tom mi stupì. In poco tempo avevo scoperto un sacco di lati della vita di Tom che non avrei mai immaginato, il rapporto con la madre Diana, il suo essere protettivo con la sorella Emma, tutti questi dettagli lo rendevano ancora più affascinante ai miei occhi. Parlammo per molto tempo, Amy era solare e genuina, era uno spasso passare del tempo con lei, anche Riccardo sembrava divertito anche se era più concentrato sulle tartine e le pizzette del buffet che sui racconti della vita privata di Tom. Poco dopo sentimmo un leggero brusio di voci fuori dalla porta della sala, le persone presenti sembravano in agitazione, in attesa. Molto probabilmente la premiere era finita, gli attori stavano tornando e insieme a loro era tornata anche la mia ansia. Constatai con piacere che in quella sala potevano entrare solo persone autorizzate e che l'ingresso alla festa prima della cena era privato, non c'erano giornalisti ne fotografi “Ecco perché Luke ci ha detto di fingere di essere amici del regista! Se avessimo detto di essere giornalisti ci avrebbero sgamato subito!” pensai. Il primo attore famoso che vidi entrare fu proprio Chris nel suo impeccabile completo grigio chiaro. Era enorme, alto, muscoloso e ben piazzato, mi incuteva un certo timore. Io, Riccardo ed Amy avevamo promesso a Luke di non parlare con nessuno quindi cercammo di continuare a parlare normalmente senza far capire che c'eravamo accorti della sua presenza. Amy sembrava leggermente agitata, anche lei non era abituata a stare in quelle situazioni e sicuramente era un po' in ansia perché Tom l'avrebbe presentata ai suoi colleghi e amici. Ad un certo punto vidi Riccardo sgranare gli occhi e spalancare la bocca “Cazzo cazzo cazzo...guarda l'ingresso! O santo cielo...” mi disse mugugnando. Era appena entrata Kat avvolta in uno splendido abito turchese, dovevo ammettere che vestita elegante faceva veramente un ottima figura. Io però preferivo assolutamente la classe e la dolcezza di Natalie che era entrata subito dopo di lei. La donna bionda indossava un vestito lungo color panna ed aveva al collo una splendida collana di diamanti che brillavano in modo spropositato. In pochi minuti la stanza si riempì di persone, di suoni, di profumi di tutti i generi “Ehy ragazzi come va? Tutto bene? Missione compiuta quindi?” disse Luke che era appena arrivato vicino a noi. Di Tom nessuna traccia, ma il suo assistente ci rassicurò dicendoci che sarebbe arrivato a momenti per poi sparire di nuovo tra la folla. Quando rividi Luke nella sala stava parlando con Chris molto amichevolmente e d'un tratto lo vidi indicare proprio nella nostra direzione, l'omone biondo sorrise e con passo spedito ci raggiunse esordendo “Allora sei tu Amanda! Cavolo era ora! Pensavo fossi una racchia perché Tom continuava a tenerti nascosta...ma cavolo se devo ricredermi!”


“Ehy amico non scherzare! Vuoi forse rovinarmi? Se Elsa lo viene a sapere come minimo mi vorrà accompagnare dappertutto e tu sai cosa significa vero?” mi rispose Chris allargando le braccia preparandosi ad accogliere il mio abbraccio. “Certo che so cosa significa, vuole dire che dovrai attivare la modalità “padre dell'anno” perché Elsa non si muove mai senza i bambini! Ma India, Tristan e Sasha mi ringrazieranno ne sono certo!” dissi sghignazzando. Marta e Riccardo erano seduti alla mia sinistra, sorridevano sembravano felici, forse leggermente imbarazzati ma potevo capirli. Luke mi aveva assicurato che non c’erano fotografi nella sala e che gli unici cellulari presenti erano quelli dei miei colleghi, pensai di potermi fidare di loro quindi mi avvicinai ad Amy e la baciai. Un bacio semplice, casto utile solo per sottolineare che ero li per lei, con lei e non avevo paura di farmi notare dagli altri. “Tom! Non mi avevi promesso una cosa? Te lo ricordi vero?” esordì spavaldo Riccardo. Sapevo perfettamente a cosa si riferiva e di certo non volevo essere proprio io a portarlo a conoscere Kat. Eravamo rimasti in buoni rapporti ma per me era un po’ troppo imbarazzante andare a parlarle come se niente fosse, finché avevamo le telecamere puntate mi sforzavo di comportarmi normalmente ma in privato mi sentivo sempre un po’ a disagio. “Oh…certo! Si si Riccardo ho capito…perché non vai con Luke, aspetta te lo chiamo…sempre se Marta ti da il permesso!” risposi al ragazzo ammiccando. Marta scoppiò a ridere lasciando intendere che per lei non c’erano problemi nel lasciare libertà al marito, e guardò Riccardo allontanarsi con Luke alla ricerca di Kat. Era ancora seduta, le mani congiunte sul pancione e una sguardo felice ed emozionato. Presi un bicchiere di champagne e lo allungai ad Amy per poi prenderne un altro di succo di frutta per Marta. Chris si sedette al suo fianco e io andai a sedermi vicino alla mia fidanzata. Inizia a spiegare al mio collega e amico chi fossero le due persone che avevo portato con me, gli raccontai che Marta era la stessa persona che due anni prima mi aveva recuperato la valigia a Bangor. Parlammo per molto tempo prima che arrivasse l’ora di andare a cena. Luke e Riccardo erano ancora dispersi quindi noi quattro decidemmo di prendere la stessa auto per andare verso il ristorante. Chris aveva le gambe troppo lunghe e le spalle troppo larghe per sedere dietro quindi salì davanti a fianco dell’autista privato mentre io andai a sedermi sui sedili posteriori con Marta ed Amy. La macchina era spaziosa ma tra l’ingombro dovuto alle mie gambe e il pancione di Marta mi sentivo un po’ schiacciato tra le due ragazze. Amy era molto rilassata, aveva allungato il braccio sulla mia coscia per arrivare ad afferrarmi la mano mentre Marta era visibilmente imbarazzata, era rossa come un pomodoro. “Le passerà mai l’ansia e l’imbarazzo?” pensai ma non dissi nulla per non peggiorare la situazione. Quando arrivammo al ristorante il parcheggio era deserto e l’ingresso bloccato, molto probabilmente avevano riservato tutto il ristorante per noi. Molti dei miei colleghi erano tornati agli hotel, alcuni erano andati direttamente all’aeroporto per prendere il primo volo verso la loro prossima meta. Io stesso, in passato, avevo viaggiato come un matto fermandomi in un posto anche solo per 12 ore ma fortunatamente avrei avuto l’occasione di rilassarmi per un po’ in Italia. Chris ci raccontò dei gemelli, di come stavano crescendo. Esibiva le foto dei bimbi che aveva sul cellulare come se fossero dei trofei, dei premi rari. Era bello poter passare del tempo con lui, tra tutte le persone che avevano lavorato alla trilogia di Thor lui era quello con cui avevo legato di più. Eravamo totalmente opposti, come carattere, come provenienza ma nonostante quello ci legava una profonda e sincera amicizia. Riccardo e Luke ci aspettavano già all’interno del ristorante, seduti al tavolo. “Quei due sembrano andare molto d’accordo!” disse Marta quando li vide ridere dall’altro capo del tavolo. Effettivamente era vero, i due uomini sembravano a loro agio assieme, forse stavano parlando di videogiochi, dio solo sa quanto Luke avesse bisogno di trovare qualcuno che gli desse corda quando parlava di console e giochi per pc. Lui aveva come una fissazione ma io non ne sapevo assolutamente nulla in merito quindi non si divertiva mai a parlare con me di quegli argomenti. La serata trascorse nel migliore dei modi, erano ormai le tre di notte quando finimmo la cena. Si facevano sempre orari assurdi in quelle occasioni e io iniziavo veramente a sentirmi stanco e assonnato. Era stata una lunga giornata e considerando le condizioni di Marta e la faccia che aveva in quel momento, pensavo che anche lei doveva essere assolutamente esausta quanto me. Arrivammo all’hotel in macchine separate e dopo esserci salutati e dati la buonanotte ci avviammo tutti verso le suite. Ci saremmo rivisti, con Marta e Riccardo, il giorno dopo a pranzo per decidere come fare per il trasferimento a Mantova. Quando entrai nella suite la stanchezza, quella vera mi colpì come una cannonata. Non sentivo più le gambe e avevo ancora nelle orecchie i rumori della festa. Amy si accorse immediatamente del mio stato d’animo quindi mi aiutò a spogliarmi, in modo molto tenero per nulla malizioso. Rimasi con solo i boxer addosso e decisi di stendermi sul letto, sentivo fitte attraversarmi tutto il corpo e un pesante cerchio alla testa. “Amore aspettami qui, non ti addormentare! Arrivo subito…” mi disse Amy dopo avermi dato un leggero bacio sulla fronte. Ero stanchissimo ma non volevo deluderla, dovevo resistere mentre la sentivo fare del rumore con delle tazze in cucina. Avevo capito perfettamente cosa stava facendo e ne ebbi la conferma quando la vidi rientrare in camera con un vassoio in mano, due tazze di tè fumanti nel centro. “Non c’è nulla che un buon tè non possa curare, vero? Chissà chi te l’ha insegnato!” le dissi sorridendo con gli occhi appena socchiusi nella penombra della stanza. Bevemmo il liquido caldo dalle tazze in silenzio, assaporandone ogni singola goccia. Appoggiai la mia tazza sul comodino e osservai Amy che aveva appena iniziato a ridere “Certo che fa proprio schifo questo tè italiano! E sulla confezione hanno pure il coraggio di chiamarlo Earl Grey!”. Aveva proprio ragione ma non avevo detto nulla per non offenderla. Anche Amy si spogliò e si infilò sotto le coperte, pelle contro pelle. I nostri respiri si sincronizzarono velocemente, il suo viso era appoggiato al mio petto. Stavo per addormentarmi quando con un timido sussurro “Ti Amo Tom” mi disse, senza pensarci le risposi immediatamente “Anche io ti amo piccola, sogni d’oro!”.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Tom Hiddleston / Vai alla pagina dell'autore: NerdGirl_Marta