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Autore: Uni    01/12/2014    4 recensioni
[RedMoon — a Hino, che è il momento più bello prima del mattino]
Dopo il Caos c'è sempre il silenzio.
Ma anche prima del Caos il silenzio regna.
Forse, allora, il Caos è l'unico mezzo per dare una scossa alle cose..
Già...
Genere: Avventura, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine, Nuovo Personaggio, Rein, Shade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tuoni
Il fulmine che si abbatte su un uomo è così rapido che egli non soffre. Ma, per colui che lo accompagna, è un triste spettacolo.
— Raymond Radiguet.

Feci un passo indietro, provando a escogitare, o quantomeno trovare, una via di fuga: niente da fare, la morsa del Boss degli Jewels non me l’avrebbe fatta passare liscia «Ti voglio dalla mia parte, Mia… O forse dovrei dire ‘Chaos’…?» la sua voce mi fece sussultare; era come se avesse sputato quelle parole, sputate con odio verso i miei confronti. La guardai con furia: ero in trappola.
Se avessi accettato, sarei diventata la sua cavia da laboratorio: impotente e fedele – per le leggi della resistenza. Però se avessi rifiutato, il Vento Ambrato – il nome in codice di Miss Sophia – mi avrebbe uccisa senza problemi, date le condizioni, mentali e corporee «I-io..» tentai di balbettare qualcosa, senza riuscirci. Sophia si avvicinò a me come un predatore ed ebbi paura. 
Mi spinse al muro e m'intrappolò nella sua morsa, si leccò le labbra con fare sadico. Sembrava davvero che volesse mangiarmi. Tentò di mordermi il collo, le sferrai una ginocchiata allo stomaco, lei subito si piegò in due ed ebbi un secondo per scappare dalla sua gabbia. Corsi fino alla porta: era chiusa a chiave. Tentai di buttarla giù ma il legno era saldamente attaccato ai cardini nonostante la sua vecchiaia. La sentii urlare, ma il suo non era un urlo né di terrore, né di tristezza. Solo Odio vi era in quell’urlo. Pian piano quell’urlo si avvicinava, Miss Sophia, con lo chignon ormai diventato un tupè scombinato, era apparsa nel corridoio acceso di rosso, per via delle candele, con un coltello da macellaio in mano. Se non mi fossi mossa in fretta, ne sarei rimasta vittima. Così, fallito il mio tentativo di fuga, decisi di affrontare la belva. Quella mi guardava con odio, le palpebre fuori dalle orbite, gli occhiali e i capelli fuori posto, il fiatone e per ultimo quel coltello ne erano la prova. Aspettai che fosse lei a fare la prima mossa, così quando si avvicinò a me per trafiggermi, mi abbassai di scatto e la lama del coltello s'infilzò alla porta. Ero sotto di lei e la sgambai con un calcio rotante a pelo del suolo. La sua faccia finì contro la porta e svenne, la scavalcai e salii al piano di sopra per uscire dall’albero che si trovava fuori dalla finestra di Maria: quando eravamo piccole, lei lo usava per scappare dalle punizioni e venire a giocare con me.
Aprii la porta della sua stanza, ormai in disuso. Rimasi ferma di fronte alla porta per un po’, soppressa da ricordi che m'intasavano la testa e che mi stringevano il cuore. Adoravo Maria, sarebbe diventata una bellissima ragazza se non fosse stato per me, per il mio intervento.
Aveva gli occhi castani, quasi tendenti sul rosso, e i capelli biondissimi; Un grandissimo sorriso che colorava le guance paffute, e come dimenticare i sogni che aveva per il futuro, un futuro che non avrebbe mai vissuto. Quel giorno c’era più caldo del solito – era estate – e Insieme al mio papà avevamo montato una piscina gonfiabile, Shade la stava riempiendo, così Maria ed io c'eravamo messe a giocare per ammazzare il tempo. Eravamo nel cortile di Miss Sophia a giocare ad acchiapperello, a un certo punto lei disse «Giochiamo a ‘Il mostro e la principessa’!» sorrisi e annuii, iniziammo a giocare: io ero il mostro, lei la principessa.
Il gioco era iniziato normalmente con rincorse e dispetti, fino a che vinsi il gioco catturando la ‘principessa’ saltandole di sopra. Era tutto un gioco fino a che, il mio occhio destro vide qualcosa nella sua anima. Un velo di cattiveria e di perfidia: era un demone. Debole e innocuo, ma che impossessandosi del corpo di una giovane vergine, sarebbe diventato potentissimo. La mia natura reagì, i miei occhi divennero rossi e cingendo la gola della bambina, la strangolai.
Miss Sophia accorse, e giunse anche il marito, che vedendo la bambina stretta tra le braccia della donna, la reputò colpevole. Non avrebbe mai accusato una bambina, che secondo lui non avrebbe avuto la forza necessaria da strappare un fiore, di aver stretto la gola della sua migliore amica. 
E invece si sbagliava eh, eh, eh.
La sera seguente all’omicidio, comparve un uomo che mi disse ciò che ero. Io ero il Chaos e la morte, ero stata generata da entità superiori per punire chi disubbidiva ai piani alti. Cioè i demoni che disubbidivano alla Divinità. Mia madre era solo un tramite per far arrivare la mia anima maledetta a una terra peccatrice. La fiamma che appariva nel mio occhio destro ne era la prova, e lo era anche il fatto che riuscissi a vedere i morti. Da quel giorno entrai nella ribellione, e ne diventai il capo, sotto il nome di Chaos.
Mi ripresi dai ricordi e mi avvicinai alla finestra, ma nel momento in cui sollevai il vetro, sentii una presenza alle mie spalle. Il demone ch si era impossessato di Maria, tempo prima, ora si nutriva dell’odio di Miss Sophia e viveva dentro di lei con lo scopo di uccidermi. Fece uno scatto in avanti, trovandomi impreparata mi colpì alle spalle. Mi scansai velocemente, ma non abbastanza da evitare il colpo. Il coltello colpì la mia spalla e tranciò il mio braccio che con un tonfo sordo cadde a terra. Urlai e caddi a terra. Il sangue ormai aveva macchiato la moquette e si era sparso sulle pareti della stanza. 
Quasi incosciente, aprii una palpebra lacrimante e l’ultima cosa che vidi prima di svenire fu la forma sfuocata di Miss Sophia che caricava un altro colpo. 
Ma prima che accadesse, il buio.

Un'anima maledetta in una terra peccatrice.

Questo è l'ultimo capitolo da ri-editare, finalmente.
Per il resto, la trama che avevo pensato è completa nella mia testa, ma non riesco a trovare la voglia di continuarla: perdonatemi, dunque!
Dato che è estate, probabilmente aggiornerò presto!
   
 
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