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Autore: _BadWolf_9    10/12/2014    2 recensioni
-fratellone- disse con esitazione Sherlock, poi continuò. -mamma e papà non torneranno...quindi rimarrai tu con me?-
Mycroft restò in silenzo per un attimo guardando un punto indefinito della foresta poi rispose - si, stai tranquillo- lo rassicurò. -ora andiamo a dormire che ormai si è fatto tardi-.
A quel punto il piccolo annuì prontamente con un flebile sorriso sulle labbra che nascondeva una tristezza infinita e si rannicchiò nel sacco a pelo.
(Johnlock e un pizzico di Mystrade soprattutto nei capitoli seguenti)
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti i miei carissimi lettori. Mi scuso per il ritardo, ma tra operazione e pc malfunzionante.....ho finito per deludervi superando la scadenza.
Spero vi piaccia il capitolo. Bacioni.


 

-cosa ci fai qui? Come....come, vi conoscete? - urlò quasi il povero John non capendoci più niente. Sherlock, alzandosi, si accostò al biondo senza staccar gli occhi di dosso dal Detective – rispondi alla sua domanda Lestrade. Che ci fai qui? - disse poi gelandolo con lo sguardo. Allora il brizzolato prese un bel respiro e – è una lunga storia....adesso però, devi venire con me. Harriet è preoccupata per te e comunque non puoi stare qui. Forza, non costringermi ad arrestarti per farmi seguire John – aggiunse avvicinandosi alla coppia.

-non ti avvicinare a lui – ringhiò lo spilungone, posizionandosi tra Greg e l'ex soldato. -lui è il mio nuovo coinquilino e aiutante investigativo. Con me non corre pericoli. - .Poi aggiunse in tono beffardo: - oh....noto che hai incontrato Mycroft. Hai il suo odore a dosso e dallo stato delle tue labbra, deduco ti sia finalmente deciso a fare il tuo passo. Bhè, digli che John resta con me.-.

-ah, ora ho capito.... lo hai scoperto allora. Tuo fratello me lo aveva detto che sarebbe stata un'impresa riportarlo a Neradon nel caso fossi venuto a conoscenza della sua vera identità. Sicuramente ti affascina la sua natura.-. Terminò con una risata isterica Greg. - cosa? Lo sapevi anche tu e non mi hai mai detto niente!? - scattò furibondo l'Hamish. - mi dispiace, ma ti dovevo tenere al sicuro. Sherlock ti avrà raccontato, no? Quindi, certo che non potevo dirti niente! - sbuffò in risposta.

La stanza calò in un silenzio tombale carico di tensione fino a che, il riccio, scostando la tenda della finestra, notò una giovane donna dai capelli lunghi color mogano.

-Sta per entrare Donovan. Arriva dal dipartimento della città, quindi ha bisogno di una consulenza per un caso. Probabilmente di omicidio considerando le occhiaie dovute dal poco riposo, anzi, serial killer. - constatò ritornando al fianco di John. I diciassette gradini, vennero saliti con passo svelto e non troppo leggero fino al pianerottolo. - Ehi geniaccio. Mi scoccia ma ci servi – disse la giovane entrando dalla porta e fece per aggiunger altro, ma fu anticipata dalla voce baritonale. - Sally, che piacere. No per niente a dire il vero. Comunque....Lestrade è venuto per il tuo stesso motivo suppongo, ma non mi ha ancora detto niente. Quindi, parla e in fretta che mi sta venendo la nausea per colpa del tuo deodorante. O dovrei dire per colpa di quello di Anderson.- ghignò divertito Sherlock. La ragazza lo squadrò con disgusto e irritazione, poi decise di lasciar cadere lo sguardo sul suo capo. - capo, non la trovavamo da nessuna parte in città. Abbiamo un'altra vittima, ma questa volta si trova a meno di 500 metri da qui e, come le altre, ha ingerito veleno. A quanto pare però, prima che quest'ultimo facesse effetto, è stata bruciata.- il Detective si sistemò la giacca zuppa e fece cenno a Sally di aspettarlo di sotto e così ella fece, poi si girò verso i ragazzi – continueremo il discorso più tardi. Grazie di avermi coperto,ora risolviamo il caso -. I tre si catapultarono fuori dal 221b con Sherlock troppo emozionato dal nuovo “ macabro passatempo” e un John confuso dalle troppe novità. Come poteva Greg essere capo detective di Scotland Yard e di Forah allo stesso tempo? Aveva per caso anche lui i poteri? E perchè aveva il permesso di stare ad Arcadia nel caso non ne avesse alcuno? Troppe domande. Decisamente troppe domande e altrettante poche risposte....

-Donovan, via? - s'affrettò lo spilungone appena uscito in strada. - scusa? -

-uhh che lenti che siete tutti nel capire...ok proviamo cosi, dove si trova il cadavere? - riformulò, questa volta con tono irritato. Si meritò lo sguardo accigliato della giovane e quello esasperato degl'altri due. - ….affianco al 38 di Northamberland Street, nel vicolo a sinistra...sei proprio un bastardo – sputò acida il sergente incamminandosi. - non così con calma...sta iniziando a piovere, si cancelleranno tutte le prove dannazione! John, noi due prenderemo una strada alternativa così arriveremo in tempo e non troverò Anderson ad innervosirmi. Pronto a correre?- terminò con un sorriso sgembo afferrando per un polso il pover'uomo.

Corsero per poco più di tre minuti ed arrivarono in un buio ed umido vicolo che sembrava persin peggio di una fogna. Tutt'intorno non c'era anima viva e nell'angolo di fianco all'uscita di uno squallido pub, era distesa a terra una figura apparentemente non umanoide, che si rivelò esser l'ultima vittima. Sherlock non perse tempo e, avvicinandosi al cadavere con lentezza, analizzò e catalogò ogni singolo dettaglio. - un'altro viaggiatore nel tempo...come sospettavo, ma questo, a quanto pare, era più forte o non lo avrebbero bruciato. Qui... - iniziò il consulente - ...ci sono dei pezzi di stoffa e del tabacco, ma questo cotone viene prodotto solo a Waytia, mentre il tabacco è fresco quindi è di questa località. È una donna sui 40 anni a giudicare dalla struttura dentale, sposata e con almeno due figli. Potente viaggiatrice nel tempo e, considerando che il veleno non ha fatto completamente il suo dovere, doveva lavorare in un laboratorio dove era a stretto contratto con la stessa tossina in modo da restarne immune quasi nella totalità. Le sue scarpe ci dicono che il laboratorio si trova al Bart's poiché è l'unico posto dove cresce il Borrago Officinalis dal fiore azzurro e lei ne ha una microscopica parte sotto la suola. - concluse rialzandosi e portandosi di fronte al Detective appena sopraggiunto. - fantastico...- esalò John seriamente colpito. Conosceva le sue capacità, ma non poteva fare a meno di stupirsi ogni volta che deduceva qualcosa. - l'hai detto ad alta voce- disse il consulente girandosi a fissarlo. - scusa – arrossì l'altro. - no, cioè....va bene, non mi da fastidio – concluse Sherlock girandosi di nuovo verso il brizzolato. Quest'ultimo guardò Sally e subito dopo riportò il suo sguardo sul genio: - bene, cosa hai capito?-

-l'assassino uccide solo viaggiatori del tempo, lavora per qualcuno di importante dato come si veste, fuma, abita in questa fazione e la pedinava. È molto potente, l'ha bruciata senza accendere alcun fuoco...le ha semplicemente poggiato una mano al ventre e l'ha, se si può dire così, cotta. Scommetto che è stato inviato dal sovrano data la natura della vittima e, l'unica persona di cui lui si fidi, secondo i miei informatori, è un certo Sebastian Moran- concluse soddisfatto. Superò il Detective e il sergente, facendo segno al biondo di seguirlo. Questo fece per passare, ma fu bloccato da Sally – ehi, non ti fidare di lui. Appena si stuferà di te, ti lascierà indietro e poi è uno psicopatico. In lui non c'è niente di giusto -. disse, ma venne interrotta dalla brusca risposta di John – Cosa stai dicendo! Lui è una brava persona, ma non è facile stargli vicino. Questo lo so, ma non lo abbandonerò solo perchè degli idioti lo considerano pazzo! - sfuriò liberandosi dalla presa e correndo verso l'oramai lontano Sherlock.

 

AL 221B Baker Street...

 

 

-forse dovremmo asciugarci – ruppe il silenzio il capitano.

-concordo. Ah guarda che non sono uno psicopatico e ti ringrazio per esser rimasto al mio fianco- annunciò l'altro iniziando ad accendere il camino in sala.

-figurati e...lo so, sei.....sei...bhè una persona interessante e non penso minimamente quello che ha detto Donovan- sorrise sedendosi sulla poltrona il biondo. - infatti sono un sociopatico iperattivo – ghignò orgoglioso.

Si guardarono e scoppiarono a ridere di gusto iniziando a togliersi i vestiti fradici e sedendosi, uno accanto all'altro, davanti al camino scoppiettante. La sera era calata e il fuoco del camietto faceva sembrare la stanza calda, mentre le ombre ondeggiavan al ritmo lento delle fiamme. La sala pareva un'immagine fuori da qualsiasi tempo e spazio, come un quadro, senza rumori al di fuori dello scoppiettio della legna.

-perchè piove sempre? Cioè son solo due giorni che sono qui, ma la gente sembra abituata a tutta questa umidita -. chiese alla fine l'ex soldato.

-vedi John, da quando gli Arcani sono andati via dal regno portando con se il loro immenso potere, Arcadia si è indebolita. Non immagini neanche quali poteri straordinari potresti avere. Comunque, appena riuscirai a dominarli, tornerà il sole, ne sono certo, ma prima dovresti conoscere, anzi dovrei dirti, le tue vere potenzialità. A differenza di tua sorella, tu non hai nessun tipo di dipendenza quindi dovresti riuscire ad attivarli. Per noi è molto semplice perchè abbiamo scuole apposta e ci esercitiamo sin da piccoli, ma per te potrebbe esser più complicato. Devi controllare le emozioni forti però, altrimenti verrai sopraffatto.- concluse con estrema calma Sherlock alzandosi e porgendo una mano al biondo come aiuto.

-capisco....ma sono sicuro che tu mi nasconda qualcosa sui tuoi di poteri invece- si accigliò l'altro afferrando la mano e alzandosi per dirigersi in cucina. Poi aggiunse – io mi son fidato di te nel confidarti il mio nome, quindi....bhè ecco, fidati di me adesso.-

-non ho problemi nel fidarmi di te. C'è come qualcosa di poco chiaro, e questo mi irrita non sai quanto, che ci lega. Ogni volta che ci guardiamo succede qualcosa. C'è qualcosa in te che mi attira, nei tuoi occhi, come un vortice e mi ha colpito sin dal nostro primo incontro e penso te ne sia accorto anche tu. Quindi, non ne sono certo, ma penso che i miei poteri si amplifichino quando sono con te. Non ero mai riuscito a trasformarmi solo in parte e oltretutto ero sfinito e ferito. Mi hai dato la forza di compiere la mutazione.- concluse un po' confuso e leggermente rosso in viso. John non aveva mai visto l'amico in tale confusione, ma doveva ammettere che quello che diceva lo sentiva anche lui. - si anche io percepisco la stessa cosa. Ieri notte non mi sarei mai avvicinato a te se non ci fossimo fissati. -. Alla fine, il consulente, si decise a mettere al corrente John di quelli che potranno rivelarsi i suoi poteri, ma prima gli si avvicinò e fece ciò che aveva visto fare a lui la notte scorsa:- pronto?-. Di risposta ricevette un lieve movimento della testa. - bene, hai sicuramente ereditato i poteri dei tuoi predecessori, poiché per voi Arcani funziona così. Sei in grado di generare, controllare e assorbire particelle luminose o fotoni; quindi puoi ad esempio creare lame di luce o proteggerti da attacchi o ancora renderti invisibile grazie ai giochi di luce. Sei in grado di rigenerarti e, sviluppando il potere, potresti persino curare altri come hai fatto, in lieve misura, con me nella foresta- . Concluse osservando il continuo mutare dell'espressioni sul volto di John. - w-wow....io dovrei esser in grado di fare tutto ciò? Aspetta, allora tu non hai un qualche sistema curativo interno che ti ha permesso di guarire prima? Non capisco, quindi ho già i poteri, anche se li ho usati inconsciamente, no? - chiese fissando l'altro con aria smarrita che non tardò a rispondere.
- a dire il vero, oltre a questi poteri, ne possiedi un'altro che però non posso ancora rivelarti. È troppo pericoloso. E no, non ho nessun sistema particolare che mi permette la rigenerazione veloce delle ferite. Sei stato tu e il tuo cuore puro. Probabilmente grazie al mio potere che ha richiamato il qualche modo il tuo. -. Appena terminò, sentì le dita dell'altro stringersi sulla propria maglia e il suo viso prese una piega di terrore e ansia. Cosa si fa in questi casi? Non sono abituato a nessun tipo di relazione....come ci si deve comportare? Devo forse rassicurarlo? O sdrammatizzare con una battuta? Cosa....cosa! Dannazione. John ha bisogno di un supporto.

Mille pensieri fecero capolino nella sua geniale mente, ma improvvisamente, agendo d'istinto, gli portò una mano a sfiorargli la guancia e l'altra la intrecciò con quella più massiccia del coinquilino. Come rassicurato, John, abbozzò un leggero sorriso pronunciando un flebile grazie. Di tutta risposta, anche lo spilungone, un po' scosso per la sua stessa scelta di “rassicurazione”, ne abbozzò uno. Rimasero parecchio tempo a fissarsi, poi Sherlock, ancora mano nella mano con John, si accomodò sul proprio divano, facendo cenno all'amico di sedersi accanto a lui. - facciamo così. Dato che sono sicuramente uno dei pochi non idioti di questo pianeta, e fidati non siamo molti, domani ci alleneremo per svilupparli.-. A quelle parole, il biondo si agitò chiedendosi se sarebbe stato in grado di imparare a controllarli, ma venne interrotto dalla successiva frase del riccio. - ne sono certo, ti insegnerò bene. -.
- va bene, mi hai convinto, ma ora devi mangiare che non hai toccato cibo -. disse seriamente John. - no! Non ho fame.- lo fissò appena infastidito dalla richiesta dell'amico. Fece per aggiungere qualche altra parola, ma notò che il coinquilino aveva chiuso gli occhi e non sembrava intenzionato a riaprirli prima della mattina successiva.

 

John si addormentò poggiandosi involontariamente sulla spalla di Sherlock, che al contrario, non chiuse occhio pensando al perchè delle sue azioni compiute poco prima e osservando per parecchio tempo le loro mani ancora unite come in un abbraccio.
Il suo Palazzo Mentale stava in qualche modo modificandosi creando una nuova stanza tutta per John. Doveva analizzarlo, scomporlo, capirlo.
Una grande domanda si stava ponendo il grande Sherlock Holmes mentre vagava nella sua mente e passava di stanza in stanza: Perchè?
La più antica delle domande.


                                                                                 Continua

   
 
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