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Autore: agatha    05/11/2008    3 recensioni
Cinderella è sempre stata la favola preferita di Maria. Può la sua vita ricalcare quella della protagonista? Se il destino le fa incontrare un moderno principe azzurro come Michael, su una Ferrari al posto di un cavallo bianco, tutto è possibile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maria De Luca, Michael Guerin
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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La Withman Enterprises occupava un’intera palazzina di quattro piani all’interno di un centro direzionale. Maria lavorava al secondo piano dove gli ambienti erano divisi da interpareti mobili. La sua compagna d’ufficio era Laurie Dupree, si erano conosciute quando lei era stata assunta e l’amica era stata una preziosa fonte di consigli. Quando la vide entrare sorrise dalla sua scrivania.

“Tutto bene?”

Maria scosse la testa.

“Me ne sono già successe di tutti i colori. Poi ti racconto”

Accese il computer e si mise al lavoro. Per una mezz’oretta tutto fu tranquillo, poi iniziò a spargersi la voce che erano arrivati quelli del consiglio di amministrazione e dopo aver visitato il primo piano stavano salendo da loro e un mormorio si diffuse nello spazio open space.

“Tu cosa ne pensi Laurie?”

“Non c’è nessun motivo per cui agitarsi, ho sentito che si è parlato di un aumento del capitale, è per questo che i pezzi grossi hanno deciso di visitare tutto di persona, vogliono vedere come stanno investendo i loro soldi”

 

Sentirono il suono familiare dell’ascensore che si fermava ed il rumore delle porte che si apriva.

“Prego signori da questa parte. Questo è il reparto che si occupa della registrazione fatture delle varie commesse”

Le due ragazze sentirono che le voci si avvicinavano a loro. Maria continuò tranquillamente ad inserire i dati ma quando sentì parlare una persona, le sue dita rimasero sospese mentre cercava di capire perché le era familiare.

“Sig. Guerin cosa ne pensa?”

Lei si portò una mano alla bocca.

“No, non è possibile, con tutte le persone che potevo tamponare ho preso proprio uno del consiglio di amministrazione… Altro che segno positivo dal cielo, questa è una disgrazia”

Si rese conto che non poteva affrontarlo, d’istinto prese un fazzoletto dalla borsa e premendoselo sul naso si rivolse a Laurie.

“Scusami ma non mi sento molto bene, devo andare in bagno”

Passò davanti al piccolo gruppetto cercando di nascondere il viso il più possibile. Mentre imboccava il corridoio a destra sentì il suo responsabile chiedere a Laurie cos’era successo. Aprì la porta del bagno ed entrò, era salva. Si guardò allo specchio sperando che la visita degli azionisti fosse breve, sapeva benissimo di non poterlo evitare per sempre, però almeno voleva mantenere la cosa segreta sul posto di lavoro. Aveva usato un trucchetto molto infantile, ma in quel momento di panico le era parsa l’unica soluzione possibile e poi ce l’aveva fatta: era salva. Si lavò le mani e si bagnò le guance per cercare di far passare il tempo. Poi decise di uscire, aprì la porta e si stava avviando quando sentì una voce.

“Spero che stia bene adesso, signorina De Luca”

Lei sobbalzò e si giro per vedere Michael Guerin appoggiata al muro che la fissava con le braccia conserte.

 

“Buo-Buongiorno, cosa ci fa qui?”

“Faccio parte del consiglio di amministrazione e sono in visita alla Withman Enterprises. Mi è parso di capire che non stesse molto bene, ha forse risentito dell’incidente di questa mattina?”

Il tono di lui era neutro e lei non riuscì a capire se la stava prendendo in giro oppure era serio.

“Niente di grave, adesso è tutto passato”

“Avrei bisogno di scambiare due parole con lei, vuole seguirmi?”

“Io?”

Michael si spostò posizionandosi davanti a lei come aveva già fatto un’ora prima e avvicinò il viso al suo.

“Non vedo nessun altro in giro”

Poi passò oltre.

“Mi segua”

Maria si mise una mano sul cuore, respirare il suo dopobarba così da vicino le aveva fatto accelerare i battiti.

 

Arrivarono all’ufficio di uno dei dirigenti e Michael si sedette sulla poltrona dietro la scrivani facendole cenno di accomodarsi e chiudere la porta. Lei si sedette sulla sedia ed iniziò a torcersi le mani appoggiate in grembo mentre lui rimaneva in silenzio.

“Come lei saprà io e gli altri azionisti siamo qui in visita. Io mi fermerò un mese qui negli Stati Uniti anche per altri affari, poi tornerò in Canada, purtroppo ho ricevuto degli inviti per alcune feste ed altri eventi a cui non posso mancare”

Lui si fermò facendo una pausa e Maria istintivamente aggrottò la fronte cercando di capire dove volesse arrivare, lei non aveva certo questo tipo di preoccupazioni, se così si potevano definire.

“Quando mi è capitato l’anno scorso ci sono stati un po’ di problemi. Nelle serate in cui mi sono presentato da solo mi è successo di essere assillato da alcune ragazze che volevano farmi compagnia prima e dopo la serata, se mi spiego” e le fece uno sguardo ammiccante.

Maria arrossì afferrando il vero significato delle sue parole. Lui sembrò non farci caso e continuò.

 

“Questi diversivi di solito non mi dispiacciono, ma l’ultima volta la fanciulla in questione ha pensato bene di rilasciare un’intervista su di noi con molti particolari. Ovviamente ho subito sistemato la questione”

“Non ne dubito, la ragazza sarà finita nella stanza delle torture del tuo castello” pensò Maria prendendolo in giro e, istintivamente, sorrise a quest’idea.

“Cos’è che la diverte tanto?”

“Oh mi scusi, non volevo ridere di quello che le è successo, mi era venuta in mente una cosa, niente d’importante”

“Adesso sono curioso di saperla”

“No, no lasci perdere”

“Insisto e di solito ottengo sempre quello che voglio”

“Ed io non faccio mai niente contro la mia volontà”

Rimasero a fronteggiarsi occhi negli occhi finché Michael fece una smorfia divertita.

“Vedo che il gattino ha tirato fuori gli artigli diventando una tigre”

Maria fece una faccia perplessa ma decise di non ribattere.

 

Michael dentro di sé si stava divertendo come un pazzo, Maria De Luca era come un libro aperto, qualsiasi cosa stesse pensando si rifletteva sul suo viso ed era facile da intuire. Era stata adorabile prima quando si era imbarazzata mentre lui accennava alle notti di sesso, non pensava esistessero ancora ragazze capaci di arrossire. Era curioso di vedere come avrebbe reagito alla sua proposta.

Durante il viaggio in macchina aveva riflettuto e gli era sembrata la soluzione ideale poi, ammise con se stesso, la situazione lo intrigava moltissimo. Si rese conto che ora la faccenda si faceva delicata, il modo in cui le avrebbe prospettato la cosa era importante, doveva far leva sui suoi sensi di colpa. Appoggiò le braccia sulla scrivania intrecciando le mani.

“Ho parlato con il mio carrozziere, dice che il danno all’auto è ingente. Dovrà sostituire tutta la portiera ed anche il parafango posteriore. Forse ho fatto male ad accettare la sua proposta di non fare la constatazione amichevole”

“Bene, la bomba l’ho lanciata. Vediamo come si comporta”

“No la prego. Ha detto che potevamo accomodare la cosa privatamente”

“Ma come pensa di ripagarmi del danno subito?”

“Potrei darle una rata tutti i mesi fino a coprire il danno”

“Ma lei si rende conto di quanti soldi sono? Ed io dovrei anticipare tutto? In fin dei conti non la conosco, potrebbe essere solo una tattica per truffarmi”

Maria abbassò la testa scoraggiata, si rendeva conto che lui aveva perfettamente ragione, che diritto aveva lei di chiedergli una cosa simile, neanche si conoscevano.

Quando Michael la vide abbassare la testa sconsolata si sentì in colpa, non voleva certo farla piangere, però era indispensabile per la riuscita del suo piano. Si ripromise di farsi perdonare più avanti per questa vigliaccata.

 

“Forse una soluzione ci sarebbe…”

Maria rialzò il viso e spalancò i suoi occhioni verdi. Lui rimase a guardarli e si rese conto che erano davvero molto belli. Poi riprese il suo discorso.

“Io ho bisogno di aiuto e lei potrebbe essere la persona adatta. Non ho voglia di essere preda di altre ragazze che cercano solo un po’ di notorietà, vorrei godermi il mio soggiorno qui senza problemi. Se io avessi una fidanzata starei in pace”

“Ma non capisco cosa c’entri questo con il nostro problema”

“Le propongo di fingere di essere la mia fidanzata”

“Che cosa? Io?”

“Come tutte le volte che me l’ha domandato oggi le rispondo sì, è l’unica ragazza presente in questa stanza che ha un debito con me”

“Io non voglio essere la sua fidanzata!”

“Infatti sarà solo una copertura”

Nella stanza cadde il silenzio. Michael aspettava che lei assimilasse la sua proposta sperando che l’accettasse. Maria cercava di capire in quale universo parallelo fosse finita. Era assolutamente stupita di quello che lui aveva detto.

 

“Scusi, ma credo di non aver capito bene….”

Michael sorrise, si riappoggiò allo schienale della poltrona e posò la penna sulla scrivania.

“Le assicuro di non avere nessun secondo fine. Ho bisogno di avere una fidanzata da esibire, in modo da essere lasciato in pace finché sono qui negli Stati Uniti. Parteciperemo ad alcune serate mondane ed altri appuntamenti. Se invitassi qualche amica per questa finzione potrebbero esserci delle complicazioni di tipo sentimentale, io invece ho bisogno solo di un’accompagnatrice per un periodo limitato, quando me ne andrò tanti saluti e amici come prima”

Maria rimase in silenzio cercando di assimilare le sue parole. Passarono tre minuti buoni e poi lei si decise a parlare.

“Se io accetto queste sue condizioni sarà risolta completamente la faccenda dell’incidente? Non ci saranno lettere all’assicurazione , né soldi da versare?”

“Ha la mia parola. Un mese fidanzata con me in cambio del risarcimento della mia ferrari. Allo scadere del mese avrà saldato il suo debito”

“Affare fatto”

Michael sorrise, era riuscito ad ottenere quello che voleva. Si strinsero la mano per siglare il loro accordo.

“Direi che da questo momento possiamo anche darci del tu Maria”

“Certamente Michael”

“Ti lascio tornare al tuo lavoro. Devo partecipare ad una riunione di sopra. A che ora stacchi?”

“Di solito alle 18.00 ma siccome ho fatto tardi uscirò alle 18.30”

“Ci vediamo fuori nel parcheggio. Ti aspetterò, presumo che tu riconosca la mia macchina, se non te lo ricordassi è quella con una grossa ammaccatura sul fianco”

Maria si alzò e gli rivolse un sorriso che era più una smorfia.

“Davvero molto spiritoso”

Michael l’aveva raggiunta sulla porta ma prima che lei l’aprisse le prese la mano e se la portò alla labbra. Le diede un soffice bacio.

“Non sia mai detto che non sono galante con la mia fidanzata”

Poi le aprì la porta spostandosi per farla passare. Maria se ne andò senza dire niente, lo strano formicolio che ora sentiva dove si erano posate le sue labbra le aveva momentaneamente tolto l’uso della parola.

 

Sarebbe stata una lunga giornata.

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Ringrazio chiunque abbia avuto la pazienza e la voglia di leggerla e un grazie speciale alle "panchinare" per aver letto e commentato, vi adoro.

  
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