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Autore: ShadowFeanor    06/11/2008    3 recensioni
Shinku: Dobbiamo trovare l’ultima creazione di nostro padre.
Jun: L’ultima? Intendi la settima Rozen, quella per cui si è spacciata Barasuishou?
Shinku scosse leggermente il capo. Non era di lei che c’era bisogno.
Shinku: No, non è stata lei l’ultima creazione di nostro padre.
Jun: Allora di che si tratta?
Shinku: Hai mai sentito parlare di una creatura chiamata Bahamut?
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Jun Sakurada, Shinku, Suigintou
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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XIII)             L’Ultima Missione

 

Claudia: Uffa, ma quando arriva? Tra poco partiamo e nessuno è ancora venuto a salutarti! I miei amici sono venuti, perché…

 

Giuseppe: Claudia, te l’ho già detto, nessuno verrà a salutarmi. Non ho amici da queste parti, al contrario di te che da quando siamo arrivati hai conosciuto almeno una ventina di persone.

 

Claudia: Ma qualcuno ci sarà! E poi sono certa che sei stato in dolce compagnia la notte che non sei tornato a casa…

 

Giuseppe: Acqua, acqua. Se non sono tornato è semplicemente perché avevo da fare.

 

Claudia: E cosa? Siamo in vacanza, non hai la scusa di dover lavorare! Dì la verità, hai trovato una bella ragazza durante questi giorni e sei rimasto tutta la notte con lei senza dire niente alla tua sorellina. Perché non lo vuoi ammettere?!

 

Giuseppe: Perché stai toppando clamorosamente. Certo che sei ossessiva!

 

Claudia: Dai fratellone, lo sai che a me puoi dire tutto!

 

Giuseppe: Invece non ti posso dire un bel niente.

 

Claudia: Ecco, ricominci a fare l’enigmatico. Forza, esternati un po' con la tua sorellina! Fammi sapere cosa ti tieni dentro!

 

Giuseppe: Non puoi capire ciò che tengo dentro, e non voglio fartene peso.

 

Claudia: Uffa! Sempre queste battute da superuomo invincibile! Sii più umano!

 

Giuseppe: Non sai quanto mi piacerebbe poterlo essere…

 

 Claudia: Allora perché non lo fai?

 

Giuseppe: Perché semplicemente non sono del tutto umano.

 

Claudia: Si, si, come no. Almeno dimmi con chi hai passato la serata due giorni fa!

 

Giuseppe: Fammi pensare… sono stato in un mondo parallelo a combattere con un coniglio antropomorfo ed una bambola fantasma per riportare in vita due bambole morte assieme ad un ragazzino delle medie, una sua amica e quattro bambole magiche. Poi è arrivato un mago che ha trasformato tutte le bambole in ragazze vere e siamo tornati a casa. Dimentico qualcosa? Ah, si, ho guarito da una malattia incurabile al cuore una ragazza che secondo i medici sarebbe dovuta morire già da molto tempo.

 

Claudia: Per caso è la trama di una nuova storia?

 

Giuseppe: No, è quello che ho fatto prima di tornare a casa.

 

Claudia: Si, come no. Ora scommetto che queste bamboline voleranno qui per ringraziarti di quanto hai fatto…

 

Giuseppe: Non ci contare, preferisco dimentichino che io esisto.

 

Improvvisamente, al brusio dei passanti, si aggiunsero alcune voci molto note a Giuseppe.

 

Di sicuro avevano scelto il momento peggiore per arrivare, almeno per come la vedeva lui.

 

Jun: Ve l’ho detto, l’unico volo mattutino per l’Italia parte tra venti minuti, siamo in perfetto orario, a meno che gli orari che ho trovato non siano vecchi.

 

Suigintou: Prega perché siano quelli giusti o ammazzo te e quelli che mettono gli orari dei voli su internet!

 

Hina: Jun! L’ho trovato!

 

Hina corse verso Giuseppe, saltandogli in braccio.

 

Hina: Ecco dov’eri na no!

 

Giuseppe: … E voi che ci fate qui?

 

Souseiseki: Non potevamo lasciarti partire senza nemmeno salutarti. Non dopo tutto quello che hai fatto per noi…

 

Giuseppe: Io non ho fatto proprio nulla…

 

Qualcuno afferrò per una manica il ragazzo.

 

Claudia stava alternando lo sguardo tra lui e le quattro Rozen più grandi, come se cercasse di carpire qualcosa dai loro visi.

 

I suoi occhi luccicavano come gemme al sole.

 

Giuseppe: Quello sguardo non mi piace…

 

Claudia: Fratelloneeeeee…

 

Giuseppe: Ecco, ci risiamo…

 

Shinku: Ma tu non eri figlio unico?

 

Giuseppe: Non è mia sorella di sangue…

 

Claudia: Sono la sua sorellina perché lui mi fa da fratellone anche se abitiamo a chilometri di distanza, mi dà consigli quando mi servono, mi consola quando ne ho bisogno… insomma, più che l’amico fa il fratellone.

 

Tomoe: Aiuti gli altri per deformazione professionale, vero?

 

Giuseppe: Preferirei sorvolare…

 

Claudia: Invece non si sorvola niente! Avanti, chi è tra loro? Questa bella albina? Oppure la bionda coi codini? O una delle gemelle? Chièchièchièchiè???

 

Giuseppe: Ancora con questa storia? Ti ho già detto che…

 

Claudia: Hai detto che non conoscevi nessuno, ma allora come me le spieghi queste belle ragazze il giorno della partenza? Hai fatto il galante con loro per tutto il tempo per cui siamo stati qui, vero? Vero?!

 

Giuseppe: Che te lo dico a fare? Tanto già lo so che non cambi idea, anche se ti dico che ti sbagli…

 

Claudia: Forza, ditemelo! Chi di voi è quella che ha rubato il cuore del fratellone? Eh?

 

Le ragazze si sentirono a disagio davanti a così tanta esuberanza, se poi si contava che dalla loro risposta dipendevano anche quelle che si potevano definire speranze della ragazzina era logico che nessuna di loro avesse intenzione di aprire bocca.

 

Ci pensarono Jun, Nori e Tomoe a tirarle fuori d’impiccio.

 

Jun: Se vuoi ti dico io qualcosa di interessante su cosa ha fatto tuo fratello mentre era con noi…

 

Claudia: Davvero?

 

Nori: Certamente! Però dobbiamo lasciarlo un attimo da solo con loro. Sai devono parlare di qualcosa di molto importante…

 

Claudia: Se è davvero così importante voglio sentire!

 

Giuseppe: Claudia, se fai la brava poi ti racconto chi sono queste ragazze, ok?

 

Claudia si lasciò convincere, mentre Giuseppe rimase da solo con le sorelle.

 

Giuseppe: Scusate, ma lei è fatta così. Non so perché ma ambisce a quelli che lei chiama scoop sulla mia vita sentimentale. Come mai siete qui?

 

Shinku: Mi pare ovvio. Tu hai fatto molto per noi, ed anche se non potremo mai ripagarti vogliamo lo stesso fare qualcosa.

 

Kanaria: Ti abbiamo portato dei regali, almeno così ti ricorderai di noi.

 

La seconda Rozen porse al ragazzo un cd.

 

Kanaria: Qui ci sono tutte le mie serenate al violino. Mitsu le ha registrate ed ho pensato che ti sarebbe piaciuto ascoltarle.

 

Giuseppe: Non dovete sentirvi obbligate a farlo…

 

Hina: Non siamo obbligate, lo vogliamo fare e basta na no!

 

La bambina gli diede un foglio.

 

Hina: Guarda! Qui c’è Shinku, qui c’è Hina, qui c’è Kana, Suiseiseki e Souseiseki, Suigintou, questo è Jun, questa è Tomoe, questa è Nori, Mitsu, i nonni, Megu, e questo sei tu!

 

Hina guardò Giuseppe teneramente, ed il ragazzo non potè fare a meno di sorridere al ritratto dell’innocenza dell’infanzia.

 

Giuseppe: Grazie. Quando sarò a casa lo appenderò in camera mia.

 

Souseiseki: Questi invece sono da parte nostra.

 

Le due gemelle consegnarono al fratello una un sacchetto, l’altra una boccetta contenente del liquido.

 

Souseiseki: Qui dentro ci sono dei semi che potrai curare senza molti problemi.

 

Suiseiseki: E quest’acqua è stata presa da Sui Dream, perciò li farà crescere belli forti desu.

 

Giuseppe: Che semi sono?

 

Souseiseki: Tulipani rossi. Nel linguaggio dei fiori sono la dichiarazione d’amore.

 

Suiseiseki: E visto che non hai la ragazza potresti usare proprio questi fiori per conquistarne una desu.

 

Giuseppe: Immagino che Claudia sarà del vostro stesso parere…

 

Shinku: Questo invece potrebbe non servirti, ma voglio dartelo lo stesso.

 

La quinta Rozen pose tra le mani del ragazzo un libro.

 

Shinku: Me lo diede nostro padre quando fece il primo fiasco nel crearti. È un libro su Bahamut. Probabilmente non ti servirà, ma mi sembra giusto che sia tu ad averlo. È anche per ringraziarti di qualcos’altro…

 

Giuseppe: Ti sei accorta che ho riparato la spilla, vero?

 

Shinku: L’ho visto mentre cercavo i documenti nel mio scrigno. Non so come ringraziarti.

 

Giuseppe: Non ce n’è bisogno.

 

Le cinque ex bambole guardarono Suigintou, la quale non accennava a muoversi.

 

Dovette darle una gomitata Suiseiseki per farla smuovere.

 

Suigintou: Ho capito, glie li do!

 

L’albina girò la testa di lato e mise tra le mani di Giuseppe un fagotto.

 

Giuseppe: Che cos’è?

 

Suigintou: Ecco… io non ho abilità particolari nel fare qualcosa al di fuori di quelle combattive, perciò… ti ho preparato dei biscotti da mangiare durante il viaggio. Ti avverto, è la prima volta che cucino, quindi se fanno schifo non te la prendere, non l’ho fatto di proposito.

 

Giuseppe: Non preoccuparti, è il pensiero che conta, no?

 

Suigintou: Si, ma un paio di biscotti non sono abbastanza per…

 

L’altoparlante riempì l’aeroporto con il suo suono, annunciando un volo in partenza.

 

Giuseppe: Mi dispiace, ma a quanto pare per me è ora di andare. È stato bello incontrarvi.

 

Suiseiseki: Cosa farai ora desu?

 

Giuseppe: Credo che… farò un viaggetto per trovare il vero me stesso. E non in senso figurato.

 

Shinku: Ce la farai, ne sono certa. Ricorda, tu sei Bahamut, l’unica ed ineguagliabile Rosa Nera della nostra famiglia. Se c’è qualcuno che può raggiungere un obiettivo impossibile quello sei tu. Credi in te.

 

Giuseppe: Io sarò pure la Rosa Nera, ma se non fosse stato per voi probabilmente per me non sarebbe cambiato niente. Grazie di tutto.

 

Giuseppe prese i bagagli, mentre Claudia, tornata da loro assieme agli altri, andò a salutare le sei ex bambole.

 

Jun: Quindi… adesso partirai, vero?

 

Giuseppe: Questa è solo una tappa. Il viaggio vero inizierà una volta tornato a casa.

 

Tomoe: Mancherai molto alle tue sorelle. Sei stato con noi poco tempo, ma credo sia stato abbastanza per tutte loro.

 

Giuseppe: Non preoccuparti, prima o poi tornerò. Ho solo un’ultima faccenda da sbrigare. L’ultima missione da immortale.

 

Nori: Buona fortuna allora. Spero di rivederti presto. Però la prossima volta che rimani a cena mi piacerebbe che tu stessi con noi.

 

Le due ragazze andarono a dare un ultimo saluto a Claudia, mentre Jun rimase con Giuseppe.

 

Jun: Sai, un po' ti invidio. Nonostante tutte le vite passate su questo pianeta sei sempre disposto ad aiutare gli altri, non ti tiri mai indietro, sei fortissimo…

 

Giuseppe: La forza però non vale niente senza volontà. Chiunque può avere potenza fisica, ma solo chi ha un animo degno può usarla al meglio.

 

Jun: Fatto stà che io a tuo confronto sono nulla… non sono capace di far nulla.

 

Giuseppe: Perché ne sei convinto. Convinciti del contrario e nulla sarà irraggiungibile.

 

Jun: Facile a dirsi. Tu puoi convincerti perché ne hai le capacitò, mentre io…

 

Giuseppe: Cerchi forza per caso?

 

Jun: Beh, non proprio, anche se un po' di forza dà coraggio.

 

Giuseppe: Se è questo che ti serve…

 

Giuseppe diede a Jun una katana.

 

Jun: Ma questa…

 

Giuseppe: Si, è la katana che ho vinto qualche giorno fa. In realtà mi sono iscritto al torneo dopo averti conosciuto, a casa mia ho la Kusanagi originale. Non lo sai, ma il tuo anello mi ha trasmesso subito il tuo legame con Shinku e Suiseiseki, facendomi comprendere quello che provi.

 

Jun: Ma… che dovrei farci con questa?

 

Giuseppe: Potrai richiamarla a te come faccio io con le mie spade. Ho impiantato nella lama un po' dei miei poteri, perciò in caso di necessità potrai usarla subito e sarà più potente di una normale katana.

 

Jun: Perché lo stai facendo?

 

Giuseppe: Perché ne hai bisogno. Così come le mie sorelline hanno bisogno di te. Io per un po' non ci sarò e non potrò raggiungervi. Proteggile tu al posto mio. E non dire che non puoi, perché puoi farcela. Dentro di te c’è una grande forza, solo che sei tu che non riesci a sfruttarla. Quando tornerò voglio vederti cambiato, ed in meglio.

 

I due ragazzi si salutarono e Giuseppe, assieme a Claudia, salì sull’aereo che lo avrebbe riportato in Italia.

 

Ma quella, come aveva detto, era solo una tappa.

 

Avrebbe detto a Claudia che quelle ragazze erano delle sue lontane parenti, cosa non del tutto falsa, e poi sarebbe partito.

 

Aveva solo un modo per diventare umano in tutto e per tutto.

 

Doveva trovare Bahamut, solo lui poteva renderlo umano per davvero.

 

Era una cosa difficile da attuare, ma poteva farcela.

 

Perché c’era chi credeva in lui, e sarebbe tornato vittorioso proprio per queste persone.

 

E sarebbe tornato come uno di loro.

 

Il ragazzo guardò fuori dal finestrino, scorgendo le sorelle che lo salutavano ancora una volta.

 

Quando non furono più in vista si accorse che Claudia dormiva.

 

Aprì il fagotto di Suigintou, addentando un biscotto mentre guardava il disegno di Hina.

 

Erano un po' bruciacchiati, ma nonostante ciò avevano un buon sapore.

 

Il sapore di qualcosa fatta col cuore.

 

Fine

 

Ok, ora sarà meglio fare delle precisazioni su quanto ho scritto in questa fan fiction…

 

Bahamut, Leviathan e Fenice: Come avrete capito non li ho inventati io, ma sono realmente creature bibliche. Anche le tecniche di Bahamut non le ho inventate, né la storia della sua esistenza. Unico fatto inventato è riguardo la spada, ma dovevo trovare un motivo per cui si chiamasse Bahamut Tear.

 

Claudia: Alias Koyochan, la nostra commentatrice assieme a _Khozen, le quali ringrazio per la pazienza di aver letto questa storia. Comunque sia Claudia è, come nella fic, un’amica che tratto più o meno come una sorellina. Inutile quindi dire a chi sia ispirato il personaggio di Giuseppe…

 

L’anima nella spada Fenice: Questa è una cosa molto personale, perciò non ne parlerò qui. E probabilmente ne è un bene per tutti.

 

Detto questo vi ringrazio ancora una volta per aver letto questa fan fiction. Spero di scriverne presto un’altra di eguale successo. Alla prossima fan fiction!

 

   
 
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