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Autore: yingsu    22/12/2014    1 recensioni
Konoha è in pace e qualsiasi cosa (un profumo, un'emozione, un'immagine) presente al villaggio evoca un ricordo.
Sono i fiori, una brezza calda, le foglie dell'autunno, o una sciarpa che prende forma sotto il movimento dei ferri che danno quel senso di tranquillità agli abitanti del villaggio.
C'è un dinamismo tranquillo nelle vite di Sasuke, Sakura, Naruto e Hinata. Che li porta ad aspettare il domani - la stagione che arriverà - piacevolmente. Tanto c'è tempo per fare tutto. C'è tempo per recuperare quello perso, per stare accanto alle persone che contano davvero.
Ormai il passato è solo un ricordo e ora - con le nuove stagioni nate dalla guerra e dal dolore - a loro spetta solo un po' di riposo e di amore.
•「PROLOGO」― una stagione racchiuda tutte le altre.
•「春 – HARU」― quello che la primavera fa con i ciliegi.
•「夏 – NATSU」― il grido instancabile delle cicale.
•「秋 – AKI」― sembra solo acqua ed invece è ricordo.
•「冬 – FUYU」― voci così belle come quelle di una sera d’inverno.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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風物詩

• the thingsfeelings, scents, imagesthat evoke

memories or anticipation of a particular season

 

 

 

 

 

 P R O M P T  DUE estate + gita in montagna link immagine

«Ho tanto, e il sentimento di lei divora tutto; ho tanto e senza di lei di tanto non mi resta niente».

| i dolori del giovane wertherj.w. goethe |

 

 

 

「夏 N A T S U

Ancora e ancora, il grido instancabile delle cicale trafigge l’aria

afosa dell’estate come un ago al lavoro su uno spesso panno di cotone.

 

 

I sandali di Sakura affondarono nella fanghiglia del sentiero, mentre Naruto – come una pessima guida – blaterava qualcosa sul fatto che nel giro di mezz’ora sarebbero arrivati a destinazione.

La gita in montagna non era stata una brillante idea, avrebbe preferito rilassarsi sotto il sole sulla spiaggia, bere del tè freddo e chiacchierare con Hinata di cose da donne, e invece era lì: con i piedi sporchi di fango e le assordanti canzoncine di Naruto che le rimbombavano nella orecchie.

Sospirò alzando la testa verso il cielo, solcato qua e là da cumoli cinerei che non presagivano nulla di buono.

Avrebbe piovuto. E se non avessero raggiunto il tempio in fretta si sarebbero fatti di certo un bel bagno.

«Dobe!» la voce di Sasuke le giunse da dietro le spalle, interrompendo l’insopportabile nenia che Naruto stava canticchiando, «Sta arrivando un temporale, risparmia il fiato ed usalo per camminare» gli disse, e l’altro borbottò qualcosa di poco chiaro, aumentando il passo e controllando che Hinata lo stesso seguendo.

Avrebbe potuto essere una gita tranquilla e riposante, avrebbero potuto stare semplicemente in silenzio e godersi il canto delle cicale mischiarsi al gracidare delle rane, ma per Naruto era troppo difficile tenere la bocca chiusa.

Camminarono per dei minuti che parvero interminabili, ma il tempio ancora non si vedeva e le prime goccioline di pioggia incominciavano a cadere sulle loro teste.

«Forse abbiamo sbagliato strada, Naruto-kun» ammise Hinata mentre lui cercava di scorgere un qualche riparo.

«È impossibile!» affermò lui, «Forse il tempio è dietro quel passo, probabilmente saliamo e poi scendiamo di nuovo e ce lo troviamo lì» continuò, sicuro di sé, mentre Sasuke roteava gli occhi, esasperato.

«Dobe, ammetti che ti sei perso e che a quel bivio dovevamo andare a destra» disse, cercando di farlo ragionare, ma lui non ne voleva assolutamente sapere.

«MAI» strillò additando l’irto sentiero fra le rocce, «Non ci siamo persi, teme, se vuoi tornare indietro fallo pure, ma io proseguo!».

Sakura sospirò togliendosi lo zaino dalle spalle, poggiandolo su un sasso. Avrebbe voluto tirargli un pugno, dritto su quella testa bacata che si ritrovava, ma per rispetto di Hinata non lo fece e si limitò ad immaginare la scena in cui lei lo prendeva ripetutamente a sberle. «Non possiamo dividerci, non fate gli idioti» tentò di fare la voce della verità, ma era ovvio che nessuno dei due l’aveva minimamente calcolata.

«Va bene, teme, allora io continuo con Hina-chan e tu torni al bivio con Sakura-chan, così vediamo chi aveva ragione!» proclamò Naruto in tono di sfida, e Sasuke sorrise recuperando lo zaino di Sakura e porgendoglielo.

«Va bene, dobe».

Non andava bene.

«Perché dovete fare sempre i bambini?!» li rimproverò Sakura, ma Sasuke si era già incamminato, e così anche Naruto.

Lei e Hinata si guardarono per qualche secondo, fino a quando la ragazza non le sorrise, «Tranquilla, Sakura-chan» mormorò rassicurandola, facendole intendere che sarebbe andata con Naruto e che si sarebbe presa cura di lui.

Magari riusciva anche a farlo ragionare!

Annuì mettendosi lo zaino sulle spalle, e poi corse a raggiungere Sasuke, fermo qualche metro più in là che l’aspettava.

Gli uomini… si disse, sollevando il cappuccio del mantello per ripararsi dalla pioggia.

 

Sasuke beveva da una fiaschetta seduto sulla pietra, la schiena poggiata ad una delle colonne.

«Forse dovremmo andare a cercarli» propose Sakura, preoccupata, in piedi accanto a lui.

«A quest’ora si saranno già accorti di aver sbagliato strada e staranno tornando indietro…» le rispose tirandola per il mantello umido, invitandola a sedersi. Ma lei non riusciva a non pensare che se gli fosse successo qualcosa sarebbe stata anche colpa loro.

Sasuke alzò lo sguardo su di lei, guardandola mentre tremava per il freddo, con i capelli fradici.

Sospirò mettendosi in piedi, togliendosi la mantella e posandogliela sulle spalle, cercando di scaldarla.

La guardò mente il mento le vibrava piano, le gocce di pioggia incastrate fra le sue ciglia chiare facevano sì che sembrava che stesse piangendo. Era così bella, ed era tutto quello che aveva. Che gli restava.

Posò la mano destra sul suo cappuccio, sfregando leggermente per cercare di asciugarle i capelli.

«Hinata ha il byakugan, Sakura» le ricordò, cercando di rassicurarla, di cancellare dal suo viso quello sguardo preoccupato del quale era quasi geloso. Era per lui che lei piangeva, per lui che si preoccupava, e nel profondo del suo egoismo pretendeva che fosse così solo ed unicamente per lui. Non per Naruto.

La vide annuire piano mentre increspava le labbra umide in un leggero sorriso, «Lo so…» mormorò stringendosi al suo petto, poggiando la fronte contro la sua scapola.

Non aveva niente al di fuori di lei, non aveva più la sua famiglia, Itachi, il suo clan. Non aveva più nulla per cui combattere. Solo lei, e non era nemmeno in grado di abbracciarla e renderla felice.

Le fece scivolare il cappuccio sulle spalle, sentendola tremare come un fiore investito dal freddo invernale, come la prima volta in cui avevano fatto l’amore.

Erano quelli i momenti in cui vedeva l’ombra di quella ragazzina che piangeva mentre lo stringeva, la stessa che lui si ostinava a proteggere. Non c’era più oramai, aveva lasciato il posto a quella magnifica donna forte che li aveva aiutati a vincere la guerra, la stessa che aveva provato ad ucciderlo. Eppure, ogni tanto, gli sembrava di vedere ancora il suo riflesso in quegli occhi verdi che trattenevano le lacrime e il dolore. La delusione di un amore che forse non era come se lo aspettava.

 

«Naruto-kun, dobbiamo tornare indietro!» cercò di convincerlo Hinata mentre lui si ostinava ancora a camminare.

Avevano attraversato il passo, ma al di là non c’era nulla, solo una vecchia abitazione in legno, doveva arrendersi.

La ragazza gli poggiò una mano sul braccio sotto la pioggia scrosciante che batteva sui loro mantelli, «Ho usato il byakugan, il tempio è per di là» gli disse, e Naruto si bloccò di colpo.

«Quindi aveva ragione il teme?!» chiese retorico, lasciandosi andare poi in uno strano verso che strappò un sorriso ad Hinata, che annuì. Si vedeva che ammetterlo gli rodeva, ma alla fine era la verità, e passando ancora un altro po’ di tempo sotto il diluvio ci avrebbero guadagnato soltanto un bel raffreddore.

«Va bene…» le rispose lui, «ma fermiamoci in quella casa, per il momento, così aspettiamo che smetta di piovere» suggerì facendo marcia indietro, lasciando Hinata davanti, in modo da afferrarla nel caso scivolasse.

Tornarono indietro fino a quella vecchia casupola, e poi ci s’infilarono dentro, togliendo le mantelle bagnate.

Non c’era nulla in quel posto, solo un mucchio di polvere e sporcizia.

«Almeno siamo al riparo…» commentò Naruto, cercando di guardare al lato positivo della cosa. Un po’ si sentiva in colpa, dopotutto era stato lui a trascinarla sotto un acquazzone per più di un’ora.

Era stato uno stupido.

«Riposati un po’, quando passa il temporale li raggiungiamo» suggerì poi sedendosi sul pavimento, seguito dalla ragazza che si strinse nelle spalle, facendosi piccola accanto a lui. La cinse leggermente a sé aprendo lo zaino con il braccio libero, estraendo qualcosa da mangiare, giusto per recuperare le forze.

«So che non sono il massimo, ma è pur sempre qualcosa» ridacchiò passandole del cibo in scatola. Non era in programma che dovessero mangiare fuori, ma non era sorpresa dal fatto che Naruto avesse comunque portato qualcosa da mangiare.

«Grazie, Naruto-kun», Hinata sorrise e lo assaggiò – più per gentilezza ché per fame – e poi gli passò il contenitore di latta, poggiando la tempia sulla sua spalla.

Naruto mangiò in silenzio, svuotando in fretta la lattina, e quando ebbe finito si poggiò una mano sulla pancia, cercando di controllare se fuori pioveva ancora. A quanto pareva sì.

Sbuffò, «Di questo passo li raggiungeremo domani mattina» brontolò, ma dal suo fianco non venne nessuna risposta. Riusciva solo a sentire il respiro regolare di Hinata sfiorargli appena il collo.

Dormiva.

Sorrise stringendosela meglio, facendo attenzione a non svegliarla mentre le accarezzava i capelli umidi di pioggia.

Cosa avrebbe fatto senza di lei? Probabilmente a quest’ora starebbe ancora girando a vuoto per le montagne, aspettando che Sasuke e Sakura venissero in suo soccorso.

Girò appena il capo sfregando la punta del naso contro i suoi capelli, respirando quel profumo di shampoo e lavanda.

Aveva tutto, Naruto. Era diventato l’eroe del villaggio della foglia, le ragazze impazzivano per lui, lo invitavano a cena, gli facevano regali e gli  chiedevano di fare delle foto. Aveva tutto, a dire di molti, aveva più amici di quanti avesse mai potuto immaginare, eppure se non avesse avuto lei tutto quello che si era guadagnato gli sarebbe sembrato comunque niente.

Ora, grazie a lei, sapeva che cosa voleva dire essere amato per quello che si era, e non per quello che si aveva fatto.

 

Sakura finì di intrecciare una coroncina di fiori di dente di leone, come le aveva insegnato Ino quando erano bambine. Era tentata di riporla sulla testa di Sasuke, ma di sicuro lui l’avrebbe guardata in cagnesco, quindi evitò di renderlo ridicolo facendolo irritare e se la pose fra i capelli, continuando poi a raccogliere altri fiori sotto lo sguardo attento di Sasuke.

Il sole si era fatto largo fra le nuvole da almeno un’ora, ma non avevano ancora avuto notizie di Naruto ed Hinata.

Avrebbero dovuto andare al lago, lei lo aveva detto, ma nessuno l’aveva ascoltata – fatta eccezione per Hinata, che l’aveva definita un’alternativa carina.

Strappò piano i petali del fiore seduta accanto a Sasuke, e quando ebbe spogliato il gambo dalla sua splendida corolla gialla si alzò di scatto, pulendosi i vestiti dalla polvere.

«Dove vai?» le chiese il ragazzo, senza però accennare a muoversi.

«Su quel sasso, a vedere se riesco a vederli» in teoria avrebbe dovuto scorgerli sul sentiero in salita. In teoria. Altrimenti sarebbe andata a cercarli, con o senza Sasuke.

«Sono quasi qui» le rispose Sasuke, fermandola prima che si arrampicasse.

«TEMEEEE» l’urlo arrivò dalla boscaglia, seguito da Hinata che si faceva largo fra i rami, e Naruto che la seguiva, additando Sasuke, seduto contro la colonna. «Potevi dirlo se sapevi che il tempio era per di qua!» lo apostrofò lasciando cadere lo zaino sull’erba.

«Io l’ho detto, sei tu che non mi hai ascoltato, usuratonkachi».

«E quando l’avresti detto, sentiamo?» continuò Naruto, mentre Sakura sorrideva a Hinata, posandole la corona di fiori sul capo.

Uomini… e poi dicono che siamo noi le insopportabili.

 

 

 

 

 

 

 

N O T E • F I N A L I

 

Eccomi di nuovo qui, in tempo prima di Natale.

Ho già provato ad aggiornare durante il 25 dicembre, ed è la morte, quindi ho anticipato.

Insomma, non ho molto da dire, solo che ho voluto sottolineare – con il prompt – l’antitesi che c’è fra Sasuke e Naruto. Come uno aveva e ha perso tutto, e come l’altro non aveva ma si è conquistato.

So benissimo che se Hinata avesse usato il byakugan da subito non ci sarebbero stati casini, ma è molto più divertente così, e mi sono lasciata trascinare ancora una volta dalla mia imbecillità.

Scusatemi.

Il cibo in scatola è preso da una nuova catena di ristoranti giapponesi che vende tutto come cibo in scatola: hamburger, pastasciutta, cozze, maiale, coniglio, mia zia-NO, mia zia no. Comunque sì, Naruto mangia un sacco di roba, e mi piaceva l’idea che – siccome non sa cucinare, siamo obbiettivi – mangiasse codesti cibi inscatolati.

FINALMENTE MI SONO RICORDATA. Grazie SellyLuna che me lo hai ricordato, ti meriti un biscottino, cara. La mia fan fiction segue gli avvenimenti di una SasuSaku di radioactive che potete trovare sul suo magico profilo che vi ho linkato. Ogni riferimento ai ciliegi piantati nel giardino di casa non è puramente casuale e nemmeno plagio, è ispirato a lei. La mia musa.

Non mi piace nemmeno questo capitolo, a questo punto spero che su quattro almeno uno mi renda orgogliosa di me stessa, altrimenti mi ritirerò nel deserto con Sauce a bere succo di Cactus.

Nulla, vi ringrazio immensamente, chi ha recensito, ma anche i lettori silenziosi che non dicono nulla e restano nell’ombra: grazie di cuore.

Vi lascio questo piccolo… regalo(?) di Natale(... è un regalo? Davvero?). Io e radioactive stiamo scrivendo a quattro mani una AU in Naruto, se volete farci un giretto la trovate qui: Colla.

E adesso ultimo grande ringraziamento a radioactive, che si sbatte un sacco per aiutarmi nel betaggio e nella grafica. Grazie. Ricordati che è dedicata a te. ~

Detto questo, alla prossima miei prodi.

Mi ritiro a morire(?).  

                       

            ~yingsu

   
 
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