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Autore: Hidalgo_Aragorn    26/12/2014    2 recensioni
Gli umani sono patetici, sempre ad eccitarsi per nulla, è così assurdo.
Carlisle dice che è per questo che sono interessanti, ma sinceramente non mi fanno né caldo né freddo. Sono stolti e si compiacciono della loro stupidità. Ma chi sono io per giudicarli, sono solo un’eccezione tra tante, magari più intelligente di tanti, ma non mi proclamo messia e nemmeno presidente. Per me non voglio nulla se non che, vadano tutti a farsi benedire. Non sono un mostro. Non siamo mostri. Siamo solo … solo Cullen.
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Edward, Bella/Edward, Bella/Jasper, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessun libro/film
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nota di Hidalgo: l’altra sera, guardavo, leggevo, pensavo al bel Cullen che porta il nome di Edward e ho pensato? “ma è serio quando dice ‘se fossi capace di sognare, sognerei te?’. allora ho pensato perché non vedere se era così sul serio? così ho cominciato a scrivere, senza un senso preciso, pensando “io sono Bella Cullen, io racconto la mia versione della storia, io racconto come sarei diventata vampira” e pensando ho cominciato a scrivere, più che altro come mi veniva e anche se la mia amica Rapidash a cui avevo chiesto aiuto non mi rispondeva, sono partita di testa mia è ho cominciato a scrivere il secondo capitolo. così nasce. così cresce e anche corre. 

Benvenuto al mondo “Dreamer”

 
Capitolo 1: Non siamo mostri.
Se tutto il resto perisse, e lui rimanesse, io continuerei a esistere.
Se tutto il resto rimanesse e lui fosse annientato, l'universo diventerebbe per me un'immensa cosa estranea.
“Bella Swan, Twilight” 

Jasper sbuffò e lo guardai sorpresa.
«cosa pensi biondo?» chiesi sarcastica. Lui alzò lo sguardo sorpreso, non pensava che l’avrei sentito.
«al mondo, al cielo e ai giorni …» disse con un sorriso furbo. Trasalì, mentiva.
«e …?»
Rise. «non ti sfugge nulla sorellina?» mi chiese sarcastico.
«e tu non mi rispondi …»
Si schiarì la voce; «sembri Rosalie, Bella»
Lo guardai male.
«mi offendo» disse Rose che aveva smesso di pomiciare con Emmet.
La guardai sottecchi. «continua a pomiciare, nessuno vuole la tua opinione, adesso»
Lei alzò le spalle e tornò a dov’era rimasta.
«racconta Jazz» dissi con il mio visetto da angioletto, per così dire ovviamente.
Scrisse veloce su un foglio che poi mi passò. Lessi in fretta e mi rattristai: mi manca Alice, se non avesse visto che sua figlia avesse avuto un figlio, il quale entrerà nel nostro cammino, non sarebbe mai andata via.
Gli presi la mano e ne baciai la superficie. «andrà bene, va sempre bene … la conosci, torna e poi, magari la cosa non gli interessa veramente, magari vuole solo trovare qualcosa per passarsi il tempo, non vuole un nipote, te lo garantisco» poi cambiai sedia. «di me ti fidi?» gli chiesi guardandolo nelle palline degl’occhi.
Lui annuì e mi piazzò un bacio veloce sulle labbra. Era così adorabile Jasper che quasi me lo sarei mangiato, seduta stante. Ma poi ricordai dove eravamo e mi ritrassi da quel contatto. Stare sulle sue ginocchia, fino a che eravamo a casa si poteva fare ma in mezzo a degl’umani stupidi proprio … era impensabile.
La scuola di Forks. Assurdo posto. Assurda popolazione, assurda situazione. Tutti conoscevano tutti e noi Cullen non avevamo una bella reputazione, soprattutto contando le frequenti assenze nei giorni di sole e le nostre rade amicizie fuori dal gruppo familiare.
Per alcuni le nostre stranezze erano ammirabili, a me non sembrava proprio ma me ne stavo zitta.
«sta sera andiamo?» chiesi velocemente.
Emmet, Jasper e Rosalie mi guardarono. Gli uomini erano totalmente diversi, Jazz biondo, Emmet moro. Jazz sottile e un po’ smagrito, Emmet … Emmet era l’orso.
Ma tutti e due, comprese me, Rosalie e anche Alice, con occhi gialli come dei predatori, magari però gialli no … oro, più precisamente.
Rosalie di dorato aveva anche i lunghi, lisci capelli che le percorrevano dolcemente la schiena. Sembrava quasi una gattina, ma per chi la conoscesse bene come la conoscevo io, non l’avrebbe mai pensato. Era determinata, per quanto molto triste. Essere un vampiro non le piaceva, come nemmeno quella condizione di permanente uguaglianza a come era morta. Emmet le aveva alleviato un po’ il dolore ma … ma come ogni donna incompleta ma innamorata, lei voleva poter concepire un figlio. Cosa del tutto impossibile e bruttissima.
Alice, invece, non presente in quel momento, aveva i capelli corti e neri, l’aveva una figlia, Elizabeth che aveva dato in adozione e ora, o da qualche decennio almeno era pure nonna, per quanto vampira. Rosalie avrebbe pagato oro per la possibilità che aveva avuto Alice.
Io per conto mio … non sapevo, magari perché ero trasformata da poco, ma abbastanza, non m’ero mai posta quel problema. Jasper era … non sapevo bene definirlo. Andava a letto con Alice però stava con me, cosa complicata calcolando che non mi sentivo ancora pronta e lasciavo divertire Ali. Praticamente era un rapporto a tre.
Cosa non troppo brutta se si calcolava che Alice era troppo distratta per accorgersi di quel dettaglio e io troppo puritana per concedermi per quanto vampira con almeno 50 anni.
Amavo troppo me stessa per dargli quella soddisfazione e a lui questo piaceva e la cosa, ci teneva abbastanza uniti. A volte scherzavo dicendo che si poteva fare come in quelle strane religioni dove ci si sposava in tre siccome era il numero perfetto e … e a dirla tutta non mi sarebbe nemmeno dispiaciuto, certo dopo sarei stata gelosa però …
«Bella?» mi chiese attirando la mia attenzione Jazz.
Lo guardai fisso. «cosa?»
«i tuoi stati d’animo mi spaventano piccola …» disse sincero con un mezzo sorriso.
Sorrisi e alzai le spalle. Lui e la sua lettura d’emozioni erano una gran fregatura. Non potevo fantasticare che lui se ne accorgeva. Alcune fantasie, mi piaceva che le conoscesse, con altre invece, sarebbe stato meglio che non si impicciasse.
«e il tuo essere maschio mi spaventa ma non me ne faccio un problema» dissi con un mezzo sorriso. «ti amo anche se sei maschio, arrapato e sessualmente interessato, ma sono una vampira con una certa reputazione e non la do’ al primo che passa»
Lui strinse gl’occhi fino ad averne solo due fessure: «Bella stiamo insieme da dieci anni buoni, non credo quindi di poter esser considerato il primo che passa calcolando che io ti ho voluto trasformare, io ti ho portato dai Cullen e io ho detto che non era un problema stare, castamente insieme»
Giocare con lui era divertente ed eccitante, risolvevamo tutto in quel modo, giocando, tanto, in un’eterna vita i problemi si risolvevano, perché prenderli seriamente …? Mi avevano giustamente fatto notare i Cullen.
«oh tesoro, ma tu puntavi a quello sin da quando mi hai incontrato e mi hai trasformato perché pensavi che non sarei stata carina come ora dopo una ventina di anni e io, ti ho dato la forza di cercare un clan calcolando che tu ti saresti seduto sotto un ponte anche per anni interi se non t’avessi detto che una vita la si poteva ancora avere, con o senza mortalità e io ti ho detto che potevi farti Alice perché per me non era un problema, quindi ora come la mettiamo?»
Rise. «okay, ammettiamolo, nelle nostre vite, non c’è mai stato un momento dove non c’entrassimo entrambi appieno. Okay, tesoro, hai vinto, ma ammettilo, sono sexy»
Sorrisi. «questo è vero, ma sì, anche tu hai vinto»
Mi piazzò un bacio serio questa volta, con una contorsione e rigiro di lingue, proprio come facevano Emmet e Rosalie, un bacio di quelli da Oscar, uno di quelli dove ti mordi le labbra, le lecchi e continui, tecnicamente finché non soffochi, ma praticamente finché non suona la campanella e dobbiamo andare in classe.
Con la mia solita fortuna, la campanella suona  e mi chiedo se Jazz l’ascolterà o continuerà a tenersi la mia lingua in bocca. Ascolto l’impulso sessuale, che non mi abbandonerà mai e seguo l’istinto da predatore felino, quale sono e mi aggancio ai capelli chiari, sento le sue braccia solitamente salde, avere un attimo di incertezza come se si chiedesse se era un bene o se fosse un male. Chissà a quale conclusione sarebbe arrivato, ma in fondo sapevo di conoscere già la risposta.
Si stacca e struscia il naso contro il mio, poi sorride. Un po’ m’ha lasciato l’amaro in bocca ma lo conosco abbastanza per sapere che non ha senso quel dissapore.
«andiamo in classe» dico alzandomi e offrendogli una mano.
Lui annuisce, sorride e la prende. Sento occhi umani addosso a me.
Gli umani sono così stupidi e ne sono pure felici, gli umani sono così ingenui e ne godono. Gli umani sono così cattivi che ormai non ci fanno nemmeno più caso. Sono più assassini loro che noi che siamo bevitori di sangue. Come può essere possibile, noi siamo, tecnicamente i mostri, come possono loro massacrarsi per un potere che non sarà mai abbastanza grande? Come potevano non accorgersi, che passavano 4 vampiri assetati di sangue, e pensare solamente a come vorrebbero essere noi?
Non siamo noi i mostri, sono loro!


ciao,scusate tutti.
non so perchè io stia pubblicando, ma lo sto facendo e se posso dirlo, credo che questa sia la storia migliore che abbia mai scritto, quindi a chi capita, mi dica cosa ne pensa,
se la trovate orribile, ditemelo se vi va perchè, se devo essere sincera penso di voler fare un bel lavoro con DREAMER e ... e quindi nulla, i commenti sono sempre graditi e ... questa volta ringrazio RAPIDASH per l'appoggio e spero che le piaccia anche ora.
un bacione 
Hidalgo e buon natale in ritardo

  
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