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Autore: StylesLoveU64    26/12/2014    0 recensioni
*tratto dalla storia*
"Che cazzo hai? Che cazzo avete tutti?
Tutti scappano se ne vanno, se ne vanno, mi abbandonano. Cambiano, mi odiano.
Sono così fottutamente sbagliata? Tutti attorno a me fuggono, fingono di amarmi e poi mi lasciano da sola, con l'amaro in bocca e mille domande.
Io non so più cos'ho. Nessuno mi spiega. Sono solo sbagliata." urlo queste parole ormai in lacrime. Sapevo che non avrei mai dovuto lasciare che si avvicinasse a me. Sapevo che sarei scoppiata dinanzi a lui e non mi importa di apparire debole. Sono stanca.
"Ti sbagli.." cerca di dire, ma lo interrompo.
"No. Mi sbaglio un cazzo. Perché? Voglio solo capire perché prima hai cercato di avvicinarti a me e adesso è come se non esistessi." dico ormai stanca.
"Vuoi sapere perché? Perché ciò che faccio per te o provo quando sto con te non l'ho mai provato prima d'ora e ho paura. Ho una fottuta paura e sai perché? Perché credo di amarti."
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tessa’s POV
 
“Sorellina, svegliati! È ora di andare a scuola.” Sento mio fratello scuotermi gentilmente le spalle, nell’intento di farmi aprire gli occhi.
Porto una mano in viso per strofinarmi un occhio, mentre mugugno qualcosa di incomprensibile.
Lucas mi deposita un lieve bacio sulla tempia, per poi alzarsi  ed andare ad aprire le tende lilla della mia cameretta, rivelando poi la luminosità del sole.
Alcuni raggi sbattono contro le mie palpebre che sembrano incollate, costringendomi ad aprirle.
Riluttante esco dalle mio amato e cado involucro di coperte e ciabattando fino alle ante del mio armadio ne esco i miei vestiti, intenta ad iniziare una nuova giornata, che poi, se vogliamo dirla tutta, tanto nuova non è… sempre le solite cose succedono. Mai niente di nuovo. Mi alzo nervosa perché non voglio lasciare il mio lettone, mi vesto, faccio colazione, cinque ore di quella tortura di scuola, casa, compiti, letto e poi ricomincia tutto d’accapo il giorno seguente. Io sono stanca di questo però.. sono davvero stufa.
Scuoto la testa abbandonando i miei soliti pensieri che già di primo mattino mi tormentano.
/ORA DI MERENDA/
“Mangi solo quello?” mi chiede Amber, osservando il mio piatto, mentre prendiamo posto su un tavolo qualunque della mensa scolastica. Abbasso lo sguardo sul mio vassoio e c’è solo un piattino di insalata.
“Sì. Non ho poi così tanta fame, oggi.” Dico semplicemente, sorridendo per tranquillizzarla.

Lei fa spallucce, addentando poi il primo morso del suo bel paninone.
“Tess.” Bisbiglia affianco a me. “Il gruppetto di Styles e Malik ci sta osservando.” Sussurra poi dopo qualche minuto di silenzio a godersi la sua merenda.
 
Harry’s POV
 
“Stevens Tessa.” Sussurra Zayn al mio fianco.
“Cosa?” chiedo io, continuando a mangiare.
“No, niente. Stavo solamente pensando a come si chiamasse quella ragazza che è sempre in compagnia di quel bocconcino di Amber.” Spiega prendendo un sorso della sua coca cola.

“Io non riesco a capire come una ragazza come lei perda tempo con quella sfigata.” Si intromette Emily con il suo solito tono di superiorità.
Devo ancora capire che  le ha detto di potersi unire a noi ovunque andiamo. Davvero spero che non pensi che io e lei stiamo insieme. Non potrei mai stare con una come lei.
“A me sinceramente quella ragazza è indifferente.” Afferma Liam.
“Niall non può dire la stessa cosa.” Esordisce Zayn e il biondino abbassa immediatamente lo sguardo sul suo piatto.
A lui importa ancora di lei e anche se si ostina a dire il contrario, che ormai è una sconosciuta io so benissimo che nel profondo si sente in colpa per averla abbandonata.

Se devo essere sincero a me quella ragazza incuriosisce. È l’unica che non dà molto peso al parere degli altri, non le importa di essere popolare o di essere conosciuta da tutta la scuola, o di essere alla moda. Sono davvero rare le ragazze come lei.
La cosa che però più mi stupisce è che lei, in confronto a ragazze come Emily, non ha bisogno di chili e chili di trucco per essere accettabile. Siamo realistici: è una bella ragazza anche senza trucco. La sua è una delle poche bellezze naturali che si trovano oggi, dato che sono tutte troppo prese dal correggere le piccole imperfezioni del proprio viso con prodotti.

Mi sorprendo io stesso quando mi rendo conto dei pensieri che sto facendo, ma in fondo so che è la verità.
“Sabato Josh dà una festa.” Ci avvisa Louis, avvicinandosi e sedendosi al mio fianco.
“Dio mio quel ragazzo vive di feste.” Scuoto la testa, ridacchiando.
“Devo assicurarmi che venga Amber.” Mormora assolto nei suoi pensieri Zayn.
“Stai andando in fissa per quella ragazza.” Lo riprende Emily quasi disgustata e io roteo gli occhi al cielo senza farmi vedere. La sua voce è così irritante e si intromette sempre in argomenti che non la riguardano minimamente. Devo ancora capire perché io continui a portarmela a letto.

“Anche se fosse? Quale sarebbe il problema?” esclama lui con tono altamente irritato.
Zayn non è il tipo che si preoccupa di intimidire la gente con il suo tono tagliente.
Emily non replica, schioccando la lingua sul palato producendo un rumorino che mi infastidisce. Sembra che ultimamente qualsiasi cosa faccia mi irriti.
Io invece guardo alle spalle di Liam, portando il mio sguardo dove anche quello di Zayn si è posato. Amber. Mhm bellissima ragazza, niente da dire, ma mi ispira solo e unicamente sesso, nient’altro.
La attenzione si sposta poco dopo sulla figura accanto alla sua. Tessa. Sembra a disagio, non fa altro che muoversi sul posto e si mordicchia il labbro inferiore, mentre sorride.
All’improvviso il suo sguardo incontra il mio, ma lei subito lo distoglie, ridacchiando insieme alla sua amica per qualche battutina, credo.
 
Tessa’s POV
 
“Spiegami perché mi sta fissando.” Dico sorridendo verso Amber, muovendo meno possibile la bocca, mentre lei lo fa verso di me. Spero solo non capiscano che stiamo parlando del loro persistente sguardo su di noi, non siamo molto brave a dissimulare.
“Non ne ho idea, Tess. Anche io mi sto chiedendo perché Zayn sta fissando me.” Dice poi prendendo l’ultima patatina dal suo vassoio e una volta che sentiamo il suono della campanella usciamo dalla mensa praticamente scappando dai loro occhi.
“Buenos Dìas chicos he traìdo los resultados de la tarea.” Esordisce la professoressa Ramirez, una volta fatto il suo ingresso nell’aula. Si sistema poi in una mano tutti i compiti e incomincia a distribuirli.

“Stevens ottimi risultati, come sempre.” Mi sorride, porgendomi il compito con il voto scritto con l’inchiostro rosso della sua penna. Nove. Una ragazza qualunque salterebbe dalla gioia per questo voto, io no. Ci sono abituata ormai.
“Styles un altro quattro. Ma com’è possibile? Perché non studi mai la grammatica?” afferma la professoressa con l’irritazione presente nella voce. Mi volto per guardare la scena, ritrovando Harry seduto comodamente sulla sedia e la prof con le braccia conserte sotto il seno.
“E’ la vita, prof.” Ghigna, fregandosene altamente dello sguardo, oserei dire, assassino rivoltogli dalla professoressa.

“Ah sì? Beh.. significa che..” rimane la frase in sospeso, voltandosi a guardare ogni singolo alunno fino a che il suo sguardo si posa sulla mia figura. “Significa che Tessa Stevens sarà il tuo tutor.” Dice poi dopo una manciata di secondi rimasti in silenzio.
La mia penna mi scivola dalle mani e la mia bocca si socchiude a causa della sorpresa.
“Per te va bene?” chiede poi rivolgendosi a me.
“Uhm.. credo.. credo di sì. Sì.” Balbetto tra me e me, mentre il mio cervello inizia ad elaborare e a rendersi conto della situazione in cui mi sono andata a cacciare.
“Bene.” Annuisce per poi passare a recuperare i compiti e continuare la lezione, non ascolto neanche il resto della frase che ha iniziato visto che lascio la mia testa cadere sulle mie braccia incrociate sopra la superficie fredda e dura del banco.
 
***
 
Chiudo una volta per tutte il libro di filosofia una volta finito di studiare il paragrafo assegnatoci dal professore per domani. Mi alzo dalla mia sedia girevole per poi buttarmi a peso morto sul mio lettone.
Sospiro rilassandomi e guardando il soffitto.
Sono stanca di questa vita.. di questa fottuta routine.
Mi alzo, mi vesto, scuola, pranzo, compiti, cena, letto e poi tutto d’accapo e questo tutti i santissimi giorni. Finirà mai tutto questo? Finirà mai questo mio sentirmi in questo modo? Come se stessi sopravvivendo. Solo respirando. Mi sento una maledetta morta che cammina. Mi sento come un film bianco e nero dove nessuno parla.
So di cosa ho bisogno. Ho bisogno del colpo di scena. Ho bisogno che accada qualcosa che mi risvegli. Che mi riporti in vita.
Il mio più grande problema è che io voglio vivere sul serio, sentire emozioni, sensazione e sentimenti che mi tengano in vita, che mi facciano sentire che io sto vivendo per davvero, ma allo stesso tempo ho paura. Ho paura di provare determinate cose perché ho capito che nella vita qualsiasi cosa finisce per distruggerti e io sono stanca di stare male. Sono davvero stanca di sentire un costante vuoto nel petto. Sono stufa di vivere alla ricerca di qualcosa che riesca a farmi stare bene.

Scuoto ripetutamente la testa, portandomi le mani su viso e cercando di scacciare via questi pensieri.
“Basta. Non posso torturarmi in questo modo.” Sussurro a me stessa, sbuffando.
Prendo il mio cellulare e decido di girovagare per i vari social network nell’intento di distrarmi e un’ ora dopo sono sul letto a guardarmi un film d’amore trovato su youtube.
Verso la fine del film il mio telefono si blocca e capisco che sto per ricevere una chiamate e infatti qualche secondo dopo il display si illumina.
My Sister :3 <3
Sorrido, trascinando l’indice sul piccolo pulsante verde per rispondere.
“Bionda.” Rispondo.
“Mora.” Ricambia. “Senti un po’ ho bisogno di fare compere, mi accompagni? Così magari vediamo anche cosa possiamo fare per te.” Dice e so per certo che sta pregando silenziosamente che io le dia retta sui miei vestiti. Ridacchio a causa dell’immagine che si è formata nella mi testa.
“Vada per il centro commerciale.” Confermo, giocherellando con un ciocca dei miei capelli.

“Dieci minuti e sono lì.” Mi informa e attacca.
E dieci minuti dopo come sempre eccola che bussa alla mia porta.
“Mamma io esco con Amber andiamo al centro commerciale.” Urlo per far sì che mi senta in qualunque parte della casa sia.
“Va bene, tesoro.” Urla in risposta e io esco di casa dopo averla salutata.
“Si va a fare shopping.” Esulta allungando una mano verso lo stereo e far espandere nell’abitacolo dell’auto le note di ‘Break Free’ di Ariana Grande.
Ridacchio per il suo entusiasmo nell’andare a comprare dei semplici vestiti e io scuoto la testa.
Il resto del viaggio passa con risatine e imitazioni della voce dei vari cantanti che si sentivano alla radio.

“Andiamo subito in quel negozio.” Dice trascinandomi verso un negozio.
Giriamo e controlliamo i vari scaffali, finche lei non trova ciò che cerca. Velocemente ci dirigiamo verso i camerini e dopo un paio di cambiate scartate perché non le piacevano esce con un top nero che le lascia scoperto il ventre e uno jeans aderente, con dei fori sulle ginocchia.
Fa un giro su stessa, sorridendo. “Cosa te ne pare?” mi chiede.
“Ti sta benissimo, Amber.” Esclamo convinta.
“Mi piace un casino. Bene, lo compro.” Afferma.
“Adesso vieni qui e prova questi.” Mi dice una volta che si è rimessa i suoi panni di prima.
“Cosa? No.” Scuoto la testa.
“Andiamo, ti prego. Sono perfetti per te.” Mi prega, mettendo su una faccina da cucciolo e io sbuffo sconfitta, andandomi a provare i vestiti.
È una maglia lilla, aderente, che mi lascia una spalla scoperta, con un jeans altrettanto aderente blu.

Non posso inossarli, non sembro io.
Esco dal camerino e non appena Amber mi vede sorride, applaudendo.
“Ti stanno d’incanto.” Annuisce.
“Amber mi sento ridicola.” Borbotto.
“Smettila non sei per niente ridicola. Dai cambiati e andiamo a pagare ho fame.” Dice e io, sapendo che tanto mi costringerà a comprarli lo stesso, rassegnata rientro per rimettermi i miei vestiti.
 
***
“Secondo me dovresti mandargli un messaggio.” Le consiglio affondando i denti nel mio panino ripieno di cotoletta e patatine, prendendo il primo morso.
“A chi? A Christian? Non se ne parla proprio.” Scuote la testa, tagliando un pezzo della sua pizza e portandosela in bocca.
“Perché?” domando, assottigliando le sopracciglia.
“Perché no. Perché non voglio, cioè voglio, ma non posso.. cioè posso, ma non me la sento.. non lo so.” Balbetta velocemente qualcosa di incerto, non sapendo neanche lei cosa ha da dire.
Ridacchio, scuotendo la testa. “Amber smettila, okay? A Christian piaci, non gli darebbe mai fastidio un tuo messaggio.” La rassicuro e lei sospira.
“Gesù ma sono da tutte le parti?” afferma con chiara irritazione nella voce, guardando alle mie spalle, aggrotto le sopracciglia, voltando il capo nel punto in cui si sofferma il suo sguardo.

Harry Styles e il suo gruppetto con tanto di galline.
Un mugolio di disapprovazione lascia le mie labbra non appena mi rendo conto che si sta avvicinando, e attacco la bocca alla mia cannuccia viola, dissetandomi con delle coca.
“Avete sbagliato tavolo o cosa?” chiede con voce abbastanza irritata Amber.
“Whoa.. calmina bionda. Sono solo venuto ad avvisare la tua amichetta qui presente che domani alle quattro deve trovarsi a casa mia.”  Dice.
“Se mi dicessi anche dove abiti, magari mi faresti un favore.” Borbotto voltando il viso nella sua direzione, incontrando i suoi occhi, ma spostando il mio sguardo verso Niall che lascia che i suoi di occhi vaghino per il locale in cui ci troviamo.
“Hai presente l’enorme casa bianca vicino il parco che attraversi sempre per andare a casa?” chiede e io annuisco, aggrottando le sopracciglia.

“Sì, ma cos..” cerco di domandare, ma vengo interrotta dal suono della sua voce.
“Quella è casa mia.” Mi informa. “Mi raccomando, sii puntuale.” Praticamente mi ordina per poi fare un cenno ai suoi amici che lo seguono fino all’uscita.
“Dio non li sopporto.” Esclama lei indignata, ma la mia attenzione è più che altro concentrata al ricordo della faccia di Niall. Mi manca terribilmente e non posso credere che non mi abbia degnata di uno sguardo.
Ma che cazzo è così difficile restare con me? Faccio così schifo? Sono un’amica così cattiva? Perché è difficile rimanere al mio fianco? Non capisco, sono così sbagliata?
“Pianeta terra chiama Tessa Stevens.” Strizzo gli occhi per poi ritrovarmi la mano di Amber che viene sventolata davanti i miei occhi.
“Eh?” domando, finalmente prestandole attenzione.
“Ti eri persa tra i tuoi pensieri.” Risponde, facendo spallucce e ritornando a mangiare, seguita da me.
 
***
“Buonanotte, Tess.” Dice Amber una volta che ha spento la fioca luce dell’abat-jour.
“Notte.” Ricambio e chiudo gli occhi.
Abbiamo deciso che stasera avrei dormito da lei dopo un bel pomeriggio insieme.
. . .
“C’è qualcuno?”  chiedo una volta aver fatto mente locale e aver capito che non mi trovo nel letto della mia amica.
Sono in una casetta di legno. È fredda e buia e io non capisco cosa ci faccia qui.
Questo posto è inquietante e riesco a percepire l’aria fresca che viene a contatto con la mia pelle, specialmente quella delle gambe dato che indosso uno short.
Che sta succedendo?
“Che ci faccio qui?” domando in un sussurro, creando una piccola nuvoletta di fumo a causa dello sprigionamento del mio fiato caldo a contatto con l’aria fredda.
Mi avvicino ad una porta, anch’essa di legno, esitando nell’aprirla. Quando il cigolio della porta si diffonde nell’aria, si rivela davanti ai miei occhi un tendone bianco, posto nell’oscurità. Avanzo nella stanza buia coprendomi le braccia con le mani, infondendomi un po’ di calore in più.

Prendo posto sulla sedia davanti il cartellone e non appena lo faccio, una voce familiare rimbomba nella piccola stanza, costringendomi a voltare lo sguardo.
“Andiamo piccola, apri il regalo.” Rimango senza fiato alla vista di mio padre e la piccola me seduti sul mio letto. Era il giorno del mio decimo complenno..
La piccola me, senza esitare, strappa la carta intorno il regalo e alla vista di ciò che voleva si butta tra le braccia di papà.
“Grazie, papà.” Esulta la bambina.
“Mi hai chiamato papa.. piccola mia. Ripetilo, ti prego.” Dice lui con occhi lucidi e un sorriso steso sulle labbra.

“Ti voglio bene, papà.” Sussurra, contenta e lui la riprende tra le sue braccia.
“Ti voglio bene, bambina mia.” Mormora sui suoi capelli.
Una furtiva lacrima lascia il mio occhio destro, solleticandomi la guancia e mi si stringe il petto a quelle immagini. Il tendone volta scena poi.

“Andiamo, Niall, smettila.” Grida la piccola me, ridendo a crepapelle a causa del solletico che le sta procurando … Niall. Il mio piccolo irlandese finto biondo.
“Dì le paroline magiche, Tess.” Ride anche lui rumorosamente, continuando la sua divertente tortura.
“Sei.. perdonato.. Niall.” Riesce a dire la piccola me tra le risate, mentre alcune lacrime si creano ai lati dei suoi occhi.
Al suono di quelle parole il piccolo Niall arresta il movimento delle sue dita sui fianchi della bambina.
Altre mille lacrime prendono a rigarmi le guance candide e improvvisamente sento più freddo.

. . .
Sussulto nelle coperte, aprendo di scatto gli occhi bagnati da lacrime amare causate dal sogni spiacevole che ho appena avuto. Stringo il lenzuolo a pugno nelle mie mani e cerco di tranquillizzarmi. Il mio petto si alza e si abbassa freneticamente e sono quasi sicura di essere coperta dal luccichio del sudore.
In questo momento vorrei tanto trovarmi a casa mia.. per fare ciò che mi riesce meglio fare. Ferirmi. Ma non posso.
I ricordi.. i ricordi non possono essere cancellati. Non possono essere rimossi dalle nostre menti, perché rimangono impressi nella nostra pelle. Non esiste dolore più brutto di ricordare i momenti felici, mentre nel presente non lo sei. Non so perché proprio ora ho fatto questo sogno, so solo che a volte i ricordi fanno mancare il respiro. All’improvviso si fanno spazio nella tua mente e si fanno spazio fino alla gola, formando un nodo insopportabile.
Un nodo che non puoi mandare giù, perché ti ricorda che ti manca qualcosa o qualcuno. I ricordi tornano.. tornano sempre.
E cazzo fanno un male lancinante. Come una lama che ti attraversa il petto. Vorrei essere impassibile a tutto questo, ma come faccio?

Come posso essere impassibile al ricordo di persone che un tempo mi rendevano felice? Come faccio a dimenticare quando l’unica cosa che voglio è tornare a rivivere certi momenti?

  
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